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Autore: Snix91    24/03/2014    4 recensioni
La storia è incentrata su Brittany e Santana subito dopo il bacio della 5x12.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Dani, Quinn Fabray, Sam Evans, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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< L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era la delicatezza e il modo in cui Brittany aveva nuovamente dichiarato i suoi sentimenti per me, il giorno prima. Ancora avevo alla mente il ricordo dei suoi occhi color cielo che mi squadravano il volto a pochi centimetri dalla mia bocca. Riuscivo chiaramente a sentire il suo respiro accaldato dopo avermi baciato con una dolcezza da togliere il fiato. Stavamo parlando del più e del meno nella sala coro, e le stavo puntualizzando nuovamente che aveva bisogno di farsi una nuova vita e abbandonare quelle noiose e insulse formule matematiche. Le stavo spiegando che la vita non è fatta di calcoli numerici ma di momenti che vanno vissuti giorno per giorno, occasioni che non vanno perse. Lei era lì a guardarmi, persa nelle mie parole e di tanto in tanto dava un morso al suo piccolo grissino che teneva nella mano destra. Ogni volta che mi stava accanto più del dovuto, riusciva sempre ad imbarazzarmi, a dare un tocco di colorito in più sul mio volto. “E’così bella e innocente” pensavo tra me e me mentre ascoltavo le sue risposte simpatiche e distratte. Ad un tratto si fermò di colpo, mi aveva guardato con un intensità tale da rimanere fermi come una pietra incastonata perfettamente nella terra. Si era alzata lentamente poggiando le ginocchia sopra il piccolo divanetto in cui eravamo sedute, rimanendo con lo sguardo fisso sulle mie soffici labbra. Una volta messa in ginocchio non ci pensò due volte, si spostò leggermente verso di me in un bacio richiesto. Mi baciava come se lo desiderasse da non so quanto tempo ed io ero rimasta ferma e immobile permettendo a lei di baciarmi ancora e ancora, ma improvvisamente mi tornò alla mente a quanto avevo sofferto nel dimenticarla e quanto fosse troppo tardi per tutto quello. L’avevo fermata di colpo dicendo che non potevo e lei leccandosi piano le labbra si ritrasse immediatamente. In quel momento pensai che lei volesse ancora assaporare per un ultima volta il mio sapore. Non fu una novità per me perché conoscevo Brittany, amava baciarmi come io amavo baciare lei. Ero in un imbarazzo tale da non riuscire a guardarla per più di tre secondi. Rimanemmo in silenzio per qualche minuto. Potevo giurare di aver visto con la coda dell’occhio le guance morbide di Brittany farsi sempre più rosse. Poi improvvisamente lei parlò e fu in quel momento che la mia mente si fece più confusa di quanto non lo fosse già, dopo che lei mi aveva baciato cosi inaspettatamente. “Mi fa stare bene l’averti intorno” è cosi che mi aveva detto mentre io guardavo un punto imprecisato della stanza. “Mi fai sentire di nuovo come una ragazza…” a quel punto mi girai verso di lei seguendo con lo sguardo i movimenti impacciati del suo viso. “Come se il mio corpo si svegliasse” continuò, e a quel punto mi uscì dalla bocca l’unica cosa sensata che potessi dire in quel momento. “Ti prego non farlo, ok? Mi sono fatta il culo per dimenticarti!” lo dissi con un misto tra rabbia e tristezza allo stesso tempo. Sentendo le mie parole lei smise di guardarmi e si alzò improvvisamente girandosi nuovamente verso di me. I nostri occhi si scontrarono ancora. Si sistemò una ciocca scomposta dei capelli dietro l’orecchio, e con imbarazzo si affrettò a rispondere. “Voglio davvero stare con te, Santana.” a quella frase rimasi di sasso ma decisi di non fermarla. “Ho visto il mondo,e ora sono più convinta che mai che appartengo a te. E sono sicura che la tua ragazza è fantastica…” sentendo “la tua ragazza” mi sentii un po’ in colpa. “…ma non puoi ricreare quello che avevamo io e te.” Lei aveva ragione, non potevo ricreare con nessuno quello che avevamo io e lei, anche se lo volessi più di qualunque cosa al mondo. “Quindi, è una tua scelta….” aggiunse sporgendosi piano verso di me. Per un attimo ho avuto quasi paura che mi baciasse di nuovo ma nel momento in cui arrivò quasi vicina alle mie labbra si spostò di lato lasciandomi un bacio dolce sulla mia guancia calda e imbarazzata. Lei si ritrasse rimanendo a fissarmi negli occhi. Sentii chiaramente il suo profumo alla vaniglia. Mi era familiare. Lo sentii solo per un attimo perché poi trattenni il respiro a causa della sua troppa vicinanza. Infine,rimanendo ancora lì a guardarmi negli occhi disse solo una semplice frase, “Se mi vuoi, io sono qui.” E io mi sciolsi completamente. Si allontanò da me fissandomi ancora per un ultima volta, poi se ne andò permettendomi di respirare e di pensare alle parole che mi aveva detto. >

