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Autore: two_dollar_bill    18/03/2014    3 recensioni
Scott sapeva benissimo cosa sarebbe successo da quel momento in poi, aveva avuto molto tempo per impararlo. Vide quindi l'amico dimenarsi a terra, come una tartaruga impazzita riversa sul dorso, cercando di alzarsi per poi seguire Derek in cucina.
Scott sapeva, ed infatti le urla lo raggiunsero poco dopo facendogli storcere il muso in quello che doveva essere un sorriso ma sembrava più una smorfia di dolore, chiuse quindi gli occhi e la scena di cui sentiva solo i dialoghi si dipanò nella sua mente come un film.
[Sterek]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La costanza di un abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità. - Marcel Proust

 

Vi ricordate quella volta in cui con in mano il megafono della scuola Scott aveva provato ad ululare per richiamare l'attenzione dell'alpha sconosciuto? Bene. Avete quindi presente il suono ottenuto quando alla fine riuscì a produrre qualcosa che non ricordasse il guaito di un cagnolino moribondo? Ottimo. Adesso provate ad immaginare quello stesso ululato ma triplicato, aggiungeteci poi una ventata di fastidio, una spolverata d'ira funesta, un pizzico d'impazienza e unite tutto a Derek Hale, ci siete?! Perfetto. Fu questo il dolce risveglio riservato a Scott e Stiles in quella qualunque normale e tranquilla mattina di giugno.

I due ragazzi spalancarono gli occhi all'unisono, con il cuore a mille, "Ci stanno attaccando!" gridò Stiles che per l'impeto, dimenandosi furiosamente, cadde dal divano, su cui stava dormendo, finendo rovinosamente sulla schiena di Scott, che si era sollevato di colpò dal suo letto di fortuna: un materasso buttato a terra. Ci fu un sonoro crack a cui seguì una colorita imprecazione del beta mentre Derek li osservava con le solite braccia al petto e uno sguardo contrariato stampato in viso "Che succede?!" quasi urlò Scott "STILES spostati mi hai rotto una costola!"
L'umano scivolò di lato rotolando fino ai piedi di Derek che adesso ghignava diverito, si guardò intorno con gli occhi ancora spalancati e le palpitazioni, ci volle un attimo per capire che non c'era nessuna emergenza nucleare "Sei impazzito?!" sbraitò contro l'alpha agitando un pugno nella sua direzione. "Potevamo morire d'infarto. Sono troppo giovane per morire. Che t'è saltato in mente, eh? Sei ospitale come...come...come... ah maledetto sourwolf. Buon giorno anche a te!"
"Ahi... ahi... ma che?" Scott si lamentava poco più in là "Sei stato tu? Perchè hai fatto una cosa del genere?"
"Perchè volevo liberarmi degli abusivisi che vivono in casa mia!" sbraitò l'alpha con ovvietà
"Credo di avere qualcosa di rotto..." continuò il beta ignorandolo e tornando a stendersi.
"Sei proprio impossibile!" cominciò Stiles afferrando i pantaloni di Derek per alzarsi da terra, lui ritrasse la gamba di colpo facendolo cadere nuovamente, lasciandolo lì incredulo a guardarlo "Alzatevi e rimettete tutto a posto!" ordinò il padrone di casa spostando lo sguardo schifato su tutto quello che i ragazzi avevano sparso per casa "E poi...sparite!" disse perentorio procedendo verso la cucina.

Scott sapeva benissimo cosa sarebbe successo da quel momento in poi, aveva avuto molto tempo per impararlo. Vide quindi l'amico dimenarsi a terra, come una tartaruga impazzita riversa sul dorso, cercando di alzarsi per poi seguire Derek in cucina.
Scott sapeva, ed infatti le urla lo raggiunsero poco dopo facendogli storcere il muso in quello che doveva essere un sorriso ma sembrava più una smorfia di dolore, chiuse quindi gli occhi e la scena di cui sentiva solo i dialoghi si dipanò nella sua mente come un film.

