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Autore: Le streghe di Salem    18/03/2014    0 recensioni
Ed ama i supereroi, in particolare superman. A volte gli piace pensarsi come lui.
Ed è gay, e crede nella BatmanXSuperman.
Ed è innamorato di Andy, ma sa che quel ragazzo è irraggiungibile.
A tutti, Ed sembra superman, e Andy batman.
N.B: la storia si basa su una coppia SLASH! Quindi, se non vi piacciono le storie d'amore tra ragazzi dello stesso sesso, non avete nulla da fare qua :3 pace, amore e addio fratelli e sorelle v.v
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Superheroes

 

Edward Smith, detto Ed, adorava i fumetti. In particolare Superman.

Quel semplice giornalista, neanche troppo bello (secondo lui) che in realtà era tutt’altro. A volte gli piaceva pensarsi come lui: un ragazzo apparentemente timido e impacciato che in realtà era un ragazzo spigliato. Che riusciva a parlare con il ragazzo che gli piaceva.

Sì, perché a Ed piaceva un ragazzo, uno del suo stesso sesso, un uomo, chiamatelo come volete. Il ragazzo in questione si chiamava Andy, faceva parte del gruppo dei dark della scuola, ed era davvero bello: aveva i capelli neri, e li portava rasati a sinistra e lunghi fino a metà collo a destra. Aveva due occhi spettacolari, di un azzurro uguale a quello del cielo, e li sottolineava con trucco nero piuttosto pesante.

Si vestiva quasi solo con Ripped Skinny Jeans, che mettevano bene in mostra le sue gambe magre, ma toniche, e anche più in su.

Ogni volta che Ed pensava al suo corpo, sottolineato da vestiti molto, forse troppo, aderenti, si infiammava. Nel senso che diventava rosso come un pomodoro, non nel senso che… sì, anche in quel senso.

E poi, vedeva come Andy si comportava con gli altri. Lui sì che era spigliato, aveva carattere. Quando arrivava lui, se ne accorgevano tutti anche se stava zitto. Non era molto popolare tra le ragazze, apparentemente, per il gruppo che frequentava, ma Ed sapeva che, se Andy avesse voluto, avrebbe potuto farsene una diversa a sera.

Forse lo faceva, chissà.

 

Quello era un giorno come un altro, in tutto e per tutto. Ed era andato a scuola in bicicletta, era andato a lezione di teatro e si apprestava, dopo un’ora, ad andare alla noiosissima lezione di matematica.

Ma, mentre si dirigeva verso il suo armadietto, la giornata cessò di essere normale.

Ed, che non stava prestando molta attenzione a dove metteva i piedi, andò a sbattere forte contro qualcuno. Quando alzò il viso, il fiato gli si mozzò nei polmoni. I suoi occhi castani erano finiti in quelli azzurro cielo di una persona che conosceva bene.
Beh, non che lo conoscesse di persona ma…

«S-scusami!» Balbetto, ritraendosi. Andy lo fissò, un po’ stupito, poi fece uno di quei sorrisi capaci di rischiarare la giornata di Ed, anche se, di solito, lui li vedeva da lontano. E ora, ora che il sorriso era tutto per lui, il ragazzo era pronto a mettersi a saltellare, ridendo come un ebete.

«Fa nulla, figurati! Non mi sono fatto niente. tu, piuttosto? tutto ok?» Chiese Andy, con quella sua voce roca, maschile, sensuale.

Ed si affrettò a scuotere la testa, chinando il capo. Dio, quanto era alto: uno e novanta di pura bellezza. Lui, Ed, invece, era solo un misero uno e sessantotto.

«Beh, già che siamo qua, che ne dici se ti accompagno fino alla tua prossima classe?»

Ed non poteva crederci. Non riusciva a capacitarsi che quelle parole fossero uscite dalle labbra perfette di Andy. Deglutì, nervoso.

“Di qualcosa di intelligente! Di qualcosa di intelligente!”

«Dobbiamo andare entrambi a matematica, con la Kaloptreis.» Mormorò, alla fine. Certo, non c’era cosa più intelligente da dire, così sarebbe passato per uno stalker. Andy, invece di guardarlo male, però, sorrise.

«Wow, è vero! Scusa, non sono famoso per la mia attenzione, in classe...»

Ed avrebbe voluto dire che lo sapeva, perché passava le ore che avevano in comune a fissarlo sonnecchiare.

“Non azzardarti a dirlo.”

«Uhm, già. Sì, beh, devo solo prendere.. i libri, sai...» Andy, sempre con quel suo fantastico sorriso, annuì, e lo accompagnò fino al suo anonimo armadietto. Ed lo aveva riempito, all’interno, con ritagli di immagini dei suoi cantanti preferiti, come Ed Sheeran (si chiamava come lui!), i Bastille, Adele, e ovviamente con immagini di superman.

