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L’unica cosa a cui
riuscivo a pensare era la delicatezza e il modo in cui Brittany aveva
nuovamente dichiarato i suoi sentimenti per me, il giorno prima. Ancora
avevo
alla mente il ricordo dei suoi occhi color cielo che mi squadravano il
volto a
pochi centimetri dalla mia bocca. Riuscivo chiaramente a sentire il suo
respiro
accaldato dopo avermi baciato con una dolcezza da togliere il fiato.
Stavamo
parlando del più e del meno nella sala coro, e le stavo
puntualizzando
nuovamente che aveva bisogno di farsi una nuova vita e abbandonare
quelle
noiose e insulse formule matematiche. Le stavo spiegando che la vita
non è
fatta di calcoli numerici ma di momenti che vanno vissuti giorno per
giorno,
occasioni che non vanno perse. Lei era lì a guardarmi, persa
nelle mie parole e
di tanto in tanto dava un morso al suo piccolo grissino che teneva
nella mano
destra. Ogni volta che mi stava accanto più del dovuto,
riusciva sempre ad
imbarazzarmi, a dare un tocco di colorito in più sul mio
volto. “E’così bella e
innocente” pensavo tra me e me mentre ascoltavo le sue
risposte simpatiche e
distratte. Ad un tratto si fermò di colpo, mi aveva
guardato con un intensità
tale da rimanere fermi come una pietra incastonata perfettamente nella
terra.
Si era alzata lentamente poggiando le ginocchia sopra il piccolo
divanetto in
cui eravamo sedute, rimanendo con lo sguardo fisso sulle mie soffici
labbra.
Una volta messa in ginocchio non ci pensò due volte, si
spostò leggermente
verso di me in un bacio richiesto. Mi baciava come se lo desiderasse da
non so
quanto tempo ed io ero rimasta ferma e immobile permettendo a lei di
baciarmi
ancora e ancora, ma improvvisamente mi tornò alla mente a
quanto avevo sofferto
nel dimenticarla e quanto fosse troppo tardi per tutto quello.
L’avevo fermata
di colpo dicendo che non potevo e lei leccandosi piano le labbra si
ritrasse
immediatamente. In quel momento pensai che lei volesse ancora
assaporare per un
ultima volta il mio sapore. Non fu una novità per me
perché conoscevo Brittany,
amava baciarmi come io amavo baciare lei. Ero in un imbarazzo tale da
non
riuscire a guardarla per più di tre secondi. Rimanemmo in
silenzio per qualche
minuto. Potevo giurare di aver visto con la coda dell’occhio
le guance morbide
di Brittany farsi sempre più rosse. Poi improvvisamente lei
parlò e fu in quel
momento che la mia mente si fece più confusa di quanto non
lo fosse già, dopo
che lei mi aveva baciato cosi inaspettatamente. “Mi fa stare
bene l’averti
intorno” è cosi che mi aveva detto mentre io
guardavo un punto imprecisato
della stanza. “Mi fai sentire di nuovo come una
ragazza…” a quel punto mi girai
verso di lei seguendo con lo sguardo i movimenti impacciati del suo
viso. “Come
se il mio corpo si svegliasse” continuò, e a quel
punto mi uscì dalla bocca l’unica
cosa sensata che potessi dire in quel momento. “Ti prego non
farlo, ok? Mi sono
fatta il culo per dimenticarti!” lo dissi con un misto tra
rabbia e tristezza
allo stesso tempo. Sentendo le mie parole lei smise di guardarmi e si
alzò
improvvisamente girandosi nuovamente verso di me. I nostri occhi si
scontrarono
ancora. Si sistemò una ciocca scomposta dei capelli dietro
l’orecchio, e con
imbarazzo si affrettò a rispondere. “Voglio
davvero stare con te, Santana.” a
quella frase rimasi di sasso ma decisi di non fermarla. “Ho
visto il mondo,e
ora sono più convinta che mai che appartengo a te. E sono
sicura che la tua
ragazza è fantastica…” sentendo
“la tua ragazza” mi sentii un po’ in
colpa.
“…ma non puoi ricreare quello che avevamo io e
te.” Lei aveva ragione, non
potevo ricreare con nessuno quello che avevamo io e lei, anche se lo
volessi
più di qualunque cosa al mondo. “Quindi,
è una tua scelta….” aggiunse
sporgendosi piano verso di me. Per un attimo ho avuto quasi paura che
mi
baciasse di nuovo ma nel momento in cui arrivò quasi vicina
alle mie labbra si
spostò di lato lasciandomi un bacio dolce sulla mia guancia
calda e
imbarazzata. Lei si ritrasse rimanendo a fissarmi negli occhi. Sentii
chiaramente il suo profumo alla vaniglia. Mi era familiare. Lo sentii solo
per
un attimo perché poi trattenni il respiro a causa della sua
troppa vicinanza. Infine,rimanendo
ancora lì a guardarmi negli occhi disse solo una semplice
frase, “Se mi vuoi,
io sono qui.” E io mi sciolsi completamente. Si
allontanò da me fissandomi
ancora per un ultima volta, poi se ne andò permettendomi di
respirare e di
pensare alle parole che mi aveva detto. >
Ero seduta su una sedia poco lontana dal palco
dell’auditorium ed ero intenta a fissare Brittany che cercava
di insegnare i
suoi migliori passi di danza ai ragazzi nuovi del Glee club. Mi tornava
costantemente nella mia testa quel momento del giorno precedente.
Più la
guardavo muoversi e più sentivo ancora
l’umidità delle sue labbra sulle mie. Di
tanto in tanto il mio viso si colorava di un rosso acceso e
fortunatamente,
grazie al color cioccolato al latte della mia pelle riuscii a
nasconderlo
perfettamente. Una presenza accanto a me mi fece tornare alla
realtà
permettendo di reprimere soltanto per pochi secondi quel dolce ricordo.
Una Quinn
interrogativa si era seduta accanto a me continuando a fissare i
ragazzi sul
palco.
“Ti vedo piuttosto pensierosa,
Santana.” Mi disse ancora
prima di sedersi.
