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Autore: RachelUrby    19/03/2014    1 recensioni
In questa fan fiction è descritta la vita di Kurt dall'infanzia sino ai giorni nostri,incontrerà dei personaggi importanti della sua vita e tra queste anche il suo futuro marito.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Finn Hudson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Rachel Berry, Sebastian Smythe
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Capitolo 1.
Era così strano vedere tre gemelli dormire nella stessa culla gli uni abbracciati agli altri,dopo la prima poppata eccoli li con i loro occhietti chiusi. Emily aveva assaporato quel primo silenzio osservandoli dormire senza fiatare ma solamente fotografandoli e toccandoli come per testare che fossero veri e non come in uno dei suoi assurdi sogni di quando era incinta.
Sorrideva mentre Kurt,Carson e Kent muovevano il nasino quando lei posava il polpastrello dell’indice su di esso,chissà se sarebbero mai andati d’accordo.
Lei e Burt si erano sposati l’anno precedente e quando rivedeva il suo video del matrimonio rimaneva sempre sorpresa dalla bellezza di suo marito.
Carson era il più grande,Kent è nato due minuti dopo e il primo a nascere era stato Kurt.
Emily si era preparata a comprare i completini abbinati per ognuno di loro perché già sapeva come voleva che loro crescessero,tre forti ragazzi con degli splendidi sorrisi,gli occhi dello stesso colore di Burt e con dei caratteri dolci e orgogliosi.
 
…5 anni dopo…
-Sono io quello più grande quindi tocca a me scegliere per primo! Io voglio la moto!-
-Carson scegli sempre tu! Anche io sono grande e poi non voglio stare in squadra con Kurt.-
Sempre così.
Da quando avevano imparato a parlare i miei fratelli più grandi litigavano per me e per i giochi,forse non lo sapete ma credo di essere quello con più possibilità nel crescere sano di mente. Odiavo stare nella stessa stanza con loro ma mamma sosteneva che per migliorare i nostri rapporti avremmo fatto meglio ad essere tutti e tre in un'unica cameretta.
Mi misi in un angolino con le mie cassette Disney,accesi il videoregistratore e inserii il mio cartone preferito in assoluto: Cenerentola. Infondo raccontava la mia storia perché mi sentivo solo anche se ero in loro compagnia.
-Oh no! Ha messo Cenerentola-
-Kent lascia stare Kurt.-
Adoravo il mio fratellone Carson anche se,molto spesso,evitava di parlarmi davanti agli altri bimbi dell’asilo.
Raccolsi le mie ginocchia al petto e osservai con attenzione la tivù cercando di non sentire cosa dicevano loro su di me. La mamma era sempre pronta a consolarmi e a dirmi che ero speciale,che i miei fratelloni mi volevano bene ma allora perché continuavano a scartarmi dal gruppo?
“Quando sarete più grandi capirete l’importanza che ognuno di voi ha avuto nella vita dell’altro…Sarete così uniti da superare ogni difficoltà,Kurt.”
La mia mamma era speciale perché mi faceva sentire molto unito alla famiglia,mi coccolava e mi cantava una canzone di qualche musical che vedevamo assieme prima di darmi la buonanotte,insomma era una parte fondamentale di me. Quando morì tre anni dopo mi sentii malissimo,come se fossi morto anche io.
Non volevo tornare in classe dai miei compagni perché sapevo che se mi avessero fatto anche solo una battuta sarei scoppiato a piangere, anche se rimanevo sotto alle coperte nel mio letto a fissare la foto di famiglia dentro di me mille emozioni si stavano scontrando rendendomi psicologicamente vulnerabile.
Carson tornò a casa da scuola e bussò alla porta,distolsi lo sguardo dalla foto e sussurrai con tono lieve:
-Chi è?-
La porta si aprì e lui entrò sedendosi accanto a me.
-Non puoi stare qui dentro in eterno fratellino,è ora di uscire. Dai,andiamo a giocare. So benissimo che tu e la mamma eravate molto uniti ma ora non puoi restare qui senza far nulla fissando uno stupido ritratto di famiglia che non potrà mai essere più fotografato. E' vero tutto questo fa male ma non sei solo,anche io,anche papà e Kent stanno male ma non vogliamo vederti chiuso in te stesso.-
Come si fa ad otto anni a ragionare in questo modo?
Carson era davvero intelligente.
Lo osservavo sempre...il suo carattere era dolce ma anche severo e assomigliava molto alla mamma,gli volevo davvero bene perché anche se ora avrebbe voluto solo piangere stava sorridendo.
Si dice che il sorriso sia contagioso e lo credevo anche io perché quando vedevo quello del mio fratellone sorridevo sentendomi bene.
Gli presi la mano asciugandomi la lacrima sulla guancia e lo abbracciai forte.
-Sono così fortunato ad averti come fratellone.- dissi sorridendo.
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Quando decisi di tornare a scuola mi svegliai un'ora prima del previsto,andai nel mio bagno con le creme di mamma;le lentiggini erano tornate a farsi vedere come ogni volta nel periodo di marzo. Spremetti il tubicino di crema sulle mie piccole dita e iniziai a spalmarla con dei movimenti circolari. Guardai la mia figura allo specchio e vidi nel riflesso delle occhiaie alquanto profonde sotto agli occhi. Girai la testa a sinistra verso la finestra da cui filtrava la luce e sorrisi.
Basta pioggia.
Basta tristezza.
Da oggi si ricomincia.