Ero seduta su una sedia poco lontana dal palco dell’auditorium ed ero intenta a fissare Brittany che cercava di insegnare i suoi migliori passi di danza ai ragazzi nuovi del Glee club. Mi tornava costantemente nella mia testa quel momento del giorno precedente. Più la guardavo muoversi e più sentivo ancora l’umidità delle sue labbra sulle mie. Di tanto in tanto il mio viso si colorava di un rosso acceso e fortunatamente, grazie al color cioccolato al latte della mia pelle riuscii a nasconderlo perfettamente. Una presenza accanto a me mi fece tornare alla realtà permettendo di reprimere soltanto per pochi secondi quel dolce ricordo. Una Quinn interrogativa si era seduta accanto a me continuando a fissare i ragazzi sul palco.

“Ti vedo piuttosto pensierosa, Santana.” Mi disse ancora prima di sedersi.

“Sono solo un po’ stanca.” Mi limitai a dire senza nemmeno rivolgerle lo sguardo. Poi lei vedendomi concentrata su un punto ben preciso del palco decise di sporsi leggermente quasi sfiorando la mia spalla e seguì perfettamente con lo sguardo cosa stavo guardando. Aveva capito che stavo guardando Brittany ma si limitò a fare un sorrisetto compiaciuto e poi tornò a sedersi composta. Sentivo chiaramente lo sguardo di Quinn posarsi su di me di tanto in tanto, poi parlò, cercando di togliersi ogni dubbio.

“Sai, io e Puck ci siamo baciati ieri nello spogliatoio e mi ha chiesto di restare,dicendomi che mi ha sempre amata.” disse felice e io mi girai di scatto, sorpresa.

“Davvero?” dissi semplicemente, poi al suo cenno del “si” con il capo tornai a guardare Brittany. A quel punto mi decisi e per non far sembrare che la sua confessione fosse più scioccante della mia parlai senza esitare.

“Sai, Brittany mi ha baciata ieri in aula coro e io, mi sono scansata.” Inizialmente non mi girai verso la mia amica Quinn ma sentivo distintamente i suoi occhi sgranati puntati su di me.

“Davvero?” si limitò a dire a bocca aperta.

“Davvero.” Replicai.

“Come mai ti sei scansata?” Quinn voleva approfondire il discorso e io le concessi di farmi tutte le domande che voleva senza mai staccare gli occhi da quel palco.

“Mi sono scansata perché non posso…” esitai per un momento “…e perché sono confusa.” Decisi di raccontare a Quinn tutto ciò che sentivo e tutto ciò che era accaduto nell’aula coro, e cominciai a parlare senza fermarmi per un secondo. Per un attimo mi sentii come se nel mio corpo fosse entrata una Rachel Berry sull’orlo di una crisi di nervi.

“Ho molti dubbi Quinn, non sono sicura di lei.” Conclusi.

“Non sei sicura di lei o non sei sicura di quello che provi tu?” con quella frase la mia amica mi aveva spiazzata. In fondo Brittany aveva dichiarato i suoi sentimenti e forse ero io quella che doveva farsi avanti. Non dovevo avere conferma di lei ma conferma di me stessa e di ciò che provavo.

