Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: danish    18/03/2014    13 recensioni
Ogni tanto si ha diritto ad un po' di tranquillità, anche su una nave come l'Arcadia.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Harlock, Miime, Yuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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pausa c Era suggestivo navigare attraverso lo spazio quando tutto era calmo e tranquillo.
Niente Mazoniane all'orizzonte - se mai fosse visibile un orizzonte - , nessun demone da esorcizzare, nessun incrociatore della Gaia Fleet a turbare la quiete.
Era proprio in quei rari istanti che le donne dell'Arcadia potevano lasciare il loro posto e le loro mansioni per rifugiarsi nella linda ed accogliente cucina della nave.
Lì,  la signora Masu, come una cara e tenera nonnina, aspettava le sue amate nipotine, Kei e Mimeh, per coccolarsele davanti ad una calda e fumante tazza di caffé accompagnata da una fetta di crostata.
Non appena l'anziana signora sentiva l'eco dei loro passi in corridoio, correva ad accendere il fuoco sotto alla vetusta caffettiera, un raro reperto preistorico che conservava come un tesoro, riposta in una scatola di legno pregiato decorato ad intarsio. Era di una sua lontana antenata ed era giunta a lei tramandata di madre in figlia per secoli e secoli. La puliva dopo l'uso ogni volta con estrema cura e la lucidava fino a farla brillare come uno specchio e, stranamente, quella caffettiera non era riservata al Capitano. Lui doveva accontentarsi, come il resto della ciurma, di una brodaglia dal colore indefinibile, ottenuta per infusione di semi,opportunamente macinati, che i pirati avevano razziato durante una delle loro innumerevoli incursioni. Avevano una scorta che sarebbe bastata per almeno cento anni e, siccome nello spazio non si buttava niente, non potevano di certo avere il coraggio di storcere il naso e pretendere qualcosa di diverso.

- Sai Mimeh, quando andiamo nella cucina della signora Masu, mi sento davvero al sicuro. Non sono più una fuorilegge ricercata e riesco finalmente a rilassarmi -

Kei lo diceva con totale sincerità. Combattere per difendere i suoi ideali, gli stessi del Capitano, dava un senso alla sua vita. Ma talvolta aveva la necessità di staccare la spina e di rifugiarsi in un angolino tranquillo. E quando per distendersi non erano sufficienti un bagno caldo o una doccia a gravità zero, le bastava pensare che prima o poi avrebbe potuto rintanarsi nel regno dell'anziana signora e godere della sua compagnia.

-Ti capisco, Kei. Quando ci ritroviamo con lei, sento di non essere più tanto sola. Il mio cuore si scalda.-

Pronunciando quelle parole il corpo dell'aliena mandava bagliori fluorescenti perché provava una forte emozione. Stare vicina ad Harlock era una bella esperienza, consigliarlo, allietarlo con la musica della sua arpa erano compiti che le riempivano le giornate, ma niente era uguale al calore che le dava la cucina di Masu-san.
Sembrerebbe difficile a credersi dato che la cuoca solitamente assumeva atteggiamenti burberi e scontrosi, minacciava tutti roteando sopra la testa il mattarello di legno, giocava al tiro al bersaglio lanciando le sue mannaie contro i malcapitati di turno e sbraitava spesso e volentieri con la sua voce gracchiante.
Eppure, sotto sotto, nascondeva un cuore tenero.

-Adoro quando ci ritroviamo noi tre, senza tutti quei maschi zoticoni tra i piedi.- diceva Kei, aprendo la porta della cucina e lasciando che il profumo della bevanda le invadesse le narici.
Se i piatti che la signora Masu cucinava non eccellevano in gusto e raffinatezza, al contrario il suo caffé era di una squisitezza indescrivibile. E proprio per evitare di avere visitatori inopportuni durante i loro ritrovi, la porta della cucina veniva letteralmente sprangata e l'intercom disattivato. Niente e nessuno doveva disturbarle. Nemmeno il Capitano.

- Signora Masu, le è arrivata la rivista nuova?" domandava Mimeh con curiosità.
- Non vedo l'ora di sfogliarla!- le faceva eco Kei.
L'anziana donna estraeva allora da sotto il grembiule un plico di carta arrotolata a cilindro e, con molta cura, lo svolgeva sul piano di lavoro in acciaio. Da quel momento le due ragazze trattenevano il fiato fino a quando, pochi secondi dopo, la rivista patinata era bella che stesa e pronta ad essere scartabellata.

-Prima io!- diceva l'una.
-No, io!- rispondeva l'altra.

Tutte le volte era una disputa per chi avesse guardato per prima il giornaletto. Ma la cara signora Masu faceva notare ben presto che, essendo lei una donna d'esperienza, doveva per forza avere la precedenza. E così, dopo aver versato il caffé in un'ampia tazza e dopo aver servito un'abbondante fetta di crostata alle fanciulle, si metteva a sfogliare la rivista, accompagnando il movimento degli occhi a mugugni strani e ad espressioni estasiate.

- E allora? Ci sono belle foto??- chiedeva con insistenza Kei tra un sorso e l'altro di caffé.
- Faccia presto, non resisto più dalla curiosità- ribadiva Mimeh ripulendosi le labbra dalle briciole di torta.

Masu-san per tutta risposta faceva loro cenno di stare zitte e di continuare il loro spuntino.
- Ohhhh! Guarda questo giovanotto!! Che muscoli! Che lineamenti!!- esclamava con entusiasmo, sistemandosi più volte gli occhiali sul naso ed aggrottando le sopraciglia.

-Com'è? Com'è? Voglio vederlo anch'io!- esclamava Kei impaziente.

-Avanti, signora Masu! Faccia presto!- le faceva eco Mimeh.