“Sono solo un po’
stanca.” Mi limitai a dire senza nemmeno
rivolgerle lo sguardo. Poi lei vedendomi concentrata su un punto ben
preciso
del palco decise di sporsi leggermente quasi sfiorando la mia spalla e
seguì
perfettamente con lo sguardo cosa stavo guardando. Aveva capito che
stavo
guardando Brittany ma si limitò a fare un sorrisetto
compiaciuto e poi tornò a
sedersi composta. Sentivo chiaramente lo sguardo di Quinn posarsi su di
me di
tanto in tanto, poi parlò, cercando di togliersi ogni dubbio.
“Sai, io e Puck ci siamo baciati ieri
nello spogliatoio e mi
ha chiesto di restare,dicendomi che mi ha sempre amata.”
disse felice e io mi
girai di scatto, sorpresa.
“Davvero?” dissi semplicemente,
poi al suo cenno del “si”
con il capo tornai a guardare Brittany. A quel punto mi decisi e per
non far
sembrare che la sua confessione fosse più scioccante della
mia parlai senza
esitare.
“Sai, Brittany mi ha baciata ieri in aula
coro e io, mi sono
scansata.” Inizialmente non mi girai verso la mia amica Quinn
ma sentivo distintamente
i suoi occhi sgranati puntati su di me.
“Davvero?” si limitò
a dire a bocca aperta.
“Davvero.” Replicai.
“Come mai ti sei scansata?”
Quinn voleva approfondire il
discorso e io le concessi di farmi tutte le domande che voleva senza
mai
staccare gli occhi da quel palco.
“Mi sono scansata perché non
posso…” esitai per un momento
“…e perché sono confusa.”
Decisi di raccontare a Quinn tutto ciò che sentivo e
tutto ciò che era accaduto nell’aula coro, e
cominciai a parlare senza fermarmi
per un secondo. Per un attimo mi sentii come se nel mio corpo fosse
entrata una
Rachel Berry sull’orlo di una crisi di nervi.
“Ho molti dubbi Quinn, non sono sicura di
lei.” Conclusi.
“Non sei sicura di lei o non sei sicura
di quello che provi
tu?” con quella frase la mia amica mi aveva spiazzata. In
fondo Brittany aveva
dichiarato i suoi sentimenti e forse ero io quella che doveva farsi
avanti. Non
dovevo avere conferma di lei ma conferma di me stessa e di
ciò che provavo.
Questa volta il mio sguardo si posò sul
viso tranquillo di
Quinn e pensandoci bene aveva ragione. Poi tornai a guardare lei
muoversi con
grazia e sorridendo appena, quando gli altri le parlavano dolcemente,
chiedendo
di insegnarle qualche altro passo. “Dio, perché
è cosi dolce? Perché è sempre
disponibile con tutti? Perché è cosi
maledettamente bella quando ride?” pensai
in quel momento. Improvvisamente la mia amica si alzò di
scatto dal suo posto e
parlò di nuovo. A quel movimento della mia amica potei
giurare di aver visto
Brittany girarsi verso di noi, io mi voltai verso Quinn.
“E’ una tua scelta Santana,
pensaci bene perché potresti
vivere con il rimpianto di non aver seguito il tuo cuore.”
Boom. Il mio cuore ebbe un sussulto. Quinn sapeva
sempre
come prendermi. Era un’amica fantastica e c’era in
qualunque momento.
Poi si allontanò percorrendo il lungo
stretto corridoio
delineato dalle file di sedie e risalendo piano verso
l’uscita dell’auditorium.
Io mi voltai di nuovo verso Brittany e fu in quel
momento
che i nostri sguardi si incontrarono.
Ebbi un altro colpo al cuore.
Rimasi in silenzio a guardarla
per un tempo interminabile,lei fece lo stesso. Poi mi alzai di scatto e
senza
nemmeno rivolgerle un saluto mi alzai e scappai via da quella grande
stanza che
pian piano si stava facendo sempre più stretta.
Continuavo a fissare Santana che intenta ascoltava
le parole
di Quinn. Non riuscivo a capire chiaramente cosa stessero dicendo ma
potei
notare l’espressione di Santana pensierosa e quella di Quinn
da rimprovero. Per
un secondo mi sembrò di leggere il labiale della mora che
diceva un “non lo so”
con fare dubbioso. Mi riscossi per un momento quando Marley e gli altri
ragazzi
mi avevano chiesto di insegnargli qualche altro passo. Sorrisi a loro
compiaciuta, gli diedi qualche indicazione su come dovevano eseguire i
passi e
poi infine tornai a guardare Santana. In quel preciso instante
incrociai il suo
sguardo. Senza che me ne accorgessi Quinn se n’era andata e
la mora era rimasta
lì a guardarmi.
Il mio cuore ebbe un sussulto,
diventai rossa, ma nonostante tutto non riuscivo a staccarle gli occhi
di
dosso. Improvvisamente, dopo un lungo minuto di sguardi intensi lei si
alzò di
scatto e senza nemmeno salutarmi era uscita di fretta
dall’auditorium. Rimasi
ancora a guardare le sue piccole falcate che velocemente raggiungevano
l’uscita
poi tornai a parlare con gli altri ragazzi, tormentata dal solo
pensiero su
cosa si fossero dette Santana e Quinn e sul perché non mi
avesse salutata.
Una volta finite le prove con i ragazzi del Glee
uscii di
fretta dall’auditorium in cerca di Santana. Volevo parlarle,
la cercai per
tutta la scuola ma lei senza dire niente se n’era andata.
Chiesi persino a Kurt
e Rachel se sapessero dove fosse andata e Rachel mi accennò
solo che l’aveva
vista uscire di fretta fuori dalla scuola.
“Probabilmente è tornata a
casa” pensai. Non potei
allontanarmi dalla scuola perché nel pomeriggio sarei dovuta
rientrare
nell’auditorium per insegnare ai ragazzi i passi vincenti da
utilizzare per le
nazionali, ma promisi a me stessa che in serata sarei andata da lei
solo per
parlarle.
