Dedicato a una persona speciale.

La guerra era finita.

Il mondo magico era al sicuro: Voldemort era morto.

Insieme a lui, però, erano morti alunni innocenti e insegnanti.
Era stata tolta loro la vita, senza un apparente motivo, come se fossero insignificanti.

Himchan entrò nella Sala Grande, ormai distrutta e sporca, e si guardò intorno per cercare il suo ragazzo e i suoi amici che aveva perso di vista durante la cruente battaglia.
In un angolo vide Zelo appoggiato a Bang che piangeva interrottamente sulla sua spalla e quest'ultimo cercava di confortarlo, trattenendo a stento le lacrime.
Preoccupato, li corse incontro e ciò che vide non gli piacque per nulla: Jongup era in una barella e faceva fatica a tenere gli occhi aperti. Si inginocchiò a terra e, con gli occhi colmi di lacrime, gli prese le mani.

“Tieni gli occhi aperti, piccolo. Ti cureranno. Non è così?” gli disse Himchan guardando gli altri per avere un segno di assenso.

Loro abbassarono lo sguardo e nessuno parlò.

“È magia oscura. Non c'è nulla che possiamo fare” intervenne l'infermiera.

Jongup tremò e Himchan lo abbracciò, accarezzandogli i capelli, cercando in qualche modo di calmarlo.
Lo stava perdendo. Lo stava perdendo e non poteva fare nulla per aiutarlo.

“Resta con me” sussurrò flebilmente Jongup.

“Fino alla fine, piccolo.”

Jongup sorrise e chiuse gli occhi, stanco. Pochi minuti dopo Himchan sentì il cuore di Jongup cessare di battere. In quel momento un urlo si liberò dalla sua gola mentre le lacrime scendevano incontrollate dai suoi grandi occhi neri. Anche il suo cuore, in qualche modo, cessò di battere.

La preside della scuola, tuttavia, decise di continuare gli studi e, con l'aiuto di insegnanti e alunni, Hogwarts venne ricostruita.
In estate fu mandato a tutti i maghi e a tutte le streghe la lettera con l'occorrente scolastico o la lettera di ammissione.

“Non puoi rifiutare!” gli urlò contro Bang.

“Tu che cosa ne sai di cosa si prova? Come avresti reagito se in quella barella ci fosse stato Zelo? Se fosse morto tra le tue braccia?”.

Bang boccheggiò per alcuni secondi, incapace di rispondere. Sarebbe anche lui nella stessa situazione, se non peggio.

“Fallo per lui” intervenne Zelo, con gli occhi lucidi.

“Lo farò per lui.”

Tutto ritornò alla normalità o, almeno, era così che sembrava.

“Non mangi nemmeno questa sera?” gli domandò Daehyun, entrando nella Sala Comune Serpeverde insieme a Yongguk. Himchan negò con la testa dicendo che non aveva fame e ritornò a guardare un punto indeterminato del muro, perdendosi nei ricordi. Daehyun sospirò, deluso.

“È inutile. Non vuole darmi ascolto” pensò.

Tutti soffrivano per ciò che avevano visto.
Quelle immagini raccapriccianti non se le sarebbero mai dimenticate.
Sarebbero state impresse nello loro menti, per sempre. 

C'era chi cercava di distrarsi studiando per gli esami...

Himchan si trovava nella torre di Astronomia quando sentì una risata cristallina. Quella risata gli sembrava particolare e famigliare. Si girò e lo vide: Jongup era appoggiato al muro, con un sorriso smagliante e gli occhi che sembravano luccicare.

“Vieni con me.”

Jongup gli tese la mano e Himchan la prese saldamente.

“Salta con me, amore. Staremo insieme per sempre.”

Himchan saltò e chiuse gli occhi, aspettando che la morte lo accogliesse a braccia aperte. Aspettando di stringerlo tra le braccia, di amarlo.
Questa volta, però, niente e nessuno si sarebbe messo in mezzo. Loro si sarebbero amati per sempre.

...e chi, semplicemente, non ce la faceva e si lasciava andare.