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Autore: Mannu    03/07/2008    1 recensioni
[TNG] - Un cargo alieno alla deriva, i klingon alla ricerca di un po' di gloria in un settore di spazio inesplorato e apparentemente vuoto. Ci sono tutte le premesse perché accada qualche guaio.
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Data, Geordi La Forge, Jean-Luc Picard, Nuovo Personaggio, William Riker, Worf
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek: la nuova frontiera'
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Canto - 2
Nota dell'autore: il breve racconto che segue è ispirato all'universo di Star Trek. In nessun modo esso intende violare alcun copyright. I personaggi descritti sono frutto di pura invenzione e si muovono all'interno di un universo "trek" alternativo immaginato dall'autore. Per fare un esempio in questo universo alternativo Praxis non è mai esplosa ed è stato scoperto un secondo wormhole. Per questo motivo i personaggi noti potrebbero comportarsi in modo difforme rispetto a quanto ci si attenderebbe.
Si tratta di un'opera di fantasia di un appassionato e dunque non è da prendere sul serio.



1.

Se ne stava seduta scomposta al tavolo della mensa, la testa appoggiata su una mano e puntellata da un gomito sul tavolo. Guardava con espressione svogliata davanti a sé un piatto con un po' di qagh che si contorceva inutilmente e un PADD con lo schermo sensibile al tatto affollato di dati. Brell gli volse uno sguardo annoiato e con un dito ornato da diversi anelli metallici irti di punte e spigoli lo toccò un paio di volte. Tecnologia della Federazione con software klingon, pensò. Che combinazione inusuale. Ma efficace, si disse quando in pochi likt'r lo strumento evidenziò come dalle scansioni dei sensori degli ultimi tre giorni non risultasse nulla. Nulla di nulla.
Lei e suo fratello K'tann avevano attraversato il tunnel spaziale fiduciosi di aver scoperto una zona di spazio dove l'Impero avrebbe potuto trovare nuove ricchezze, territori da conquistare o almeno qualche nave da depredare. Invece non un pianeta, un asteroide, nemmeno una manciata di gravitoni. Dopo aver incontrato quei pirati, sconfitti grazie anche all'intervento tempestivo dell'Enterprise del capitano Picard, non era successo più nulla di rilevante. Diversi incrociatori di classe Vor'cha pattugliavano a turno tutta la zona intorno all'estremità del tunnel aperta nello spazio conosciuto, mentre a lei e suo fratello era stato affidato il compito di esplorare l'altra estremità. Le loro navi agili e veloci erano l'ideale per quella missione. Nonostante ciò che aveva affermato il capitano Picard, quel tunnel spaziale era dell'Impero Klingon: dei klingon il diritto di attraversarlo per rivendicare ciò che si trovava dall'altra parte.
Si era separata da suo fratello K'tann già da diversi giorni, ma la porzione di spazio a lei assegnata era risultata vuota. Brell era molto seccata per questo: non aveva avuto più notizie del fratello poiché in quella regione mancavano per ovvi motivi i satelliti relais della Federazione... molto comodi sia per il tiro a segno che per le comunicazioni. Pensò che probabilmente in quel momento se la stava spassando assaltando ricchi vascelli e razziando miniere di dilitio.
La porta della mensa, locale che fungeva anche da cambusa e che era piuttosto disordinato, scivolò di lato mostrando la figura del suo ufficiale timoniere, Rasa'k. La sua mente si destò subito dal lieve torpore in cui era scivolata: Rasa'k riteneva in cuor suo che il comando della Jaj'lw spettasse a lei. Brell lo sapeva ed era certa che un giorno o l'altro il suo ufficiale timoniere, secondo per anzianità solo a Tharnn, ritenendo di aver atteso abbastanza, avrebbe cercato di sollevarla dal comando, possibilmente in modo definitivo.
- Comandante! - esclamò quella ferma sulla soglia, salutandola militarmente – Una nave!
Brell si rizzò e colpì il tavolo con un pugno così forte che il PADD e la scodella di qagh sobbalzarono.
- Finalmente! - ghignò.