Questa volta il mio sguardo si posò sul viso tranquillo di Quinn e pensandoci bene aveva ragione. Poi tornai a guardare lei muoversi con grazia e sorridendo appena, quando gli altri le parlavano dolcemente, chiedendo di insegnarle qualche altro passo. “Dio, perché è cosi dolce? Perché è sempre disponibile con tutti? Perché è cosi maledettamente bella quando ride?” pensai in quel momento. Improvvisamente la mia amica si alzò di scatto dal suo posto e parlò di nuovo. A quel movimento della mia amica potei giurare di aver visto Brittany girarsi verso di noi, io mi voltai verso Quinn.

“E’ una tua scelta Santana, pensaci bene perché potresti vivere con il rimpianto di non aver seguito il tuo cuore.”

Boom. Il mio cuore ebbe un sussulto. Quinn sapeva sempre come prendermi. Era un’amica fantastica e c’era in qualunque momento.

Poi si allontanò percorrendo il lungo stretto corridoio delineato dalle file di sedie e risalendo piano verso l’uscita dell’auditorium.

Io mi voltai di nuovo verso Brittany e fu in quel momento che i nostri sguardi si incontrarono.

Ebbi un altro colpo al cuore.

Rimasi in silenzio a guardarla per un tempo interminabile,lei fece lo stesso. Poi mi alzai di scatto e senza nemmeno rivolgerle un saluto mi alzai e scappai via da quella grande stanza che pian piano si stava facendo sempre più stretta.

Continuavo a fissare Santana che intenta ascoltava le parole di Quinn. Non riuscivo a capire chiaramente cosa stessero dicendo ma potei notare l’espressione di Santana pensierosa e quella di Quinn da rimprovero. Per un secondo mi sembrò di leggere il labiale della mora che diceva un “non lo so” con fare dubbioso. Mi riscossi per un momento quando Marley e gli altri ragazzi mi avevano chiesto di insegnargli qualche altro passo. Sorrisi a loro compiaciuta, gli diedi qualche indicazione su come dovevano eseguire i passi e poi infine tornai a guardare Santana. In quel preciso instante incrociai il suo sguardo. Senza che me ne accorgessi Quinn se n’era andata e la mora era rimasta lì a guardarmi.

Il mio cuore ebbe un sussulto, diventai rossa, ma nonostante tutto non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Improvvisamente, dopo un lungo minuto di sguardi intensi lei si alzò di scatto e senza nemmeno salutarmi era uscita di fretta dall’auditorium. Rimasi ancora a guardare le sue piccole falcate che velocemente raggiungevano l’uscita poi tornai a parlare con gli altri ragazzi, tormentata dal solo pensiero su cosa si fossero dette Santana e Quinn e sul perché non mi avesse salutata.

Una volta finite le prove con i ragazzi del Glee uscii di fretta dall’auditorium in cerca di Santana. Volevo parlarle, la cercai per tutta la scuola ma lei senza dire niente se n’era andata. Chiesi persino a Kurt e Rachel se sapessero dove fosse andata e Rachel mi accennò solo che l’aveva vista uscire di fretta fuori dalla scuola.

“Probabilmente è tornata a casa” pensai. Non potei allontanarmi dalla scuola perché nel pomeriggio sarei dovuta rientrare nell’auditorium per insegnare ai ragazzi i passi vincenti da utilizzare per le nazionali, ma promisi a me stessa che in serata sarei andata da lei solo per parlarle.

Conclusi con i ragazzi e una volta salutati corsi subito al parcheggio della scuola, recuperai la mia macchina e sfrecciai verso casa di Santana.

Arrivata lungo il viale davanti casa della latina spensi la macchina, feci un grosso respiro ed uscii dal veicolo. Percorsi lo stretto vialetto che portava davanti il portone principale della casa e vi bussai delicatamente. Sentii distintamente una calda voce, simile a quella di Santana dire “arrivo” prima di aprire la porta. Rimasi per qualche secondo a fissare la porta bianca poi si aprì trovandomi di fronte la madre della latina.

“Brittany!!” esclamò la piccola donna prima di ricevere un lungo e amorevole abbraccio.

