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Autore: Nanek    22/03/2014    20 recensioni
Tratto dalla storia:
«Dovrei farti arrabbiare più spesso se il risultato finale è fare l’amore con te» le sussurra, facendola arrossire come non mai, mentre le bacia ancora le labbra, avvicinandosi a lei, avvolgendola in un abbraccio.
«Pensi davvero quello che hai detto?» le chiede ancora, alludendo a quella confessione: lei farebbe davvero l’impossibile per lui? Lei… vorrebbe davvero una famiglia? Con lui?
«Non mi piace dare aria alla bocca Cal, quello che dico lo penso davvero» dice decisa, baciandogli il petto.
«Pensi anche che io sia un cretino?» ridacchia lui, accarezzandole la schiena.
«Sì, a volte sì» confessa lei, stringendolo a sé «Soprattutto quando flirti con quelle tutte “tette e culo” e zero cervello» lui alza gli occhi al cielo.
~
*Questo è il sequel di “So Out Of Reach”, suggerisco la lettura di questa storia per poter capire i vari intrecci ;) La trovate nel mio profilo ;) Buona lettura ;) *
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=CZSa3Vz4yGg :)
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calum Hood, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

What about us?

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No, I don’t wanna love
If it’s not you.
 

 
Quando Lune Hemmings apre gli occhi vede la figura di Calum ancora davanti a lei.
Calum dorme, il viso vicino al suo, le labbra serrate, il respiro lento, il braccio fuori dalla coperta vicino a lei come a non volerla sentire lontana: sorride la piccola Hemmings a questa immagine, sorride tenera a quel viso così dolce, così bello, così attraente che la spinge ad avvicinarsi ancora, a posare le sue labbra su quelle di lui, posarle sulle guance, sul naso, facendo il tutto con calma per paura di svegliarlo, cosa che lei non vuole assolutamente: deve andare a casa, se lui si sveglia la voglia di andarsene cessa di esistere e lei sa bene che deve fare il suo rientro, deve studiare un po’, deve dare una mano a sua mamma o suo papà la riempirà di parole perché “Sempre a feste e mai sui libri” direbbe, come fa ogni volta.
Che papà noioso. Si lamenta nei suoi pensieri, mentre si concede un ultimo contatto con quella bocca così carnosa, beandosi per ancora pochi istanti di quel corpo nudo sotto le coperte, il corpo così bello di Calum, così perfetto, che la fa arrossire al pensiero di averlo sfiorato, quella notte.
Si morde il labbro a quel ricordo, si volta prima di poter cambiare idea ancora, cerca i suoi vestiti, si copre velocemente, deve scappare, deve andarsene.
Riceve un messaggio da sua mamma, un messaggio inviato ancora la sera precedente, ma che lei nota solo in questo momento: le ricorda di dire a Calum della cena organizzata per questa sera, la cena che neanche Lune si ricordava più.
Sorride, quasi vorrebbe urlare dalla felicità: rivedrà presto il “suo” Calum, rivedrà presto quegli occhi scuri, quel sorriso stupendo, non vede l’ora sia ora di cena.
Lascia un post it sul frigo, scrive velocemente prima di andarsene.
“Cena a casa Hemmings questa sera, mamma dice di non dimenticartelo. Ore 8, ti aspettiamo. Lune x” e sorride soddisfatta, a volte i suoi genitori hanno davvero idee geniali.



