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Autore: Clio93    24/03/2014    1 recensioni
[3x23] DALLA STORIA:
- Sei il mio primo amore Scott. Sai come si dice… il primo amore non si scorda mai, perché l’amore non cessa mai del tutto. Rimane lì, nascosto dentro la vita, tra i fili di quella tela che ognuno di noi tesse. Perché il nostro amore mi ha resa ciò che sono, è parte di me e te, è un frammento delle nostre vite che ci rimane dentro, nella pelle- Piange e mi stringe, e io la stringo a mia volta perché questo è un addio e io non sono ancora pronto.
(CONCLUSA)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Scott McCall
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
Se tu risvegli la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud innalza i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
 
Non voglio che vacillino il tuo riso né i tuoi passi,
non voglio che muoia la tua eredità di gioia,
non bussare al mio petto, sono assente.
Vivi nella mia assenza come in una casa.
 
E’ una casa sì grande l’assenza
Che entrerai in essa attraverso i muri
E appenderai i quadri nell’aria.
 
E’ una casa sì trasparente l’assenza
Che senza vita io ti vedrò vivere
E se soffri, amor mio, morirò nuovamente.
 
 
Avverto ancora quello strano freddo sulla pelle.
E’ un gelo infinito, come ghiaccio incandescente, è la vita che se ne va, che scivola via portandosi dietro ogni cosa. Silenzio.
E’ questo il rumore del respiro che abbandona il corpo?
Ho ancora il ricordo di quell’involucro vuoto tra le mani e la sensazione di freddo strisciante nelle ossa e nella carne di cui ho paura, perché ho il terrore che sarà l’unica cosa di te che mi rimarrà: non il calore, non il roseo colore della tua pelle pallida, non lo scintillio dei tuoi occhi.
Sono solo nella stanza dove tante volte abbiamo riso e pianto, lì dove i nostri corpi hanno colmato la distanza e abbiamo fatto l’amore, ed eravamo solo tu e solo io, il mondo fuori, la vita davanti, e l’ingenuo pensiero che sarebbe stato così per sempre.
La pena è talmente tremenda che mi sembra quasi di non sentir più dolore, ma ci sono i miei singhiozzi disperati e il cuore in frantumi a ricordarmi cosa è successo, a sussurrarmi, dispettosi, nell’orecchio che tu non tornerai e che la tua risata se l’è portata via il vento che non ululerà più il tuo nome.
Non riesco a respirare, anche i miei polmoni sono annegati con te, schiacciati da un peso enorme, devastante che mi tiene in vita crudelmente, torturandomi senza concedermi l’ultima ed estrema consolazione.
Allison, ricordo ancora il primo giorno in cui ci siamo conosciuti, quando sentii da lontano la tua voce e come, non appena incontrai il tuo sguardo, seppi, immediatamente, che il mio cuore, la mia anima, sarebbero stati tuoi e tuoi sarebbero rimasti.
Mi hai detto, prima di morire, che mi ami…
Era tutto perfetto perché morivi tra le braccia del tuo primo amore. Perché non hai combattuto? Perché, dopo tante battaglie, hai deciso di gettare le armi e di lasciarci? Di lasciare me con il tuo involucro tra le dita, freddo e assente, portandoti via ogni cosa?
Ho provato a prendere il tuo dolore ma non c’era dolore, non soffrivi: e il mio dolore Allison?
Hai pensato al mio dolore? Mi hai strappato ogni cosa eppure, il mio dolore, quello, me lo hai lasciato, perché? Potevi prenderlo, è tuo, ogni cosa è tua, allora perché hai lasciato solo silenzio e lacrime?
Sono terrorizzato, il sole tramonterà, sorgerà la luna che ha il tuo stesso colore e un altro giorno, un altro anno si succederà; il tempo andrà avanti senza di te, tu, Allison, ti sei fermata, sei diventata passato, ma non voglio, non sei passato, sei ancora presente, un bocciolo appena nato che non avrà mai futuro, che appassirà gelido prima che sia giunto il domani.
Mi aggrappo al pensiero del tuo viso, ai tuoi occhi color della notte che brillavano in continuazione, al tuo sorriso gioioso e divertito, al modo in cui inclinavi il capo e ti mordevi il labbro quando eri imbarazzata, al corpo caldo che si univa al mio, ai tuoi baci che sapevano di miele…
Ma il tuo odore non lo sentirò più… cosa accadrà quando non riuscirò più a sentire il tuo profumo? Dimmelo, ti prego, perché io non lo so.
E quando il suono della tua risata si perderà nella mia memoria, cosa ne sarà di me? Quando, un giorno, un giorno qualsiasi, all’improvviso, qualsiasi cosa mi riporterà alla mente te, senza alcuna ragione, cosa accadrà al mio cuore?
Dimmelo, ti supplico, perché io non lo so.
