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Autore: vivereneilibri    23/03/2014    6 recensioni
Cassie allungò la mano verso la maniglia della porta, ma questa rimase a mezz'aria più del necessario. Il suo sguardo venne catturato da due occhi cerulei che proprio in quel momento la stavano osservando. Luke Hemmings. Nessuno dei sue esitò a battere ciglio, ignari di
ciò che stava accadendo, perché i loro occhi, in quel momento, si stavano segretamente dichiarando il loro amore.

Luke Hemmings.
Cassie Heavenly.
In quel momento Cassie capì che quegli occhi l’avrebbero tormentata ancora e ancora, invadendo i suoi sogni, bussando ogni volta che crollava fra le braccia di Morfeo, perché mai aveva visto qualcosa di così bello.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1.

Segretamente

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L


uke Hemmings sospirava, intento ad osservare tutti gli studenti che circondavano la scuola. Le vacanze di Natale erano ormai finite e quella mattina si era dovuto svegliare presto per arrivare puntale, data la sua lentezza che lo accompagnava specialmente quando aveva sonno. Si dice sempre che il tempo è denaro e che bisogna vivere fino agli ultimi secondi rimanenti, ma il problema è che il tempo si prende gioco di noi, specialmente di Luke. Quel giorno si trovava appoggiato al solito muretto della scuola, concentrato a catturare ogni minimo dettaglio che lo circondava. C’erano i ragazzini del primo che correvano a destra e a sinistra e sembravano quasi felici del ritorno a scuola, i professori che entravano a testa alta, le Cheerleaders che tentavano in tutti i modi di acquistare attenzione, i giocatori di basket con dei sorrisi spavaldi e poi c’erano i comuni studenti. Niente medaglie, niente pon-pon rosa o sguardi particolari, semplici ragazzi obbligati a studiare. E Luke faceva parte di quella categoria.
Mentre salutava uno dei suoi compagni di classe, la sua attenzione fu catturata da una ragazza che camminava goffamente verso una cascata di capelli biondi, ondeggianti. Si chiama Cassie Heavenly, ma lui non poteva saperlo. La ragazza aveva una corporatura esile e delicata come un petalo di rose. Luke osservava i suoi capelli neri che le arrivavano alle spalle, i suoi occhi un po’ nascosti dagli occhiali, i morbidi movimenti delle sue labbra e la pelle chiara decorata con una spruzzatina di lentiggini sopra il naso, qualcosa che poteva sembrare buffo agli occhi altrui. Camminava per il viale della scuola con un libro posato sul petto, come se avesse qualcosa da nascondere o qualcosa di cui vergognarsi. Cassie Heavenly non veniva mai notata, eppure Luke Hemmings stava guardando proprio lei.

«Luke?» qualcuno lo chiamò. «Chi diavolo stai guardando?» commentò il ragazzo dietro di lui dando un veloce sguardo a Cassie che parlava beatamente con la sua amica «Oh, si tratta di una ragazza! Che aspetti ad avvicinarti?». Luke si voltò dando spazio a un viso a lui molto familiare: Calum Hood, terzo anno, suo amico da quando incrociò il suo sguardo durante una manifestazione artistica. Il ragazzo gradiva la presenza dell'amico, perché, come nessuno, riusciva a farlo sentire a proprio agio, sembrava chiaramente capire ogni suo pensiero e, malgrado fossero diversi, si sentiva legato a lui poiché lo vedeva come una persona di gran lunga importante.
«E chi ti ha detto che io voglio avvicinarmi?» domandò Luke. In realtà, il motivo di tanto interesse era semplice: come aveva fatto a non accorgersi di Cassie Heavenly se ogni mattina ripeteva ciò che aveva fatto due minuti fa? Ovvero, osservare stando in silenzio. Calum roteò gli occhi verso l'alto e si lasciò sfuggire una risata che Luke riteneva insensata.
«Okay, hai vinto ancora prima di cominciare.» disse il moro facendo spallucce. «Vedo che non è giornata, eh?» Ormai i due ragazzi sapevano tutto l’uno dell’altro e anche con un piccolo sguardo riuscivano a capirsi, perché non c’era Luke senza Calum. Perché lui era l’unico che riusciva ad attraversare i suoi occhi cerulei e trarre fine ad un umore che cambiava giornalmente. Molte volte il biondino ringraziava l’amico perché sapeva di risultare, tante di quelle volte, un po’ scontroso. Ma nulla avrebbe diviso i due ragazzi. Litigi, parolacce e sbagli erano presenti come in tutte le amicizie, ma la loro era diversa, una diversità che la si poteva notare anche a venti metri di distanza.
«Non è poi così male.» disse il biondo mentre sorrideva. Due fossette si formarono ai lati delle sue guance e l’amico si trattene dalla voglia di toccargliele, ma Luke le odiava, motivo per cui Calum rimase immobile.
«Come sarebbe a dire “non è poi così male”? Non starai diventando bipolare, spero.» disse sistemandosi più comodamente lo zaino sulle spalle. Il biondo scoppiò in una sonora risata che solo Calum era in grado di provocare.
«Non sono bipolare. Non è poi così male perché ci sei tu.» L’amico improvvisamente girò il capo verso Luke , scontrandosi contro gli occhi azzurri del ragazzo. E poi il silenzio. In realtà, nessuno degli studenti presenti in quel momento aveva smesso di parlare, ma il silenzio c’era e scorreva tra loro due. Nel volto di Calum si formò un grande sorriso.
«Luke Hemmings ha detto qualcosa di dolce. E NON AD UNA RAGAZZA. Oh, santo cielo. Questa me la devo scrivere assolutamente!» quasi urlò. «Sicuro di stare bene? Oh, Lukey, ti voglio bene!» la sua voce diventò stridula e il biondo era sicuro che lo stava prendendo in giro. Calum gli si avvicinò e quasi lo soffoco abbracciandolo.
«Sarebbe stato meglio d-dirtelo in un posto meno affollato.» disse cercando di scrollarsi l’amico di dosso.
Rimase in quella posizione, succube della stretta di Calum finché la campanella della scuola non suonò, segno che i due dovevano sbrigarsi per non arrivare in ritardo.


