1.
Segretamente
L |
uke
Hemmings sospirava, intento ad osservare tutti gli studenti che
circondavano la scuola. Le vacanze di Natale erano ormai finite e
quella mattina si era dovuto svegliare presto per arrivare puntale,
data la sua lentezza che lo accompagnava specialmente quando aveva
sonno. Si dice sempre che il tempo è denaro e che bisogna
vivere fino agli ultimi secondi rimanenti, ma il problema è
che il tempo si prende gioco di noi, specialmente di Luke. Quel giorno
si trovava appoggiato al solito muretto della scuola, concentrato a
catturare ogni minimo dettaglio che lo circondava. C’erano i
ragazzini del primo che correvano a destra e a sinistra e sembravano
quasi felici del ritorno a scuola, i professori che entravano a testa
alta, le Cheerleaders che tentavano in tutti i modi di acquistare
attenzione, i giocatori di basket con dei sorrisi spavaldi e poi
c’erano i comuni studenti. Niente medaglie, niente pon-pon
rosa o sguardi particolari, semplici ragazzi obbligati a studiare. E
Luke faceva parte di quella categoria.
Mentre salutava uno dei suoi compagni di classe, la sua attenzione fu
catturata da una ragazza che camminava goffamente verso una cascata di
capelli biondi, ondeggianti. Si chiama Cassie Heavenly, ma lui non
poteva saperlo. La ragazza aveva una corporatura esile e delicata come
un petalo di rose. Luke osservava i suoi capelli neri che le arrivavano
alle spalle, i suoi occhi un po’ nascosti dagli occhiali, i
morbidi movimenti delle sue labbra e la pelle chiara decorata con una
spruzzatina di lentiggini sopra il naso, qualcosa che poteva sembrare
buffo agli occhi altrui. Camminava per il viale della scuola con un
libro posato sul petto, come se avesse qualcosa da nascondere o
qualcosa di cui vergognarsi. Cassie Heavenly non veniva mai notata,
eppure Luke Hemmings stava guardando proprio lei.
«Luke?»
qualcuno lo chiamò. «Chi diavolo stai
guardando?» commentò il ragazzo dietro di lui
dando un veloce sguardo a Cassie che parlava beatamente con la sua
amica «Oh, si tratta di una ragazza! Che aspetti ad
avvicinarti?». Luke si voltò dando spazio a un
viso a lui molto familiare: Calum Hood, terzo anno, suo amico da quando
incrociò il suo sguardo durante una manifestazione
artistica. Il ragazzo gradiva la presenza dell'amico,
perché, come nessuno, riusciva a farlo sentire a proprio
agio, sembrava chiaramente capire ogni suo pensiero e, malgrado fossero
diversi, si sentiva legato a lui poiché lo vedeva come una
persona di gran lunga importante.
«E chi ti ha detto che io voglio avvicinarmi?»
domandò Luke. In realtà, il motivo di tanto
interesse era semplice: come aveva fatto a non accorgersi di
Cassie Heavenly se ogni mattina ripeteva ciò che aveva fatto
due minuti fa? Ovvero, osservare stando in silenzio. Calum
roteò gli occhi verso l'alto e si lasciò sfuggire
una risata che Luke riteneva insensata.
«Okay, hai vinto ancora prima di cominciare.» disse
il moro facendo spallucce. «Vedo che non è
giornata, eh?» Ormai i due ragazzi sapevano tutto
l’uno dell’altro e anche con un piccolo sguardo
riuscivano a capirsi, perché non c’era Luke senza
Calum. Perché lui era l’unico che riusciva ad
attraversare i suoi occhi cerulei e trarre fine ad un umore che
cambiava giornalmente. Molte volte il biondino ringraziava
l’amico perché sapeva di risultare, tante di
quelle volte, un po’ scontroso. Ma nulla avrebbe diviso i due
ragazzi. Litigi, parolacce e sbagli erano presenti come in tutte le
amicizie, ma la loro era diversa, una diversità che la si
poteva notare anche a venti metri di distanza.
«Non è poi così male.» disse
il biondo mentre sorrideva. Due fossette si formarono ai lati delle sue
guance e l’amico si trattene dalla voglia di toccargliele, ma
Luke le odiava, motivo per cui Calum rimase immobile.
«Come sarebbe a dire “non è poi
così male”? Non starai diventando bipolare,
spero.» disse sistemandosi più comodamente lo
zaino sulle spalle. Il biondo scoppiò in una sonora risata
che solo Calum era in grado di provocare.
«Non sono bipolare. Non è poi così male
perché ci sei tu.» L’amico
improvvisamente girò il capo verso Luke , scontrandosi
contro gli occhi azzurri del ragazzo. E poi il silenzio. In
realtà, nessuno degli studenti presenti in quel momento
aveva smesso di parlare, ma il silenzio c’era e scorreva tra
loro due. Nel volto di Calum si formò un grande sorriso.
«Luke Hemmings ha detto qualcosa di dolce. E NON AD UNA
RAGAZZA. Oh, santo cielo. Questa me la devo scrivere
assolutamente!» quasi urlò. «Sicuro di
stare bene? Oh, Lukey, ti voglio bene!» la sua voce
diventò stridula e il biondo era sicuro che lo stava
prendendo in giro. Calum gli si avvicinò e quasi lo soffoco
abbracciandolo.
