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Autore: thyandra    22/03/2014    3 recensioni
"I tuoi occhi non nascondono una luce di accennata follia, guardando la tua vittima giacere compostamente sul morbido giaciglio. La tua espressione rimane immutata, congelata in uno spasmo di futile compiacimento. Afferri le forbici con mani sicure, carezzandone per un lungo istante il freddo, liscio metallo.
Non pensi a nulla. La tua mente è avviluppata nel buio manto dell'oblio. Non senti nulla. Il tuo sorriso non scema, ma la gioia di quella vendetta non raggiunge il tuo cuore. Ce l'hai ancora, un cuore?
"
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa, Vincent Nightray
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sneering skull




 

I tuoi occhi non nascondono una luce di accennata follia, guardando la tua vittima giacere compostamente sul morbido giaciglio. La tua espressione rimane immutata, congelata in uno spasmo di futile compiacimento. Afferri le forbici con mani sicure, carezzandone per un lungo istante il freddo, liscio metallo.
Non pensi a nulla. La tua mente è avviluppata nel buio manto dell'oblio. Non senti nulla. Il tuo sorriso non scema, ma la gioia di quella vendetta non raggiunge il tuo cuore. Ce l'hai ancora, un cuore?
Le tue labbra restano curvate all'insù, folle maschera di un finto sorriso, ghigno senza emozioni di un cranio spolpato. Chi si sia cibato della tua carne, lo sai bene. Il tuo petto rimane freddo quando un pensiero si forma nei recessi della tua mente, svegliandoti da quel delirante torpore: ti hanno ucciso, hanno banchettato con la tua carne tenera, lasciandoti solo lo scarto; sei un cranio ghignante con occhi piangenti. Iridi spente, iridi già morte. Non vedi nulla quando la tua mano sinistra corre giù, affondando sulla tua vittima. Quando hai alzato l'arma?
Il manto nero nella tua mente si fa più spesso e una risata preme ai bordi delle tue labbra tirate. Un ghigno sadico, una risata folle. Continui a ridere anche quando le forbici tracciano un solco su quel petto morbido. Continui a guardarla con occhi morti, quella creatura indifesa.
Non ridi più. Ti ha già stancato. I suoi occhi ti sembrano familiari, ad un tratto paiono simili ai tuoi. Le tue labbra assumono una linea severa. La tua vittima continua a giacere sul letto sfatto, immobile.
Senti a un tratto le loro risate, le risate di quelle carogne; senti le loro zanne pungolare la tua carne, i loro sguardi di disgusto evitare le tue pupille. Perché ad una vittima è negato persino guardare il proprio carnefice?
No, ti sbagli. Loro non ti guardavano neanche. Non ti hanno mai sfiorato. Eppure, di te resta solo un cranio vuoto.
Loro ti hanno ucciso con l'indifferenza. Ti hanno trafitto con le loro calunnie. Ti hanno insegnato che la tua esistenza è una maledizione, che la tua vita è uno scherzo del destino; ti hanno fatto diventare un assassino: i tuoi occhi morti riflettono la felicità di Gil. Tu l'hai uccisa.
La Follia ti guarda ancora con occhi euforici, baciandoti il capo arruffato. Non ha volto, ma tu sai che i suoi occhi sono d'ambra e sangue.
Assottigli le palpebre. Ad un tratto il fastidio si impossessa di quel corpo vuoto, muovendolo come un giocattolo rotto. Riuscirai mai a provare un'emozione vera?
Le tue dita sono ancora strette convulsamente attorno al metallo intarsiato delle forbici, quando la porta si apre.
"Vincent, vieni, dobbiam- Vincent! Che cosa hai..."
Non riesce a terminare la frase, Gilbert.
Volti di scatto il capo, quelle tue membra fredde già tremanti d'eccitamento, unica alternativa alla noia che sembra portare il tuo nome. Il tuo cranio adesso ghigna amaro, in un angolo buio della tua mente spezzata.
Vedere la paura nei suoi occhi smuove qualcosa all'altezza del tuo petto e per un attimo senti ancora le zanne crudeli del biasimo banchettare con le tue ossa. Sai perché ti teme, ma odi il dolore che quello sguardo manda dritto a quel petto cavo. Se la tua sporca esistenza non merita un cuore, perché adesso lo senti sanguinare?
Quelle iridi d'ambra abbracciano la tua recente vittima, ancora sul materasso. Lo vedi sforzarsi di nascondere la pietà dal suo viso, ma non dai suoi occhi.
Non riesci a provare vergogna, osservando a tua volta l'ennesimo peluche sventrato.








 
Angolo autrice:
Ok, in quanti sono rimasti delusi dall'ultima riga? In quanti se lo aspettavano?
Beh, era tutto una metafora, ad ogni modo. Non so se Vince penserebbe mai tutte queste cose, ma è stato divertente provare a descrivere la follia (o qualcosa del genere) di Vincent bambino, fragile e già spezzato. Si accettano sia critiche positive che negative, dato che questa shot era una specie di esperimento. Spero vi sia piaciuto!
thyandra
  
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