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Autore: violetsugarplum    17/03/2014    3 recensioni
Cosa succederebbe se Artie dovesse girare un cortometraggio in cui dieci coppie di perfetti sconosciuti fossero costretti a scambiarsi un bacio mozzafiato a favor di telecamera? Cosa succederebbe se alle riprese partecipassero Blaine e Sebastian?
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Artie Abrams, Blaine Anderson, Sam Evans, Sebastian Smythe, Tina Cohen-Chang | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Kiss me once


 

“Sei già a buon punto,” Blaine continuò con tono fiducioso, mentre con il palmo della mano batteva ripetutamente sulla puntina da disegno. “Vedrai che riuscirai a trovare qualcuno, non ti preoccupare.”

Artie rimase in silenzio per qualche secondo, troppo occupato ad assicurarsi che il foglio fosse appeso ben dritto, per poi rispondere stizzito con voce acuta, esageratamente alta. “Ma certo, ne va solo della mia vita! Se non passo l'esame, posso anche tornarmene in Ohio a dirigere il glee club del McKinley per il resto dei miei giorni. Cosa vuoi che sia?”

Cercando di non sbuffare a sua volta, Blaine aggiustò la tracolla della borsa sulla spalla e decise di accompagnare l'amico in caffetteria, facendosi strada tra gli agitatissimi studenti della NYADA che occupavano i corridoi e sbraitavano parole senza senso.

Era l'ultima settimana degli esami del primo anno e, se Blaine avesse potuto descrivere l'inferno, sapeva che ciò che si presentava davanti ai suoi occhi ne sarebbe stato solo l'anticamera. Fortunatamente aveva già terminato i suoi esami nel giro di pochi giorni e, non c'era nemmeno bisogno di dirlo, li aveva superati con il massimo dei voti e, ancora, più professori si erano sperticati a tesserne le lodi. Per lui era sempre stato facile e sapeva che quella era la sua strada fin da quando le sue mani paffute avevano preferito il bianco e nero dei tasti del pianoforte rispetto ai pennarelli colorati o, peggio, il fango.

Si sedette al loro tavolino preferito, dove c'erano già Tina e Sam con il naso immerso nei libri e le tazze ancora piene abbandonate poco distanti.

“Io non so proprio più che fare,” disse Artie bevendo un sorso del caffè di Sam, il quale nemmeno se ne accorse. “ Ieri ho incontrato Cameron, quello che dell'ultimo banco che ha sempre dormito, e mi ha detto che ha già finito... Capite? È troppo tardi, decisamente troppo tardi...E se non si facesse vivo nessuno?”

“Forse avresti dovuto pensarci prima?” Tina chiese alzando la testa di scatto e nella sua voce si nascose una punta di rimprovero. Ignorò l'occhiataccia che prontamente Artie non esitò a rivolgerle e proseguì, sapendo sia di aver ragione sia di avere i minuti contati per ripassare il capitolo. “Comunque, dai, figurati se nel duemilaquattordici c'è gente che rifiuta trenta dollari senza fare niente.”

Non era propriamente vero.

Le cose stavano così: Artie, a tre giorni dal suo esame di sceneggiatura, si era accorto di non avere niente, esattamente nulla, da presentare al suo insegnante. L'assegnazione prevedeva che ogni studente del corso realizzasse un breve video, dalla durata massima di tre minuti, in cui predominasse il tema dello sconosciuto. Ben presto l'idea di ricreare una scena d'incontro tra un alieno e un essere umano fu accantonata -nonostante l'insistenza di Sam-, per lasciare spazio a qualcosa mai visto prima: dieci coppie di persone, completamente estranee, che si baciano, con tutto l'imbarazzo e nervosismo che ne comporta.

Il progetto, secondo Blaine, era a dir poco geniale e centrava l'assegnazione in maniera nuova, interessante e originale. Non aveva battuto ciglio quando Artie gli chiese di diventare parte attiva, anzi, ne fu subito entusiasta e rifiutò perfino il compenso. Essendone un grande amante, per l'arte Blaine avrebbe fatto questo e molto altro ancora.