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Lezione di scienze. Terza ora.
«Ragazzi?! Per favore, un po’ di attenzione!» la Sign. Kimbely cercò invano di richiamare l’attenzione dei suoi alunni con scarsi, anzi, scarsissimi risultati. La donna sospirò e portò una mano sul capo, ormai stanca di dover sopportare una classe per la maggior parte composta da incompetenti. Si lasciò scivolare con leggerezza sulla sedia posizionata dietro la cattedra e scosse il capo.
«Dovrebbero dare un paio di ferie a questa donna. Io non resisterei neanche un minuto di più.» commentò Calum. Il ragazzo si trovava quasi sdraiato sul banco, con il capo poggiato sul quaderno e una matita fra le dita. Tracciava con non noncuranza dei segni sulle pagine a quadretti e di tanto in tanto chiudeva gli occhi, come se da un momento all’altro potesse addormentarsi nel bel mezzo di una lezione. Luke, invece, poggiava i gomiti sul banco e le mani sulle guance, intento a capire qualcosa, data la confusione. E le lezioni di scienze erano tutte così, dopo una buona mezz’ora, la Sign. Kimberly si ritrovava quotidianamente con una tazza di caffè in mano.
«Ne uscirà pazza, ci scommetto.» disse Luke mentre si sistemava i capelli con un gesto veloce.
«Luke, questa è già pazza.» E i due scoppiarono in una risata.
Improvvisamente qualcuno aprì la porta dell’aula ed entrò. Quasi nessuno si accorse della ragazza che a passo veloce si dirigeva verso la cattedra della Sign. Kimberly che, con grande sorpresa di Calum e Luke, sorrise, come se si fosse sollevata. Il biondo iniziò ad osservare la ragazza che parlava con la professoressa di scienze e che, contemporaneamente, gli dava le spalle. Si soffermò sui suoi capelli neri, successivamente sulla sua corporatura e non appena la ragazza si mise di profilo, Luke la riconobbe. Girò il capo verso di Calum che, senza essersene accorto, lo stava già fissando con un sorrisino divertito sul volto.
«Hey, guarda un po’ chi abbiamo qui. » disse il moro poggiando una mano sotto al mento, come un bambino che fantastica sul suo futuro. «La ragazza che ti piace.»
Luke spalancò gli occhi e le sue guance si colorarono velocemente di rosso, ma sembrò non farci caso. «E quand’è che ho detto che mi piace? Illuminami, Hood.» lo istigò.
Il voltò di Calum cambiò radicalmente, segno – secondo Luke – che stava per sparare un’assurdità. «Non l’hai detto, ma l’hai scritto sul tuo diario segreto. Sai, quello che tieni in camera con i cuoricini e gli unicorni rosa.» disse stupidamente.
«Unicorni rosa? Sei serio? Ti stai confondendo con Ashton.» disse facendo scoppiare Calum in una sonora risata. Luke diede un altro sguardo alla ragazza, Cassie, che proprio in quel momento si stava dirigendo verso l’uscita della classe. Cassie allungò la mano verso la maniglia della porta, ma questa rimase a mezz’aria più del necessario. Il suo sguardo venne catturato da due occhi cerulei che proprio in quel momento la stavano osservando. Nessuno dei due esitò a battere ciglio, ignari di ciò che stava accadendo, perché i loro occhi, in quel momento, si stavano segretamente dichiarando il loro amore.

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SPAZIO AUTRICE:

Ma buonasera! Visto che oggi non avevo seriamente nulla da fare, mi sono messa a scrivere una nuova Fanfiction. Purtroppo è uscito terribilmente corto ed è per questo che lo considero una specie di prologo. Ho in serba un sacco di idee divertenti, ma per ora ho voluto spiegare un po’ l’amicizia tra Calum e Luke (durante lo svolgimento della storia prenderanno parte anche Ashton e Michael) e l’incontro tra il biondo e Cassie Heavenly. Okay, il cognome è un po’ strano, ma visto che Heavenly significa “celeste” ho pensato che fosse una cosa carina. Boh. Nel prossimo capitolo ci saranno più descrizioni per capire meglio i personaggi e spero di riuscire a scriverlo preso. Ovviamente, mi farebbe molto piacere ricevere qualche recensione, anche negativa, perché abbiamo sempre qualcosa da imparare, nel mio caso direi che ho molto, anzi moltissimo da imparare. Vi ringrazio in anticipo ;)

Un abbraccio, Giulia.

P.s: Non fate caso al banner che ho creato, è la prima volta che faccio una cosa del genere e non è venuto come speravo cwc.

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