Conclusi con i ragazzi e una volta salutati corsi
subito al
parcheggio della scuola, recuperai la mia macchina e sfrecciai verso
casa di
Santana.
Arrivata lungo il viale davanti casa della latina
spensi la
macchina, feci un grosso respiro ed uscii dal veicolo. Percorsi lo
stretto
vialetto che portava davanti il portone principale della casa e vi
bussai
delicatamente. Sentii distintamente una calda voce, simile a quella di
Santana
dire “arrivo” prima di aprire la porta. Rimasi per
qualche secondo a fissare la
porta bianca poi si aprì trovandomi di fronte la madre della
latina.
“Brittany!!” esclamò
la piccola donna prima di ricevere un
lungo e amorevole abbraccio.
“Quanto tempo che non ci vediamo, come
stai tesoro?” disse
con dolcezza.
“Sto molto bene Signora Lopez”
mi limitai a dire senza
dilungare troppo il discorso. La madre cacciò uno di quei
sorrisi apprensivi
che quasi mi ricordò quello di Santana quando mi supportava
ai tempi del Glee
Club.
“Quante volte te lo devo dire che mi devi
chiamare
Maribel!”puntualizzò.
Sorrisi di rimando poi chiesi di Santana.
“Santana è in casa? La sto
cercando da questa mattina.”
Chiesi preoccupata.
“Oh si, Santana è su in camera
sua da quando è rientrata, ma
probabilmente la troverai a dormire!” disse permettendomi di
entrare.
“Posso salire comunque?” chiesi
indicando le scale che
portavano al piano di sopra.
“Assolutamente!” rispose la
madre sorridendomi ancora.
“Se hai bisogno di qualcosa chiama pure,
tanto io sono a
fare il bucato!” disse allontanandosi dall’ingresso
di casa.
Mi accinsi a salire le scale, arrivai davanti la
porta della
camera della latina e bussai più volte senza ricevere
risposta, poi
impertinente com’ero aprii la porta senza pensarci due volte
ed entrai
richiudendomela alle mie spalle.
Lei era lì, distesa sul letto che
dormiva beatamente.
Mi avvicinai al letto senza fare troppo rumore e mi
sedetti
accanto a lei.
Era cosi bella. Passare interi pomeriggi in camera
sua dopo
la scuola era la cosa che più preferivo in assoluto. Quelle
quattro mura
avevano visto cosi tanto di noi. Ogni cosa di quella piccola stanza mi
ricordava i momenti trascorsi con lei.
Sorrisi, e per poco una lacrima
non mi scese, poi tornai a guardare il viso tranquillo di Santana ma mi
sorprese. Lei ora era lì ad occhi spalancati, che mi
guardava con un misto di
terrore e piacevolezza allo stesso tempo.
Sgranai gli occhi istintivamente quando sentii il
letto
muoversi piano sotto di me.
La vidi e per un attimo mi mancò il
respiro. Lei si voltò di
scatto e insieme ci mettemmo paura.
“Cosa ci fai qui?” dissi
alzandomi di scatto e mettendomi
seduta sul mio letto.
Gli occhi ancora mi pizzicavano dal sonno.
“Ehm, dopo che te ne sei andata ti ho
cercata per tutta la
scuola….perchè sei sparita in quel modo? Senza
nemmeno salutarmi?” ora il suo
volto era rilassato e i suoi occhi erano carichi di dolcezza.
Mi sciolsi a quella vista ma dovevo essere sincera
nei suoi
confronti. Doveva sapere.
“Sono molto confusa Britt! Da
quando….bhè…” per un attimo
esitai “….da quando mi hai baciata
inaspettatamente, ieri in aula coro mi hai
messo molti dubbi in testa.” L’imbarazzo era calato
e Brittany era rimasta in
silenzio a guardarmi, interessata da ciò che stavo dicendo.
“Io…..” non sapevo
che altro dire, poiché Brittany non si
accingeva a parlare.
“io devo capire molte cose.”
Dissi semplicemente. La vidi
spostare lo sguardo da me verso il lenzuolo ancora caldo dal mio sonno
e poi
disse qualcosa.
“lo so, non ti sto mettendo fretta,
vorrei solo che capissi
che non devi avere dubbi su di me perché io so cosa provo
per te, ora spetta a
te decidere!” disse con gli occhi semilucidi.
In quel momento mi scattò qualcosa
dentro, avevo bisogno di
scaricare tutta la tensione e lo feci con lei.
“Perché mi stai facendo
questo?” scattai improvvisamente, e
calde lacrime cominciarono a rigarmi il viso. Lei rimase sorpresa della
mia
reazione, non se lo aspettava.
“Perché continui a ripetermi
che devo decidere?” continuai
alzando un po’ la voce. Lei quasi si spaventò
assumendo un espressione da
cucciolo bastonato.
“Io ho una ragazza, sono andata
avanti….mi sono fatta il
mazzo per dimenticarti, per cercare di vederti con Sam o con qualunque
altra
persona….e ora mi stai dicendo che vuoi tornare con me? Dopo
quasi due anni?”
Stavo scaricando tutta la mia tensione e lei, pianse. Mi fermai quando
vidi le
sue lacrime silenziose e aspettai che si riprendesse, poi
parlò puntando sempre
lo sguardo verso il basso. Mi sembrò che per un attimo
chiudesse gli occhi per
non far uscire altre lacrime di tristezza.
“Scusa, hai ragione, forse non sarei
nemmeno dovuta tornare
qui a Lima!” disse di getto.
Improvvisamente, a quelle parole mi batte forte il
cuore.
“Non dire cosi….” Mi
calmai “hai fatto bene a venire e non
sai quanto mi ha fatto piacere rivederti, ma devi capire che io ho
bisogno di
tempo….” Mi fermò di colpo.
“Forse pretendo troppo, spero in qualche
modo di tornare
indietro nel tempo…”
“Ma non si può tornare
indietro nel tempo!” dissi
aggredendola con dolcezza.