Io,Carson e Kent andavamo nella stessa scuola solo in classi differenti perché gli altri avrebbero fatto difficoltà a riconoscerci.
Non trovavo tutta questa uguaglianza tra di noi:
Io avevo gli occhi verdi,le lentiggini e le guance paffutelle. Carson,invece,era dimagrito parecchio in questi ultimi due anni,i suoi occhi erano verdi con al centro un po' di castano,i capelli erano sempre ordinati e sorrideva a tutti anche quando era triste. Kent era caratterialmente opposto a Carson e preferiva stare fuori invece che passare del tempo con me e papà,i suoi occhi erano cerulei e ogni volta che mi guardava sentivo la pelle d'oca ovunque.
Ovviamente questi particolari potevo notarli solo io che ero uno dei gemelli,le migliori conoscenze sono quelle che avvengono attraverso l'esperienza personale.
Finito il rito idratante che la mamma mi insegnò andai da Carson per svegliarlo,mi misi a cavalcioni sopra di lui e spinsi verso il basso per far muovere il materasso.
-Fratellone,fratellone svegliati! Sono le sette dobbiamo andare a scuola!-
Gli occhi di Carson si aprirono lentamente,il  viso era rivolto verso la sveglia,la sua mano era posata sul cuscino davanti alle sue labbra...Sembrava davvero molto stanco.
-Kurt? Cosa ci fai qui?- la voce del mio fratellone era assonnata e simile più ad un sussurro piuttosto che alla sua chiaccherata normale.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto così mi chinai e gli diedi un bacino sulla guancia perché volevo fargli sapere che io ci tenevo a lui.
Mi guardai attorno mentre aspettavo che Carson si svegliasse e notai che Kent era già uscito, ci rimasi male perché infondo (anche se non mi voleva poi così bene) lui era sempre mio fratello e non avrei mai desiderato di stare con nessuno che non fosse lui.
Quando il mio fratellone terminò di vestirsi andammo in cucina per fare colazione, papà era già in piedi perché adorava cucinare. Appoggiai i gomiti sulla tovaglia e li unii, posai il mento nel mezzo dei palmi delle mani osservando i movimenti del mio papà mentre cucinava le frittelle.
Papà non era un ottimo cuoco ma quello che cucinava era decisamente buono (quando non era bruciato),molte volte prendevo io le redini della cucina e seguivo con attenzione le ricette scritte sui quaderni della mamma. Le aveva raccolte in diversi volumi, se possiamo dire così, nel quaderno rosso aveva scritto le ricette per i primi piatti, nel quaderno verde i contorni, in quello blu i secondi piatti e nel rosa i dolci. La sua scrittura era molto semplice e scorrevole con le alternanze del corsivo con lo stampatello, la mia mamma amava la cucina, infatti il suo lavoro era fare la chef in un prestigioso ristorante al centro di New York. Nel week end riceveva un mucchio di chiamate da molti ristoranti perché non erano in grado di mantenere un programma all’interno della serata,lei creava il menù e poi comprava gli ingredienti necessari per preparare degli ottimi piatti.
Strana la mia famiglia non è vero?
-Papà ,buongiorno.- dissi con tono quasi allegro mentre Carson prendeva posto accanto a me.
Il modello del tavolo era vecchio e la sua forma era tonda, prima che la mamma morisse avevamo sempre ospiti a cena o a pranzo forse è per questo che lo hanno comprato,se si andava in camera dei miei genitori era impossibile non notare la pila di giornalini che la mamma collezionava sull’arredamento della casa e sul vestiario.
Quando la colazione ci venne servita la mangiai in modo educato mentre Carson la finì in poco tempo,risi ed uscimmo dalla porta di casa…
Mano nella mano.
   
 
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