«Dai papà la festa inizia alle undici, perché non posso andare?» si lamenta la giovane Lune, che segue il padre, Luke, per casa, tentando di convincerlo a dirle di “sì”: la sua amica Breanne l’ha chiamata esattamente cinque minuti fa, annunciandole l’apertura di un nuovo locale per studenti universitari, la festa inizia abbastanza tardi, riesce a cenare con loro e poi andare, non può perdersi quell’evento, ci vanno tutti, non può passare per la sfigata.
«Lune, anche ieri sera sei andata fuori mi sembra, a questa festa puoi anche fare a meno di partecipare» dice Luke, sospirando rumorosamente davanti all’insistenza della figlia, che lo sta letteralmente portando allo sfinimento.
«Papà, ho bisogno di vivere! Mamma, diglielo tu» cerca man forte da parte di June, lei che alle feste universitarie è sempre andata, lei che le lascia sempre il via libera, lei che non riesce a dire di “no” a sua figlia, in nessuna circostanza.
«Vengono tutti gli zii e i tuoi cuginetti, non puoi fare questo sacrificio?» brontola Luke, sistemando le ultime cose sulla tavola in soggiorno.
«Papà, c’è Philip per questo! I miei “cuginetti” sono piccoli, io ho vent’anni! Hai presente? Tu a quell’età eri in giro per il mondo non a casa con i cuginetti!» e Luke sospira, maledicendo la sua carriera, maledicendo il carattere così persuasivo della figlia che sa bene di averla vinta anche questa volta, sa bene che il suo papà ha solo bisogno di essere portato allo stremo delle forze per avere il via libera.
«A che ora torni a casa?» le chiede, mentre lei lo abbraccia da dietro, lasciandosi scappare un “sì” gridato appena e liquidando la risposta con un vago «Non tarderò, al massimo mi fermo dallo Zio Cal» e Luke alza gli occhi al cielo: comincia a ripetere il solito monologo, nel quale spiega alla figlia che suo zio non è il portinaio di un Hotel che lei può sfruttare a suo piacimento, che Calum è solo, è ancora depresso per il divorzio, che usarlo per soli scopi personali non è carino, soffre anche se non lo dà a vedere e lei è un pochino irrispettosa nei suo confronti.
«Dopo chiedo conferma allora, io gli tengo compagnia, appunto perché è da solo» si mette a correggere il padre, salendo le scale verso camera sua: deve prepararsi per l’uscita, dopo non avrà più tempo per farlo.
«Philip, aiuta tu il papà!» incarica il fratellino, scappando prima che qualcuno le possa dire qualcosa.