«Sarebbe stato meglio d-dirtelo in un posto meno
affollato.» disse cercando di scrollarsi l’amico di
dosso.
Rimase in quella posizione, succube della stretta di Calum
finché la campanella della scuola non suonò,
segno che i due dovevano sbrigarsi per non arrivare in ritardo.
Lezione di
scienze. Terza ora.
«Ragazzi?! Per favore, un po’ di
attenzione!» la Sign. Kimbely cercò invano di
richiamare l’attenzione dei suoi alunni con scarsi, anzi,
scarsissimi risultati. La donna sospirò e portò
una mano sul capo, ormai stanca di dover sopportare una classe per la
maggior parte composta da incompetenti. Si lasciò scivolare
con leggerezza sulla sedia posizionata dietro la cattedra e scosse il
capo.
«Dovrebbero dare un paio di ferie a questa donna. Io non
resisterei neanche un minuto di più.»
commentò Calum. Il ragazzo si trovava quasi sdraiato sul
banco, con il capo poggiato sul quaderno e una matita fra le dita.
Tracciava con non noncuranza dei segni sulle pagine a quadretti e di
tanto in tanto chiudeva gli occhi, come se da un momento
all’altro potesse addormentarsi nel bel mezzo di una lezione.
Luke, invece, poggiava i gomiti sul banco e le mani sulle guance,
intento a capire qualcosa, data la confusione. E le lezioni di scienze
erano tutte così, dopo una buona mezz’ora, la
Sign. Kimberly si ritrovava quotidianamente con una tazza di
caffè in mano.
«Ne uscirà pazza, ci scommetto.» disse
Luke mentre si sistemava i capelli con un gesto veloce.
«Luke, questa è già pazza.» E
i due scoppiarono in una risata.
Improvvisamente qualcuno aprì la porta dell’aula
ed entrò. Quasi nessuno si accorse della ragazza che a passo
veloce si dirigeva verso la cattedra della Sign. Kimberly che, con
grande sorpresa di Calum e Luke, sorrise, come se si fosse sollevata.
Il biondo iniziò ad osservare la ragazza che parlava con la
professoressa di scienze e che, contemporaneamente, gli dava le spalle.
Si soffermò sui suoi capelli neri, successivamente sulla sua
corporatura e non appena la ragazza si mise di profilo, Luke la
riconobbe. Girò il capo verso di Calum che, senza essersene
accorto, lo stava già fissando con un sorrisino divertito
sul volto.
«Hey, guarda un po’ chi abbiamo qui. »
disse il moro poggiando una mano sotto al mento, come un bambino che
fantastica sul suo futuro. «La ragazza che ti
piace.»
Luke spalancò gli occhi e le sue guance si colorarono
velocemente di rosso, ma sembrò non farci caso. «E
quand’è che ho detto che mi piace? Illuminami,
Hood.» lo istigò.
Il voltò di Calum cambiò radicalmente, segno
– secondo Luke – che stava per sparare
un’assurdità. «Non l’hai
detto, ma l’hai scritto sul tuo diario segreto. Sai, quello
che tieni in camera con i cuoricini e gli unicorni rosa.»
disse stupidamente.
«Unicorni rosa? Sei serio? Ti stai confondendo con
Ashton.» disse facendo scoppiare Calum in una sonora risata.
Luke diede un altro sguardo alla ragazza, Cassie, che proprio in quel
momento si stava dirigendo verso l’uscita della classe.
Cassie allungò la mano verso la maniglia della porta, ma
questa rimase a mezz’aria più del necessario. Il
suo sguardo venne catturato da due occhi cerulei che proprio in quel
momento la stavano osservando. Nessuno dei due esitò a
battere ciglio, ignari di ciò che stava accadendo,
perché i loro occhi, in quel momento, si stavano segretamente
dichiarando il loro amore.
SPAZIO AUTRICE:
Ma buonasera! Visto che oggi non avevo seriamente nulla da fare, mi sono messa a scrivere una nuova Fanfiction. Purtroppo è uscito terribilmente corto ed è per questo che lo considero una specie di prologo. Ho in serba un sacco di idee divertenti, ma per ora ho voluto spiegare un po’ l’amicizia tra Calum e Luke (durante lo svolgimento della storia prenderanno parte anche Ashton e Michael) e l’incontro tra il biondo e Cassie Heavenly. Okay, il cognome è un po’ strano, ma visto che Heavenly significa “celeste” ho pensato che fosse una cosa carina. Boh. Nel prossimo capitolo ci saranno più descrizioni per capire meglio i personaggi e spero di riuscire a scriverlo preso. Ovviamente, mi farebbe molto piacere ricevere qualche recensione, anche negativa, perché abbiamo sempre qualcosa da imparare, nel mio caso direi che ho molto, anzi moltissimo da imparare. Vi ringrazio in anticipo ;)
Un abbraccio, Giulia.
P.s: Non fate caso al banner che ho creato, è la prima volta che faccio una cosa del genere e non è venuto come speravo cwc.
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