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Autore: 6t2r    23/03/2014    1 recensioni
Questa storia parla di un Raggio di Luna che per amore ha lasciato il cielo, ma il destino non fa mai nulla per caso.... Una nuova minaccia insieme a una vecchia torneranno a tormentare la terra, leggete e scoprite csa succede!
Prima Fan Fiction in assoluto, se volete leggere siete i benvenuti e se mi volete lasciare un parere ve ne sarò grata!
BUONA LETTURA
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jack Frost, Manny/L'uomo nella Luna, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte.... Avevo sempre amato la notte.  
Il buio che tingeva di viola e di blu tutto quello che toccava, la luna che rischiarava le cime degli alberi e le stelle, le stelle che splendevano, lontane e intoccabili. 
Mi mancavano terribilmente. Erano ormai quattro secoli che ero quaggiù, sulla Terra; prima ero un Raggio di Luna, danzavo con i miei compagni e le mie compagne, bagnando della nostra luce eterea qualsiasi luogo che toccavamo.
Danzavamo per tutta la notte, eravamo sempre spensierati e assolvevamo con impegno il nostro compito, che non era solo quello di portare luce, ma anche quello di controllare tutti gli spiriti, gli animali magici, persino i guardiani, e soccorrerli se avessero avuto bisogno di aiuto. 
Eravamo l'equivalente degli angeli custodi per gli umani. 
Ogni Raggio di Luna aveva affidato uno di questi personaggi che l'Uomo nella Luna stesso aveva salvato; dovevamo vegliare su di loro, senza però far capire la nostra presenza, e, soprattutto, senza mai entrare in contatto con loro, MAI. 
Era la prima regola, aiutare ci era concesso, ma parlare con loro, interagire e rivelare la nostra esistenza, avrebbe rotto ogni regola, e, manco a dirlo, io ero stato esiliato sulla Terra proprio per averla infranta. 
Il mio protetto era Pazuzu, uno spirito del vento molto antico, nato in Babilonia. 
Iniziai ad esistere nello stesso istante in cui lui venne trasformato, fu grazie alla magia sprigionata dall'Uomo nella Luna che Pazuzu, giovane dalla pelle abbronzata, sfuggenti occhi neri e capelli ancora più neri, divenne uno spirito, e io venni al mondo. 
La metamorfosi di un umano sprigiona tanto potere da far nascere un Raggio. 
Fui affidato allo spirito del vento con effetto immediato ed iniziai a vegliare su di lui sin dal primo giorno della mia e della sua nuova vita. 
Pazuzu, a causa della trasformazione, pur rimanendo magrolino e non troppo alto, sembrava un'altra persona. 
Aveva gli occhi di un grigio molto chiaro, sembrava quasi argento, capelli biondi che si scompigliavano al vento sembrando quasi la criniera di un leone, bocca rosa pallido e denti bianchissimi e leggermente storti, davano il meglio di loro ogni volta che si aprivano in un sorriso, dalla schiena gli spuntavano immense ali, bianche come le nuvole, dal piumaggio soffice e delicato, finivano con una punta che le rendeva estremamente aerodinamiche. 
Dal primo momento in cui cominciò a cavalcare i venti, ridendo per la gioia e l'emozione, lo trovai la creatura più splendida mai esistita, e, con gli anni che passavano e si ingrandivano come la mia esperienza, capii che avevo proprio ragione: Pazuzu era la creatura più bella mai esistita su tutta la Terra. 
Stavo sempre al suo fianco, anche quando i miei fratelli e le mie sorelle mi chiamavano per danzare e ridere nella notte, io preferivo rimanere accanto al mio spirito del vento. 

Passarono molti secoli e io continuavo ad occuparmi di Pazuzu, poi, quattrocento anni fa, quando l'Epoca Buia era finita da un pezzo e Pitch Black bramava la sua rivincita, accadde l'imperdonabile. 