Stiles avrebbe raggiunto Derek, iniziando a sbraitare, riversandogli contro il solito fiume di parole che sottolineavano coloritamente come e perchè lui non fosse ospitale, simpatico, sopportabile e tante altre care cose, ma quanto invece fosse psicologicamente instabile e immaturo. Sì immaturo era una parola che Stiles adorava, ben sapendo che paragonare il lupo ad un ragazzino capriccioso lo faceva infuriare terribilmente.
Nel frattempo Derek l'avrebbe ignorato, o ci avrebbe provato, rispondendo con qualche ringhiò o un'espressione monosillabica. E nel mentre il più piccolo si sfogava, lui avrebbe preso tre tazze. Avrebbe riempito due con caffè caldo appena fatto, una per lui e una per Stiles, che senza neanche prendere fiato o fermarsi un secondo l'avrebbe afferrata inconsciamente, mentre lui gliela porgeva e continuava a muoversi per la cucina con il ragazzo sempre alle calcagna. Poi avrebbe preso del latte dal frigo e avrebbe versato il suo liquido candido nella terza tazza, perchè Scott non beveva caffè e Derek lo sapeva.

Il beta tese le orecchie, concentrarsi con lo sproloquio di Stiles in sottofondo era complicato ma senti distintamente il rumore tipico di una, due e...tre tazze sul marmo freddo. Sorrise e continuò ad ascoltare.

"Sai benissimo che questo atteggiamento non ti porta da nessuna parte. Quante volte abbiamo fatto questo discorso. Mi stai ascoltando?"
"No."
"E se non mi stessi ascoltando come potresti rispondermi?"
"Bho"
"Vedi alla fine ho ragione mi stai ascoltando. E questo caffè è buonissimo"
"Lo so"
"AHA! Mi stai ascoltando!"
"No!"

Avrebbero continuato così ancora per qualche minuto, poi Stiles avrebbe avuto una delle sue idee sgradite al lupo.

"Questo frigorifero è vuoto. C'è l'eco. Adesso andiamo a fare la spesa e preparo una delle mie specialità. Se ti comporti bene, sourwolf, potrei anche decidere di deliziarti la giornata con una delle mie magnifiche torte."
Perchè Stiles andava sempre random.
La paura dell'alpha era ormai un vago ricordo e benchè quello provasse ancora a far valere le sue opinioni, quelle finivano sempre per perdersi nell'aria inascoltate.
"Tu e il tuo amico, pulite tutto e andate a casa vostra!"
Derek ci provava ancora, ci provava tutte le volte ad opporsi a quel ragazzino ma era inutile, ognuno di loro portava avanti il proprio monologo e alla fine Stiles vinceva, vinceva sempre.
"Oppure potremmo uscire dopo pranzo e mangiare un gelato o provare quel nuovo posto che hanno aperto da poco. Dicono che faccia dei pancake micidiali. E la cheesecake! Ah, potrei mangiarne un quintale. A te piace la cheesecake? Scommetto che tu non le mangi quelle cose, altrimenti come faresti a mantenere quel fisico. Sei zucchero fobico, vero? L'hai mai mangiata una cheesecake?"
"Devo ficcarti una mela in bocca perchè tu stia zitto?"
"Non potresti neanche volendo. Te l'ho detto, c'è l'eco nel tuo frigo!"

A quel punto Derek avrebbe continuato a rifiutare tutte le sue richieste, avrebbe provato a minacciarlo, spaventarlo con le zanne scoperte, magari l'avrebbe anche sbattacchiato qui e là per tutta la casa mentre lui ancora imperterrito spiegava dettagliatamente come avrebbero impiegato la loro giornata. Derek lo faceva, perchè quello era il suo ruolo, anche se era del tutto consapevole dell'inutilità delle sue azioni, solo uno spreco di energia, o almeno questo era quello che Scott pensava ogni volta che l'ormai conclamata routine si palesava ai suoi occhi giorno dopo giorno. Quindi, Stiles si sarebbe dato una sistemata veloce, giusto ai capelli, ancora scombussolati dal cuscino e poi avrebbe detto la magica parola.

"Beh?"
Tre lettere. Solo tre lettere e la partita era indiscutibilmente chiusa.