Avrei voluto dirti tante cose, avrei voluto chiederti perdono e avrei voluto che tu sciogliessi i nodi di tante domande che mai riceveranno risposta: parole che ti sussurrerò, ma intorno, tacerà ogni cosa, e la tua voce non risuonerà più per spiegare, per chiedere, per sorridere e piangere.
Chiudo gli occhi e, sorprendentemente, mi addormento.
Sono nel bosco.
Nel maledetto luogo ove ogni cosa è cominciata, dove spesso ci siamo amati e feriti, dove abbiamo vissuto e non vivremo più.
Cammino senza una meta precisa. E’ notte e tutt’intorno ci sono solo alberi e tenebra.
Mi fermo e annuso l’aria, il vento fa volare le foglie…
Un profumo, non posso crederci.
Corro, corro più veloce che posso, allora non è tutto perduto, c’è sempre e ancora speranza. La vedrò, è viva, è ancora viva, è ancora con me.
Infatti, è così, la vedo ed è bellissima, come ogni volta, come sempre.
E’ seduta sul tronco del grande albero spezzato; porta il suo fedele arco e la faretra poggiata per terra mentre con le dita gioca con la coda di una delle frecce; ha le lunghe gambe distese e accavallate e i capelli le ricado lunghi sul vis, a coprirle le guance candide; ha un fiore bianco incastonato nella chioma corvina che è così lunga e setosa, proprio come quando ci siamo incontrati la prima volta.
- Allison- La chiamo, avanzando tremante verso di lei.
Alza lo sguardo e mi sorride, gli occhi le si illuminano e il suo odore si espande per l’aria – Scott- La sua voce, il mio nome tra le labbra è qualcosa di sublime. Rido e calde lacrime di commozione scivolano lungo le guance, sento il cuore risanarsi e riempirsi di calore. E’ andata via per così poco ma mi è mancata come fosse passata un’intera vita.
- Vieni, Scott. Siedi accanto a me- Mi fa un cenno con la mano e si porta una ciocca dietro all’orecchio.
E’ calma e ha la bellezza della serenità ad ornarle il viso.
Mi siedo e lei mi afferra la mano, portandosela alle labbra e io non posso fare a meno di attirarla a me e stringerla tra le braccia.
- Credi che tu ed io, un giorno, avremmo potuto tornare ad amarci?- Chiedo, sentendo il petto squarciarsi nuovamente.
- Noi ci ameremo sempre, Scott- Afferma convinta, soffiandomi sul collo.
-Tu te ne stai andando. Mi hai lasciato infinite volte, mi andava bene, andava tutto bene, ma non così, non questo. Perché  hai detto di amarmi? Perché?- Mi sono alzato, scostandola bruscamente, prendendo a camminare avanti e indietro, non riuscendo a sollevare lo sguardo, troppo disperato e arrabbiato per poterle dire quanto mi è mancata, quanto l’ho amata…
- Ti amo- Ripete.
Si è alzata anche lei, avvicinandosi lentamente, il viso affranto e gli occhi colmi di lacrime. Mi blocca, forte, premendo le mani contro le mie braccia; mi volta e appoggia la testa contro il mio petto, stringendo la presa disperata, affondando profondamente per non lasciarmi andare.
Le sollevo il viso, prendendolo tra le mie mani, e poggio le mie labbra sulle sue in un bacio pieno di passione, pieno di tutto quello che siamo e siamo stati. Allison ed io: quel bacio siamo noi, la nostra storia, tutto l’amore, tutto il passato che non tornerà e il futuro spezzato che non potrà mai essere.
- Sei il mio primo amore Scott. Sai come si dice… il primo amore non si scorda mai, perché l’amore non cessa mai del tutto. Rimane lì, nascosto dentro la vita, tra i fili di quella tela che ognuno di noi tesse. Perché il nostro amore mi ha resa ciò che sono, è parte di me e te, è un frammento delle nostre vite che ci rimane dentro, nella pelle- Piange e mi stringe, e io la stringo a mia volta perché questo è un addio e non sono ancora pronto.
- Ci siamo amati tanto- Di tutte le parole, solo queste riesco a dire.
- Sì, lo abbiamo fatto. E’ stata l’emozione più bella che abbia mai provato. Amarti è stata la cosa più bella che mi sia capitata-
- Senza di te, non credo riuscirò ad andare avanti- Singhiozzo, sentendola allontanarsi.
Mi sfiora le labbra con le sue, sorridendo mesta – Allison, sei la mia ancora-
- Tu devi essere la tua ancora- Ribatte con quel suo tono da maestrina che mi ha fatto sempre ridere- Io non me ne andrò mai davvero, sarò sempre qui. Mi ricorderai, ricorderai il nostro amore e questo sarà il mio dono per te. Non è un addio, dopotutto-
Si toglie il fiore dai capelli, prende la mia mano e lo deposita, delicata, tra le mie dita, sorridente, pur tra le lacrime.
- Ti amo, Allison-
- Ti amerò sempre. Ma è tempo di salutarci. Devi svegliarti…Svegliati, Scott!-
 