Artie era riuscito a coinvolgere anche Tina e Sam -fregandosene altamente del fatto che si conoscessero già da anni e non ne fossero molto convinti- e all'appello mancavano solo le altre coppie e... qualcuno con cui Blaine potesse scambiare un bacio impacciato.

Tappezzare le bacheche della NYADA con volantini era stato estenuante, ma sicuramente lo era stato di più la loro stesura. Far star tutta la spiegazione del progetto in poche righe non fu semplice, così come dare ampio spazio al fatto che sarebbero stati lautamente retribuiti. E, ripensandoci, forse Sam non era stata la persona più indicata per crearli.
 

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Partecipa al progetto 'Strangers' e non te ne pentirai!!!
Cerchiamo ragazzi e ragazze maggiorenni (ma non troppo) e consenzienti per creare una vera e propria opera d'arte 
innovativa nel suo genere, 
che mai occhio umano ha visto prima.
Astenersi perditempo e pervertiti.
Requisito necessario: mentine.

 

Seguito dal nome di Artie e il suo recapito telefonico. Non c'era alcun dubbio: l'avrebbero sicuramente scambiato per un maniaco.

Il ragazzo si stava ancora lamentando, picchiettandosi il volto con le mani mentre imprecava a bassa voce, quando il suo cellulare iniziò a squillare all'improvviso. Blaine lo vide strabuzzare gli occhi prima di rispondere e, mano a mano che si addentrava nella conversazione, il grugno lasciò il posto ad un sorriso trionfante.

“Miei cari compagni,” annunciò solennemente una volta terminata la chiamata. “Che il progetto abbia inizio.”

*

Contrariamente alle previsioni -e nonostante quel volantino a dir poco fuorviante- altri ragazzi si fecero avanti, col risultato che ora Artie aveva le dieci coppie tanto agognate e finalmente, a distanza di due giorni dalla data di scadenza, il progetto poteva essere veramente avviato.

L'appartamento che i tre ragazzi dividevano faceva parte di uno stabile recente e non era molto grande, ma era sufficiente per avere una parete perfettamente bianca e libera da poster o quadri di dubbia bellezza.

Artie aveva optato, anche per mancanza di tempo, per un video minimale. “Ci aggiungerò una canzone di una band indie a caso e stop,” disse controllando l'attrezzatura per l'ennesima volta. “L'importante è che le coppie siano al centro dell'attenzione.”

Gli accordi presi con ogni singolo partecipante prevedevano estrema discrezione e, in particolare, puntualità. Artie aveva dato appuntamento ad ogni coppia ad un quarto d'ora di distanza l'una dall'altra. Quindici minuti erano abbastanza per cercare di metterli a proprio agio e filmare la scena, sperando con tutto se stesso che non ci fossero intoppi.

Uno alla volta i ragazzi entrarono nell'alloggio, chi con aria incuriosita e chi un po' spaesata. Inizialmente anche i quattro amici si trovarono in imbarazzo, soprattutto quando erano costretti a spiegare che non era niente di illegale o pericoloso. Il primo video che fu girato fu da esempio per la prima coppia di estranei e fu quello di Tina e Sam. Sebbene Blaine si fosse rintanato in bagno con una scusa, Artie lo costrinse a vederlo almeno una decina di volte, provocandogli un orribile senso di nausea. Quella per Sam era stata una cotta passeggera ed essere disperato per essere stato appena mollato dal suo ex ragazzo fu la scusa ufficiale, però Blaine provò ugualmente una sorta di fastidio quando Tina gli cinse addirittura i fianchi con le gambe.

La lancetta dell'orologio da parete sorpassò abbondantemente con il suo lento ticchettio le sei, ma dell'ultimo partecipante non v'era ancora traccia.

“Sei sicuro di avergli dato l'orario giusto?” domandò Tina guardando fuori dalla finestra, speranzoso di intercettarlo per primo. “Magari hai sbagliato.”