Il suo piede avrebbe picchiettato nervoso sulla superficie lucida del pavimento - Scott lo sentiva distintamente in quel preciso istante, ancora riverso sul materasso morbido -  mentre rivolgeva quel sorriso all'alpha, ancora appoggiato a braccia conserte su un qualsiasi punto utile; quello sguardo, Scott credeva, avesse in sè qualcosa di diabolico e malvagio, non l'aveva mai detto a nessuno ma a volte aveva perfino più paura di Stiles che di Derek.

"NO." borbottava ancora il sourwolf al ragazzino che si limitava a guardarlo e dire "Avanti, o facciamo tardi!" girando i tacchi e procedendo a grandi falcate verso la porta. "Non se ne parla. Non acconsento. Non ti asseconderò. Non esiste" Derek avrebbe continuato con questa cantilena mentre prendeva il giubbotto di pelle, trovava le chiavi, lo seguiva fuori, saliva in macchina e metteva in moto.

E anche quel giorno, come aveva immaginato, le cose era andate così.
"Scott che cosa fai, non vieni? Sbrigati!" la voce di Stiles lo riportò alla realtà. Si alzò dolorante, trascinandosi fuori e spalmandosi poi sul sedile posteriore. "McCall, se devi morire fallo fuori dalla mia macchina." precisò Derek, guardandolo dallo specchietto retrovisore, mentre ancora lui si lametava della brutta botta che aveva preso, e partendo a tutta velocità

Ed eccoli finalmente al centro commerciale, non era la prima volta e non sarebbe di sicuro stata l'ultima. Scott guardò un attimo il suo amico, aveva già quel luccichio negli occhi, quello che non faceva presagire niente di buono e che in un posto dotato di così tanti negozi e scaffali voleva significare che metà di quanto stava esposto
sarebbe tornato a casa con loro. "Voi andate avanti, io vi raggiungo..." biascicò il beta tenendosi ancora un fianco mentre procedeva strascicando i piedi.
"Fai sul serio Scott? Sei un licantropo! Anche se t'avessi effettivamente fatto male, cosa che trovo impossibile dato il mio fievole peso... dovresti già essere guarito a quest'ora!"
"Fievole peso?" buttò lì l'amico con un cipiglio contrariato
"Probabilmente più che la botta, è il tuo continuo ciarlare che lo stende." commentò Derek guardandosi intorno
"Cos'era una battuta? Fai anche le battute adesso, sourwolf?" lo rimproverò l'umano mentre avanzavano, continuando a battibeccare incuranti del beta addolorato che li seguiva come un fantasma.
"Ti preferivo quando stavi zitto!"
"Ti preferirei senza testa!"
"Ah mi stai minacciando?! Stai minacciando il figlio dello sceriffo davanti ad un centinaio di testimoni oculari!"
"Sta zitto, Stiles!"

Pur non essendo lì vicino, Scott con i suoi sensi super sviluppati poteva sentire qualunque cosa si dicessero, si spalmò una mano in viso e alitò disperato "Sembrano una coppia sposata..."
"T'ho sentito McCall!!" gli ringhiò contro l'alpha molti scaffali più avanti.
"Sentito cosa? Che cosa, eh? Che hai sentito? Cosa ha detto? Smettetela di estraniarmi con le vostre super prodezze da lupi!"
"Sta zitto, Stiles!"

A quel punto la decisione migliore per Scott era una ed una sola: trovare una panchina comoda e aspettare che finissero il loro giretto. Anche lì sapeva benissimo cosa sarebbe successo e li seguiva con le orecchie tese perchè non l'avrebbe mai ammesso, anzi avrebbe candidamente affermato il contrario, ma quei due lo divertivano un mondo.

Derek avrebbe spinto il carrello, quando nessuno dei suoi beta era nei paraggi lo faceva anche con nonchalance, perchè Stiles era rinomatamente imbranato e finiva con il tamponare gente a caso, ribalzare interi scaffali, ma sopratutto inciampare e farsi decisamente male; il che implicava doverlo soccorrere: una seccatura di cui l'alpha faceva volentieri a meno, o almeno fingeva, in modo pessimo, di trovarlo tremendamente estenuante. Così lui guidava il carrello mentre l'umano con la stessa enfasi di un maestro d'orchestra indicava cosa prendere, sopratutto dai ripiani più alti o prendeva lui stesso roba a caso che poi lanciava a Derek che l'afferreva con noncuranza tra gli sguardi attoniti della gente.