Alle otto in punto Lune scende le scale nel momento in cui gli ospiti fanno il loro ingresso in casa: Tommy e James Clifford si sono già messi a parlare con il piccolo Philip Hemmings, lasciando da sola, a nascondersi dietro le gambe del papà Ashton, la piccola Sophie, che è così timida da diventare tutta rossa non appena June le rivolge la parola, le famiglie Irwin e Clifford sono presenti.
«Ciao zii e zie» saluta Lune, osservata da tutti i presenti come se fosse un’estranea: il vestito cade a pennello a una mano sopra il ginocchio, senza spalline, i capelli lunghi e biondi, mossi, perfetti, ma forse quello che colpisce di più, sono le scarpe fin troppo alte e il suo rossetto così… acceso, impossibile da non notare, che le dà un tocco perfetto; è bella la giovane Hemmings, è bella e fa sorridere i presenti, tutti tranne Luke che comincia a lasciar libero sfogo alle sue lamentele.
«Lune, ma ti sembra un vestito adatto? Sei mezza nuda, no, non mi piace, non va bene» e tutti lo deridono, la sua gelosia non ha fine, la sua bambina non ha più dieci anni, la sua bambina è un’adulta, non ha bisogno delle sue paranoie.
«Voglio vedervi quando i vostri figli avranno quindici anni, cari miei» risponde a tono guardando i suoi amici: i piccoli Clifford hanno ancora dieci e nove anni, la piccola Sophie ne ha appena sette, hanno ancora tempo per crescere e far preoccupare i rispettivi genitori.
«Meno male che ho il mio campione, vero Philip?» gli accarezza la testa Luke, al suo piccolino di appena nove anni, che è troppo preoccupato a parlare di macchinine per badare il padre.
Lune sorride, avvicinandosi a loro, facendo segno di andare in salotto, comportandosi sempre in modo gentile, educato, la giovane Hemmings è davvero perfetta.
«Calum è sempre in ritardo» commenta Ashton, prendendo posto, seguito dagli altri che cominciano a dargli corda, lamentandosi del moro e della sua sempre mancata puntualità; volgono poi lo sguardo verso Lune, chiedendole «Gli hai ricordato la cena vero?» e ricevendo da lei un cenno con la testa «Ho lasciato un post it». Nel momento in cui termina la frase, il campanello di casa Hemmings si fa sentire ancora, facendo balzare il cuore in gola alla giovane Lune che arrossisce d’un colpo e si affretta ad andare ad aprire a Calum.
È tutto il giorno che aspetta questo momento, è tutto il giorno che non vede l’ora di vederlo: che cosa le dirà? Parleranno di quel che è successo? Ma sì, ne è sicura, la notte passata è stata bellissima, è stata perfetta, lo sentiva suo come se lui le appartenesse da sempre, l’ha toccata con mani così delicate, così speciali, quelle mani così perfette che la fanno ancora rabbrividire, quella mani che al solo pensiero la fanno irrigidire; e quelle labbra, così morbide, così bisognose di lei, quelle labbra che ha sempre sognato nei suoi sogni più nascosti, più segreti.
Deve smetterla di pensare a quel che hanno fatto, è in casa con tutti i suoi parenti, non deve permettersi di scivolare, non ora, non prima di aver parlato con Calum.
Apre la porta, lo accoglie con un sorriso sincero in viso «Ciao, Zio» annuncia, notando gli occhi spalancati di lui nello scorgere la figura di lei, lei con quel vestito così dannatamente corto e attraente, lei che lo guarda con occhio così felici, mentre lui… sembra imbarazzato come non mai, tanto che entra in casa velocemente, senza neanche un bacio sulla guancia per la sua Lune, senza neanche un sorriso, senza neanche un cenno con il capo, solo la fretta di entrare, solo la fretta di allontanarsi da lei, solo la necessità di starle lontano.

Ma quello che lui non sa è che arrivare tardi comporta a delle conseguenze e lui e Lune sono seduti vicini, provocando in lei una risatina quasi diabolica: gliela fa pagare, non ci si comporta così, non con la nipotina che ha sempre avuto maggiori attenzioni da parte sua.
«Finalmente sei arrivato, Cal! Che scusa usi per giustificarti?» lo riprende Michael, facendolo arrossire, mentre si gira ad osservarlo, facendo cadere l’occhio sul collo del moro e notando quel leggero marchio.
«Calum Thomas Hood che hai da raccontarci sul fronte “sesso violento”?» e Calum sbianca, Lune scoppia in una risata rumorosa, lo Zio Mike è un genio assurdo, solo lui può aver già messo in imbarazzo Calum e lei gliene è grata, è come se la stesse vendicando senza sapere.
«Un succhiotto in pieno collo, racconta, Hood, siamo curiosi» e Luke sposta l’attenzione su Lune «Spero per te, caro Calum, che tu non abbia fatto sconcerie in presenza di Lune!» eccolo il solito papà geloso, protettivo, esagerato.
«Ecco perché mi hai cacciato via alle sette di mattina! Zio monello» esclama Lune, come a non voler essere coinvolta, come a voler lasciare Calum da solo contro la derisione di tutti.
«Povera Lune, mandata via per una scopatina» dice Ashton, mentre le donne presenti, ossia June, Abby e Sue chiedono di abbassare i toni: ci sono dei bambini in quel soggiorno, bambini che non hanno bisogno di conoscere certi termini così volgari.
«Mangiamo, per favore, non è nulla, mi sono pizzicato, non è un succhiotto» taglia corto il moro, facendo ridacchiare i suoi amici, facendo ridacchiare pure Lune che cerca di non passare troppo inosservata.

