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Autore: Lely1441    02/07/2008    7 recensioni
In una giornata di pioggia, il Colonnello Roy Mustang e il Tenente Riza Hawkeye sicuramente non si stanno divertendo, nel perdersi in un angolo di una città che non conoscono. Ma se hanno una cartina, com’è possibile che si siano smarriti così?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Familiarity

Autore: Lely1441

Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang

Disclaimer: I personaggi citati, così come i luoghi, sono opera esclusiva di Hiromu Arakawa e di conseguenza non mi appartengono, tranne Joanna e il militare Michael Tyler, che sono di mia invenzione. Ho utilizzato l’immagine numero 2, che vedete qua sotto, e che non mi appartiene. Non scrivo a scopo di lucro.

Genere: Romantico, Commedia.

Rating: Verde.

Avvertimenti: One-shot, What if. Ovvero, Roy e Riza stanno già insieme a Central City, prima ancora che si scopra che il Comandante Supremo è un homunculus.

Note: Storia dedicata alla migliore amica in assoluto, a quell’insopportabile, testarda, irascibile ed eccezionale migliore amica che ho la fortuna di avere. A Serena, che con le sue sclerate sui ‘funghétti’ e sul Pianeta delle Scimmie, mi ha su(/o)pportata nei miei sbalzi d’umore, ora e sempre. Dedicarle questo era il minimo. Grazie di tutto. Grazie di esserci sempre, per me.

Introduzione: In una giornata di pioggia, il Colonnello Roy Mustang e il Tenente Riza Hawkeye sicuramente non si stanno divertendo, nel perdersi in un angolo di una città che non conoscono. Ma se hanno una cartina, com’è possibile che si siano smarriti così?

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Familiarity

 

 

- Signore…

Una Riza alquanto irritata stava inutilmente cercando di richiamare indietro il suo Colonnello, che si stava altrettanto visibilmente dirigendo nella direzione sbagliata.

- Un attimo, Tenente, un attimo…

Il Tenente in questione sospirò stancamente: erano ore che stavano girando a vuoto sotto la pioggia, ma il Colonnello si ostinava a non volerle passare la pianta della città che stavano attraversando, continuando a scrutare quel pezzo di carta ormai inzuppato d’acqua fino all’osso, come se da quei disegni scoloriti potesse comparire dal nulla l’ospedale che stavano cercando. Una delle ‘amiche’ del Colonnello era diventata madre, ed era stata ricoverata in una clinica di una città vicino a Central City. Naturalmente, lui aveva insistito a che Riza lo accompagnasse a farle visita.

- Colonnello, è la terza volta che passiamo davanti a questa drogheria, lo vuole capire che stiamo sbagliando strada? La prego, dia a me quella mappa!

L’uomo la ignorò, e attraversò la strada distrattamente, sempre senza staccare gli occhi dal foglio che teneva in mano.

- Signore!

Riza urlò, quando una macchina inchiodò all’improvviso, evitando per un soffio di travolgere il militare. La donna si affrettò a rincorrere il suo superiore che le stava davanti, ringraziando con un rapido cenno del capo l’automobilista, che, all’interno del suo veicolo, stava benedicendo tutti i suoi santi protettori.

- Colonnello Mustang, si decide a fermarsi?

Roy agitò un braccio, metri più avanti, senza accennare a nessuna sosta. Riza si limitò a sospirare e a seguirlo. Tanto era certa che prima o poi si sarebbe stancato, e le avrebbe passato il testimone.

 

 

- Riza!

Il Tenente Hawkeye si fermò, esasperata. Pioveva, e avevano un solo ombrello. Peccato che il ritmo del Colonnello fosse rallentato a tal punto da costringerla ad abbandonare quella protezione e avanzare da sola, davanti a lui. Era fradicia, e stanca. E il tono lamentoso del suo comandante non faceva altro che peggiorare la situazione. Si girò, e con aria gelida rispose:

- Signore, la devo pregare per l’ennesima volta di non chiamarmi per nome, in servizio.