Seguì con ansia il suo ufficiale ascoltando con le orecchie il rapporto e cercando con gli occhi eventuali daqtagh nascosti nell'ombra. Impossibile dire con certezza se Rasa'k avesse preso la sua decisione oppure no. Una volta terminata quella missione avrebbe dovuto trovarsi un altro ufficiale timoniere.
Si unì agli altri suoi ufficiali intorno allo schermo tattico. La situazione era abbastanza semplice: un singolo vascello alieno, di un tipo mai visto prima, procedeva a velocità impulso. Troppo lontano per i sensori più raffinati, abbastanza lento da essere raggiunto in breve anche restando occultati. Brell ordinò di iniziare immediatamente l'intercettazione.
Lo sparviero occultato manovrò in modo tale da trovarsi su una rotta parallela a quella della nave aliena, che nel frattempo i sensori avevano determinato essere una nave da carico per via delle grandi cavità presenti al suo interno. Lo sparviero poi inseguì la nave stando sopra di essa in modo tale da tenerla sotto il tiro delle armi pesanti.
- Avviciniamoci ancora – ordinò Brell. Ormai l'immagine del vascello era ben nitida sullo schermo principale e i risultati delle scansioni non tardarono ad arrivare.
- Trasporta minerali metalliferi – le disse l'ufficiale tattico.
- Quanti sono a bordo?
Il klingon fece scivolare le dita sul pannello dei comandi di fronte a lui e poi si voltò verso l'unica poltrona di tutto il ponte di comando, quella del capitano, occupata da Brell.
- Nessun segno vitale!
Il viso di Brell si contorse in una smorfia di disprezzo.
- Controlla bene!
L'ufficiale si dedicò con scrupolo ai suoi strumenti ma il suo rapporto non cambiò. Niente supporto vitale, niente atmosfera, nessun segno di vita su tutta la nave.
- Una trappola! - suggerì Rasa'k sibilandole in un orecchio.
- Potrebbe essere così – confermò il suo ufficiale tattico, sottolineando che i sistemi energetici della nave dovevano essere spenti poiché riusciva ad analizzare solo i motori e i circuiti di controllo principali, automatici.
- Probabilmente la nave è governata dal computer di bordo – concluse.
- Andremo a vedere. Teletrasporto! Rasa'k, tu e due guerrieri con me!
Brell si alzò di scatto dalla poltrona del capitano e abbandonò a grandi passi il ponte di comando seguita dal suo ufficiale timoniere.

- Dor-sho-gha!
Accompagnando la bestemmia con uno strattone cercò di aggiustarsi meglio la tuta da vuoto. Brell odiava quello scafandro: nonostante fosse stato studiato da esperti klingon tenendo presente le esigenze del combattimento, le impacciava notevolmente i movimenti. L'operatore del teletrasporto alle sue spalle la aiutò a completare la chiusura della tuta ermetica. Sistemati anche i capelli crespi e voluminosi, raccolti in una coda perché non le dessero fastidio, scelse il casco da combattimento e lo agganciò al collare. Infine con le mani protette dai grossi guanti corazzati impugnò un disgregatore e salì sulla pedana del teletrasporto. Da lì osservò gli altri tre che si chiudevano la tuta a vicenda. Si sentiva eccitata dalla prospettiva di uno scontro: gli alieni stavano forse tendendo loro una trappola? Lo sperava: avrebbe dato loro una lezione sulla grandezza dell'Impero Klingon e dei suoi guerrieri. Rasa'k fu l'ultima a salire sulla pedana, sotto gli occhi truci di Brell che detestava attendere troppo quando aveva desiderio di combattere. Un istante prima di ordinare l'attivazione del teletrasporto controllò per l'ultima volta che la bat'leth appesa alla sua spalla fosse facilmente raggiungibile. Spianati i disgregatori, dette ordine di attivare.
