Aveva solo 10 anni, e per lo stesso tempo era stata rinchiusa in quella stanza, che pur dotata di ogni conforto era diventata alquanto noiosa.
Ancora la bambina non aveva capito perché dovesse rimanere rinchiusa lì, non aveva fatto mai nulla di male per meritarsi una simile ingiustizia eppure quello che lei continuava a chiamare padre l’aveva rinchiusa lì.
Era sola, in balia del suo potere che nemmeno lei sapeva dominare.
Anche quel giorno, quando il padre andò a farle visita, la trovò rannicchiata sul letto con le mani strette al petto per paura di poter fare del male a qualcuno involontariamente.
“Tesoro, come stai oggi?”
La bambina si voltò, guardandolo con gli occhi pieni di lacrime. Il momento in cui il padre andava a trovarla era quello che preferiva durante la giornata, si sentiva sempre così sola in quell’enorme stanza, così si lasciò prendere dalla contentezza e corse ad abbracciare l’elfo che ricambiò stringendola forte a se.
“Che bello che siete venuto padre!” si lasciò sfuggire qualche lacrima di felicità per la bella visita.
“Sono venuto per stare un po’ con te Arya” sorrise notando che l’espressione della figlia era diventata ancor più raggiante sentendo le sue parole. Lo prese per mano portandolo verso il letto costringendolo a leggerle una storia.
La piccola elfa lo ascoltava, incantata dalle parole che fuoriuscivano melodiose dalle labbra del padre, era così felice di avere il padre vicino che iniziò a desiderare che quel momento non finisse mai, che il tempo si fermasse in quell’istante e non prendesse più a scorrere; tuttavia non fu così.
Calata la sera il padre chiuse il libro di favole e guardò malinconico la figlia.
“Ve ne dovete già andare?” chiese sconsolata, perché la lasciava ancora sola, perché non capiva che l’unica cosa che desiderava era averlo accanto come aveva fatto con sua sorella Arwen?
“Tesoro,mi dispiace” si giustificò lui carezzandole dolcemente i capelli rossicci
“Lo dite sempre ma alla fine mi abbandonate sempre!” si alzò di scatto dirigendosi verso il balconcino, allontanandosi da quel contatto “Venite qui una volta al giorno per due o tre ore a farmi credere che volete stare con me e che non mi lascerete più e poi ve ne andate” si fermò cercando di rimandare indietro le lacrime
“Forse non mi volete bene come ne volete ai miei fratelli?” chiese poi girandosi verso di lui con gli occhi lucidi, lui la guardò sorridendole dolcemente, come poteva anche solo immaginare che lui non le volesse bene, se era proprio per quello che aveva deciso di tenerla chiusa nella sua stanza.
“Arya, tesoro, non devi nemmeno dirle certe cose” ai avvicinò a lei guardandola negli occhi
“E allora perché ve ne andate sempre?”
“Me ne vado perché devo provvedere al regno, certo non perchè ti voglio meno bene dei tuoi fratelli”
“E allora come mai mi tenete rinchiusa qui? Solo per paura che possa congelare qualcuno? Avete paura di questo?”
“No, ma non voglio farti soffrire”
Come faceva a non accorgersi che tenendola rinchiusa lì otteneva esattamente l’effetto contrario?
“Quando avrai imparato a controllare il tuo potere potrai uscire senza correre rischi”  le diede un bacio sulla fronte e scomparve dalla porta.
 
 
 
Angolo autrice <3
Ok il capitolo è corto, ma è solo il prologo, forse è anche un po’ noioso ma vedrò di rimediare.
Spero comunque che possa piacervi^^