Lei ad un tratto tornò a squadrare il
mio viso, forse aveva
avuto conferma di qualcosa e infatti parlò di nuovo.
“Hai ragione anche in questo, non si
può tornare indietro
nel tempo…” esitò, mi sembrò
che volesse continuare con il discorso ma
improvvisamente si alzò in piedi abbandonando la parte di
letto su cui era
seduta.
“Forse è meglio che io
vada..” disse infine, ancora con il
viso bagnato dalle lacrime.
“Si forse è meglio!”
dissi senza pensarci. Ero troppo
confusa. Da un lato volevo che restasse ma dall’altro sentivo
il bisogno di
restare da sola.
Lei mi capì e senza pensarci due volte,
mi guardò per un
ultima volta, poi con una lentezza estrema, segno che non voleva
andarsene per
nulla al mondo, aprì la porta della mia camera e la sentii
scendere rapida le
scale.
Rimasi ancora lì, in ginocchio
sul letto, e piansi per lei come non facevo da quando mi aveva lasciata
andare
per Sam.
Il mattino seguente ci ritrovammo tutti in aula
coro ad
ascoltare il Professor Schue dare alcune dritte sulle nazionali ai
ragazzi del
Glee club. C’eravamo tutti come sempre, sia quelli diplomati,
compresa me che
avevo finito la scuola in anticipo e sia quelli nuovi che si sarebbero
diplomati a breve. Santana ovviamente, non si era seduta accanto a me,
ma era
una fila più avanti al di sotto del gradino dove io ero
seduta. La vedevo di
tanto in tanto scrivere qualche messaggio di fretta senza ascoltare
minimamente
una parola di quello che diceva il Signor Schue.
Improvvisamente, notai
chiaramente la scritta “Dani” sullo schermo del
telefono di Santana. La
vibrazione del suo telefono aveva interrotto il discorso di Will e
tutti si
erano concentrati su di lei. Vidi la latina agitarsi appena per poi
accennare
uno “scusate” e allontanarsi veloce dalla sala
coro.
Mi affrettai ad uscire dall’aula per
rispondere al telefono.
Era la mia ragazza.
“Pronto?” risposi.
“Tesoro” disse
l’altra voce all’altro capo del telefono.
“Come stai?”
proseguì Dani.
“Sto bene, e tu?” mi limitai a
rispondere.
“Non mi lamento, ma devo dire che mi
manchi terribilmente!”
disse sorridendo.
Io sorrisi di rimando.
“Anche tu mi manchi.” Mi fece
strano dire quelle parole ma
non ci feci caso più di tanto.
“Allora…..”
proseguì la voce “cosa fai di bello
oggi?”
“Ora sono a scuola con i ragazzi del
Glee, siamo qui per
supportarli!” dissi.
“Ah davvero? E cosa farai più
tardi?” parlò Dani, ma in quel
momento mi sembrò come se la sua voce rimbombasse dentro
quelle mura.
Mi voltai di colpo e rimasi a bocca aperta con
ancora il
telefono in mano poggiato sull’orecchio.
Dani mi sorrise e mi venne in contro cercando un
mio
abbraccio.
A quel punto abbassai il telefono e
l’abbracciai forte.
Accanto a lei c’era Elliott in splendida forma.
“ma cosa ci fate qui?” risposi
sorpresa, staccandomi
dolcemente dalla mia ragazza.
“primo perché mi
mancavi…” puntualizzò Dani “e
secondo
perché sappiamo quanto a te, Rachel e Kurt sta a cuore il
Glee club e tutti i
ragazzi che ne fanno parte, per questo siamo venuti, per supportarli, e
io e
Elliott abbiamo pensato di poter cantare qualche nostra canzone da
repertorio,formando il nostro gruppo.”
A quelle parole sorrisi come una matta. Avevano
avuto
un’idea geniale.
“Va bene! Sono sicura che Kurt e
Rachel saranno lieti di cantare con noi!” sorridemmo tutti e
tre, poi li
incitai ad entrare in aula.
Santana rientrò improvvisamente in aula,
interrompendo
nuovamente il Professor Schue. Questa volta era accompagnata da una
ragazza e
un ragazzo.
Vidi Rachel e Kurt entusiasti alla loro vista, e
corsero
immediatamente ad abbracciarli poi Santana parlò.
“Ragazzi, loro sono Dani e Elliott e sono
qui per regalare a
voi il loro supporto!”
Boom. Ebbi un sussulto.
La ragazza che avevo davanti era la famosa Dani.
“Cosa ci faceva qui a Lima?” mi
domandai.
Avevo il cuore a mille.
“Ciao a tutti!”
Sentii per la prima volta la sua voce. Aveva una
voce roca
ma si poteva sentire chiaramente che era intonata. In braccio teneva
una
chitarra presa poco prima di entrare e farsi avanti. Probabilmente di
lì a poco
avrebbe cantato.
“Io e Elliott…..”
sentendo il suo nome il ragazzo alzò un
braccio accennando un saluto. Era molto taciturno ma supponevo che
avesse una
voce tanto bella quanto il suo aspetto.
“..siamo venuti qui per darvi supporto,
so che per voi le
nazionali sono un traguardo importante per questo abbiamo pensato, con
l’aiuto
di Santana, Kurt e Rachel di cantarvi una canzone per rilassare i
vostri stati
d’animo e per farvi capire in qualche modo che nella vita non
bisogna mai
arrendersi.” Mentre parlava in tanto, i ragazzi della band
avevano sistemato le
cinque asticelle con i rispettivi microfoni per dare il via ad una
splendida
performance.
Li vidi sistemarsi davanti i piccoli microfoni e
notai
Santana e Rachel abbassare le asticelle e regolarle in base alla loro
altezza.
Sorrisi appena, poi tornai a squadrare il volto
della mia
rivale.
Finì di parlare e una volta sistemati,
Kurt incitò l’inizio
dell’attacco con un “Musica” e la base
partì.