Durante la cena, la piccola vendetta della giovane Hemmings ha inizio: tiene la mano sotto al tavolo, cerca in tutti i modi di toccare Calum, gli tocca le gambe, gli sfiora il ginocchio, cerca ogni modo possibile e immaginabile per farlo imbarazzare, per farlo arrossire, per farlo vergognare a morte senza essere vista da nessuno: ma quello che Lune non capisce è che Calum quei giochetti li conosce fin troppo bene, li conosce e sa gestirli, ha diciotto anni più di lei per qualcosa, esperienze simili non sono nuove, non sono fonte di imbarazzo e la delusione cresce in lei, cresce non solo perché ogni suo tentativo fallisce miseramente, cresce perché Calum sembra averla privata di ogni cosa; l’ha privata del suo sguardo, del suo sorriso, persino della parola. Calum mangia, parla con gli altri, scherza con gli altri piccoli della famiglia, prende in braccio Sophie e le parla e finge che Lune non esista, finge che sia solo un fantasma, finge che tra di loro sia tutto normale, facendo crescere in lei una rabbia tale che la porta, alle dieci meno cinque minuti, a sbattere il bicchiere sul tavolo, ad alzarsi e congedarsi con un «Vado a preparami, la festa mi aspetta» riuscendo ad attirare l’attenzione di tutti i presenti, escluso Calum che viene richiamato dai suoi pensieri da Luke, che gli tira una gomitata e si avvicina al suo orecchio, bisbigliando qualcosa che Lune non riesce a sentire, mentre si allontana andando verso la camera.

Sta cercando un cappotto nell’armadio, quando sente la sua porta cigolare un po’, sente qualcuno richiuderla piano, cercando di non fare troppo rumore.
«Cosa vuoi Calum?» chiede senza neanche aver bisogno di sbirciare chi sia appena entrato: quel profumo lo sente lontano un miglio, deve aver esagerato come suo solito.
«Tuo padre vuole che ti convinca a non andare alla festa, sono lo “Zio della persuasione”» commenta lui, sedendosi sul letto di lei che continua a cercare il suo giubbotto come se le sue parole fossero prive di significato.
«Non ascolto mio padre, figuriamoci se ascolto te» sorride maligna, indossando il cappotto nero che trova. «Oh, e grazie per avermi rivolto la parola, Calum, sei davvero una persona matura» sbatte la porta dell’armadio, facendolo sobbalzare, facendogli finalmente alzare lo sguardo verso di lei.
«Lune, io… credo dovremmo parlare» balbetta, toccandosi in mento con fare nervoso, toccandosi i capelli, cercando di mantenere la calma.
«Credo che quello che è successo sia… da dimenticare. Lune, io… tu sei… dannazione tu sei la figlia di Luke!» esclama come preso dall'isteria.
«Wow, davvero? Credo di saperlo, sono Lune Hemmings, infatti» lo deride lei, seccata e scocciata, tutto avrebbe pensato, ma non una cosa simile da parte sua: cosa gliene frega se è figlia di Luke? Poteva pensarci prima, poteva pensarci prima di scopare con lei.
«Lune, ascolta» si alza in piedi, cercando di andarle vicino, ma lei indietreggia di un passo. «Ieri sera è stato… bello. Lo ammetto, ma… non può funzionare, credimi» e lei trattiene uno schiaffo da stampargli in viso.
«Non è semplice, è complicato e so che tu puoi avere di più» cerca ancora di dire, mentre lei alza gli occhi al cielo, come se quelle parole fossero la cosa più falsa che abbia mai sentito prima.
«Sì ovvio. Belle parole, Zio, magari dirle prima di fare sesso con me sarebbe stato meglio» dice a voce alta, facendo sbiancare Calum, che le fa cenno di abbassare i toni, che gli altri possono sentirla, che non è proprio il momento adatto.
«Io faccio quel cazzo che mi pare, Calum. Ficcatelo in testa» dice a denti stretti, mentre prende la borsa in mano e, senza rivolgergli ancora lo sguardo, esce dalla camera quasi correndo, scende le scale a una velocità tale che non scivola su quei tacchi per puro miracolo, saluta i presenti e sbatte la porta di casa, senza voltarsi.
Vaffanculo a lui, vaffanculo e basta. Impreca nella sua testa, inserendo le chiavi e mettendo in moto, sfrecciando via da quella casa, dirigendosi verso quel posto adatto per lei in questo momento, il posto che la distoglierà da quei pensieri almeno per un po’.
 