Molto spesso, anzi troppo spesso, finivano con il litigare
"Cereali al cioccolato. Prendili."
"No. Cereali senza cioccolato. Io non
mangio quella roba"
"Col cioccolato!"
E mentre ostinato lo contraddiceva, Derek prendeva i cereali al cioccolato, i preferiti di Stiles e li metteva nel carrello. Ne prendeva due pacchi, per le emergenze.
"La panna montata. Quella lì, con la scritta rossa." ordinò il r
agazzo spostandosi pochi metri più avanti per scegliere tutti i tipi di pasta che riteneva necessari avere in dispensa.
"No, non prenderemo quella schifezza piena di conservanti."
"La panna montata!" ripeteva lui, come se gli avesse semplicemente detto cosa prego? Non ho sentito.
"Toglitelo dalla testa!" ma la panna era già adagiata tra i cereali, le patatine alla paprika, che facevano gloriosamente starnutire tutti i licantropi nel giro di un chilometro ogni qualvolta Stiles le divorava famelico, e varie bottiglie di coca cola ed energy drink.

Scott
li ascoltava divertito, seguendoli con discrezione dal posto che aveva trovato per accolarsi in attesa che le loro spese finissero. Sapeva benissimo che se fosse stato lì non avrebbe fatto molta differenza, quei due si estraniavano, avanzavano come in una bolla in cui esistevano solo loro, mentre il resto del mondo scompariva temporaneamente. Ed era inutile provare ad interagire con uno dei due perchè viaggiavano su altre frequenze, quando stavano insieme e davano vita al loro piccolo show che ormai era realtà quotidiana.

"Mh...hamburger di pollo o tacchino?" esordì Stiles
"Tacchino." borbottò il moro che lo seguiva fedele
"Sì, ovviamente pollo." convenne Stiles annuendo.
"Lasagne o cannelloni..." meditò poi tra sè e sè
"Cannelloni" provò ancora Derek
"Sono un maestro nell'arte delle lasagne!"

"Uova, burro, farina... il pane!"
"Check!"
"Spinaci, patate dolci, un pò di frutta"
"Check!"
"Pomodori, insalata... marshmallows?!"
"...marshmallows, check!"

"No, non ci provare nemmeno!" esclamò Stiles senza neanche guardare il licantropo alle sue spalle che se ne stava beato ad ammirare lo scaffale dei vini. Ci provava tutte le volte a prenderne uno, non era una grande estimatore ma un bicchiere ogni tanto non gli dispiaceva, invece tutte le volte quel ragazzino malefico lo precedeva prima ancora che potesse allungare la mano sul collo di una bottiglia. Rassegnato sbuffava e si abbassava ad afferrare qualche lattina di birra, così, perchè non si sa mai. E perchè dopotutto, Stiles, dopo una birra diventava l'essere più esilarante del mondo, e anche tremendamente affettuoso, ma questo lo sapeva solo Derek - e tutto il resto della comitiva che si eclissava inspiegabilmente sempre al momento giusto.

Quando il carrello era così pieno da strabordare, i due si ritennero abbastanza soddisfatti da poter interrompere le loro spese pazze, almeno sul fronte culinario. A quel punto era molto probabile che casualmente si trovassero davanti ad una vetrina invitante, magari di un negozio sportivo, quello con le magliette più aderenti e striminzite che il beta avesse mai visto, come Derek riuscisse ad infilarcisi o a respirare era ancora un mistero per lui.
"Questa l'abbiamo in bianco, grigio, blu e nero."
"Bianco." sentì dire a Derek, ma Scott sorrise istintivamente "...nero, volevo dire nero." lo sentì correggersi.
E c'era solo un motivo per cui l'alpha sceglieva gran parte delle sue magliette prediligendo il nero, ed il motivo aveva sessantasei chili di ossa fragili e pelle pallida. Stiles non amava particolarmente i colori scuri ma una volta si era lasciato sfuggire quanto quelle magliette indossate da Derek sembrassero tutto fuorchè tristi e lo rendessero terribilmente sexy, il resto era venuto da sè.