Pazuzu aveva avvistato un grappolo di incubi galoppare verso il limitare della foresta in cui si trovava. 
Mi insospettii e mi feci più vicino a lui, non sicuro di quello che stava per accadere. Pazuzu non aveva mai combattuto contro il Re degl'Incubi, a lui non interessava se la gente avesse paura o no, gli bastava compiere il suo dovere di spirito dei venti portando brezze di primavera e bufere d'inverno. 
Eppure quegli incubi sembravano portare con loro una minaccia molto poco velata. 
Quando arrivarono nella radura in cui si stava riposando, tra di loro, spuntò Pitch Black in persona, con tanto di lugubre sorriso e saettanti occhi dorati che avrebbero messo in fuga anche un cavaliere senza macchia e senza paura del pieno Medioevo. 
Pazuzu, però, rimase immobile, le ali leggermente aperte, in modo distrattamente minaccioso, e la fronte aggrottata.
"Pazuzu, lo spirito del vento, tutto solo e con i piedi per terra vicino al luogo in cui mi faccio una bella passeggiata ogni sera, devo essere proprio fortunato..." Esordì con voce profonda e tono ironico l'Uomo Nero.
 "Pitch Black.... Era da molto tempo che non avevo il piacere della tua presenza in superficie, l'ultima volta che ti ho visto eri stato sepolto dalla speranza dalla meraviglia dai ricordi e dai sogni" rispose Pazuzu, tirando su un angolo della bocca a mo' di sorriso. Ammirarlo in quell'atteggiamento provocatorio era una delle cose che amavo di più, ma che lo adottasse di fronte ad un avversario simile mi spaventava a dir poco. 
"Sono abbastanza potente da riuscire a rimettermi in forze in un tempo relativamente breve, solo che è molto difficile quando gli umani non credono in te." Pazuzu si spazientì
"Cosa vuoi da me, Pitch?" Chiese, in modo secco.
"Come ti ho già detto non riesco a raggiungere il massimo dei miei poteri senza nessuno che crede in me, quindi ho pensato di cercare alleati tra coloro che non si erano mai opposti al mio regno, tu sei fra questi. La tua potenze è leggendaria, potremmo fare grandi cose insieme" 
il suo tono era viscido, come se stesse imprigionando lo spirito in una viscosa mano di parole.
"E se dovessi rifiutarmi?" 
Pitch fece un ghigno raggelante 
"Ti ucciderei" 
Dal modo in cui aveva detto quelle due parole sembrava che, in un certo senso, quasi ci sperasse in un rifiuto, per placare i suoi istinti sanguinari. 
Pazuzu spalancò le ali, indietreggiando di un passo. 
Dovevo fare qualcosa, allearsi con il Re degl'Incubi era una prospettiva orribile, ma la morte era peggio. 
Gli avrebbe succhiato via tutti i poteri fino all'ultima goccia, lasciandolo come un guscio vuoto. 
Un terrore ceco mi invase, anche la visione del suo bellissimo sorriso condannato a diventare un ghigno, i suoi limpidi occhi corrotti dall'oscurità, i suoi modi gentili e l'indole spensierata trasformarsi in malvagità e odio. 
Non potevo lasciare che una cosa del genere accadesse. 
"Ti lascio tre giorni per pensarci" intervenne Pitch, distogliendomi dalle orribili visioni che mi si paravano davanti  "dopo di che verrò da te, puoi star certo che, in qualunque posto tu sia, i miei incubi ti troveranno, quindi usa questo tempo per riflettere attentamente sulla mia proposta invece di tentare di fuggire come un passerotto spaventato. A domani Pazuzu." Dette queste parole di commiato Pitch si voltò e se ne andò da dove era venuto. 
In quel momento mi venne un'idea. 
Gli incubi del Re degl'Incubi potevano raggiungere ogni luogo sulla Terra... Ma non sulla Luna! Dovevo portarlo lassù, nasconderlo da Pitch e dall'Uomo nella Luna contemporaneamente, sarebbe stata molto dura, ma non potevo perderlo. 
