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Autore: CumbercutieZen    23/03/2014    2 recensioni
Due anni dopo la scomparsa di Sherlock, John è ancora tormentato dagli incubi e dalla mancanza del detective. Ha deciso di chiudere i conti col passato, ma proprio quando andrà al cimitero per un ultimo saluto, troverà la sua via verso il futuro.
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O, come mi sarebbe piaciuto fosse andato il post reichenbach.
Hope you like it :)
|SPOILER SECONDA SERIE|
Genere: Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sherlock!"

Un nome gridato al vento, un suono che si dissolse con poco, non appena uscì dalle labbra di John, che sconcertato guardava il suo migliore amico buttarsi dal tetto del Barts e sparire dalla sua vista mentre in un battito di ciglia, planava fino a schiantarsi una decina di metri più in basso.
Il fiato gli rimase in gola provocandogli un suono strozzato mentre le sue gambe iniziavano a muoversi quasi da sole e il suo sguardo rimaneva fisso sul punto dove prima c'era Sherlock.
Dopo poco stava correndo e la sua mente era un groviglio, sentiva le interiora contocersi in quella che era una sensazione orribile: c'erano ansia, paura e anche molta incredulità.
Un ciclista lo colpì in pieno facendolo cadere e per un attimo ci fu il buio. L'ex-soldato si rialzò da terra stringendo i denti per il dolore alla testa e continuò imperterrito per raggiungere il detective che giaceva a terra inerte, già circondato da un piccolo gruppo di persone.  Alcune infermiere cercarono di tenerlo lontano dal corpo, ma lui insistette quasi supplicando. Riuscì a mala pena ad allungare un braccio per afferrare il suo polso destro e stringerci due dita per constatare che il battito non c'era. 

Si sentì svenire.

Le gambe cedettero facendolo finire a terra sulle ginocchia mentre guardava alcuni medici sollevarlo di peso e adagiarlo su una barella per poi portarlo di corsa all'ambulanza più vicina. La testa di John iniziò a girare vorticosamente e la vista si fece sfocata, il respiro irregolare e la muscolatura debole, stava per svanire quando d'improvviso spalancò gli occhi alzandosi di scatto.
Si accorse ora di trovarsi nella sua camera da letto, il buio della stanza a circondarlo e la fronte grondante di sudore. Respirava velocemente scosso da fremiti e ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva tutto. Il sangue che inzuppava i capelli scuri del detective, diluito dalla pioggia che rendeva il tutto ancora più drammatico, quelle scie di rosso sul viso pallido, quasi bianco e poi la cosa che più gli rimase impressa del corpo inanimato di Sherlock: i suoi occhi.
 I suoi occhi chiarissimi rimasti aperti nonostante l'impatto, quelli che lo perseguitavano ovunque, che sperava di vedere in mezzo alla gente, con la speranza che lui non fosse morto davvero. Gli stessi occhi che gli facevano passare notti intere insonni, perchè scosse dagli incubi di quel dannato giorno.
Si accasciò sul cuscino incapace di non ripensarci. Inacapace di non pensare a come avrebbe potuto evitarlo. Magari, se fosse tornato prima sarebbe riuscito a salvarlo, oppure se non se ne fosse proprio andato lui non avrebbe fatto quel che ha fatto, o ancora se glie ne avesse parlato, se si fosse confidato...
Sospirò pesantemente mentre alcune lacrime gli solcarono il viso bagnandoglielo e cercò di calmarsi.

Avanti John, hai visto di peggio durante la guerra, supererai anche questa.

Riaddormentarsi era impossibile, ed erano solo le cinque del mattino, quindi il dottore si alzò e con l'aiuto del bastone, raggiunse la cucina del suo appartamento per prepararsi un tea e rilassarsi.
Erano passati ben due anni dalla scomparsa di Sherlock e lui stava solo peggiorando. La gamba gli faceva di nuovo male e aveva ripreso a usare il bastone, gli incubi erano prima ricomparsi e poi iniziarono a diventare sempre di più, quasi ogni notte  non riusciva a dormire per più di qualche ora a causa di quelle immagini ben fisse nella sua mente.  E poi c'era la sua voce, quella che ogni tanto gli sembrava ancora di sentire, tanto che ormai pensava di essere pazzo, senza speranza. Aveva persino ripreso ad andara dalla sua psicanalista, ma l'unico che avrebbe potuto farlo tornare com'era, era lo stesso che gli stava causando tutti quei problemi. 

A quel punto, decise che doveva assolutamente tornare al cimitero.
Doveva chiudere i conti col passato e pensare ad un nuovo inizio, voltare pagina o cambiare libro, l'importante era che accettasse cos'era successo e continuasse con la sua vita.