Cantarono “Fighter” di
Christina Aguilera. Fu una
performance pazzesca. Avevo già sentito in precedenza quella
canzone cantata da
Blaine ma loro cinque erano un qualcosa di straordinario. Tutti
impazzirono
durante l’esibizione. Chi ballava freneticamente, chi si
caricava, chi
sorrideva, solo io ero rimasta ferma a braccia conserte, seduta dietro
tutti
gli altri a guardare Santana muoversi con una sensualità da
mozzare il fiato.
Dani aveva notato che non facevo altro che guardare la latina ma si
limitava
solo a continuare a cantare, senza fare occhiatacce o
quant’altro.
Ero gelosa.
Dannatamente gelosa del fatto che la mia Santana
potesse
stare con una ragazza così talentuosa e fottutamente carina.
Finita la performance mi sentii
invasa da una rabbia tale da farmi scattare in piedi e uscire
istintivamente
dall’aula coro, incurante delle voci che forte richiamavano
il mio nome.
Mi congratulai con me stessa quando finimmo di
cantare,
eravamo stati ed ero stata eccezionale. Guardai i ragazzi applaudire e
incitare noi, ma improvvisamente fui attratta dalla mossa rapida di
Brittany. Era scattata in piedi, e quando lessi l’espressione
sul suo volto mi
spaventai.
Era arrabbiata e triste.
Anche dentro di me salì una tristezza
tale da voler uscire
da quella stanza e rincorrerla, ma appena mi voltai vidi il volto
stranito
della mia ragazza e mi fermai di colpo. Sentivo solo le voci dei
ragazzi e del
Signor Schue che richiamavano il suo nome, ma l’unico che si
alzò e uscì da
quella stanza fu Sam.
Per un attimo provai gelosia,
perché volevo esserci io al posto di Sam e nuovamente stavo
dando modo a lui di
riavvicinarsi a lei.
Percorsi velocemente il lungo corridoio che mi
avrebbe
portata fuori al campo degli allenamenti delle cheerleader.
Piangevo.
Piangevo senza ritegno.
Più pensavo a Santana e più
mi tornava in mente lei accanto
a Dani che cantavano guardandosi intensamente tra una nota e
l’altra.
Ero gelosa marcia.
Percorsi il lungo vialetto che portava sugli
spalti, salì
sopra il primo gradino e mi andai a sistemare negli ultimi posti della
gradinata.
Misi le mani sopra il viso per cercare di asciugare
le
lacrime, poi fissai la distesa di prato di fronte a me e fievoli
ricordi mi
apparvero nella mente.
Ad un tratto sentii alcuni passi pesanti venire
verso di me,
e li sentii distintamente poiché a ogni passo le gradinate
tremavano appena. Mi
voltai e vidi Sam intento a sedersi accanto a me. Anche lui
cominciò a fissare
il campo senza dire nulla poi, decise di parlare.
“Qualcosa non va?” mi disse
semplicemente, senza guardarmi.
Io non risposi perché tornai a piangere.
“Sai….”
Tornò a parlare e questa volta mi guardò con gli
occhi semichiusi a causa della forte luce del giorno.
“non dovresti arrenderti!”
disse ma io alle sue parole
aggrottai le sopraccigli, non capivo ciò che stava dicendo.
Lui probabilmente
ci fece caso davanti la mia espressione e cercò di spiegarsi
a modo suo.
“Ti conosco molto bene Britt, Santana ti
piace ancora e si
vede, ma non dovresti arrenderti, non fare lo stesso errore che hai
fatto con
me, o con lei stessa, non di nuovo!”
Ora era tutto chiaro, Sam mi stava parlando di
Santana.
“Non posso fare più nulla Sam,
Santana è andata avanti ed è
ciò che devo fare io, non si torna indietro nel
tempo.” dissi, sempre rivolta
verso il prato, osservando la squadra delle Cheerios farsi strada sul
campo.
“Non essere sciocca Brittany! Non farti
ingannare
dall’apparenza, Santana ha lottato molto per te, ricordo
ancora quando mi
avvertì di non farti soffrire, o mi avrebbe spezzato le
braccia. Quella Santana
c’è ancora, credimi!”
Non capivo perché Sam era li a
rassicurarmi ma pensai solo
che era molto dolce da parte sua.
Mi asciugai con una manica del mio cardigan le
ultime
lacrime che mi erano rimaste incollate sulle guance e poi tornai a
parlare un
po’ più sicura di me.
“Visto che siamo in confidenze Sam, ti
posso dire che due
giorni fa ho baciato Santana e lei si è scansata dicendomi
che non poteva….”
Sam si stranì sentendo le mie parole, forse non si aspettava
una confessione
del genere.
“….le ho dichiarato
espressamente i miei sentimenti e lei mi
ha detto che si sente confusa e che le serve tempo.”
Finita la frase vidi Sam girarsi nuovamente verso
le
cheerleader, sempre serio in volto. Aveva assunto la classica posizione
da uomo
pensieroso. Gambe larghe, gomiti poggiati sulle ginocchia e mani
intrecciate.
Per un secondo mi tornò alla mente Finn poiché
Sam era vestito esattamente nello
stesso stile con cui vestiva lui. Mi scese una lacrima al solo pensiero
ma la
nascosi subito asciugandola con la manica.
“Eh allora dalle tempo, non ti ha negato
nulla Brittany, ha
una ragazza e ne ha passate tante, è giusto che lei si
prenda un momento per
pensarci, ma ricordati non puoi aspettare per sempre! Devi darle un
limite, non
puoi aspettare tutta la vita!” a quelle ultime parole Sam si
girò verso di me.
Aveva ragione, non potevo aspettare tutta la vita, prima o poi doveva
decidere.
“Quando te la sentirai dovrai darle un
ultimatum,
comprensiva si ma stupida no!”
Adoravo il modo in cui mi difendeva Sam. Non aveva
mai
pensato che io fossi stupida a differenza di altri che non facevano che
ripetermelo tutto il tempo. Sam mi ascoltava e mi capiva come un vero
amico.
Sorrisi appena.
“Finalmente ti vedo sorridere.”
Disse sorridendo a sua
volta.