“E speriamo che questa volta abbia capito l’antifona”.

Ricominciò a camminare, guardandosi attentamente intorno, cercando la clinica.

- Colonnello, è sicuro che sia questa la via?

- Sì, sì… Ho controllato personalmente, Tenente…

Come aveva previsto lei, il Colonnello si era ben presto seccato di cercare, e si era limitato a seguirla, lamentandosi demoralizzato. Però la mappa se l’era tenuta lui, tanto per conservare un minimo di autorità, per quello che gliene rimaneva.

Riza nel frattempo aveva trovato la via indicatale dal superiore, ma di questo fantomatico ospedale neanche l’ombra.

- Riza!

Il Tenente Hawkeye sospirò. No, a quanto pareva ancora non aveva capito.

- Sa, a volte mi domando dove si trovava quando hanno distribuito la professionalità agli uomini.

- Probabilmente ero impegnato a fare altro, qualcosa di più divertente. E poi, tu nei hai abbastanza per tutti e due, no? Se io fossi serio come te, sai che noia…

Riza si fermò nel bel mezzo del marciapiede, senza voltarsi.

- Quindi io sarei noiosa, eh?

Roy si avvicinò da dietro e si sporse con la testa fino a che il suo mento non sfiorò il collo del suo Tenente.

- Terribilmente seria, dannatamente noiosa, e spaventosamente provocante.

Riza sbuffò, proseguendo senza avvertirlo, così che lui rimase mezzo ingobbito su una statua d’aria,  allontanandosi per non dare a vedere il rossore sulle sue guance.

- Ma fammi il piacere…

Roy ridacchiò, soddisfatto.

- Tenente Hawkeye, mi stupisco di questa dimostrazione di una professionalità così inadeguata da parte tua! Dare addirittura del tu ad un tuo superiore!

Rise forte, quando la vide accelerare il passo. Sapeva di essere esasperante, e stava battendo il ferro finché era caldo.

- Riza…

Cantilenò, aspettandola dietro di lei, dondolandosi sui talloni. Un bambino.

Lei si fermò. Di nuovo, per l’ennesima volta in quella giornata. Tornò indietro finché non arrivò a fronteggiarlo, e gli puntò minacciosa un dito contro il petto, battendoglielo contro al termine di ogni parola.

- La. Faccia. Finita.

Lui la osservò, assorto, senza risponderle. Qualche ciocca bagnata era sparpagliata qua e là, e le gocce di pioggia le scivolavano addosso, percorrendole la fronte, correndo fino alla linea del mento, per poi decidere di cadere giù, sul soprabito. Si sentì in colpa per averla privata dell’ombrello, ma durò solo un secondo. L’attimo dopo, già le stava asciugando una goccia con la punta del pollice, percorrendo il contorno del suo viso.

- Roy…

Sorrise, nel sentirsi chiamare, ammonire. Sapeva che erano da soli, lo sentiva, quella era una via deserta. Eppure, l’indole da Tenente perfetto di Riza era sempre in agguato, pronta a non mollare la presa per nulla al mondo. Si avvicinò, incurante di quel velato rimprovero, mentre le teneva imprigionato il mento con due dita. La vide socchiudere gli occhi, mentre posava le labbra sulle sue, e in quel frangente di secondo si rese conto che Riza non si sarebbe mai arresa così. Stava architettando qualcosa. Si staccò in fretta, ma non abbastanza: sentì il fruscio del foglio di carta che veniva sfilato dalla sua mano – la presa distratta da quel diversivo di cui si era beatamente illuso durasse – prima ancora di rendersi conto di alcunché. Si raddrizzò, stupito, e lei gli sventolò sotto al naso la mappa, trionfante, prima di aprirla e consultarla. Incrociò le braccia contro al petto, con l’ombrello che, stretto in quella sorta di abbraccio, pendeva da un lato. La osservò corrucciarsi, prima di alzare lo sguardo sulla via.