“Io non sbaglio mai,” puntualizzò Artie sollevando l'indice in aria. “Oltretutto sono confuso, dato che questo tipo è stato il primo a telefonarmi e mi ha subito dato la sua disponibilità.”

Sam scrollò le spalle. “Probabilmente voleva farti perdere tempo o pensava fosse uno scherzo.”

“Ma no, ti dico che mi sembrava serio. Mi pare strano.”

“Magari è in ritardo,” convenne Tina dando l'ennesima occhiata all'orologio. “Magari c'è qualche intoppo coi mezzi o-”

“Certamente non è puntuale. Poteva almeno avvisarci,” Blaine disse con una punta di acidità. “Se non era più interessato, bastava anche solo una telefonata.”

Artie e Sam annuirono, continuando a risistemare le attrezzature senza che ce ne fosse realmente bisogno. “Non è che dici così solo perché il tuo Romeo ti ha abbandonato, Blainey?” scherzò Tina, ma Blaine non si sforzò nemmeno di sorriderle per cortesia.

Era un po' ansioso per la storia del bacio, giustamente, perché si trattava comunque di avere un atteggiamento intimo con una persona mai vista prima, ma il ritardo -quarantacinque minuti dopo l'orario previsto- gli stava facendo andare il sangue al cervello. E nemmeno un colpo di telefono? Per Blaine era inammissibile tanta maleducazione; erano lì per lavorare, mica per girarsi i pollici.

Alle sette e qualche minuto, il campanello trillò come se qualcuno ci si fosse addormentato sopra. Blaine si alzò di scatto dal pavimento su cui era seduto a gambe e braccia incrociate. “Vado io,” annunciò gelido agli amici. L'attesa l'aveva fatto diventare sempre più nervoso e irascibile ed era insolito vederlo così collerico, essendo fondamentalmente molto riflessivo e pacifico. “Chi si crede di essere questo, poi? Adesso mi sente.”

Percorrendo il corridoio di ingresso, pensò ad un mucchio di cose, più o meno cortesi, da dire al ritardatario, ma gli morirono tutte in gola, dalla prima all'ultima, quando sul pianerottolo apparve uno dei ragazzi più belli che avesse mai visto. Esattamente il tipo di persona che speravano si presentasse alla loro porta: un volto cesellato che bucava il video, fisico asciutto e una postura naturalmente elegante. Blaine pensò per un secondo che fosse un modello che si era perso per le caotiche strade di New York.

“È qui la festa?” chiese senza preamboli sebbene sulle labbra -rosse, delicate e appena sottili, Blaine non poté far a meno di notare- avesse un sorriso provocante. Doveva essere rimasto zitto per qualche secondo perché il ragazzo si sporse verso di lui e rifece la domanda, cercando di sbirciare all'interno dell'appartamento.

Blaine si trovò costretto ad annuire senza nemmeno sapere come e si fece di lato per farlo passare. “Sei Artie? Quello con cui ho parlato al telefono?” continuò sfilandosi la giacca e mettendola in mano a Blaine, il quale non era sicuro che si aspettasse una risposta. Lasciò distrattamente l'indumento sulla prima sedia che vide e fu costretto ad allungare il passo per potere affiancare il ragazzo che aveva iniziato a camminare lungo in corridoio con ampie falcate.

“No, io sono... Sono un suo amico. E tu sei in ritardo.”

“Sì, lo so. Ce l'hai un nome?”

“Artie ha detto che sarebbe meglio evitarl-”

“Io sono Sebastian,” si presentò, squadrandolo dalla testa ai piedi e sfoggiando ancora una volta quel sorriso strafottente. “E, dato che non vuoi dirmi il tuo, mi vedo costretto a trovartene uno.”

“Ma veram-” Blaine tentò di ribattere senza risultato, dato che Sebastian sembrava il genere di persona in grado di interromperti sempre e comunque.

“Uhm, vada per un soprannome. Che ne dici, Killer?”

Confuso dai modi sfrontati di Sebastian e sempre più imbarazzato dall'intensità del suo sguardo, Blaine annuì solamente e gli fece strada. Sarebbe bastato non interagire con lui e lasciare che Artie se ne occupasse. Del resto, le probabilità di rivedersi o anche solo scontrarsi in accademia sarebbero state una su un milione; perché farne un dramma?