La vera ragione di questo mio attaccamento a Pazuzu ormai era chiara: mi ero innamorato di lui. 
Lo ero stato dal primo momento in cui l'avevo visto, lo amavo perchè era bellissimo, dolce, spensierato e vederlo volare, con quello sguardo elettrizzato e carico di gioia, era quasi commovente. 
Dovevo salvarlo, senza di lui io non ero niente, perché, che si fosse convertito al buio o che fosse morto, era certo che lo avrei perso. 
Fu in quel momento, con la consapevolezza di non avere alternative e con la speranza che nessuno se ne sarebbe accorto, che ruppi la prima regola, diventando visibile e corporeo. Chiusi gli occhi e pensai con tutte le mie forze di diventare materiale. 
Vidi, oltre le palpebre, una gran luce bianca, quando le riaprii ero in piedi difronte ad un Pazuzu decisamente scioccato, con tanto di occhi sgranati, bocca semi aperta e ali spiegate. 
Gli sorrisi, sentendo che bella sensazione dava la leggera brezza che sfiorava la pelle, consapevole del fatto che lui ne era il padrone. 
Provai a dire qualcosa, ma avevo la gola secca, più per l'emozione che per la trasformazione. 
Tossii un paio di volte e finalmente riuscii ad articolare un saluto
"Ciao" non un gran saluto, ma sicuramente poteva andarmi peggio. 
Provai ad aggiungere qualcos'altro, vedendo che Pazuzu non reagiva 
"il mio nome è Alek, non preoccuparti vengo in pace, sono un Raggio di Luna." 
Finalmente il mio interlocutore si riscosse, chiuse la bocca, sbatté le palpebre  e richiuse il piumaggio.
"Sei una specie di inviato dell'Uomo nella Luna?" Chiese. 
Mi stupii che fosse arrivato alla giusta conclusione così in fretta, anche se ripensandoci non era così difficile da capire. 
Annuii, continuando a sorridere e sperando ardentemente di non avere un'espressione da ebete. 
"Non puoi accettare la proposta del Re degl'Incubi, Vento." 
Sapevo che gli piaceva essere chiamato così, trovava il suo nome troppo antico, e io gli davo piena ragione. 
Vento era molto poetico come nome, e lo rispecchiava molto più che Pazuzu.
"Stavi origliando?" Il suo tono non era arrabbiato, solo stupito. 
Sospirai, deciso a raccontargli tutta la verità, se dovevo convincerlo a venire con me avrei dovuto spiegargli la situazione. 
Sperai che non si arrabbiasse.
"Quando un nuovo spirito o animale magico nasce, l'Uomo nella Luna gli affida un Raggio di Luna che funge da custode, ognuno di voi ne ha uno, ma non potete vederci, siamo come spettri che vi seguono ovunque andiate, per proteggervi e aiutarvi nei momenti di bisogno." Dallo sguardo che mi lanciò sembrò credere alle mie parole. 
Annuì ed iniziò a camminarmi intorno, come a guardarmi da ogni angolazione. 
Mi sentivo in imbarazzo, ma dovevo ammettere che io avevo fatto lo stesso con lui per molti secoli, quindi stetti immobile.
"Avevo sentito parlare di una cosa simile, North vi definisce i guardiani dei guardiani..." 
Mi ricordavo di aver assistito a quel discorso tra Vento e North, mentre il primo aiutava il secondo a scegliere le correnti d'aria più veloci e non pericolose, per guidare la sua slitta, come ogni Natale. 
In effetti era divertente pensarla in questo modo, anche se la maggior parte dei nostri protetti non facevano parte dei guardiani. 
Vento continuò, smettendo finalmente di girarmi intorno.
