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Autore: check_for_double_meanings    23/03/2014    2 recensioni
-"(...)Quindi io stanotte, con questo pugnale mi privo di essa, senza senso senza il mio principe al fianco, per rincontrarlo nella prossima. Il dolore di uno squarcio nel petto non compara minimamente quello di una vita infelice, niente confronto alla gioia eterna dopo la morte. Per questo non ho paura, addio mondo.”-
E con queste parole si trafisse il petto con il pugnale.
L'ho scritta dopo aver visto un film riguardo Shakespeare, capitemi :)
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premetto di non essere una gran compositrice, ma la tentazione di far fare un discorso romantico a Nico era incontenibile.
Ho riso veramente tanto mentre scrivevo, spero metta di buon umore anche chi legge :)


-“Perché dovrei avere il dono della vista, se ai miei occhi non è concesso vederlo? Perché dovrei possedere delle mani, se non posso carezzare il suo corpo? Perché dovrei avere un cuore, se mi è proibito amarlo? Perché dovrei vivere la vita, se non posso passarla insieme a lui?
La natura del mio amore è sincera, è pura e sconfinata. Risiede nel profondo del mio animo, ma è così potente che straripa dalle mie labbra e ne inonda le mie parole. Sconfina nella mia mente e plasma i miei pensieri in sua funzione, i miei progetti per il futuro si adattano ad una vita intera insieme a lui. Quanto lieta sarebbe la mia esistenza con al fianco l’unica mia ragione di tale.
Oh, quali meravigliose sorprese il Fato avrebbe in serbo per noi! E se anche ci mettesse contro miriadi di sofferenze io sarei pronto ad affrontarle insieme a lui.
Nulla mia spaventa più di una vita senza amore.
Il mio tenero cuore si ribella al destino, così programmato, di un lieto fine tra principe e principessa, impresso nella mia mente dalla fanciullezza. Si ribella al matrimonio del mio principe con una principessa, so che il suo amore è riposto in lei. Si ribella al comando di gioia tra solo uomo e donna. Mi rifiuto di ubbidire alla monotona ingiustizia delle fiabe, che impediscono il mio amore per lui.
Non c’è malvagità nell’attrazione fisica e spirituale per un simile.
Perché la società non è pronta ad accettare l’amore di un principe per un principe?
Non esiste lieto fine per me, menzogne!
Ho perso il lume della ragione per il mio amato, che si rende conto a malapena della mia misera esistenza. Non posso sopportare il dolore della solitudine, più potente di ogni spada, freccia o lancia alcuna. Il peggiore dei mali mi è costretto soffrire.  
Il mondo intero mi rema contro! Il Sole è invidioso di me, perché nemmeno la sua amata Luna può essere comparata alla bellezza del mio amato. Il firmamento stesso sorride a pronunciare il suo nome, tanto melodioso suona.
Si, io che dall’alto di questa torre così vicina a lei la osservo, ma scorgo in lei nemmeno un’esigua parte della magnificenza della sfumatura bronzea della sua pelle. Il suo splendore non compara la lucentezza dei suoi occhi marini, o dei fluenti capelli corvini. La perfetta, bianca circonferenza s’inchina al cospetto dell’innaturale proporzione del suo corpo, come modellato dal più abile dei mastri scultori, con l’argilla più pura e priva di difetti. La sua essenza è mutabile, non capisco mai quale spettacolo, l’uno più appassionante dell’altro, stia mettendo in scena. Quanto irreale pare il suo aspetto!
Se solo il mio principe potesse montarmi sul suo possente cavallo e condurmi nel magico regno dell’eterna felicità. Già figura nella mia testa l’immagine di un grande castello, immerso in verdi distese dove la nostra progenie si diletta allegra come colorate farfalle in un bosco. Farfalle, si, perché dalla sua bellezza non possono derivare che altre gioie per la vista. Quante danze nel talamo nuziale!