Quando l'ambiente alieno le si materializzò davanti, si rese presto conto che non sarebbe stata una battaglia facile. La nave era non solo priva di atmosfera e gelida, ma anche totalmente buia e priva di gravità artificiale. L'odiosa nausea dovuta all'assenza di peso le attanagliò subito lo stomaco, accentuata dal fatto che aveva subito cominciato a galleggiare fuori controllo. Combattere in quelle condizioni sarebbe stato davvero difficile e pericoloso. Ma non trovò alcun bersaglio per il suo disgregatore: i fari integrati nelle tute da vuoto non illuminavano nulla che potesse essere una minaccia.
- Miserabili pahtk! Stivali magnetici!
Alla luce dei fari delle tute non si riusciva a distinguere un pavimento e quindi Brell non fu sorpresa dal fatto che la sua squadra si trovò sparpagliata un po' dappertutto. Ma almeno adesso avevano smesso di galleggiare.
- Più luce! - ordinò poi. Uno dei due guerrieri aveva un faro più potente con sé e lo attivò immediatamente.
Stando alle scansioni quello doveva essere il ponte di comando. Sembrava però un deposito vuoto. C'era... come sporcizia, depositata ovunque. Polvere a fiocchi si alzava turbata dai movimenti suoi e della sua squadra. Brell si rese conto che la visibilità era davvero poca e che c'era qualcosa di traslucido che ingombrava quel locale. Strani oggetti simili a teli trasparenti erano tesi tra le pareti, fatti di materiale poco resistente che si lacerava quasi immediatamente. Presto si resero conto che in quel locale poteva essere facilmente tesa un'imboscata e Brell diede ordine di sbarazzarsi di quei lenzuoli appesi per avere un po' di spazio libero intorno. Ma appena l'opera di distruzione fu avviata, uno di quei teli cominciò a brillare di luce propria e, rivelando la sua vera natura, su di esso apparvero dei simboli lampeggianti.
- Hu'tegh! Abbiamo distrutto degli schermi! - esclamò Rasa'k. Avvicinandosi a Brell camminando sulla parete opposta le due klingon si trovarono faccia a faccia anche se una capovolta rispetto all'altra.
- Rimanete all'erta... potrebbero essere vicini! - ringhiò Brell sventolando il disgregatore intorno a sé. Notò con piacere che i due guerrieri che Rasa'k aveva scelto per la missione si erano già disposti in modo da coprire con le loro armi un buon arco di spazio tutto intorno a protezione dei due ufficiali.
Brell si avvicinò di più al lenzuolo teso che rischiarava l'ambiente intorno a sé e osservò i simboli lampeggianti. Una lingua aliena, apparentemente basata su un alfabeto di simboli complessi. Non ricordava di aver mai visto nulla di simile e, osservando Rasa'k a testa in giù, non era nemmeno certa di stare guardando quello schermo dalla posizione giusta.
- Il traduttore federale – disse secca. Rasa'k aveva con se lo strumento, agganciato alla cintura della tuta da vuoto. Simile a un tricorder ma molto più sottile, l'ufficiale lo puntò verso lo schermo e, con mani impacciate dai guanti della tuta da vuoto, azionò alcuni comandi sullo strumento. In breve fu chiaro che lo strumento non interpretava correttamente i geroglifici lampeggianti sullo schermo simile a un telo.
- Dallo a me! - esclamò Brell afferrando il traduttore e strappandolo dalle mani di Rasa'k. Si concentrò un po' sulla lettura dello strumento, provò a eseguire qualche regolazione ma fu molto insoddisfatta del risultato. Ne fece le spese il traduttore, un sofisticato PADD della Federazione, che fu maltrattato un po' prima di finire agganciato in malo modo alla cintura di Brell.
- Frugate questo secchio di immondizia! - sbraitò poi all'indirizzo dei suoi uomini – Se c'è un equipaggio, lo voglio qui!
Dopo essersi accertata che tutti e tre fossero andati a eseguire di corsa i suoi ordini, Brell tornò a fissare gli ideogrammi lampeggianti. Poi aperto un canale con la Jaj'lw si mise in contatto con il suo ufficiale alle comunicazioni.
- Mandatemi Mog'var – disse senza preamboli. Di tutto il suo equipaggio era colui che aveva le maggiori possibilità di decifrare una lingua aliena.

