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Autore: soholdontome    19/03/2014    1 recensioni
Luke era due persone in una, una luce bianca ed una nera, la nera sempre in mostra e la bianca sempre nascosta. Ciò che volevo? Vedere quella meravigliosa luce bianca risplendere e solo per me.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi appoggiai al muro osservando lo strappo sui collant che avevo messo sotto ai pantaloncini, era grande quanto la mia mano ed era impossibile non notarlo, ma considerate le mie condizioni non era di certo quello ad attirare l'attenzione. Dopo che quell'imbecille di Jonah aveva iniziato a bagnare la folla, avevo i capelli completamente bagnati e il trucco sciolto, ero proprio una bella visione. Cercai di sistemarmi alla bell'e meglio mentre mi specchiavo nel vetro di un'auto parcheggiata, i capelli biondo-blu avevano perso volume a causa dell'acqua, gli occhi erano circondati da un alone nero di trucco, ero inguardabile, si salvava soltanto il nostril, il solito cerchietto che portavo al naso, che avevo fatto solo qualche mese prima: lo amavo. Mi sedetti su un muretto, spalle al club, e continuai a toccarmi i capelli fino a quando un ragazzo venne a sedersi accanto a me ma con il volto rivolto verso il lato opposto; girandoci di profilo potevamo guardarci in faccia ma mi concentrai su una ciocca di capelli che reggevo tra le dita. Rimase in silenzio qualche minuto, poi prese una sigaretta e l'accese, fumando con lo sguardo perso volto a guardare l'entrata del club.
«Nuvoloso come sempre» disse.
«Che vuoi, Luke?» sbottai. Sapevo che era lui, lo avevo riconosciuto dal rumore dei suoi passi, ormai inconfondibile per me.
«Ehi, cos'è questo tono minaccioso? Non voglio mica farti male»
«Non si direbbe, ma in ogni caso lo fai sistematicamente»
«Sei tu che sei troppo sensibile»
«Sensibile un cazzo, Hemmings»
Gli strappai la sigaretta dalle labbra e feci un tiro, buttando fuori il fumo violentemente, quasi sbuffando.
«Come sei aggressiva»
«Parla lo stinco di santo, quale altra rissa stai architettando stasera? Convoilgerai anche me come l'ultima volta o mi lascerai in pace?»
«Non era previsto che Trina se la prendesse con te»
«Il problema è quell'idiota di Dick che mi ha mollato un ceffone quando ha visto che la sua ragazza era in difficoltà con me»
«Stava cercando di difendere la sua ragazza, tu le hai praticamente spaccato il naso»
«Quella belva mi era saltata addosso, in qualche modo dovevo liberarmene»
«Mi spiace che ti sia fatta male, non doveva succedere»
«Tutto ciò che è opera tua non dovrebbe succedere»
Mi alzai gettando a terra il mozzicone e lo lasciai lì che passava una mano tra i capelli nervosamente.
Luke Hemmings, cantante di una band famosa a Sydney, anche conosciuto come prima voce della mia lista di problemi. Era così prepotente, adulatore, meschino, insopportabile... eppure, ero innamorata di lui. Follemente. Perché quel suo modo di fare per me era una calamita che mi attirava a lui, sempre, ad ogni gesto. Era celebre per la sua particolare capacità di vedere tutto in tutti, ma ancora non era riuscito a vedere in me quanto amore ero disposta ad offrirgli. Perché Luke era due persone in una, una luce bianca ed una nera, la nera sempre in mostra e la bianca sempre nascosta. Ciò che volevo? Vedere quella meravigliosa luce bianca risplendere e solo per me.

[...]