-Calma, Ragazze! E non gridate, volete che qualcuno vi senta?- sibilava la donna, brandendo con aria minacciosa una delle sue mannaie. -Se ci becca il Capitano ci concia per le feste!-

-Insomma, avremo diritto anche noi di rifarci un po' gli occhi...- si lagnava Kei, assumendo il broncio dei bambini quando fanno i capricci.

-Certo che ne abbiamo il diritto! Nessuno può vietarci di sognare!- ribadiva Mimeh, bevendo un altro sorso di caffè, corretto con abbondante alcool.

E così, la signopra Masu, le faceva avvicinare alla rivista e per i seguenti dieci minuti era tutto un frullare di esclamazioni e di urletti mezzi soffocati per non attirare troppo l'attenzione.

-Guarda Mimeh! Lo vedresti il capitano con indosso uno di questi costumi da bagno?- domandava Kei coprendosi il viso per nascondere il rossore che le imporporava le guance.

-Certo! E poi quel colore è meraviglioso, esalterebbe ancora di più il suo fisico atletico!- rispondeva l'aliena lampeggiando intermittente come un faro.

La signora Masu ridacchiava nascondendo il viso dietro al suo grembiule. "Certo che voi due state sempre a pensare a quel benedetto figliolo!"

-Non credo che a Yattaran starebbe bene....-rifletté Kei, suscitando grosse risate nelle altre due.

-Eh no. Per lui ci vorrebbe questo modello a righe verticali. Sfinano!- ribadiva Mimeh.
-Andate più avanti dove ci sono le creme di bellezza!- suggeriva la cuoca mentre si versava una tazza di caffé ancora bollente e tagliava una generosa fetta di crostata. -Ma sì, che m'importa! Mica sono a dieta io!- borbottava tra sé e sé affondando la dentiera nella pastafrolla.

All'esterno qualcuno stava ascoltando di soppiatto i loro discorsi. Era da tempo che i movimenti delle due donne gli avevano suscitato sospetti. Per cui, sicuro di non essere visto, si era deciso a seguirle. Era rimasto sorpreso nel vederle intrufolarsi dentro la cucina della signora Masu poiché lei ne era gelosa e non gradiva visite nel suo regno. Soprattutto fuori dagli orari dei pasti. Invece, da quel poco che era riuscito a sentire, le tre se la ridevano allegre. E siccome  voleva saperne di più, appoggiò l'orecchio alla porta trattenendo il respiro.

-Guarda qui! Questa crema promette di fare veri miracoli per le rughe!-
-E questa? Rassoda la pelle e la rende tonica come non mai!-
-Ma questa è fantastica: balsamo vellutante agli estratti di petali di rosa!-

La signora Masu sospirò. -Va bene ragazze, la pausa è finita. Tornate ai vostri posti o qualcuno potrebbe insospettirsi e venire a cercarvi.-

-Ancora un attimo, siamo appena arrivate al settore dell'abbigliamento. Signora Masu, venga e ci dica la sua opinione: secondo lei ad Harlock non starebbe bene un mantello come questo?- domandava l’aliena mostrando la pagina patinata che riproduceva una cappa con il bavero di pelliccia striata.

-Non saprei…forse è un po’ troppo frou-frou per un tipo come lui! Però devo dire che ha un bel taglio.- commentava la cuoca, sfregandosi il mento con l’aria di una che la sa lunga in fatto di abbigliamento.

-Beh, solo il fatto che abbia un orlo dritto e preciso lo rende migliore di quello del capitano!- sentenziava Mimeh con sicurezza.

-Hai ragione! Prima o poi finirà con l’inciampare con quel bordo frastagliato che si ritrova!- Scherzava Kei bevendo l’ultima goccia di caffè ed avvicinandosi alla porta per tornare sul ponte.

Masu-san sbloccava il chiavistello per permettere alle ragazze di riprendere il loro posto ma, proprio in quel preciso istante, si udì un tonfo sordo ed un grugnito soffocato.

-voi due state lì! Esco io a vedere che succede!-

L’anziana signora si affrettò ad uscire dalla cucina e a richiudere la porta alle sue spalle. Guardò a destra e a sinistra e fece appena in tempo ad intravedere una specie di cespuglio nero che rotolava nel corridoio e scompariva velocemente dietro l’angolo. Notò a terra un pezzo di stoffa nera foderata di rosso ed intuì tutto.

-Psst! Ehi, Capitano! Potete uscire da là dietro, tanto vi ho visto!- bisbigliava la cuoca per non farsi sentire dalle ragazze.

Harlock, mesto, uscì dal nascondiglio. Tentò di darsi un contegno chiedendo se fosse tutto a posto.

-Va tutto alla perfezione! Potete andare tranquillo- rispose la donna trattenendo un sorriso. Aveva notato che, attaccato ad una borchia dei suoi stivali, c’era un pezzo di stoffa uguale a quella che aveva trovato sul pavimento. -Bene.- disse Harlock girando su se stesso e facendo volteggiare il mantello con la solita virilità.

-Ah, Capitano!- lo richiamò Masu – Più tardi, se volete, passate pure da me. Fareste bene a farmi rammendare l’orlo del mantello o la prossima volta che tenterete di origliare ed inciamperete nel bordo sarete costretto a buttarlo! A proposito….vi vedrei bene con qualcosa di più moderno, magari con un bel bavero di pelliccia striata…-

Chissà se Harlock aveva fatto in tempo ad ascoltare tutto, si domandò Masu mentre l’uomo si allontanava a passo spedito reggendosi il fondo del mantello per evitare di inciampare di nuovo…



Storiella senza pretese che mi ronzava in testa da un po’. Chiedo umilmente scusa, forse ho toppato un po’ con i tempi dei verbi. Siate clementi ma sono un po’ fusa ultimamente….^-^
   
 
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