“Quanto tempo che non ci vediamo, come stai tesoro?” disse con dolcezza.

“Sto molto bene Signora Lopez” mi limitai a dire senza dilungare troppo il discorso. La madre cacciò uno di quei sorrisi apprensivi che quasi mi ricordò quello di Santana quando mi supportava ai tempi del Glee Club.

“Quante volte te lo devo dire che mi devi chiamare Maribel!”puntualizzò.

Sorrisi di rimando poi chiesi di Santana.

“Santana è in casa? La sto cercando da questa mattina.” Chiesi preoccupata.

“Oh si, Santana è su in camera sua da quando è rientrata, ma probabilmente la troverai a dormire!” disse permettendomi di entrare.

“Posso salire comunque?” chiesi indicando le scale che portavano al piano di sopra.

“Assolutamente!” rispose la madre sorridendomi ancora.

“Se hai bisogno di qualcosa chiama pure, tanto io sono a fare il bucato!” disse allontanandosi dall’ingresso di casa.

Mi accinsi a salire le scale, arrivai davanti la porta della camera della latina e bussai più volte senza ricevere risposta, poi impertinente com’ero aprii la porta senza pensarci due volte ed entrai richiudendomela alle mie spalle.

Lei era lì, distesa sul letto che dormiva beatamente.

Mi avvicinai al letto senza fare troppo rumore e mi sedetti accanto a lei.

Era cosi bella. Passare interi pomeriggi in camera sua dopo la scuola era la cosa che più preferivo in assoluto. Quelle quattro mura avevano visto cosi tanto di noi. Ogni cosa di quella piccola stanza mi ricordava i momenti trascorsi con lei.

Sorrisi, e per poco una lacrima non mi scese, poi tornai a guardare il viso tranquillo di Santana ma mi sorprese. Lei ora era lì ad occhi spalancati, che mi guardava con un misto di terrore e piacevolezza allo stesso tempo.

Sgranai gli occhi istintivamente quando sentii il letto muoversi piano sotto di me.

La vidi e per un attimo mi mancò il respiro. Lei si voltò di scatto e insieme ci mettemmo paura.

“Cosa ci fai qui?” dissi alzandomi di scatto e mettendomi seduta sul mio letto.

Gli occhi ancora mi pizzicavano dal sonno.

“Ehm, dopo che te ne sei andata ti ho cercata per tutta la scuola….perchè sei sparita in quel modo? Senza nemmeno salutarmi?” ora il suo volto era rilassato e i suoi occhi erano carichi di dolcezza.

Mi sciolsi a quella vista ma dovevo essere sincera nei suoi confronti. Doveva sapere.

“Sono molto confusa Britt! Da quando….bhè…” per un attimo esitai “….da quando mi hai baciata inaspettatamente, ieri in aula coro mi hai messo molti dubbi in testa.” L’imbarazzo era calato e Brittany era rimasta in silenzio a guardarmi, interessata da ciò che stavo dicendo.

“Io…..” non sapevo che altro dire, poiché Brittany non si accingeva a parlare.

“io devo capire molte cose.” Dissi semplicemente. La vidi spostare lo sguardo da me verso il lenzuolo ancora caldo dal mio sonno e poi disse qualcosa.

“lo so, non ti sto mettendo fretta, vorrei solo che capissi che non devi avere dubbi su di me perché io so cosa provo per te, ora spetta a te decidere!” disse con gli occhi semilucidi.

In quel momento mi scattò qualcosa dentro, avevo bisogno di scaricare tutta la tensione e lo feci con lei.

“Perché mi stai facendo questo?” scattai improvvisamente, e calde lacrime cominciarono a rigarmi il viso. Lei rimase sorpresa della mia reazione, non se lo aspettava.

“Perché continui a ripetermi che devo decidere?” continuai alzando un po’ la voce. Lei quasi si spaventò assumendo un espressione da cucciolo bastonato.

“Io ho una ragazza, sono andata avanti….mi sono fatta il mazzo per dimenticarti, per cercare di vederti con Sam o con qualunque altra persona….e ora mi stai dicendo che vuoi tornare con me? Dopo quasi due anni?” Stavo scaricando tutta la mia tensione e lei, pianse. Mi fermai quando vidi le sue lacrime silenziose e aspettai che si riprendesse, poi parlò puntando sempre lo sguardo verso il basso. Mi sembrò che per un attimo chiudesse gli occhi per non far uscire altre lacrime di tristezza.