Piegherei la mia esistenza alla volontà del mio amato se mi fosse permesso, mai l’adulterio oserebbe affacciarsi come possibilità nei miei pensieri. È l’unico a cui appartiene il mio cuore che mai si sognerebbe di abbandonarlo. Mille volte l’ho detto e mille altre se necessario lo ripeterò, quanto il mio spirito stesso desideri quel ragazzo, quanto il mio cuore sarebbe disposto ad amarlo senza misura.
L’effetto che il suo sguardo ha su di me è indescrivibile, il suono della sua voce è inebriante, il suo raro tocco sulla mia pelle è indelebile. Mai il mio cuore aveva sofferto tanto per qualcuno, mai aveva provato tanti sentimenti contrastanti tra di loro.
Il mio respiro si spezza, il mio corpo si immobilizza e la mia vista si annebbia mentre il mio cuore batte più rapidamente, il mio cruccio e la mia salvezza insieme.
Sia maledetto il Sole! Che può adagiarsi sul suo corpo dove dovrei essere io ad adagiarmi.
Sia maledetto il mare! Che avvolge il suo corpo nell’abbraccio in cui dovrei essere io ad avvolgerlo.
Sia maledetto il mondo! Che può godere della sua presenza in qualunque momento, mentre dovrei essere io a trascorrere la vita insieme al mio principe.
Lo aspetterò in eterno, fino alla fine del tutto, senza che il mio amore perda intensità, lo stesso amore che mi impedisce di dormire, lo stesso che mi corrode dentro.
Questo fuoco che mi brucia la speranza, che mi fa urlare dallo strazio, l’immensa sofferenza che provo nel sapere che non potrò realizzare alcuno dei miei piani con lui, è lo stesso che arde di passione nel desiderio di eternità.
Ma il mio amore oltrepassa ogni ostacolo, e giuro sulla mia stessa, miserabile persona che sarà mio, che sia in questa vita o nell’altra.
Quindi io stanotte, con questo pugnale mi privo di essa, senza senso senza il mio principe al fianco, per rincontrarlo nella prossima. Il dolore di uno squarcio nel petto non compara minimamente quello di una vita infelice, niente confronto alla gioia eterna dopo la morte. Per questo non ho paura, addio mondo.”-
E con queste parole si trafisse il petto con il pugnale.
Annabeth rimase immobile, senza parole per qualche istante, prima di alzarsi dalla poltrona ad applaudire commossa. Percy invece stava piangendo a dirotto e batteva le mani, quando non le usava per asciugarsi i fiumi di lacrime con fazzolettini di carta. Annabeth fu la prima a commentare - “Nico, sei stato incredibile. Hai interpretato il tuo pezzo in modo sublime, non solo sai comporre, ma sai anche recitare divinamente”-.
Nico si rimise in piedi e si tolse l’oggetto di scena dal petto, sorridendo appena.
- “Non ci sono dubbi sul fatto che la parte sia tua”- disse Percy con la voce spezzata dai singhiozzi.
- “Dove hai trovato l’ispirazione per un discorso tanto profondo? Chi è stata la tua musa?”- chiese Annabeth mentre una lacrima le scendeva lungo il viso.
Nico sorrise e puntò subito lo sguardo su Percy, che continuava ad asciugarsi le lacrime come fosse una ragazzina single durante un film romantico. Pensò che fosse bellissimo persino con gli occhi arrossati e l’espressione triste. Si irrigidì e il suo viso avvampò quando si rese conto di star ancora fissandolo.
Ma non distaccò lo sguardo dal suo principe.
- “Nessuno in particolare.” - rispose freddo, per non lasciar udire il ritmo del tip tap che il suo cuore stava ballando. Quando Annabeth fece per ribattere si accorse del contatto visivo che stava mantenendo con Percy, del lieve rossore sulle sue guance e dei suoi occhi sognanti, il suo cervello fece i calcoli alla velocità della luce, una lampadina le si accese in testa. Quando fece per aprir bocca Nico la zittì con una risata, ammiccò a Percy e sparì nell’ombra, lasciando un principe confuso e la sua principessa sconvolta.
  
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