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Autore: SiennaEfpForever    23/03/2014    0 recensioni
Esistono le gemme che nel “mondo” brillano come le stelle del firmamento, come gli occhi di due innamorati appena si incrociano per strada, come gli occhi di chi è in procinto di piangere e altro, molto altro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“L’amore fa male. L’amore porta pensieri che tutti noi non pensiamo d’avere.
Pensiamo di averli lasciati al nulla, ma invece, dopotutto, noi li abbiamo conservati nei nostri cuori.
Man mano noi cresciamo, sorridiamo al mondo nuovo e - ovviamente - con noi cresce anche il “mondo” così chiamato da noi umani.
Umani che provano sentimenti diversi, sensazioni diverse e molto altro.
Umani come tanti.
Umani diversi non esistono.
Esistono le gemme che nel “mondo” brillano come le stelle del firmamento, come gli occhi di due innamorati appena si incrociano per strada, come gli occhi di chi è in procinto di piangere e altro, molto altro. L’amore è l’amore.
La diversità e la diversità.
Noi siamo tutti differenti e al nostro interno forse anche un po’ siamo delle “gemme” di quel meraviglioso firmamento chiamato “realtà” che si estende nel cuore e nelle vite di ogni persona esistente.”


In quel periodo così anomalo della mia vita i fiori dei ciliegi di stagione cadevano al suolo come tanta piccola e candida neve d'inverno.
Il loro rintocco sul suolo portava alla mente molti ricordi di cui io - forse - mi ero completamente scordato, come il suo viso, il suo sorriso, il momento in cui mi ha sorriso per la prima volta, oppure anche il momento in cui lei suonava il piano e io l'ascoltavo con gli occhi chiusi e la mente che volava immersa nei pensieri e nei peccati commessi, oppure ancora quanto io e lei eravamo abbracciati davanti a quel tramonto che aveva portato nei nostri cuori un po' di pace e di tranquillità, oppure ancora quando lei mi disse di quel suo bellissimo sogno di partire per nuovi orizzonti e di scoprire nuove persone, paesaggi, suoni, strumenti e opportunità che il mondo riservava, o anche quando mi diede il primo bacio sotto quell'enorme cascata di gocce d'acqua che sorrideva al suolo e l'abbracciava con i suoi rintocchi intonati del canto d'amore di persone che con occhi stupefatti continuavano a fissarle, oppure... oppure anche quando lei mi prese per mano e mi portò nei suoi meandri della conoscenza sconfinata dell'amore, oppure anche quando la vidi la prima volta in quel bar, in autunno, mentre fissava da lontano delle piccole foglie di colore diverso cadere a terra e scontrarsi con il suolo che le attendeva, oppure anche quanto io la presi in braccio e la portai per i meandri di quella foresta che all'apparenza sembrava oscura ma che poi in verità era chiara come il cielo d'estate, oppure anche quando lei vide per la prima volta quelle grandi bancarelle nel periodo natalizio, oppure anche quando era incinta e le era venuta la voglia di cioccolata e patatine fritte, oppure anche... oppure anche la sua morte davanti ai miei occhi e davanti alla mia povera anima, oramai, smarrita, oppure le alte colline colorate leggermente da un bianco candido che portava la neve e l’inverno, oppure quando lei fissava con occhi da cervo quel piccolo mondo che al suo cospetto sembrava sconfinato come il nostro amore, oppure le volte che sentivamo insieme quel piccolo e dolce rintocco dell’orologio in salone, oppure le piccole sorprese che facevamo per darci sorrisi a vicenda, per sorridere ancora dopo tanto, per volare, per essere noi, per essere ciò che vogliamo essere in questa vita che potrebbe esserci portata via dal nulla, per essere due anime che potevano volare in quel limpido cielo coronato da piccole e bellissime stelle oppure nuvole colorate di sogni di persone che ancora in “pegaso” credono, per essere delle persone migliori, per essere portati via da quella piccola e dolce brezza chiamata “amore” che portava colore e gioia in quel nostro mondo così diverso e in quel mondo così nostro da farci sentire a casa in qualunque punto noi eravamo, per essere liberi finalmente, per avere ritrovare quella parte di noi che avevamo smarrito, per sorridere mentre fissiamo quel muro bianco ancora da dipingere, per creare il nostro piccolo “spazio” dove giocare ancora come bambini, per essere persone nuove e migliori, per vivere quel giorno che tutti aspettano e cercano in questa piccola valle di lacrime chiamata “realtà” che porta via a chiunque quel suo “sogno” di volare in mezzo al blu e di fissare le moltitudini di opportunità che forse essa – un giorno – in questo mondo ci porterà.

Che ne sappiamo noi – dopotutto – del nostro futuro?
Come possiamo calcolarlo?
Come possiamo definirci “persone che costruiscono il futuro con le proprio mani” se queste mani hanno troppa paura e continuano a tremare e a cercare di scappare da qualcosa che le attira ma che allo stesso tempo le terrorizza?
Come può un semplice umano sentirsi superiore all’altro senza pensare che tutti questi piccoli rintocchi che quei stupendi e leggiadri petali di ciliegio portano in questo mondo scialbo e pieno di persone “efficienti” che pensano oramai solo al lavoro, alla scuola, all’essere perfetti, a non deludere qualcuno, a loro stessi e a nient’altro?
Come si può pensare questo?
Come si può farlo?
Gli strani non siamo io e lei che sogniamo ancora quei cancelli del paradiso placcati in speranza e in lacrime di gioia, ma siete voi che con anime impure cercate di distruggere sogni a delle persone che ancora un animo leggero e senza problemi hanno. 
Come potete definire noi “strani”, “anomali”, “fuori dal mondo”, “con la testa fra le nuvole”, “scollegati”, “differenti”, ect? Perché. Perché mai dovete per forza etichettare il nostro modo di vederla e il nostro modo di essere con quelle parole?
Perché mai dovete fare tutto ciò?
Perché mai dovete per forza far star male gente che ama il proprio modo di essere?
Come potete fare cose così? Come.
Io mi chiedo il perché.
Perché il mondo sta andando a rotoli? Perché il mondo non capisce le esigenze e le “diversità”? Perché il mondo declassa le persone a tal punto da farle sentire “sbagliate”?
Perché. Perché. PERCHE’.
Ho tante domande da porre a questo nostro “mondo” che oramai sta cadendo. Io e lei vivremo ancora come prima. Vivremo il nostro modo di essere, vivremo i nostri sorrisi, vivremo il nostro essere “diversi” a tal punto da – forse – riuscire a pensarlo anche noi.
Noi siamo normali.
Noi siamo anelli di congiunzione tra un pensiero e l’altro di persone che amano vivere.
Noi siamo noi.
La “libertà” e il “mondo” ci hanno chiamato, è ora.
E’ ora di andare via e di sorridere.
E’ ora.
Andiamo.
  
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