"Credevo di essere pazzo, ma evidentemente non mi sono sognato nulla." Alzai un sopracciglio, lui sorrise 
"Io ti ho sentito. Ti ho sentito mettermi una mano sulla spalla nei momenti in cui avevo bisogno di conforto, ma nessuno era vicino a me. Anche nel luogo più solitario del mondo, io sentivo di avere qualcuno accanto." Mi guardava fisso negli occhi, io ero in iperventilazione, avevo smesso di respirare, avevo le vertigini ed un immenso sciame di farfalle che mi vorticavano nello stomaco. 
Mi mise una mano sulla spalla e fece quel suo sorriso aperto e pieno di vita che mi diede il colpo di grazia, avevo le gambe così molli che mi stupivo di essere ancora in piedi. 
"Grazie" disse. 
Non riuscii a trattenermi, erano secoli e secoli che volevo assaporare quelle labbra così belle, feci un passo in avanti e lo baciai. 
Eravamo alti uguali quindi fu estremamente breve il movimento che dovetti fare. 
Lui non si ritirò, ma non ricambiò nemmeno il bacio. 
Mi staccai, imbarazzato, feci un passo indietro ed abbassai lo sguardo. 
Mi sentivo come se la Luna la Terra e tutti i sui abitanti mi fossero caduti addosso, contemporaneamente. 
"Scusa... Io...." Mormorai. Avevo la voce stridula, come sull'orlo di una crisi di pianto.
"Io... Non ti conosco nemmeno." Disse Vento. 
Alzai lo sguardo ed incontrai il suo, con quel gesto, se possibile, mi sentii ancora peggio. Decisi, però, di rimandare la sofferenza a dopo, avevo ancora la ferma intenzione di salvarlo.
"Io si però. Sono stato con te sin dall'inizio, e da lì non ti ho mai lasciato un attimo. Quindi ti prego ascoltami." Lo pregai. 
Vento annuì, con sguardo triste. 
Mi venne voglia di abbracciarlo, ma mi trattenni, non avrei fatto lo stesso errore in così poco tempo. 
"Io voglio salvarti. Non permetterò a Pitch di farti del male." Il mio sguardo era deciso e risoluto, sperai che mi desse ascolto. 
"L'unica soluzione, però, è il tuo allontanamento dalla Terra. Lui ti troverà ovunque andrai qua, e, anche se molto meno di prima, è abbastanza potente da batterti... E con questo non sto dicendo che tu sia debole, solo che lui è più forte, quindi ti prego vieni con me." Parlai tutto d'un fiato, poi aspettai la risposta, preoccupato e teso all'inverosimile.
"So che è l'unica soluzione, non potrei mai chiedere aiuto ai guardiani o a qualsiasi altro spirito rischiando di metterli in pericolo, ma non posso nemmeno scappare." Lo guardai stralunato, aggettivo che mi si addiceva in modo ironico, ma in quel momento non pensavo all'ironia.
"NO!" Lo presi per le spalle "Ascoltami, so che ti senti pronto ad affrontarlo, ma NON PUOI! Ti prego ascoltami!" 
Lui sorrise, mi prese le mani e le tolse dalle sue spalle, ma non le lasciò andare mentre mi rispondeva, col tono più calmo possibile.
"Alek..." 
Sentirlo pronunciare il mio nome, mentre mi guardava dritto negli occhi, mi fece venire un brivido lungo la schiena. 
"Capisco che tu voglia aiutarmi, come hai sempre fatto, ma non posso scappare. So di non essere potente come il Re degl'Incubi, ma so anche che se mi tirassi indietro mi odierei per sempre. Voglio battermi con lui, se riuscissi a sconfiggerlo o anche solo ad indebolirlo potrei scampare la minaccia di un suo ritorno. Ti ringrazierò sempre per avermi aiutato in momenti difficili, come adesso. Ma la scelta è mia, e io ormai ho deciso." 
Lo sguardo risoluto mi fece capire che non sarei riuscito a fargli cambiare idea. 