Peccato che proprio in quell'istante Blaine ricordò che Sebastian fosse il ragazzo che avrebbe dovuto baciare.

Davanti ai suoi amici e una telecamera.

*

Blaine era sempre stato un fidanzato fedele e premuroso. Mai un tradimento, sempre pronto al dialogo diretto appena sorgeva un problema.

Le sue storie si potevano contare sulle dita di una mano e di questo era orgoglioso. Era perfino arrivato ad un passo dalla proposta di matrimonio e, anche se le cose non erano poi andate in porto, ricordava ancora quei momenti come i più belli della sua vita.

Qualcuno avrebbe potuto additarlo come noioso, ma Blaine era contento così. Non approvava chi andava per locali fino a notte fonda alla ricerca di rapporti occasionali e più di una volta aveva fatto notare a Sam che era leggermente immorale passare da un letto all'altro -questo quando aveva quell'assurda e vergognosa cotta nei confronti del suo migliore amico.

Blaine aveva la sua musica, si era buttato nello studio e il suo unico obiettivo era uscire dalla NYADA e approdare a Broadway con il plauso di tutti coloro che gravitavano nel settore.

Quel progetto era solamente un modo nuovo di fare arte e non c'era motivo di preoccuparsi. Anzi, Blaine ne avrebbe addirittura tratto beneficio.

Sì, avrebbe partecipato a un qualcosa che si discostava dai canoni.

No, il vantaggio non sarebbe stato baciarsi per un minuto buono con un ragazzo attraente come Sebastian.

Continuò a ripeterlo a se stesso mentre Sebastian parlava con Artie e scherzava con Tina e Sam, come se li conoscesse da sempre e fossero i suoi amici più cari.

“Stavo per tornarmene a casa quando ho visto il volantino,” spiegò passandosi una mano tra i capelli con finta disinvoltura, come se quello non fosse un gesto già collaudato. “E mi sono detto perché no? Ho finito gli esami, voglio uscire a festeggiare e trenta dollari possono tornarmi utili per offrire un drink a qualche musetto carino, sì, perciò ho telefonato subito.”

Blaine si morse nervosamente il labbro inferiore e cercò di sostenere lo sguardo di Sebastian, che si era voltato verso di lui e lo osservava sempre con quell'aria interessata. “Quindi hai chiamato senza saper-”

Sebastian lo interruppe ridendo. “Ma sì, al massimo sarei finito di nuovo in una cosa a tre. Ovviamente mi sarei subito ritirato nel caso si fosse trattato di sacrifici umani o robe del genere... New York è bella, eh, ma ogni tanto ci si imbatte in scene incredibili.”

E questa era una di quelle.

“Qui non facciamo sacrifici umani e nemmeno... Ehm,” si difese Artie. “Ti spiego... Vedi, devo girare un filmato per l'esame del mio corso e sono alle strette, davvero alle strette. Il tema del video è 'lo sconosciuto', 'Strangers', così ho pensato-”

“Ah, bene,”ridacchiò portandosi una mano al petto e sollevando la testa. “Ho familiarità con quel tema.”

Artie riprese e Blaine notò quanto fosse seccato dall'interruzione. “Ho pensato a coppie di ragazzi che non si conoscono e si baciano. Tutto qui. Tu sei l'ultimo.”

La decisione di Artie di farla breve si rivelò vincente, dato che l'aria sfacciata di Sebastian svanì di colpo, lasciando che i suoi tratti gentili fossero soppiantati da una comica espressione corrucciata.

“Ricapitoliamo: trenta dollari per una pomiciata a favore di telecamera?”

Tutti e tre gli amici si ritrovarono ad annuire all'unisono e scrutare attentamente il volto di Sebastian, ancora pensieroso. Blaine fu certo di star trattenendo il respiro perché si sentì girare improvvisamente la testa.