Fissò per una decina di minuti la lapide a pochi passi da lui senza dire una parola, riordinando il discorso che aveva in testa. Aveva ben deciso che dopo quelle poche frasi avrebbe chiuso completamente con gli eventi passati e avrebbe pensato al futuro. Eppure, nonostante tutto ciò che aveva pensato, non appena aprì la bocca non ne uscì che un verso strascinato e in un attimo si accorse di stare piangendo, un altra volta.
Stringendo i pugni quasi gridò:

"Due anni...ti odio- ti odio per quello che mi hai fatto. Non dovevi lasciarmi così, senza darmi la possibilità di fare niente.. ti odio."

Chinò il capo a guardarsi le scarpe mentre portava le mani sul viso quasi per nascondersi e le uniche parole che riuscì a balbettare tra i singhiozzi silenziosi furono 

"Sh- Sherlock.. mi manchi.. Torna."

Trascorsero alcuni minuti di silenzio, quando all'improvviso:

"Come vuoi tu, John."

L'ex-soldato si voltò di scatto ad occhi spalancati e il bastone gli scivolò di mano finendo nell'erba mentre rimase sconvolto dal rivedere davanti a sè il detective.
I riccioli neri a cascargli sulla fronte in un'onda, la pelle pallida e gli occhi di ghiaccio. Era come nei suoi incubi, ma questa volta non c'erano tracce di sangue e il corpo che vedeva era vivo e non inanimato.
Le gambe cedettero e se Sherlock non lo avesse afferrato per un braccio in tempo sarebbe finito per terra. Senza dire neanche una parola il medico si gettò tra le braccia del consulente investigativo che dopo la sorpresa iniziale stava ricambiando la stretta forte dell'altro che  singhiozzava sul suo petto.

"Mi dispiace, John."

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"No, Sherlock!"

John si svegliò nel cuore della notte per uno dei soliti incubi, ma questa volta aveva Sherlock accanto. Il detective lo guardava preoccupato mentre gli allungava un bicchiere d'acqua e lo aiutava poi a ristendersi.

"Stai bene?

Chiese poi posando un braccio attorno a lui e accoccolandovisi accanto.

"Ora sì, grazie."

Sorrise, come non faceva da tempo.

"Un'altro incubo?"

Il suo tono era debole, dispiaciuto.

"Si."

"A giudicare dal tuo respiro affannato, battito cardiaco accellerato, agitazioni, sudorazione eccessiva e il fatto che tu abbia quasi gridato il mio nome mi fa pensare che tu stessi sognando la caduta."

Il suo invece era stanco, esasperato: "tu non puoi immaginare cosa si prova a rivivere quella scena."

"Ti succedeva spesso?"

"Mh?"

"Durante questi due anni. Di avere incubi su di me?"

"Quasi ogni notte, ma ora ti ho qui, quindi non c'è motivo di preoccuparsi, passeranno anche quelli."

Il medico si voltò verso di lui e accarezzò i suoi ricci dolcemente.

"Lo sapevo! Dovevo immaginare che la mia scomparsa ti avrebbe provocato uno shock di questa portata. Sono stato così stupido! Avrei dovuto trovare un altro modo. Magari avrei potuto-"

"Sherlock, basta."

La sua mano si posò sulla guancia del detective.

"Non mi importa, okay? Sono a posto così. Riaverti è la cosa migliore che sia potuta mai capitare."

Sherlock alzò gli occhi al cielo facendo un mezzo sorriso. "Sempre il solito romantico."

Si scambiarono un bacio veloce e John passò un dito sul livido sollo zigomo dell'altro.

"Scusa per il pugno di prima."

"Tipica reazione da ex-soldato dal temperamento impulsivo, ergo, esagerata."

"Non era una reazione esagerata."

"Eccome se lo era."

"Sherlock, ho reagito come avrebbe fatto un qualsiasi uomo che passa due anni credendo che il suo migliore amico è morto quando d'improvviso questo ricompare. Mi pareovvio che io fossi arrabbiato."

"Migliore amico?"

"Oh Sherlock sta' zitto e continua a dormire."

Finalmente, il 221B di Baker Street aveva ripreso vita.


THE (GAME IS NEVER) END

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Okay ehm...


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Avevo voglia di scrivere una johnlock ambientata durante il post reichenbach e mi era venuta in mente questa idea.
In realtà non doveva finire così, ma è successo è basta.
Quanto è fluff, eh? E' che sono una sentimentale e romantica, mi piacciono le storie a lieto fine.
E poi Sherlock e John sono una cosa adorabile insieme! Awaw
Beh.. ecco a voi la mia prima storia sul fandom. Spero di non aver creato uno Sherlock un po' troppo OOC, ah, e anche di non aver fatto errori altrimenti la mia sis mi lincia ç.ç
Che dire, spero che vi piaccia e.. abbiate paura, perchè adesso verrò a importunare anche voi sherlockian muahahaha
V.



 
  
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