“Sei un ragazzo eccezionale
Sam!” dissi guardandolo negli
occhi.
“Non tanto quanto lei!” ribatte
sorridendo.
Io lo guardai stupita, poi lui scoppiò
in una risata che
invase quasi mezzo campo.
Lo lasciai fare, poi la sua risata si
affievolì e tornò
serio a guardarmi.
“Grazie!” sussurrai appena.
“Di cosa?” disse Sam accigliato.
“Di esserci sempre! So che ti ho fatto
soffrire
andandomene…” iniziai a parlare ma lui
m’interruppe.
“Non ti preoccupare, credimi, ho passato
i momenti più belli
della mia vita di liceo quando stavo insieme a te ma ora mi
è passata…” disse e
io lo guardai stranita, poi lui proseguì “non che
mi sia passata come persona,
ma comunque mi sono reso conto che la mia era solo una cotta”
puntualizzò il
mio amico cercando di recuperare la situazione ma io improvvisamente
scoppiai
in una risata cristallina e anche lui sorrise con me.
“Non ti devi giustificare, lo so che mi
vuoi bene!” dissi,
poggiando la mia mano sulla sua spalla possente.
Sorridemmo ancora e restammo lì per
un po’ beandoci dell’aria fresca del pomeriggio
ormai inoltrato.
In quella giornata, quando cantai con il mio gruppo
per i
ragazzi del Glee fu l’ultima volta che vidi Brittany. Ero
tornata a casa con
Dani, poiché lei sarebbe rimasta a dormire a casa mia,
mentre Elliott sarebbe
andato a casa di Rachel. Trascorsi il resto della giornata guardando un
film, e
cenando da sola con Dani, visto che mia madre era partita due giorni
per lavoro
e mio padre era di turno in ospedale. Dani sarebbe partita
l’indomani per New
York insieme ad Elliott, mentre io, Rachel e Kurt avevamo
l’aereo due giorni
dopo. Quella sera non fui molto dolce con la mia ragazza,
poiché la sua
presenza mi confondeva ancora di più. Avevo bisogno dei miei
spazi, quindi
finsi di avere mal di pancia ed andai a dormire, lasciando sola Dani in
sala, a
finire di guardare il film. Le promisi che il giorno dopo, prima che
lei
partisse, avremo trascorso la mattinata al parco, insieme al resto del
nostro
gruppo.
Una volta sveglia, come avevo promesso, ci
ritrovammo al
parco seduti su uno di quei tavoli in legno che normalmente si trovano
nei
parchi. C’eravamo io, Dani, Kurt, Rachel e Elliott.
Stavamo assaporando alcuni tramezzini mentre ci
raccontavamo
del più e del meno e di quello che era successo in quei
giorni a Lima.
“è davvero triste il fatto che
dopo le nazionali il Glee
club verrà sciolto definitivamente!” disse Rachel
a gli altri ragazzi. Tutti la
guardavano con aria triste.
“è triste anche allontanarsi
dai nostri amici!” sussurrò
Kurt. Io lo guardai stranita, poi accennai un si con la testa. Dani mi
guardava
interrogativa.
“Io invece credo che sia triste che tu
debba lasciare di
nuovo la tua Brttany,qui!” Dani se ne uscì
all’improvviso tale da
sorprendere tutti noi.
Era arrabbiata e pure tanto.
Io rimasi spiazzata, non me l’aspettavo.
Ad un tratto la vidi alzarsi di scatto dalla panca,
scavalcò
rapida il pezzo di legno e si allontanò verso la distesa di
prato.
Prima di seguirla guardai i volti seri dei miei
amici. Era
come se stessi andando al patibolo. Dani aveva avuto una reazione e
forse aveva
capito che qualcosa le nascondevo.
Ingoiai a vuoto, prima di soffiare un lieve
“scusate” a
tutti e precipitarmi verso di lei.
“Dani?” gridai andandole
incontro. Lei era di spalle. Aveva
arrestato il suo passo svelto.
“Dani!” dissi ancora,questa
volta con un po’ di fiatone. Si
era allontanata di parecchio.
Mi ritrovai faccia a faccia con lei. Potei notare
chiaramente alcune lacrime che le rigarono il viso.
Provai tenerezza nei suoi confronti.
“Perché non la smetti di
mentirmi e dirmi come stanno le
cose?” mi disse a braccia conserte.
Esitai per qualche secondo poi mi feci coraggio e
parlai.
“Senti….” Cominciai
con la testa bassa “non so come dirtelo,
è complicato!” mi uscirono solo quelle parole di
bocca, in quel momento.
“Tanto non serve che tu mi dica niente,
perché le cose
parlano chiaro, tu parli chiaro e suoi sguardi parlano
chiaro!” a quelle parole
tornai a fissare spaventata gli occhi di Dani velati di lacrime.
“Sai, quando sei partita per Lima sono
andata a casa tua per
recuperare alcune cose che avevo lasciato da te per lavarle. Ho
rovistato tra i
cassetti credendo di aver messo li la mia biancheria intima ma riuscii
a trovare
ben altro!” mi spaventai sul serio sentendola parlare
perché sapevo benissimo
cosa c’era nel cassetto.
“C’erano delle foto che
ritraevano te e Brittany insieme,
una mentre vi baciavate e l’altra mentre sorridete
guardandovi negli occhi.”
Cavolo,mi aveva beccata ma nonostante tutto non
riuscivo a
sentire quella sensazione di paura, paura di dover perdere Dani.
“Poi ho visto come lei ti guardava quando
ieri abbiamo
cantato per quei ragazzi, e la sua reazione….”
Esitò “bè la sua reazione
parlava chiaro!”
“E con ciò cosa vuoi
dimostrare? Non significa nulla per me”
tentai di giustificarmi per non litigare e fare una scenata in mezzo al
parco
ma lei mi spiazzò di nuovo.
“Tu non lo sai, ma quando sono salita in
camera tua, una
volta finito il film, ti ho sentito distintamente chiamare il nome di
Brittany
nel sonno. Non sai quante volte ho sentito l’eco del suo nome
mentre ero
distesa accanto a te a piangere come una cretina.”