“Okay,” affermò finalmente scrollando le spalle, come se la cosa non lo riguardasse minimamente in prima persona. “Con chi? Con te, Feng Shui? Preferirei baciare un cavallo piuttosto che una femmina, ma vabbè... Oppure te, Labbra di Tuono?”

Artie si limitò a indicare con un dito.

“Oooh, molto, molto meglio,” disse con voce strascicata e melliflua, accompagnata da un sorriso a dir poco trionfante. “Killer.”

*

Blaine prese un terzo bel respiro profondo, ma niente sembrava attenuare il battito del cuore impazzito nel petto. Si guardò disperatamente attorno alla ricerca di sostegno morale da parte di Sam, l'unico che sembrava capirlo, ma fu ignorato. Iniziò, perciò, a pensare ad una scusa abbastanza plausibile per tirarsi indietro.

Non poteva baciare Sebastian. Semplicemente non poteva perché, punto primo, non gli piaceva. Cioè sì, Sebastian aveva l'aspetto di un angelo caduto sulla Terra, ma era anche l'incarnazione del demonio con quel suo carattere tedioso, arrogante, pieno di sé e un mucchio di altri aggettivi dispregiativi che in quel momento si rifiutavano di venirgli in mente.

Inoltre, la scena sarebbe risultata goffa e innaturale.

Artie voleva una ripresa genuina e così era stato per tutte le altre coppie già filmate. Certo, c'era chi ci aveva messo più passione e chi meno, ma gli spezzoni già girati erano benfatti e tra i partecipanti c'era stata più alchimia che imbarazzo.

Blaine sentiva di non avere niente, assolutamente niente, in comune con Sebastian.

E, una volta l'uno di fronte all'altro, era impossibile che venisse fuori qualcosa di decente perché il ragazzo era troppo alto, aveva gli occhi troppo verdi e usava un dopobarba forte e inebriante e che gli faceva pizzicare terribilmente il naso.

“Nervoso?”, gli domandò respirando quasi sulle sue labbra. Ecco, anche questo finiva immediatamente nella lista dei contro. “Non sarà mica il tuo primo bacio?”

Il tono beffardo fece roteare gli occhi a Blaine, ma dall'agitazione sentì una goccia di sudore freddo scendere dalla schiena e percorrerla fino al suo fondo. “N-no, non ho mica quattordici anni.”

Sebastian rise piano, passandosi lentamente la lingua sulle labbra. “Chissà quanto eri carino a quell'età.”

“Allora, ragazzi,” disse Artie assicurandosi che la telecamera fosse accesa e in posizione. Blaine si voltò di scatto seguendo la voce dell'amico, felice di avere ancora qualche secondo prima dell'inevitabile, ma Sebastian si avvicinò ancora di più, come se fosse ulteriormente possibile, e iniziò ad accarezzare il dorso delle mani con i suoi pollici in un gesto quasi dolce e sicuramente inaspettato. Blaine, inspiegabilmente, si rilassò al contatto ma questo non gli impedì di sentirsi avvampare le guance.

“Prendetevela con calma, comportatevi come vi comportereste di solito... Fate finta di essere al primo appuntamento, magari sotto casa dopo una cena al ristorante... Su, insomma, non fatemi interrompere ché ho già la memory card piena. Siate carini e baciatevi, forza. Azione, muoversi.”

A Blaine, ormai completamente rosso in faccia, scappò addirittura una risata imbarazzata. Sebastian piegò la testa di lato e gli fece un occhiolino senza alcun motivo. “Vuoi mettermi le mani attorno al collo?”

“Nel senso-”

“No, non strozzarmi,” Sebastian sogghignò. “A meno che sia una tua fantasia, non si può mai dire... Intendevo, se ti è più comodo -sai, per arrivarci- probabilmente è meglio se prendi lo slancio.”

