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Autore: Sfigat_ta    21/03/2014    1 recensioni
Erano i tuoi occhi il problema, e la certezza che mi infondevano che noi saremmo potuti essere quel "per sempre" in cui non credevo
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano 15 giorni che eravamo arrivati in Sardegna e mia madre sollecitava me e mia sorella a fare amicizia. Tutte quelle raccomandazioni e quelle forzature mi stressavano, non volevo conoscere qualcuno per poi doverlo dimenticare. Quando trovo un amico voglio continuare a sentirlo e si sa che, spesso, è difficile tenere i contatti con i ragazzi conosciuti al mare. Soprattutto per me che in quel momento stavo bene così, a godermi il sole e il mare.
Sulla spiaggia un giorno però arrivasti tu e da quel momento l’idea di fare  amicizia non mi sembrò poi così terribile e ,nonostante tutto, tu per me oggi sei ancora la decisione migliore che io abbia mai preso.
C’erano i gabbiani quella mattina,tutti intenti a camminare sulla spiaggia tra le nostre asciugamani. Non sapevo come ti chiamavi ma poco importava perché ero sicura che,da quel giorno, andando la mattina su quella spiaggia avrei incontrato te. E così fu anche quel giorno. Tu e tuo fratello vi siete avvicinati al mio ombrellone e abbiamo iniziato a parlare. Non avevo mai conosciuto un ragazzo così timido ma mi piaceva il fatto che,nonostante a quell’età e in quel periodo della nostra vita non avessimo ancora molto da dirci, tu eri sempre accanto a me.
“Ciao,io mi chiamo Daniele e lui è mio fratello,Dario… Vorremmo sapere se possiamo giocare con voi. Nostra madre non ci fa più giocare a pallone e abbiamo visto che da giorni frequentiamo la stessa spiaggia. Potremmo diventare amici!”
Daniele aveva fatto la prima mossa e ora stava a me rispondere. Ancora non sapevo quanto quell’incontro avrebbe cambiato tutto nella mia vita.
“Tranquillo”,sorrisi, “io sono Rita e lei è Chiara,qui c’è posto per tutti e quattro” … Mia sorella si spostò sull’asciugamani,timida anche lei, per far posto a quei due ragazzi che fino a quel momento avevamo solo osservato da lontano.
I giorni passavano e la timidezza,da parte nostra e da parte loro, scompariva sempre di più lasciando il posto a un’amicizia che mi rimarrà dentro per sempre. I nostri genitori divennero amici come noi e presto scoprimmo che noi quattro eravamo accumunati dagli stessi interessi. Eravamo praticamente uguali e quella sintonia tra di noi si fece sentire forte anche dopo la nostra partenza.
Era inverno ormai ma ogni domenica il mio telefono di casa squillava. Daniele e Dario ci chiamavano per sapere le ultime novità dato che 302 km  di distanza non permettevano alcuna visita. Ormai ero affezionata alle loro voci, aspettavo con ansia la domenica per sentirli e per ricordare insieme le passeggiate e i giochi estivi.  Mi mancavano come nessuno mi era mancato mai e li ringraziavo ogni volta per essersi avvicinati al nostro ombrellone quel giorno…
  
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