Scott si guardò in giro, coppiette frivole, qualche compagnio di scuola, i dipendenti del mall e famiglie allegre gli passeggiavano davanti, una bambina da dentro il passeggino, lo salutò con la sua mano baffutella rubandogli un sorriso. Prese il telefono dalla tasta e si mise a giocare mentre pigramente scriveva qualche messaggio, ad un lupo a caso, immaginandolo ancora assopito sotto una marea di coperte calde. Era assurdo che riuscisse ancora in piena estate a pretendere un piumone e corpose coperte di lana, mentre il climatizzatore rasentava la temperatura siberiana.
Guardò l'ora e fu consapevole che la sua attesa non sarebbe finita presto "Perchè non ci raggiungi a pranzo da Derek?" compose velocemente sulla tastiera e inviò l'sms, poco convinto che il destinatario l'avrebbe effettivamente letto in tempi brevi.

La tappa successiva della strana coppia sarebbe stata un negozio di libri. Stiles si sarebbe fiondato nel reparto fumetti cercando di capacitarsi come questo o quel numero di manga improbabili non fossero già nella sua incalcolabile collezione e magicamente mentre già guardava distratto qualcos'altro, un fascio di volumi nuovi di zecca sarebbe stato pronto e deliziosamente incartato per tornare a casa con loro.
Derek, invece, si soffermava sulla letteratura classica, cercando qualcosa che non aveva ancora letto, una missione particolarmente complicata, poi si faceva consigliare dal commesso che riteneva più competente, anche questo particolamente difficile da individuare, data la scarsa considerazione che aveva del genere umano. Alla fine se ne tornava sempre a casa con un mattone scritto da qualche autore straniero con particolari turbe psichiche, un'infazia difficile e ovviamente gravi problemi di dipendenza da alcool e droghe varie.

Il giovane McCall conosceva fin troppo bene Stiles, quello che era sempre stato il fratello che non aveva mai avuto, conosceva Derek, l'alpha scorbutico che aveva iniziato col tempo ad apprezzare e aveva imparato a conoscere quello che erano Derek e Stiles insieme, una combo nuova e devastante che aveva mescolato un pò le carte e stravolto il gioco. E Scott era felice della piega che aveva preso la sua vita e la vita del suo migliore amico, era contento di quei due e di stargli intorno, perchè averli vicino lo rilassava e lo faceva sentire sereno, seppure avesse davanti agli occhi un'estenuante tira e molla, una lotta per il dominio che non finiva mai. Sì, Scott adorava quei due esseri così diversi che erano parte della sua nuova, grande e strampalata famiglia. O almeno questo era quello che pensava fino a quel preciso istante...