“È colpa tua se sei alto”, mugugnò scostando con gentilezza le mani di Sebastian dalle proprie, alzò le braccia quasi controvoglia e le allacciò attorno al suo collo. “Forse sono un po' sotto la norma, ma-”

Prontamente Sebastian poggiò le mani sui fianchi di Blaine e li strinse con decisione, come se avesse paura che gli scappasse da un secondo all'altro. “Sarà, ma io ti trovo perfetto”, ammise con un candore che non lo contraddistingueva. “Possiamo passare al sodo o devo ancora ricoprirti di complimenti e decantarti le meraviglie dei tuoi occhi? Non che la cosa mi dispiacerebbe, intendiamoci, dato che sembrano due enormi pozzi d'or-”

E questa volta fu Sebastian ad essere interrotto da Blaine che, spinto non solamente dalla voglia di zittirlo ma anche la necessità di poter finalmente assaporare quelle labbra invitanti, si era sollevato sulle punte e lo stava baciando con tutta la passione che Artie cercava. Suvvia, chi voleva prendere in giro? Lo stava baciando perché non c'era nient'altro che avrebbe voluto fare.

Sebastian sapeva di buono, constatò Blaine. Non aveva un sapore ben definito, ma ricordava tutto ciò per cui Blaine avrebbe potuto perdere la testa. Era dolce, ma non troppo. Era eccitante, era nuovo e lo faceva sentire vivo come non mai.

Nella stanza c'erano solo loro due e gli schiocchi dei loro baci. C'erano i capelli dietro la nuca di Sebastian intrappolati tra le dita di Blaine. C'era il labbro superiore di Blaine già rosso e gonfio per i piccoli morsi di Sebastian. C'erano mani che esploravano, profumi che invadevano le narici e sospiri che sarebbero stati coperti dall'ultima ballad dei Mumford & Sons.

Si fermarono allo stop di Artie, schiusero le palpebre nello stesso momento, si specchiarono nelle loro iridi luminose, che circondavano pupille leggermente dilatate, e si lasciarono andare ad una risata melodiosa con le mani che ancora si cercavano.

“Sono sicuro che questa sia stata la migliore scena della giornata”, disse Sebastian una volta ricomposto e Blaine volle quasi riaggiustargli una ciocca di capelli che gli scendeva ribelle sulla fronte. “Sono anche disposto a rigirare se non ha soddisfatto abbastanza il signor regista, sia chiaro.”

Artie rispose con un applauso che fece sbuffare Blaine. “Direi che siete stati molto credibili. Sono contento che non vi siate fatti prendere dall'ansia e imbarazzo... Dovreste considerare entrambi una carriera come attori. Sembravate proprio... Veri.”

Blaine decise che mettersi le mani in tasca e guardare ostentatamente il soffitto immacolato poteva essere un'ottima risposta, ben sapendo di avere lo sguardo di Sebastian puntato su di sé.

Vide con la coda dell'occhio Sebastian accartocciare malamente le banconote e metterle nel taschino della camicia. Salutò con un breve cenno del capo Sam e Tina e fece l'in bocca al lupo ad Artie per il suo esame. Aprì più volte la bocca per dirgli qualcosa ma all'ultimo desistette e si incamminò in corridoio alla volta della porta, lasciando Blaine leggermente amareggiato.

*

Artie, che stava rivedendo i video girati sulla telecamera, emise un verso stridulo e tirò un sospiro di sollievo. “Fantastico! Domani mi metto sotto con il montaggio e basta. Non voglio più sentire parlare di cinema fino al prossimo anno.”

“Che ne dite se ordiniamo una pizza e poi andiamo a bere qualcosa fuori?” propose Sam trovando subito d'accordo Tina stava dando una mano a richiudere le scatole delle attrezzature. “Torniamo presto, però, non credo di poter star sveglio fino a tardi. Sei dei nostri, Blaine?”

Blaine non se la sentiva. Aveva baciato uno sconosciuto come non aveva mai baciato nessun altro prima d'ora e, per quanto la cosa non dovesse importargli più di tanto, si accorse che in realtà gli pesava parecchio.

“Passo... Sono stanco,” mentì fingendo uno sbadiglio. “Ma alla pizza non dico di no per niente al mondo.”

