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Autore: silgio    18/03/2014    0 recensioni
Forse è per questo che mi piace tanto. Lo spagnolo, intendo. Sebastian non potrebbe piacermi mai, insomma non può piacermi il mio vicino di casa – migliore amico, è troppo banale e a me le banalità non piacciono.
E poi lui non potrebbe mai piacermi. D'altronde, un ragazzo alto, enorme, con gli occhi verdi, i capelli ricci sempre troppo lunghi e il sorrisone birichino, a chi potrebbe mai piacere? A me proprio no, a nessuno.
Ma chi voglio prendere in giro. A me Sebastian piace, e anche tanto. Maledizione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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THE EXCEPTION

Sono le 07.35 e come tutte le mattine, esco di casa per prendere la metro delle 07.43. Come tutte le mattine, trovo all’angolo Sebastian ad aspettarmi, la faccia ancora assonnata e i quaderni di tedesco in mano.
«Il tedesco un giorno mi farà impazzire, già lo so. È troppo difficile per me, e poi è così duro e inflessibile, non fa proprio per me.»
Come tutte le mattine, ascolto le sue lamentele con un sorriso, abituata fin troppo ai suoi continui brontolamenti.
A me invece il tedesco piace, piace tanto. Mi piace che sia così duro e inflessibile, che le regole da applicare valgano sempre, tranne qualche rara eccezione. A me il tedesco piace perché non ti sorprende, perché nonostante all’inizio sembri una lingua aliena, poi tutto diventa più chiaro e ne rimani affascinato, a me il tedesco  piace perché non tutti ce la fanno a studiarlo, a me piace ciò che la gente reputa difficile.
Io per prima sono come il tedesco. Se io ho una regola, un principio, allora lo seguirò fino alla fine, in tutti i casi. Non mi piace cambiare e se da fuori posso sembrare una ragazza complicata, alla fine non sono così difficile, ma bisogna prendermi bene se no la vita con me diventa un inferno.
Sebastian invece è come lo spagnolo, lui è musica, lui cambia, lui è passione. Lui sa fare benissimo la esse spagnola, lunga e piena, come lui, che riesce a stravolgerti e sorprenderti sempre.
Lui è il contrario di me, se all’inizio sempre essere facile, alla fine si dimostra più complicato di ciò che sono io in realtà. Ormai sono quattro anni che lo conosco, ma ogni giorno scopro qualcosa di lui di nuovo che mi fa rimanere stupita e pian piano devo ricomporre i pezzi, stando attenta alle eccezioni, finché una nuova regola non farà crollare tutto di nuovo.
Forse è per questo che mi piace tanto. Lo spagnolo, intendo. Sebstian non potrebbe piacermi mai, insomma non può piacermi il mio vicino di casa – migliore amico, è troppo banale e a me le banalità non piacciono.
E poi lui non potrebbe mai piacermi. D’altronde, un ragazzo alto, enorme, con gli occhi verdi, i capelli ricci sempre troppo lunghi e il sorrisone birichino, a chi potrebbe mai piacere? A me proprio no, a nessuno.
Ma chi voglio prendere in giro. A me Sebastian piace, e anche tanto. Maledizione.
Lui si accorge che sono arrossita, lui si accorge sempre di tutto, e senza dire una parola mi abbraccia. Stringo gli occhi un secondo e mi immergo nel suo profumo, alla vaniglia, e come al solito scoppio a ridere. Dai, un ragazzo di un metro e ottantasette, che gioca a rugby, che si lava con il bagnoschiuma alla vaniglia? Solo io mi potevo innamorare di lui.
Cioè io e mezza scuola. Non è che sia un ragazzo così popolare, frequenta le stesse persone che frequento io, e credetemi, io non sono proprio nessuno, ma un ragazzo così non passa mai inosservato, anche perché da 15 centimetri a tutti gli altri. A me ne da 30, 28 se vogliamo essere precisi. Quando giro con lui mi sembra di essere Sofia e il GGG, il mio libro preferito di Roald Dahl. E lui è proprio come il GGG, un Grande Gigante Gentile.
«Claire! Sabato c’è la festa di Michael, vieni come me?»
Nonostante possa sembrare un appuntamento galante non lo è affatto, io e Sebastian andiamo a tutte le feste insieme, da quando a 14 anni ci siamo conosciuti alla prima festa, il compleanno di Isabel e abbiamo fatto amicizia, decidendo così di andare a tutte le feste assieme, a prescindere da fidanzati, o meglio sue fidanzate, gelosi. È la nostra piccola tradizione.
« Certo, però adesso corriamo a scuola prima che Frau Hoggenzoller ti odi più di quanto già non faccia.»
«Odio il tedesco.»
Mi fermo di botto, scocciata. Lui odia il tedesco, e io sono come il tedesco. Ergo, odia anche me e se non è ora, lo sarà molto presto. E quindi non saremo più amici e io sarò sola e vivrò sola e morirò sola, circondata da mille gatti. Certo non posso biasimarlo, il tedesco è duro, aspro, mentre lo spagnolo è così bello e musicale, sensuale.
E Jessica Anderson è bella e sensuale. E io so che Jessica Anderson ha una cotta per Sebastian. Entrambi sono spagnolo, è ovvio che si metteranno insieme e vivranno insieme, mentre io, tedesco, sarò sola. Se non contiamo i gatti.
«Claire, mi dice che c’è? Insomma ora abbiamo tedesco, sai che io sono più che felice di saltarlo, ma non è da te. Tutto bene? Sei così pallida, è successo qualcosa?»
«A te non piace per niente il tedesco?»
«Sul serio? Mi fai fare un infarto per il tedesco?» Mi osserva con lo sguardo corrucciato e la testa leggermente piegata di lato. Gli occhi sono accesi come sempre e per un secondo mi ci perdo.
«Ecco, vedi, per te io sono solo una perdita di tempo, come il tedesco, tu mi odi!»
«Si può sapere che stai blaterando?»
«Blaterando? Adesso blatero io? Oh certo, ma Jessica Anderson non blatera mai vero? Ovvio, lei dice sempre cose intelligenti. Lei è così bella e simpatica, e divertente e facile da capire e da starci insieme. Lei ti sorprende sempre, non è come me, che sono così rigida. Beh sai che ti dico? Va pure da lei, divertiti ma poi non venire da me quando la situazione si farà difficile, perché per me difficile lo è sempre, è difficile stare con te e far finta di niente, è difficile rompere gli schemi e fare un’eccezione, ma forse tu lo sei già la mia eccezione, ma non me ne accorgo. O tu non te ne accorgi, che tu fai sballare le mie regole, che rompi i miei schemi e che mi stravolgi sempre.»
Faccio appena in tempo a riprendere fiato, e pensare a qualche altra frase intelligente da dirgli, tanto ormai invece che rigida mi crederà pazza, che lui si piega su di me e mi bacia, lentamente ma con passione.
«Non ho idea di cosa tu abbia appena detto, o il perché, ma devi capire che a me piaci tu, da quella prima festa. Mi piaci perché non sei così difficile come sembri e perché se sempre fedele a te stessa. E quelle poche eccezioni che hai, anche quelle sono incredibile.
Non c’è Jessica Anderson che regga il confronto. Tu sei la mia Sofia e io il tuo GGG, e sarà sempre così, lo sai.»
Forse essere tedesco non è così male, forse io e lo spagnolo ci completiamo, forse è giusto così. Per una volta mi ritrovo felice ad essere me stessa e sorrido, pensando che se sono questi i risultati, allora dovrei blaterare più spesso.
  
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