Vento non era un tipo testardo, se non quando si trattava di salvare altre vite. Quando l'Epoca Buia era finita aveva capito di aver sbagliato a non schierarsi, avrebbe potuto salvare qualcuno, forse, se avesse riunito gli spiriti di allora e sfidato il Re degl'Incubi. 
Non voleva fare lo stesso errore, ormai lo avevo capito. 
Gli strinsi le mani, per fargli capire che io ci sarei stato, come avevo sempre fatto. 
"Capisco la tua scelta, ma io non..." Stavo per dire che non volevo perderlo, ma il suo rifiuto di prima mi bruciava ancora. 
Abbassai la testa e mi staccai da lui, consapevole di essere ancora materiale e di aver trasgredito una regola molto importante. 
Ne era valsa la pena. 
Avevo toccato Vento. 
Non ci ero mai riuscito prima, quando ero un pallido fantasma incorporeo. 
Guardai la Luna e mi colse il panico. 
Ero sicuro che l'Uomo nella Luna mi avesse visto, e lo fui ancora di più quando lo sentii parlare. 
Sapevo che poteva sentirlo anche Vento, me lo diceva la sua fronte aggrottata e il fatto che guardasse verso la Luna, come facevo io.
"Alek... Mi hai molto deluso figlio mio. Sapevo del tuo attaccamento al tuo spirito ma non pensavo potessi essere capace addirittura di infrangere la prima regola e di mostrarti a lui. Sai che devo prendere un provvedimento." Fece una pausa, sentivo il cuore battermi in gola. Guardai Vento ed incontrai i suoi occhi grigi. 
"Ti offro una scelta." 
Sapevo che entrambe le alternative non mi sarebbero piaciute. 
"Puoi tornare incorporeo e stare per sempre lontano da Pazuzu..."
"E lasciarlo solo durante lo scontro con il Re degl'Incubi?! Non lo farei mai! Non puoi chiedermi una cosa simile!" Lo interruppi
"Molto bene, questo ci porta alla seconda scelta, puoi essere esiliato dal cielo, diventare uno spiritello con i poteri necessari a renderti immortale e sopportare l'idea che il tuo protetto non potrà avere un nuovo Raggio di Luna, se non vorrà stare accanto a te." In quel momento capii che la scelta era tra il mio bene e il suo. 
"Alek, se deciderai di rimanere sulla Terra io starò con te, ma sai che tra tre giorni..." Lasciò la frase in sospeso, ma capii perfettamente cosa intendesse. A quel punto la scelta era facile. 
Non mi importava di un'eternità da solo e senza uno scopo, avrei fatto di tutto per rimanere con lui fino alla fine. 
Sospirai.
"Va bene. Scelgo di essere esiliato sulla Terra. Padre, ti faccio le mie scuse. Spero che mi perdonerai un giorno." 
L'Uomo nella Luna mi rispose con voce triste.
"Ti perdono Alek, ma sai che è giusto che tu sconti la tua pena." 
Annuii. 
La luce mi avvolse di nuovo per un breve momento e, quando scomparve, portò via con se la mia capacità di tornare incorporeo. 
Mi sentivo pesante e avevo un dolore incredibile alla testa. Non avevo mai provato delle sensazioni fisiche, e quelle che sentivo in quel momento mi stavano sopraffacendo. 
Guardai Vento, che mi venne incontro con sguardo triste e carico di ammirazione.
"Scusa se non avevo capito quanto tu tenga a me. Sono felice di averti vicino." 
Sorrisi, ma non dovetti riuscirci molto bene, ero incredibilmente indolenzito.
"Cosa hai intenzione di fare adesso?" Chiesi. 
Lui si voltò e spiegò le ali.
"Mi devo preparare, tu riposati, mi sembri stanco, quando ti sveglierai sarò accanto a te, promesso" 
Senza aspettare una risposta si alzò in volo e sparì nel cielo. 