- La strada è questa… Allora non capisco, siamo davanti ad una villa, non c’è nessun ospedale qui vicino…

Roy scrollò le spalle, con aria indifferente, puntando tutta la sua attenzione sul giardino che si intravedeva dalla siepe della casa. Non aveva intenzione di aiutarla, non dopo quel colpo basso.

- Vedi, guarda qui: di là – e indicò la panetteria che era ad una trentina di metri – c’è il forno, poco più avanti la vecchia profumeria…

Osservò i punti che gli aveva additato, e quando la udì interrompersi, la guardò. Stava osservando attentamente l’angolo della cartina, rimasto spiegazzato fino ad allora.

- Colonnello, - e la freddezza del ritorno al Lei lo raggelò, perché non presagiva nulla di buono – posso sapere chi Le ha dato questa mappa?

- Be’, Michael Tyler, presente quel ragazzo un po’ svampito che…

- Lo stesso Tyler a cui Lei ha rubato la ragazza solo qualche mese fa?

Inorridì, mentre il suo cervello faceva i dovuti calcoli. Afferrò quell’angolo e lo fissò.

“Printed in 1854”

Era una cartina vecchia di più di cinquant’anni. Nel frattempo, molto probabilmente, l’ospedale era stato chiuso, e trasferito da un’altra parte della città. Si domandò per l’ennesima volta perché Joanna non poteva usare l’ospedale militare, contro tutte le regole. Almeno lui non sarebbe stato vittima di equivoci ed ex-fidanzati gelosi ed imbestialiti. Senza contare la sua, di fidanzata, visibilmente arrabbiata. Improvvisamente, non trovò più quel volto bagnato tanto dolce, ed indietreggiò lentamente, mentre il suo Tenente preferito si voltava verso di lui, con una mano già pronta sulla fondina della pistola.

- Su, Riza, parliamone… Insomma, è stata una svista, poteva capitare a chiunque! Riza, amore…

Fu la goccia che fece traboccare il vaso.

- Per l’ultima volta, Signore… Non si prenda tutta questa familiarità con me!

Nella via deserta, l’unico suono che riecheggiò fu quello degli spari di una calibro 9.

 

 

La donna? Solo il diavolo sa cos’è.

(Fëdor Dostoevskij)





Note finali: Con questa one-shot ho partecipato al contest Royai indetto da Vale88 e Shatzy, e il punteggio è stato di 8.7. Sono stata felicissima di partecipare, e di nuovo tutti i miei complimenti alle vincitrici! ^^

Commento di Shatzy:
Un’idea originale e ben strutturata, per una volta tanto il Colonnello è a suo agio anche sotto la pioggia, non ci sono riferimenti scontati, ma la trama ha un altro significato, che si comprende appieno solo nel finale, in cui finalmente si può lasciar andare la risata, trattenuta dal clima “da sorriso” della fic. L’atmosfera è un po’ grigia, come una giornata piovosa, ma non per questo le scene sono meno divertenti, il ritmo è veloce e curato, i personaggi abbastanza IC, per quanto questa fic sia una “What if…?” e alcune libertà possano essere prese.
Alcune piccole imprecisioni su un paio di frasi, ma lo stile risulta sempre fresco e lineare. In conclusione una storia molto buona, divertente, rilassante e con un pizzico di romanticismo.

Commento di Valy:
“Penso che non chiederò mai a Roy di farmi da cicerone”, questo è stato il mio commento una volta letta tutta la storia. Anche se ambientata sotto la pioggia, la storia prende una piega simpatica e a tratti anche comica (come non ridere quando, l’isterica Riza, pronuncia: “ E così sarei noisosa?).
Per una volta le “amiche” di Roy non passano per arpie o giocattoli da usare per dimenticare, per una volta sono donne anche loro, che riescono a convivere pacificamente con la nuova fidanzata del colonnello Mustang.
I personaggi sono abbastanza IC, Roy un po’ imbranato e tontolone è veramente adorabile. Una storia carina, per scacciare la malinconia. Qualche piccolo errore grammaticale in alcune frasi, che però non penalizza tutta la storia. Bravissima tanti complimenti.


Kissoni!!
   
 
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