 


Note di Nanek

Cominciamo questo angolo autrice con un secco NO.
No no e ancora NO! ASSOLUTAMENTE NO!
NO, non sto impazzendo, ma è NO! IT’S A NO FOR ME!
Ma siete diventate pazze? 20 RECENSIONI AL PRIMO CAPITOLO?!?! Ma siete matte? Fatevi visitare per favore, così tante recensioni non le ha neanche il primo capitolo di So out of reach!! Non ci posso credere, sono letteralmente senza parole.
Ditemi cosa devo fare con tutte voi, volete che vi consigli un medico? Perché davvero, siete davvero incredibili!!!
Ma quanto bene vi posso volere?? Questo sequel pensavo fosse un emerito schifffio e guardate te, 20 recensioni, 25 preferite, 23 seguite, 2 ricordate: ditemi voi, la statua per i ringraziamenti la volete in oro? In platino? Non so, fatemi sapere!
Vi giuro, sono davvero senza parole, mi avete fatto una mega sorpresa, mi rendete davvero felice, dico sul serio, vi ringrazio di cuore, non so davvero che parole usare in questo momento.
Passando al capitolo proposto oggi: la nostra Lune si arrabbia, Calum non sembra essere troppo convinto di quello che è successo… si caccerà nei guai la nostra Hemmings? Lo vedremo presto ve lo prometto.
Bene, io direi che passo a voi, non ho l’umore troppo sereno dopo le “amazing news” date dai nostri adorati 4 australiani: è bello sapere che solo 800 fortunate li vedranno il 3 aprile e che io non andrò al WWA tour e quindi non avrò quella possibilità di vedere questi 4 fagioli, allegria insomma a me! Che amarezza.
Bene, detto questo, andiamo avanti, la depressione potrebbe scaraventarmi sotto terra.

Grazie a voi per aver messo la storia tra le preferite < 1Dforeverlove 1Dmyreasontobe  AbigailDarkness amoilsorrisodiluke cliffordshair fight_till_its_over  hazzasvoice_ Hollypops98
 hrtbreakgirl ineeddrewshug itsrowag Joy4ever justin_love_bieber Lostinmemories luce_ghiaccio 
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vi adoro <3

Grazie a voi per aver messo la storia tra le ricordate <3 AbigailDarkness DarkAngel1 vi adoro <3
Grazie a voi per aver messo la storia tra le seguite <3 AbigailDarkness caleidoscopio DarkAngel1 
Dauntless_ didiloveonedirection Eleanor_Rigby fight_till_its_over GiadaWriter Hi Hood
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NeneHoran Rosaly SadDakota She loves writing takeitall92 xhugmezain _beconfident_
  vi adoro <3

Grazie a voi per aver recensito <3 DarkAngel1 melaniekay96 hrtbreakgirl Nerhs louakamyangel Dauntless_ Anto Malik luke_is_a_penguin luce_ghiaccio Lou_Live Andy_5sos Marianne_13 Lostinmemories AbigailDarkness TheBlueRose Tomma_Ash fight_till_its_over HoransCoffee Mrs_Stypayhorlikson She loves writing  vi adoro <3

Grazie anche per le 405 visite al primo capitolo <3 ve lo giuro, mi avete dato un po’ di felicità, con poco, ma vi assicuro che mi accontento!
Ci sentiamo il prossimo sabato, spero di trovare qualche parolina da parte vostra (non esagerate suvvia :D ) e spero di non deludervi con questo sequel <3
Nanek

 
  
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