Dopo parecchio tempo passato a cercare di interpretare il linguaggio scritto dei misteriosi alieni, di cui non c'era alcuna traccia in tutta la nave, Brell stava seriamente considerando di far saltare tutto e andarsene. Del carico della nave, una modesta quantità di inutile minerale metallifero, non sapeva che farsene. Ancora più inutili i geroglifici che apparivano sugli insoliti schermi alieni. Aveva ascoltato annoiata il rapporto di Mog'var stando seduta con espressione imbronciata sulla sua poltrona di comandante. Dopo tutto quel tempo passato a bordo della nave aliena, il suo ufficiale più esperto in comunicazioni era riuscito ad accendere pochi altri schermi alieni e a far apparire simboli nuovi, senza però raggiungere risultati concreti.
- Troppo poco! - ringhiò Brell quando il suo ufficiale le ebbe esposto le sue supposizioni.
- Capitano, credo che questo sistema sia danneggiato o che la console di comando non si trovi in questo locale.
- È l'unica sala dove quelle... lenzuola si accendono. Ce ne sono molte, non può che essere la sala di comando – Accompagnò la frase con un brusco gesto di disprezzo nei confronti della fragile tecnologia aliena.
- Molte sono danneggiate! - esclamò Mog'var. La condensa sulla visiera del suo casco impediva a Brell di vedere l'espressione del suo ufficiale, ma dal tono di voce capiva che anche lui era scontento.
- Tornate a bordo! Speriamo che almeno l'esplosione di quella nave sia divertente!
- Capitano! Le informazioni contenute in questa nave potrebbero aiutarci a navigare!
- BaQa'! Non riusciamo a tradurre la loro lingua! - sbraitò Brell. Sapeva perfettamente che avrebbe dovuto esserci una mappa e una rotta tracciata da qualche parte: la posizione dei pianeti abitati era un'informazione preziosissima. Ma non riuscivano a trovare niente. Quella nave sembrava venire dal niente ed essere diretta nel nulla.
- Non io... ma conosco qualcuno che può farlo.
Alle parole del suo ufficiale scientifico Brell si mise a sedere più compostamente sulla poltrona del comandante della Jaj'lw e, come se fosse lì davanti a lei, squadrò bene in viso il klingon.
- Chi sarebbe costui? – chiese Brell interessata.
- Il comandante Data – rispose asciutto Mog'var.
- Qu'vatlh guy'cha' baQa'! – bestemmiò Brell, ma il suo ufficiale sullo schermo non fece una piega sentendo il tremendo insulto.
- Qo'nos è troppo lontana, comandante. L'Enterprise deve essere ancora nelle vicinanze del tunnel spaziale. Quei petaQ non intendono darcela vinta sullo sfruttamento del nostro tunnel e lei lo sa!
Brell si buttò contro lo schienale e incrociò furiosa le braccia sul seno mostrando i denti limati. Non aveva nessuna voglia di chiedere aiuto alla Federazione: avrebbero trovato il modo di accampare diritti sul tunnel spaziale. Ma se voleva navigare con successo, doveva trovare il modo di avere le mappe stellari della nave aliena.
- Il tunnel spaziale si trova a dieci giorni di navigazione da qui – obiettò Brell. In realtà le trasmissioni erano cessate da otto giorni, ma l'isolamento era stato totale e davvero pesante da sopportare. Soprattutto l'assenza di notizie di K'tann le opprimeva il pur indurito cuore di klingon.
- Ho in mente un'idea... col suo permesso, capitano.
- Va' avanti – lo esortò Brell, acida.
- Un siluro disarmato potrebbe essere equipaggiato con un congegno da me ideato... manterrebbe la velocità curvatura per diverse ore. All'interno una trasmittente ripeterebbe all'infinito il nostro messaggio. Se non incontra nessuno per strada, giungerà presso l'imboccatura del tunnel spaziale e gli incrociatori di guardia potranno raccogliere il nostro segnale.
- Ingegnoso... - disse Brell con una smorfia simile a un sorriso soddisfatto.
- Per la gloria dell'Impero – le disse serio Mog'var.
- Chiederemo l'aiuto della Federazione. Qapla'! - disse Brell chiudendo il collegamento.
   
 
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