“Dio che cosa brutta!” pensai
tra me, seria in volto.
Ero dispiaciuta per quello che era successo ma
involontariamente ero riuscita a pensare solo ed esclusivamente a
Brittany.
Dani mi guardò con una tristezza tale da
farmi sentire in
colpa come giusto che fosse.
Attendeva una mia risposta e io non esitai a
dargliela.
“Mi dispiace per quello che è
successo questa notte, ma la
verità è che Brittany tre giorni fa, mi ha
baciata…” sentendo quel “mi ha
baciata” Dani si stranì di colpo ma nonostante
tutto continuava ad ascoltarmi.
“dichiarando i suoi sentimenti per me. Al bacio mi sono
scansata ma….” Feci un
lungo respiro “..devo ammettere che avrei voluto continuare a
baciarla!” Dani
sentendo le mie parole fece un passo indietro. Stava respirando
più forte del
normale, ma io continuai a parlare.
Ero dettata da un impulso che costante mi diceva di
seguire
il mio cuore, perché in quel momento stavo dichiarando i
miei sentimenti per la
mia unica bionda.
“Mi è sempre mancata, fin da
quando sono arrivata a New
York. Ho lottato per lei e ho perso ed è stato ancora
più difficile andare
avanti e lasciarla andare!” questa volta gli occhi
cominciarono a pizzicarmi e
si fecero sempre più lucidi.
“Poi ho incontrato te,” dissi
sorridendole appena “ed è
stata una fortuna per me incontrarti. Tu sei una ragazza straordinaria,
sei
premurosa, dolce, sexy al punto giusto, ambiziosa e amorevole, sei
tutto ciò
che una ragazza vorrebbe ma per me non è mai stato
abbastanza perché…..” esitai
“…perché tu non sei lei!”
A quelle parole Dani assunse un espressione di
comprensione.
Forse stava cominciando a capire che in fondo lei non poteva farci
più nulla
davanti ai miei sentimenti per Brittany.
“Credimi, mi ha fatto bene stare con te,
sono cresciuta
molto come donna, ma il ricordo e l’amore per Brittany ha
prevalso sempre su di
me. Ora penserai che io ti abbia preso solo in giro ma credimi, stare
con te mi
ha dato la forza per dimenticare, ma appena i miei occhi hanno
incrociato
nuovamente i suoi, è lì che il mio cuore ha
capito che lei era l’unica e sola,
io non volevo capirlo ma il mio cuore l’aveva già
capito!”
A quel punto Dani tornò a respirare
regolarmente.
“Non posso negare il fatto che io pensi
che tu mi abbia
presa in giro, ma….” Respirò tre volte
prima di continuare “ma il sentimento
che provi per questa ragazza è davvero forte e credo che io
non possa più
competere ne contro di lei e ne contro il tuo sentimento!”
disse con saggezza.
Io sorrisi con amarezza. Ero totalmente dispiaciuta
perché
mi faceva male il fatto di averla fatta soffrire, ma dovevo essere
sincera sia
con me stessa che verso di lei.
Rimanemmo lì ancora per qualche
minuto in silenzio, testa bassa, poi lei mi salutò
augurandomi “Buona fortuna”.
Sapevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che
l’avrei rivista. Mi beai
ancora dei contorni della sua sagoma che pian piano si affievolivano
nel mentre
lei si allontanava, augurandole di rimando un “buona
fortuna,Dani!” che non
arrivò mai a lei.
Me ne stavo seduta sul dondolo fuori il portico di
casa
leggendo distrattamente alcune pagine di un libro romantico. Non facevo
altro
che pensare a Santana e soprattutto a dove fosse. L’indomani
avrei preso il
volo per tornare alla mia noiosa e stupida vita universitaria fatta
solo di
calcoli matematici.
Ero sola, poiché i miei erano usciti a
cena fuori.
La luce del giorno pian piano si stava affievolendo
e la
notte quasi prevalse su di essa. Il tramonto durò circa
mezz’ora poi il sole si
spense,dando spazio alla luna.
Continuavo a fissare la pagina n 24 che era rimasta
lì tra
le mie dita già da un’ora buona.
Pensavo a lei costantemente, quando ad un tratto la
vidi, e
ne rimasi folgorata. Stava attraversando il vialetto di casa con passo
lento,
arrivò a salire i due gradini del piccolo portico e si
poggiò su uno dei pali a
braccia conserte.
Mi guardava e sorrideva con
amore.
Chiarito con Dani, e passato il pomeriggio a
riordinare la
mia camera e a cominciare a preparare la valigia decisi che in serata
sarei
corsa subito da Brittany. Mi trovai ad attraversare il vialetto di casa
sua e
la osservai prima ancora che mi notasse.
Era cosi bella persa a leggere uno dei suoi libri
preferiti,
ma ero più che certa che quel libro lei, non lo stesse
leggendo.
Mi avvicinai più verso il portico e lei
finalmente alzò lo
sguardo.
Il cuore mi rimbalzò in gola
più volte, fino a quando
arrivai a poggiarmi su di un palo del portico a braccia conserte.
La fissai sorridendo.
Mi stava innervosendo il suo sorrisetto alla
Santana Lopez.
Chiusi il libro prontamente e mi alzai dal dondolo,
andando
contro di lei.
Eravamo l’una di fronte l’altra
senza staccarci gli occhi di
dosso.
Ora anche io ero a braccia conserte.
“Cosa leggevi?” finalmente
riuscì a parlare.
“In realtà non stavo
leggendo!” Alla mia risposta Santana
sorrise ancora di più. Mi conosceva troppo bene.
“Cosa ci fai qui?” dissi
prontamente incuriosita dalla sua
presenza. Lei mi guardò, questa volta seria in volto.
“In realtà volevo parlare con
te!”
Quella frase mi rimbombò nelle orecchie
un sacco di volte
prima di dare modo a lei di parlare.
Avevo il cuore in gola. Non me
lo sarei mai aspettata.