Ma c’era un’immagine, la sua preferita, che non si ricordò di avere attaccato finché non aprì l’armadietto e avvertì Andy fissare intensamente qualcosa.

Alzò lo sguardo e… sopresa, tra tutte svettava l’immagine di un disegno trovato su internet, dove superman, vestito con il suo costume, il mantello svolazzante, baciava batman.

Si affrettò a prendere il libro e il quaderno di matematica, poi chiuse di schianto l’armadietto, facendo sobbalzare l’altro.

Ed era arrossito fino alle punte dei capelli. Andy, invece, sorrideva.

«Andiamo?» Chiese, anche se lui non aveva ancora preso nulla. Ed annuì, così i due si incamminarono.

 

Dio, che giornata, pensò Ed, seduto da solo (come al solito) ad uno dei tavoli nel giardino della scuola.

Non era un asociale, era solo che gli altri tendevano a non accettarlo, per quanto lui provasse a fare amicizia con qualcuno.

Forse non aveva trovato ancora le persone giuste.

Mentre appoggiava la testa sulle braccia, ripensò alla piccolissima parte di tempo passato con Andy.

Non avevano fatto molto, erano semplicemente andati in classe. Poi, però, il moro si era seduto nel banco accanto a quello di Ed, e non nel suo solito posto in fondo all’aula.

Ed era stato in agitazione tutta l’ora, ma non era riuscito a spiccicare parola.

Si odiava per questo. Se fosse riuscito a farci amicizia per bene, e non solo un’oretta che Andy aveva passato con lui per farsi perdonare di essergli andato a sbattere contro (anche se poi era il contrario), magari avrebbe avuto una possibilità e… no. No, uno come Ed non aveva speranze con uno come Andy. Lui era l’imbranato della scuola, quello che se ne stava sempre solo.

La sua unica amica era sua sorella maggiore, e la cosa faceva già di per se abbastanza pena. Inferiori a lui, nella scala sociale della scuola, c’erano soltanto Pepper Johnson, che pesava centoventi chili, portava le trecce e vestiva in modo a dir poco orrendo, e Mark Sullivan, che era famoso per avere sempre il naso sporco e la cartella piena di rifiuti organici non bene identificati.

Non era esattamente una bella posizione, la sua. Non che non fosse un ragazzo carino. Molti dicevano che, al contrario, lo era. Il problema era il suo carattere.

Ma Ed non intendeva cambiarlo per qualcuno che non lo avrebbe accettato comunque.

Scrollando il capo, con i capelli castani che gli piombavano sul viso, alzò gli occhi e, in un riflesso incondizionato, essi di posarono sul tavolo dei dark. Su Andy.

Ma quella volta anche gli occhi azzurri dell’altro lo stavano fissando. Il moro gli sorrise.

Due volte in un giorno solo. Gli sarebbe preso un colpo.

 

Ed si vergognava ad ammetterlo, ma aveva passato tutta la domenica a poltrire a letto, pensando a quei due sorrisi dedicati solamente a lui.

Ora, però, aveva paura di doversi accontentare di nuovo solo dei sorrisi di riflesso, cioè di quelli dedicati ad altri, che lui si limitava a rubare con lo sguardo.

Chiuse il fumetto che stava leggendo prima di arrivare alla parte cruciale. Non poteva portarselo in classe (sarebbe stata una tentazione troppo grande), e, se fosse arrivato a quella parte, avrebbe dovuto aspettare ben tre ore di agonia per sapere come finiva.

Sospirando, mise via il fumetto, poi chiuse l’anta metallica dell’armadietto.

Quando si girò, si trovò davanti la persona che meno si aspettava e più desiderava.

Andy era a pochi centimetri da lui, gli occhi azzurrissimi puntati nei suoi, con un sorriso fantastico, tra il dolce e il malizioso, che metteva in mostra il suo adorabile pircing al labbro inferiore, che prometteva le peggio, o le meglio, cose.

Le sue labbra si avvicinarono all’orecchio di Ed e, in un sussurro roco, formarono le parole che il ragazzo non si sarebbe mai scordato in vita sua.

«Ehi, superman, posso essere il tuo batman?»



N.d.A Salve a tutti e grazie di essere alle note :3 (spero abbiate letto la storia, e non siate saltati subito qua xD nel caso, mi spiace deludervi, ma 'ste note non sono nulla di speciale v.v)
Volevo solo fare una comparsa e avvertire che questa storia è nata come oneshot. Si ispira ad un mio sogno, misto ad un mio desiderio, e originariamente doveva finire qui, quindi, teoricamente, senza una vera e propria fine.
Invece (sopreeesa!) ho deciso di continuarla, perché la Dea ispirazione ha deciso così.
nel senso, ho mille altre storie aperte, e lei per quale mi da ispirazione? Per quella che doveva essere chiusa -.-
Mah, chi la capisce è bravo xD
Detto ciò mi eclisso, che altrimenti vi spavento, e ci vediamo nel prossimo capitolo :3
-Fuscello

  
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