L'occhio gli cadde sull'orologio luminoso appeso poco distante da lui, erano passate ormai più di tre ore da quando avevano messo piede in quel posto infernale e dei suoi amici neanche l'ombra. Conosceva le loro abitudini è quello era troppo perfino per quei due psicopatici. Provò quindi a cercarli tra il vociare confuso di tutta la gente che si riversava a flotte in questo o quel negozio, concentrandosi su l'uno o sull'altro, provò ad individuare un battito cardiaco conosciuto ma niente, nessuna traccia. Si alzò, constatando felice che ormai era completamente guarito ed in forze e s'incamminò verso l'uscita, aspettarli alla macchina era l'idea migliore. Si guardò intorno, fermo nel punto in cui avevano parcheggiato, sicuro che per quanto fosse stato assonnato e distratto, era indiscutibile che la camaro fosse stata posteggiata proprio lì, percepì perfino i loro odori ancora aleggiare nell'aria e passandosi una mano sul viso sospirò affranto.
Cercò velocemente un numero in rubrica e fece partire la chiamata "Ehi Scott!" la voce allegra dell'amico lo raggiunse al secondo squillo "Abbiamo preso di tutto! Preparerò un pranzetto da leccarvi i baffi, anche il dolce. Ho anche dei nuovi fumetti" lo sentì esclamare felice "Stiles..." fece il beta per richiamare la sua attenzione "...tu lo sapevi che la marvel aveva pubblicato uno spin off degli Avengers?!"
"Stiles" ripetè con un tono di voce più alto.
"E' assurdo che non l'avessi letto da nessuna parte. Eppure mi tengo sempre aggiornato su queste cose..."
"Stiles ascolta..."
"Spero proprio di non essermi dimenticato niente, questo Soutwolf mi mette sempre troppa fretta!"
E Scott sapeva bene che Derek gli aveva appena rivolto un cipiglio contrariato, stringendo più forte le dita di lui allacciate alle sue sulla leva del cambio, poteva proprio immaginare chiaramente la scena, confermata dal suono stridulo prodotto dall'umano per il lieve dolore. 
"Stiles!" lo richiamò quasi urlando
"Che c'è?!"
"Sono sicuro che ti sei dimenticato qualcosa..."
"Davvero? Oddio, che cosa?"
"ME, STILES!"
E Stiles sarebbe arrossitò di colpo, le sue orecchie sarebbero diventate color peperone mentre l'alpha spalancava leggermente gli occhi, buttando istintivamente uno sguardo allo specchietto retrovisore.
"Oh merda. Torniamo subito a prenderti!" L'avevano dimenticato. L'avevano dimenticato, di nuovo. "Ehi bellezza, ti serve un passaggio?" Scott si girò, trovando un largo e caldo sorriso a salutarlo "No Stiles, ho risolto" borbottò nel telefono interrompendo la comunicazione.
Poi si sarebbero guardati negli occhi per un attimo, distogliendo subito dopo lo sguardo mentre Derek tratteneva un sorrisetto divertito e Stiles si perdeva a guardare il panorama fuori dal finestrino "Tutta colpa tua, Sourwolf" avrebbe esclamato, stringendo ancora la mano del suo lupo preferito

"Pensavo fossi ancora a poltrire sotto le coperte."
"Che grande considerazione che hai di me, McCall! Non mi hai forse invitato a pranzo? Non potevo certo rifiutare."
Scott sorrise a sua volta, mentre saliva rapido in macchina "L'hanno fatto di nuovo?" chiese l'altro lupo, guardandolo con un mezzo ghigno.
Il beta fece spallucce "Ormai, ci sono abituato. Dovrei forse prendermela?"
"Affatto. Anzi, meglio così..."
Scott lo guardò interrogativo "Così posso venire a salvarti, ancora e ancora e ancora..."

Scott sapeva sempre tutto, conosceva a memoria una routine a cui si era rassegnato e che aveva imparato ad amare, anche con le sue piccole pecce, quello che Scott però non considerava era che anche Stiles sapeva qualcosa, così mentre il ragazzino sfrecciava verso casa a bordo di una camaro nera, all'apparenza perso nei suoi pensieri, un piccolo sorriso si allargò sul suo volto perchè ogni cosa lui l'aveva prevista e poi vista capitare.

Una macchina fin troppo conosciuta si sarebbe accostata al beta, fermo nel parcheggio, irritato dal consueto ma involontario abbandono, un volto familiare gli avrebbe sorriso e lui avrebbe sorriso di rimando. Poi rapido sarebbe salito accoccolandosi sul morbido sedile e mentre partivano a gran velocità una mano impudente avrebbe vagato esperta sotto la sua maglietta. Non l'avrebbe visto se non qualche ora dopo, mentre entrambi superata la porta di casa con occhi da cucciolo e smozzicando scuse prive di fondamento avrebbero reclamato un pasto regale, ma Stiles era felice e soddisfatto, perchè quando sarebbero arrivati, tutto sarebbe stato pronto. Tutto perfetto, come sempre.











 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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L'assurdità del fatto che la frase di Proust, trovata per caso mentre scrivevo un'altra storia poco prima di concentrarmi su questa, si abbinasse così perfettamente all'idea che avevo mi ha invogliato a finirla e pubblicarla pur rotolando nell'incertezza. Non sono una gran fan dello Scisaac, però è capitato, anche se è solo un contorno alla Sterek, s'è praticamente scritto da solo e poi è sempre bello avere un pò di Isaac qua e là. Beh s'è fatta na certa... tanto Sterek a tutti voi e GRAZIE a chi ha letto e dedicato un pò del suo tempo alle mie follie notturne.
Alla prossima

A. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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