Il suo sguardo di ghiaccio fisso su di me mi
metteva in
imbarazzo ma dovevo farmi forza. Ero andata lì per un unico
scopo.
Dirle ciò che provavo.
Questa volta ero diventata rossa in viso e a lei
scappò una
fievole risatina quando lo notò. Non la sentivo ridere con
me, da molto tempo
ormai. Fu musica per le mie orecchie.
Non esitai ancora, e infatti cominciai a parlare.
“Non so cosa mi abbia spinta a
venire da te oggi,” iniziai a dire “anzi, lo so
invece. Probabilmente è stato
il mio cuore a dirmi di venire da te!”
Finalmente Santana si stava aprendo con me e io non
potevo
crederci.
Il cuore ormai era impazzito e cominciai a sentire
un forte
calore che mi attraversò prima le guance, fino ad arrivare
alla punta delle
orecchie.
Non smettevo di guardare i suoi
occhi e il suo colorito del viso farsi sempre più intenso.
I suoi occhi erano puntati su di me. Non riuscivo a
non
guardare anche le sue sottili labbra.
Era incredibilmente bella quando mi ascoltava
attentamente.
Mi ero preparata uno di quei discorsi che se
l’avessi
recitato ad una premiazione oscar probabilmente l’avrei vinto
solo per il
discorso fatto ma i suoi occhi, le sue labbra, il suo corpo perfetto,
lei, mi
avevano fatto completamente dimenticare ogni singola parola.
Ora ero emozionata, imbarazzata ed euforica allo
stesso
tempo. Lei era ancora lì che cercava in qualche modo di
incitarmi a continuare
ma improvvisamente fui guidata dall’istinto.
Lasciai che le braccia mi cadessero lungo i
fianchi, mi
precipitai di colpo verso lei e la baciai senza pensarci, con tanta
dolcezza e
amore. Le nostre labbra si incastrarono perfettamente.
Inizialmente Brittany fu
sorpresa dalla mia reazione ma poi, si lasciò baciare e
piano portò una mano
sulla mia guancia accarezzandola mentre con l’altra cinse il
mio fianco.
Non potevo credere ai miei occhi, finalmente
Santana era lì
con me e mi stava baciando.
Il suo bacio era diverso. Più maturo,
più esperto. Mi
baciava con una delicatezza tale da sciogliermi. Io le cinsi con un
braccio la
sua piccola vita mentre con l’altra le accarezzavo il viso
accaldato.
Il suo bacio fu cosi intenso che non
servì manco che
parlasse ancora perché quel gesto parlava già da
sé.
Tremammo insieme quando approfondimmo il bacio. Le
nostre
lingue danzavano perfette in una sincronia tale da farci battere i
cuori ancora
più forte.
Mi era mancato baciarla e soprattutto sentirla mia.
Una volta staccate per riprendere fiato, io posai
la fronte
contro la sua e ci perdemmo tra i rumori dei nostri respiri. Gli occhi
erano
chiusi.
Santana parlò tra un respirò
e l’altro dicendo : “Resta con
me!” e sentendo quelle parole mi si strinse il cuore. La
baciai nuovamente,
prima ci fu un bacio famelico poi cominciai a lasciarle baci sul naso,
le
guance, la fronte, mentre di tanto in tanto le accarezzavo il viso
rimanendo sempre
con gli occhi chiusi. Lei si beava delle mie carezze. Di tanto in tanto
la
sbirciavo per vedere se sorrideva, e infatti la mia adorata Santana
sorrideva
eccome. Sorrisi anche io e infine le lasciai un dolce bacio quasi a
sfiorarle
le labbra.
A quel punto riaprimmo gli occhi
e continuando a guardarci intensamente, lei si staccò di
malavoglia e cominciò
a parlare di nuovo.
“Britt” dissi guardandola
intensamente.
“Potresti rinviare la tua partenza fra
una settimana?” dissi
e lei non capì inizialmente la mia proposta.
“E perché?” mi disse
incuriosita.
“Perché, invece di prendere un
biglietto per New York ne ho
presi due per Parigi e la partenza è stabilita per domani
mattina!” le dissi
tutto d’un fiato e lei sgranò gli occhi.
“Stai dicendo sul serio?” mi
disse stampando uno dei suoi
mega sorrisi.
“Si, dico sul serio!” alla mia
risposta, Brittany mi afferrò
di colpo il viso e cominciò a baciarmi ancora e ancora. Io
la lasciai fare.
“Devo prenderlo come un si?” le
dissi sorridendo.
“Assolutamente si!” mi rispose
con gli occhi che le
brillavano.
L’unica cosa che ci rimaneva da fare
ormai era partire, lì
avremmo chiarito il tutto. Ci serviva un po’ di tempo per
stare da sole, poi la
mia Brittany mi risvegliò dalle mie fantasie.
“E con Dani?” disse di getto
tornando seria.
“Con Dani è tutto finito, ha
capito che comunque sono ancora
innamorata di te!” Sentendo le mie parole a Brittany le scese
una lacrima, ma
questa volta di gioia.
“Davvero?” disse con un
innocenza da avere voglia di
morderla.
“Britt, io sono stata sempre innamorata
di te e lo sono
tutt’ora!”
Nel pronunciare quella frase finalmente avevo
capito quanto
l’amassi veramente e avrei fatto di tutto per far si che
quell’amore durasse
per sempre.
“Ti amo” mi disse e il mio
cuore tremò con il suo.
“Ti amo” le risposi, e
accaldate tornammo a baciarci
intensamente con la voglia e il desiderio di assaggiarci nuovamente.
***
Ciao a tutti!! :) Piccola sorpresa :D Ho deciso di scrivere questa OneShot in prima persona perchè m'ispirava molto. La storia parte subito dopo il bacio Brittana della 5x12. Spero vi piaccia e spero di leggere tante recensioni. Per chi volesse seguire altre mie FF ho scritto un'altra oneshot "Sospiri" che trovate a questo indirizzo : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1765776&i=1 e una long Heya "In Your Atmosphere" ancora in fase di scrittura : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1754452&i=1
A presto!!!