Si chiese, però, come avrebbe potuto mangiarla, avendo lo stomaco praticamente chiuso e con ancora sulle labbra un gusto che non voleva ancora cancellare; il sapore di Sebastian.

*

“Apri tu?” domandò Tina dalla cucina. “Io e Sam stiamo apparecchiando. Se è Andy, digli che poteva anche richiamarmi!”

“Sicuro, non mancherò,” Blaine fece roteare gli occhi e continuò a cercare di tirar fuori il portafogli dalla tasca dei pantaloni mentre camminava a passo spedito verso l'ingresso. “Penso che comunque Andy si sia licenziato da settimane e-”

“Ciao, Killer.”

Sebastian era lì, con una mano appoggiata allo stipite della porta e un'espressione furba sul volto. Doveva essere tornato a casa, o quantomeno si era dato una risistemata, dato che i capelli erano perfettamente in ordine come la prima volta che l'aveva visto. “Ho dimenticato la mia giacca.”

Non era una scusa perché il giubbotto giaceva abbandonato sulla sedia proprio come Blaine l'aveva lasciato nel pomeriggio. Se se ne fosse accorto prima, gli avrebbe telefonato per restituirgliela... Ma Blaine aveva avuto troppi pensieri per la testa per poter notare l'indumento dimenticato.

“Sì, scusami, te la prendo,” disse in un fiato e corse verso la sedia.

Sebastian fece una smorfia di disappunto e non cercò nemmeno di smascherarla. “Non mi fai entrare? La buona educazione prevede che-”

“Eccola”, Blaine gli restituì la giacca evitando accuratamente di incrociare il suo sguardo e di rispondere alla domanda e fece per richiudere la porta. “Scusa ancora. Ci... Ci si vede in giro.”

“Senti, aspetta,” disse Sebastian che, a quanto pareva, non aveva intenzione di mollare la presa così facilmente. “Mi dici almeno il tuo nome? Ci sto pensando da quando me ne sono andato e la cosa mi sta facendo impazzire.”

“Io...”

“Per favore?”

Rimase un istante a fissare Sebastian, che sembrava così sincero e davvero interessato a sapere qualcosa di così futile come il nome di una persona che difficilmente avrebbe incontrato di nuovo e che avrebbe facilmente dimenticato quando avrebbe baciato un altro.

“Blaine. Mi chiamo B-Blaine.”

“Blaine...” disse a bassa voce ignorando, fortunatamente, il balbettio. Sulla bocca di Sebastian suonava così bene. “Mi piace, ti si addice.”

Gli sorrise incerto, col volto arrossato e le mani già madide di sudore. “Grazie...?”

“Allora ciao, Blaine,” aggiunse con un sorriso che si era delineato con spontaneità. “È stato un piacere conoscerti e baciarti... Soprattutto baciarti.”

Non poté dire di aspettarselo, ma ammise segretamente di sperarlo. Sebastian gli posò un bacio veloce sulle labbra, un po' troppo veloce per i gusti di Blaine, giusto il tempo di sentire il suo respiro caldo e quel profumo pungente di dopobarba che aveva smesso di essere fastidioso ed era ormai diventato familiare.

Blaine non ebbe il tempo di ricambiare il bacio che Sebastian si allontanò, regalandogli un altro immotivato occhiolino, prima di chiudere la porta dietro di sé con un debole clic.

Lo raggiunse pochi istanti dopo, prendendolo per la manica della giacca, e lo baciò ancora, forte, con passione, imparando i contorni della sua bocca con la punta della lingua, mentre Andy il fattorino passava accanto a loro con un paio di pizze fumanti.




 


Mi sembra di riemergere dall'oltretomba, mamma mia. 

Ho scritto questa cosina ispirandomi a quel video virale che circola negli ultimi giorni. Non ve lo linko dato che si tratta di una pubblicità e io ci sono cascata con entrambe le scarpe e, una volta scoperto, ci sono rimasta malerrimo LOL

FYI, i miei bambini mi mancano ogni giorno e li shippo ancora con la forza di mille soli. #sapevatelo

Vi abbraccio tanto <3

  
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