Mi sveglio di soprassalto.
Ho il cuore che cozza dolorosamente contro la cassa toracica e le lacrime asciutte lungo il viso.
Respiro velocemente e a fatica, mentre il buio e l’angoscia mi avvolgono di nuovo, ancora più prepotentemente di prima.
E’ stato un sogno, un terribile e bellissimo sogno: lei non c’è più, Allison se n’è andata per sempre…
C’è qualcosa di strano, non riesco a capire perché senta così forte il suo odore, perché i vestiti e la pelle siano così impregnati di lei, mentre il suo sapore scivola con forza tra la mia lingua e le labbra.
Stringo i pugni, attendendo un’altra ondata di cieco dolore e qualcosa di delicato e fresco mi solletica il palmo della mano.
Lo sollevo sopra i miei occhi e rimango strabiliato perché, tra le mani, ho Allison, la candida, forte e coraggiosa Allison, il suo ricordo, il suo dono che non morirà mai.
Un fiore pallido, giovane e vivo, senza tempo e senza storia, puro e immacolato.
Un fiore che non appassirà mai.
 
La morte non è che attraversare il mondo, come gli amici attraversano i mari; continuano a vivere l’uno nell’altro. Poiché devono essere presenti, amare e vivere ciò che è onnipresente. In questo divino specchio si vedono faccia a faccia; e il loro riflesso è libero e puro. Questo è il conforto degli amici che, puer se si possono dir morti, la loro amicizia e compagnia sono, nel miglior senso, sempre presenti, perché immortali.
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: Ho scritto di getto, sono quasi le due e solo adesso posso dire di poter andare a dormire. Quando ho saputo della morte di Allison ho pensato: “Vabbè, troveranno sicuramente il modo di farla resuscitare, non c’è da preoccuparsi”. Che illusa! Solo dopo ho letto l’intervista di Crystal Reed e ho capito che era finita davvero.
Devo ammettere che, malgrado alcuni comportamenti di Allison li abbia odiati con tutta me stessa, ho sempre tifato affinché quei due si rimettessero assieme, perché, in fondo in fondo, sono una romantica e mi piace l’idea di un “per sempre”.
Questo scritto è più che altro una necessità personale, un modo per scaricare la tensione e per concedere a questi “innamorati sventurati” un altro momento tutto per loro.
La citazione iniziale è tratta dai Cento sonetti d’amore di Neruda mentre l’ultima è di William Penn, tratta, non c’è neanche bisogno di dirlo, da Harry Potter e i doni della morte.
Clio
 
 
 
 
 
 
  
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