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Autore: Follia    03/07/2008    5 recensioni
Greg è arrogante, vanitoso e sicuro di se.
June è saccente, acida e sarcastica.
A lui piace la bellona di turno.
Lei è felicemente fidanzata.
Si odiano.
Sicuri?
Fatemi sapere che ne pensate, sono apertissima a critiche e suggerimenti^^
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Don’t Want To Fall In Love

 

~ Ti odierò se posso, se no ti amerò controvoglia ~

 

 

Capitolo I

Battibecchi

 

 

June Parker sbuffò scocciata.

Semplicemente non li sopportava.

Così volgari, superficiali e sessisti.

Chiuse l’armadietto con un colpo secco e rumoroso.

Due paia di occhi si girarono, un po’ contrariati, nella sua direzione.

- Siete dei maiali. – constatò scuotendo la testa una volta ottenuta l’attenzione dei due presunti esemplari di homo sapiens stagliati di fronte a lei.

- Vedi Parker, - le spiegò Greg cingendole le spalle con un braccio – la tua è tutta invidia. Tu te le sogni due tette così,- e con un fluido movimento del capo indicò la fanciulla intenta ad abbeverarsi alla fontana poco distante, accidentalmente chinata in modo da offrire a tutti una splendida visuale del suo generoso decolté - ma non ti abbattere, al giorno d’oggi la chirurgia plastica fa miracoli, con la giusta somma di denaro te lo trovo qualcuno capace di trasformarti in una vera ragazza.

I due galantuomini scoppiarono a ridere sguaiatamente, urtando i sensibilissimi nervi di June, che si levò seccata il braccio di Greg dalle spalle e lanciò un pugno all’altro giovane, che pareva non avere nessuna intenzione di contenere la sua ilarità. – Matt! – lo rimbeccò infastidita – Tu sei mio fratello! Dovresti difendere il mio onore, non fare il gioco di questo... questo... – lanciò un’occhiata a Greg, che nel frattempo aveva assunto il suo consueto ghigno obliquo e strafottente, in cerca d’ispirazione – ... questo cafone!

- Scusa June, scusa – le disse lui, ridacchiando ancora.

- Parker guarda! Sta arrivando il principe azzurro! – le soffiò Greg vicino all’orecchio, simulando un entusiasmo smisurato.

Lei lo scacciò sventolando infastidita una mano, come si fa per allontanare una mosca, si stampò un sorriso a trentadue denti sulla faccia e si voltò in direzione del baldo giovanotto dalla folta chioma dorata che muoveva impazienti passi nella loro direzione.

Era Bret, il suo ragazzo.

Greg osservò la scena disgustato. Ogni santo giorno la stessa storia! Non li sopportava più. Non la sopportava più. Che bisogno aveva di sorridere a quella maniera quando lo guardava? Che bisogno aveva di sbattere così le ciglia, o di arrotolarsi così i capelli fra le dita? Quando aveva scoperto che si erano messi insieme per poco non gli era preso un colpo, insomma aveva sempre pensato che June sarebbe morta zitella! Bret era un suo amico, d’accordo, ma si era completamente bevuto il cervello, aveva cercato farglielo notare in più di un’occasione, ma lui niente. Lei non era il suo tipo, insomma, era petulante, saccente, fastidiosa e... distolse lo sguardo proprio mentre i due stavano per scambiarsi il primo agognato bacio della giornata, non aveva per nulla voglia d’assistere a quello spettacolo, ed i suoi occhi si posarono sulla ragazza del fontana, che dall’altra parte del corridoio stava lanciando languide occhiate proprio al suo indirizzo. Sfoggiò il suo sorriso più seducente e tornò a voltarsi vero gli amici.

- Ho trovato la mia prossima vittima! – annunciò di nuovo di buon umore

- Ma hai lasciato Brenda solo ieri sera – gli fece notare Bret, con una punta di disapprovazione nella voce.

- Povero piccolo ingenuo ragazzino! – lo canzonò Greg appropriandosi per un istante del tono pedante solito di June – Non pretendo che tu comprenda lo stile di vita di noi casanova!

- Tsk! Casanova!

- Matt di a tua sorella che il suo scetticismo palesemente ostentato, che ha per fine ultimo ed unico quello di urtare i miei nervi non mi tocca. Non mi tocca per nulla. – aggiunse chinandosi personalmente sull’interessata, di modo d’assicurarsi che il concetto le fosse chiaro.