Pensieri, pensieri, pensieri.
Sedevo in pace sulla rampa da skate sulla quale mi arrampicavo sempre, aveva un crepa nel mezzo e per questo quasi nessuno - tranne qualche esibizionista che tentava di schivarla saltando - andava ad usarla. Luke ogni tanto a si faceva un giro con qualcuno dei suoi amici, dava una pacca sulla spalla ai suoi compagni, scroccava una sigaretta e andava via di nuovo, sorridendo beffardo per attirare l'attenzione delle ragazze sulle panchine fuori che si fermavano ad osservare i bei ragazzacci. Ecco, Luke era il tipico ragazzaccio che quelle smorfiose provocavano ogni pomeriggio, con la speranza di ottenere un sms per il sabato sera; erano così contente quando lui ogni volta ne chiamava una diversa, soddisfatte e felici di essere la ragazza di Luke Hemmings per una sera, anche se sapevano di essere solo usate. Mi faceva arrabbiare. Era capitato che qualche sera avesse chiesto di me ma puntualmente avevo declinato l'invito, non volevo essere usata, volevo essere l'unica, altrimenti poteva anche andare a quel paese.
Vidi arrivare piano Luke sul suo skate che sorrideva e faceva l'occhiolino a una ragazza dai capelli rossi fuoco che indossava una canotta fin troppo scollata: Katy, la ragazza che spesso "giocava" con lui. Troia.
Mi misi ad osservare le converse grigie consumate che mi ero promessa di dare via ma che continuavo ad indossare.
"Non si avvicinerà mai" pensai mentre accendevo una sigaretta.
«Ci si rivede» sentii dire.
Rivolsi lo sguardo alla mia sinistra, giù, alla base della rampa.
«Luke, di nuovo» sbottai con finta aria scocciata.
In realtà la sua voce mi aveva fatta sussultare, in fondo ero contenta, non era forse quello che speravo?
«Fai skate?» chiese.
«No»
«Allora ti raggiungo»
Salì di corsa e si sedette al mio fianco, dondolando i piedi come un bimbo mentre giocherellava con l'anellino che portava al labbro inferiore. Era così bello.
«Non stai con i tuoi amici oggi?» domandai gettando il mio mozzicone.
«Qualcosa di più interessante ha attirato la mia attenzione»
«Cosa?»
«Tu»
«Ma io non sono una cosa»
«Lo so, ma oggi sei una po' una gemma, sai? Brilli, come un diamante addirittura»
«Quale canzone strana hai scritto stavolta?»
«Nessuna, non scrivo da un po'»
«Allora quale idiota ti ha passato il fumo sbagliato? Ti sta facendo un brutto effetto»
«Ah, Marta. Finiscila. Sei solo tu, ti osservo e vedo qualcosa di bello, vedo te e resterei ore a guardarti»
Lo guardai pietrificata e scossi violentemente la testa.
«Me ne vado»
Tentai di mettermi in piedi ma un improvviso giramento di testa mi fece perdere l'equilibrio, misi un piede in fallo e caddi, rischiando di scivolare lungo tutta la rampa.
«Attenta!» urlò Luke afferrandomi un braccio.
Lo osservai attentamente, la fronte corrucciata e gli occhi spalancati lo rendevano ancora più bello ai miei occhi. Sembrava preoccupato per me, possibile?
«Lasciami cadere» dissi poi.
«No»
«È una rampa da skate, non un burrone. Al massimo mi sbuccio un ginocchio»
«Non voglio che ti faccia nemmeno un graffio»
Mi tirò su, posando poi le mani sulla mia vita quando mi fece inginocchiare di fronte a lui, eravamo in ginocchio uno di fronte all'altra su quel mezzo metro di legno massiccio.
«Mi spiace, un graffio c'è già» dissi massaggiando la guancia destra che era urtata sulla rampa quando stavo per cadere.
«Provvediamo subito»
Mi sorrise, un sorriso genuino, e mi baciò la guancia ferita piano, più volte, dirigendosi pian piano in direzione delle mie labbra.
Nei miei sogni le labbra di Luke non avevano sapore, non riuscivo a concretizzare un avvenimento che consideravo tanto improbabile, ma in quel momento la morbidezza e la delicatezza del suo bacio mi fece pensare ai petali di rosa. Nel mio giardino crescevano delle rose rosse, ne prendevo una ogni settimana, l'annusavo fino a riempirmi le narici del suo profumo fresco e, quando i petali cominciavano a cadere, mi piaceva passarli sulle labbra, per assaporare un'ultima volta il candore della rosa.
«Ah, Marta. Quanto ho aspettato per questo bacio» sussurrò allontanandosi di poco.
«Cosa significa questo?»
«Tu tiri fuori il meglio di me, lo fai da sempre»
«Ma se mi tratti sempre male»
«È così difficile, così complicato. Tu mi fai sentire come se ci fosse del buono in me, quando in realtà vedo solo guai. Come quella volta che sei stata coinvolta in una rissa a causa mia, vederti piena di lividi mi ha spezzato il cuore, tu non meriti del male»
«Ma del buono in te c'è, Luke, io lo vedo, anche se combini casini, anche se hai la reputazione da cattivo ragazzo, anche se maltratti e usi le persone a tuo piacimento. So che sei buono»
«Per te, solo per te»
«Perché?»
«Perché se fossi mia, saresti la miglior parte di me»
«Allora facciamolo»
«Cosa?»
Presi una sua mano tra le mie, stringendola forte.
«Sono tua»
Vidi nascere sul volto di Luke un sorriso nuovo, luminoso, vero, e faceva sì che anche lui risplendesse.
E in quel momento Luke era solo luce bianca, bellissima luce bianca, pulita, cristallina... ed era tutta per me.
  
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