Ciao, sai che eri indispensabile per me?
Quando mi chiedevano se avessi un amico sul quale poter contare, rispondevo di sì, senza esitare, fiera e felice di averti al mio fianco.
Quando le emozioni e gli avvinenimenti mi travolgevano, belli o brutti che fossero, chiamavo te.
Eri la scialuppa di salvataggio del mio Titanic di emozioni che affondava pian piano nell'insicurezza.
E come dovevo interpretare quei lunghi silenzi che riempivano i vuoti tra noi?
Come potevo non sperare che fossero solo momenti di passaggio, ma che in fin dei conti non mi avresti mai lasciata sola?
Illusa, ingenua, bambina, puoi chiamarmi così certo amico.
Io di rimando ti chiamo falso, incoerente ed insensibile.
 
Ciao, sai che ormai ti ho dimenticato?
Sai che sopravvivo anche senza la tua amicizia?
Sai che tener dentro tutto non fa poi così male?
Balle. E' una bugia, la più grossa bugia mai detta.
Mi è capitato spesso ultimamente di mentire a me stessa per riempire quei vuotischifosamente dolorosi che hai lasciato nel mio animo.
Ho tenuto occupati i miei pensieri usandolo nei modi più svariati, per allontanarli dal tuo ricordo.
Nel mio vocabolario, alla voce "Amicizia" figura ancora il tuo nome, G.
Il nome di te, che mi vieni a cercare ed io orgogliosa ti allontano.
Di te che mi rimproveri di essere sparita, di te che se ti scrivo non rispondi.
Ho provato a cancellarlo quel nome, a sostituirlo, ritenendoti indegno di occupare quel posto.
 
Ciao, sai che quando mi chiedono se ho un amico sul quale posso contare, io sorrido e penso ancora a te?
©