- Matt di al tuo amico idiota che il mio scetticismo palesemente ostentato non ha come fine ultimo ed unico quello di urtare i suoi nervi, anche se, devo ammetterlo, trovo l’irritarlo una delle attività più rilassanti e remunerative di questo mondo, perché malgrado ciò di cui il tuo egocentrico compare pare essersi convinto in tutti i diciassette, insulsi anni della sua patetica esistenza, lui non è il centro del mondo ed il mio scetticismo palesemente ostentato era semplicemente un modo come un altro per esprimere la divergenza d’opinioni che corre fra noi rispetto all’etichetta di casanova che s’è autoappioppato e che per me sarebbe molto più veritiera se trasformata in sfigato – e sputò fuori l’ultima parola mimando con le dita il segno delle virgolette.

- Matt di a tua sore...

- E basta su, ragazzi! – sbottò ad un trattò Matt, sbuffando rumorosamente e roteando gli occhi.

A volte quei due erano davvero insopportabili.

Sì, presi a piccole dosi poteva anche essere divertente guardarli mentre si scannavano a vicenda, ma avere tutti i giorni nelle orecchie il ronzare dei loro perpetui battibecchi alla lunga diventava insopportabile.

In ogni modo Greg non accolse il suo invito a piantarla e con molta cortesia gli domandò per l’ennesima volta di riferire a sua sorella che tutto l’odio che nutriva nei suoi confronti in realtà serviva solo a mascherare l’enorme cotta che lei aveva per lui e via dicendo.

Naturalmente June, sebbene avesse tentato, da giudiziosa fanciulla qual’era, di darsi un certo contegno non poté ignorare una simile, lampante provocazione, per tanto decise di rispondere sommergendo l’impertinente amico di famiglia d’un’inverosimile quantità d’insulti ed epiteti poco carini sparati a raffica con la velocità e la precisione d’una mitragliatrice e certamente Greg le avrebbe risposto per le rime se solo i quattro, durante la loro lenta avanzata in direzione classe non fossero inciampati in una graziosa damigella dai capelli color del sole che alla loro vista si sbracciò per attirare a se uno sguardo in particolare.

- Ciao ragazzi... – li salutò cordialmente – Ciao Bret – aggiunse prodigandosi per assumere un cipiglio timido ed imbarazzato che comunque non riusciva del tutto a nascondere la vera natura piuttosto lasciva e per nulla inibita dell’innocente sorriso che s’era fatto strada sulle sue labbra rosse di rossetto. - ... June ci sei anche tu – osservò lanciandole da dietro lo sguardo mielosamente amichevole che svettava da sotto le lunghe ciglia curvate ad arte un occhiataccia omicida.

- Sì, ci sono anch’io Candy – confermò l’altra fanciulla arpionandosi saldamente, ma in modo apparentemente casuale al fianco del suo aitante fidanzato, lanciando alla rivale taciti inviti a tenersi alla larga.

- Va bè – miagolò Candy dopo qualche attimo di silenzio piuttosto teso, rotto ogni tanto solo dagli sghignazzi di Greg – Io ora vado, ci vediamo in classe. – fece per andarsene ma poi si bloccò di colpo, come se si fosse dimenticata qualcosa di vitale. Tornò a voltarsi nella loro direzione e sbattendo due volte le palpebre coperte di ombretto sventolò sinuosamente una mano in segno di saluto. – Allora ciao Bret...- soffiò, per poi allontanarsi lungo il corridoio ondeggiando ipnoticamente.

- Quella è cotta fratello! – proferì Matt lanciando un’amichevole pacca sulla spalla dell’amico.

- Ed è anche un bel bocconcino – annuì Greg fornendo il suo parere professionale in merito all’argomento. – La piccola June ha una rivale! – cinguettò con un ghigno obliquo e soddisfatto dipinto sulla faccia.

- La piccola June non ha nessuna rivale! – assicurò Bret catturando la bocca della donzella, che già si stava preparando a lanciare improperi per via di quel piccola che non aveva gradito per nulla, in un bacio piuttosto coinvolgente, al quale la bella, anche se colta di sorpresa, non esitò un secondo a rispondere.

Quando la questione si fece troppo accesa, il che avvenne in davvero poco tempo, a mettere termine all’idillio non furono gli inviti vomitati ed i grugniti disgustati di Matt e Greg, bensì l’intervento provvidenziale della vecchia e rugosa bibliotecaria che scacciò gli altri due e tenne in ostaggio i piccioncini per un buon quarto d’ora di predica sull’assenza di decoro che avevano avuto nell’esibirsi in tali, indecenti pratiche in pubblico, facendo loro saltare, con immenso disappunto d’entrambi, i primi minuti di lezione.

 

  
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