Pandora Hearts, 'Vale, Xerxes' di DanielaRegnard su EFP Fanfiction

Vale, Xerxes

«Break, non azzardarti a morire.»

«Xerx… Non buttare via la tua vita!»

E li hai delusi entrambi. Li hai delusi tutti, vero? Perché sei morto. Perché non ti sei battuto per la tua vita. Perché non ha combattuto per rimanere qui.
Qui dove, Xerxes Break? Tu, dove sei? Dov’è che vuoi restare?
Adesso dici di voler restare in vita, ma hai passato tutta la vita a ribadire che, quando sarebbe arrivata la fine, non ti sarebbe importato.
E invece, guardati adesso. Hai paura? Hai paura.
Paura di morire, di abbandonarli, di lasciare tutto questo; perché, dopo tanto tempo, sentivi di avere una famiglia, un luogo in cui tornare, qualcosa da proteggere. E ora, lo stai perdendo di nuovo. Ma stavolta non resterai tu solo, con troppe lacrime da versare e troppa poca speranza per un domani migliore. Stavolta, Kevin Regnard, resteranno loro indietro, a piangere su una fredda lapide. La tua, fredda lapide.
Non puoi farci niente.

«Xerx!»
«Break!!»

Ah, sono loro. Senti le loro voci in lontananza; le voci delle persone più importanti della tua vita, che piangeranno silenziosamente sulla tua lapide, stringendosi quando tutti saranno andati via, tentando di colmare il vuoto lasciato dalla tua assenza.
E’ buffo, Xerxes Break, perché normalmente in questi casi ti verrebbe da ridere. Eppure, adesso stai piangendo. Stai piangendo.
Quanti anni sono passati dall’ultima volta che hai versato una lacrima?
Tanti, troppi, non riesci neppure a ricordarli.

Guarda Sharon; è una donna forte. E’ cresciuta, non cerca di trattenere le lacrime, ma non cerca il conforto di nessuno; tenta, anzi, di confortarti in tutti i modi, accarezzandoti il braccio, e poggiando la sua testa sulla tua spalla, come faceva quando era una bambina.
Guarda Reim; è cresciuto, è un uomo. E’ lui che, con le sue spalle larghe e le sue braccia forti, stringe te e Sharon, cercando di comunicarvi sicurezza, sebbene anche lui sia sul punto di piangere. Eppure, non piange, non si fa prendere dal panico, non gli tremano le mani, non si pulisce nevroticamente gli occhiali come suo solito.
Sono cresciuti, entrambi, Xerxes. Entrambi grazie a te; perché a vegliare su di loro, a guidarli, ci sei sempre stato tu. E ora, beh, loro ti stanno restituendo il favore.
Ti stanno cullando, sono il tuo sostegno, non ti abbandoneranno mai; ma tu sai che questa volta non riuscirai a fare lo stesso.
Ti guarderanno addormentarti per sempre, perché tu l’hai fatto più e più volte con loro. Hai tenuto compagnia a Sharon numerose notti di tempesta, raccontandole storie o leggende, aspettando che si addormentasse. Hai guardato Reim addormentarsi sulle sue pile interminabili di documenti, per poi stuzzicarlo o fargli strani disegnini sulla fronte.
E ora tocca a te addormentarti.

«Non voglio morire! Io voglio.. Restare ancora qui...»

Va tutto bene, Xerxes. Tutto bene. Loro non sono arrabbiati con te; hai mantenuto la promessa.
Non hai buttato la tua vita; hai continuato a combattere per una giusta causa, e adesso riposa.
Riposa, perché Reim è un uomo.
Riposa, perché Sharon è una donna.
Riposa, perché Gil ha imparato a portare sulle sue spalle il peso della vita di qualcuno.
Riposa, perché Oz e Alice sono insieme ora, e non si arrenderanno davanti a niente.
Riposa, Cappellaio, la tua canzone è finita.

Buonanotte, Cappellaio _

Autrice nel paese della depressione
Non so quanto senso abbia ciò che ho scritto. Non so quanto possa essere comprensibile o veritiero agli occhi di qualcuno che legge... Mi importa, ma è secondario. Sentivo solo il bisogno di scrivere qualcosa al più importante tra tutti, Xerxes. Infatti, è a lui che voglio dedicare principalmente questa storia.. Assieme a tutte le persone che stanno soffrendo almeno la metà di quanto sto soffrendo io per la sua perdita.
Ora, questo angolo sembra più una seduta dallo psicologo breve breve, che delle note sulla storia, ma infondo non importa neanche questo.
Alla prossima