Ciao ragazzi! eccomi tornata come vi avevo detto!

Finalmente ho trovato l'ispirazione per il seguito dell'altra fanfiction!

Beh, che dire...

Spero che vi piaccia questo primo capitolo, anche se un po' corto, devo ammetterlo...

Aspetto molte recensioni, anche con consigli!!!

Mi raccomando, fatemi sapere il vostro parere!!!

QUESTO CAPITOLO LO DEDICO A DUE PERSONE STRAORDINARIE:

LA MIA AMICA ANNA ELRIC, PERCHÈ INSIEME NE FACCIAMO DI TUTTI I COLORI E SIAMO COME SORELLE, VERO CARA? ^_^

UNA DEDICA SPECIALE ANCHE ALLA MIA EX COMPAGNA DI BANCO, COLEI CHE MI HA FATTO AMARE LE MOTO!!! TI DEDICO QUESTO CAPITOLO PERCHÈ SEI RIUSCITA A SOPPORTARMI, PARANOICA E ROMPI SCATOLE COME SONO. ^_^"

LORO DUE HANNO UN PICCOLO PARTICOLARE IN COMUNE: VOGLIO LORO UN BENE DELL'ANIMA E FAREI DI TUTTO PER NON PERDERE LA LORO AMICIZIA!

CAPITOLO 1: AMORE E PERICOLO

Era notte, una notte buia e senza stelle.

Trunks si rigirava nel letto senza riuscire ad addormentarsi.

Erano passati alcuni mesi da quando Ainim se ne era andata promettendogli di tornare.

Non aveva ricevuto sue notizie e non sapeva nemmeno dove si trovava.

Era inquieto.

Improvvisamente gli arrivò una fitta di dolore al cuore.

Non se l’aspettava, ormai era guarito.

Urlò.

Immediatamente Vegeta e Bulma corsero in camera sua.

“Cosa c’è?”.

“Una fitta al cuore, ho paura che sia successo qualcosa ad Ainim”.

“Perché dici così?”.

“In me scorre il suo sangue che mi ha permesso di guarire, ho un brutto presentimento”.

Sì alzò.

“Dove vai?”.

“Vado a cercarla”.

Si vestì e uscì volando a gran velocità.

Doveva trovarla, non poteva permettere che le accadesse qualcosa.

Ad un certo punto sì fermò cercando di captare la sua aura.

La sentì, era minuscola.

Come mai era così piccola?

Non riusciva a stare tranquillo.

Volò aumentando la velocità.

La sentiva avvicinarsi sempre di più.

Quando arrivò era mattina.

Si trovò nel cortile di una casa di campagna.

Bussò.

Una ragazza gli aprì la porta.

“Trunks?”.

“Ainim?”.

Si guardarono un attimo.

Si abbracciarono e si diedero un bacio.

“Da quanto tempo!”.

“Eh, già! Ero molto preoccupato per te”.

“Vieni, entra”.

Entrò.

Gli ambienti erano molto spaziosi e ben arredati.

Qualcuno stava armeggiando in cucina.

“C’è qualcun’altro?”.

“Ah, sì... beh, Sheil ha insistito tanto così ho accettato che venisse a vivere con me”.

“Ainim, ti dovrei parlare”.

Si sedettero.

“Questa notte... ho avuto una fitta al cuore, ti è successo qualcosa?”.

“Ecco... non so come spiegarti... è successo tutto appena sono venuta a stare qua... le autorità hanno pensato che fossi troppo pericolosa così hanno chiesto ad un alchimista rinnegato di sigillare il mio spirito saiyan...una volta per tutte”.

Rimasero in silenzio.

“Quindi tu... non hai più la forza...”.

“Esatto... questa notte ho provato a rompere il sigillo ma non ci sono riuscita”.

“Mi dispiace, pensi di riuscire a farcela?”.

Scosse la testa.

“Questo sigillo è stato fatto in modo da rompersi solamente un attimo prima che io muoia, non so proprio come fare”.

L’abbracciò.

“Mi dispiace veramente tanto”.

Lo guardò negli occhi.

“Sai, se tu volessi lasciarmi, ti capirei”.

Trunks guardò la ragazza esterrefatto.

“Ma cosa dici! Io ti amo! Morirei per te!”.

Si baciarono.

Dalla cucina uscì Sheil.

“Ciao, Trunks! Da quanto tempo non ci si vede! Come stai?”.

“Bene!”.

“Non mi aspettavo un tua visita... hai per caso sentito quando Ainim ha provato a rompere il sigillo?”.

“Sì”.

“É un piccolo inconveniente dovuto al fatto che tu abbia usato il suo sangue per guarire, perchè in voi c’è la magia”.

“Però c’è anche un altro problema... ho iniziato ad avere una strana sensazione, di pericolo”.

“Anch’io” disse Ainim.

Lei gli prese la mano.

Improvvisamente vide il buio e poi sentì un’energia negativa.

Tornò alla realtà.

Cosa doveva fare?

Non poteva dirglielo, solo lei avrebbe potuto fare qualcosa con la sua magia.

“Sei ancora un genio con i computer?”.

Lei sorrise: “Certo!”.

Guardò l’orologio.

“Verresti al palazzo del supremo con me?” chiese Trunks.

Ainim gli sorrise: “Certo! Perchè?”.

“Ha detto di volerci parlare, forse ha a che fare con il nostro presagio...”.

“Può venire anche Sheil?”.

“Certo!”.

“Allora direi di partire” sentenziò il ragazzo.

Stavano per uscire di casa quando Ainim li bloccò.

“Usiamo il teletrasporto, ci metteremo meno tempo”.

“Puoi ancora usarlo?”.

“Sì, certo, ormai è una tecnica acquisita”.

Prese per mano i due ragazzi e si concentrò.

L’aura del supremo era chiara e distinta.

Fu facile.

Arrivarono lì immediatamente.

Tutti gli altri erano già lì.

“Bene, ora che ci siete tutti posso spiegarvi perché vi ho mandati a chiamare”.

Fece una pausa, guardò tutti negli occhi.

“Dovete sapere che c’è un’altra minaccia, non potete percepirla perché la sua aura è nulla, possiede solo la malvagità e la magia”.