Io mi sdraiai sull'erba, ero effettivamente stanco, prima non avrei avuto bisogno di dormire o di riposare, ma da essere corporeo avevo questi limiti. 
Chiusi gli occhi e, per la prima volta, mi addormentai.

~

Mi riscossi dai pensieri, rivivere il mio passato in una volta sola non era molto saggio, anche se da quattrocento anni non facevo altro. 
Voltai le spalle alla Luna e mi inoltrai nella foresta ghiacciata, speravo di riuscire a riposare un po', ma quel freddo era insopportabile. 
Decisi di raggiungere un luogo più caldo con il mio consueto metodo di viaggio, mi aggrappavo ad un Raggio di Luna e gli chiedevo di portarmi dove desideravo, immerso nei miei pensieri non mi ero accorto di essere su un lago ghiacciato, mi girai velocemente per afferrare un Raggio che avevo intravisto alle mie spalle e scivolai sul pavimento gelato, battendo la testa. 
La botta mi lasciò intontito per qualche secondo, quando finalmente mi decisi a riaprire gli occhi mi ritrovai davanti un paio di occhi azzurri e brillanti e dei ciuffi argentati che danzavano al venticello freddissimo che si era alzato.
"Tutto bene?" Mi chiese il ragazzo. 
Lo riconobbi subito, era Jack Frost, lo spirito del divertimento e del gelo. 
L'ultimo acquisto dei guardiani. 
Si spostò per lasciarmi agio e io mi tirai sù sui gomiti, con conseguente fitta alla testa.
"Si" biascicai, ma dalla mia faccia dolorante era chiaro che mentivo. 
Jack mi posò una mano sulla testa, mano più fredda del ghiaccio in cui avevo picchiato. Capii che lo aveva fatto per evitare un bernoccolo, ma la sensazione non era esattamente piacevole, apprezzai comunque.
"Grazie" gli dissi, con un'altra smorfia.
"Dovere! Il ghiaccio era mio quindi rimedierò al danno" affermò sorridendo
"Apprezzo il tuo tentativo, ma mi rendo conto di essere io e solo io l'imbranato che è scivolato su un lago ghiacciato." Sorrisi anche io, sentendo finalmente sollievo alla testa.
"Comunque piacere, io sono Jack Frost, tu sei...?" 
Mi ricordai che lui non poteva conoscermi, solo io sapevo chi era lui, per un motivo alquanto infelice. 
Rimandai a dopo i ricordi del passato e risposi a Jack.
"Io sono Alek, piacere." Sorrisi e lui ricambiò. 
Mi ritrovai a fissare i suoi denti, erano così bianchi e dritti, non come quelli di.... Scossi la testa, per quel giorno avevo fatto già il pieno di sensi di colpa per il passato.
"Alek, lascia che ti porti alla fabbrica di North, ti farebbe bene una tisana calda, te la farò offrire per farmi perdonare." Mi si gelò il sangue e tolsi la mano di Jack dalla mia testa.
"Ti ringrazio Jack Frost, ma preferisco tornare al caldo della mia casa, se vuoi però posso offrirtelo io un tè o una tisana per farmi perdonare di averti trasformato in un infermiere improvvisato" proposi, con un sorriso speranzoso. 
Jack ci pensò un momento su, poi annuì
"Volentieri!"



Nota dell'autrice:
Salve! Per prima cosa vorrei ricordare che è la mia prima Fan Fiction in assoluto, quindi se è uno schifo mi farebbe mooolto piacere saperlo, quindi ben vengano critiche di ogni genere, a migliorare sono sempre in tempo (spero)! Comunque spero che vi sia piaciuta e se pensate che abbia speranze leggete recensite e io continuerò col prossimo capitolo. Se avete domande o dubbi non esitate a chiedere, cercherò di pubblicare il prima possibile ogni volta, e non essendo una persona particolarmente impegnata ci sono buone probabilità che aggiorni spesso. 

Un saluto :)
  
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