“Scusa, hai ragione, forse non sarei nemmeno dovuta tornare qui a Lima!” disse di getto.

Improvvisamente, a quelle parole mi batte forte il cuore.

“Non dire cosi….” Mi calmai “hai fatto bene a venire e non sai quanto mi ha fatto piacere rivederti, ma devi capire che io ho bisogno di tempo….” Mi fermò di colpo.

“Forse pretendo troppo, spero in qualche modo di tornare indietro nel tempo…”

“Ma non si può tornare indietro nel tempo!” dissi aggredendola con dolcezza.

Lei ad un tratto tornò a squadrare il mio viso, forse aveva avuto conferma di qualcosa e infatti parlò di nuovo.

“Hai ragione anche in questo, non si può tornare indietro nel tempo…” esitò, mi sembrò che volesse continuare con il discorso ma improvvisamente si alzò in piedi abbandonando la parte di letto su cui era seduta.

“Forse è meglio che io vada..” disse infine, ancora con il viso bagnato dalle lacrime.

“Si forse è meglio!” dissi senza pensarci. Ero troppo confusa. Da un lato volevo che restasse ma dall’altro sentivo il bisogno di restare da sola.

Lei mi capì e senza pensarci due volte, mi guardò per un ultima volta, poi con una lentezza estrema, segno che non voleva andarsene per nulla al mondo, aprì la porta della mia camera e la sentii scendere rapida le scale.

Rimasi ancora lì, in ginocchio sul letto, e piansi per lei come non facevo da quando mi aveva lasciata andare per Sam.

Il mattino seguente ci ritrovammo tutti in aula coro ad ascoltare il Professor Schue dare alcune dritte sulle nazionali ai ragazzi del Glee club. C’eravamo tutti come sempre, sia quelli diplomati, compresa me che avevo finito la scuola in anticipo e sia quelli nuovi che si sarebbero diplomati a breve. Santana ovviamente, non si era seduta accanto a me, ma era una fila più avanti al di sotto del gradino dove io ero seduta. La vedevo di tanto in tanto scrivere qualche messaggio di fretta senza ascoltare minimamente una parola di quello che diceva il Signor Schue.

Improvvisamente, notai chiaramente la scritta “Dani” sullo schermo del telefono di Santana. La vibrazione del suo telefono aveva interrotto il discorso di Will e tutti si erano concentrati su di lei. Vidi la latina agitarsi appena per poi accennare uno “scusate” e allontanarsi veloce dalla sala coro.

Mi affrettai ad uscire dall’aula per rispondere al telefono.

Era la mia ragazza.

“Pronto?” risposi.

“Tesoro” disse l’altra voce all’altro capo del telefono.

“Come stai?” proseguì Dani.

“Sto bene, e tu?” mi limitai a rispondere.

“Non mi lamento, ma devo dire che mi manchi terribilmente!” disse sorridendo.

Io sorrisi di rimando.

“Anche tu mi manchi.” Mi fece strano dire quelle parole ma non ci feci caso più di tanto.

“Allora…..” proseguì la voce “cosa fai di bello oggi?”

“Ora sono a scuola con i ragazzi del Glee, siamo qui per supportarli!” dissi.

“Ah davvero? E cosa farai più tardi?” parlò Dani, ma in quel momento mi sembrò come se la sua voce rimbombasse dentro quelle mura.

Mi voltai di colpo e rimasi a bocca aperta con ancora il telefono in mano poggiato sull’orecchio.

Dani mi sorrise e mi venne in contro cercando un mio abbraccio.

A quel punto abbassai il telefono e l’abbracciai forte. Accanto a lei c’era Elliott in splendida forma.

“ma cosa ci fate qui?” risposi sorpresa, staccandomi dolcemente dalla mia ragazza.

“primo perché mi mancavi…” puntualizzò Dani “e secondo perché sappiamo quanto a te, Rachel e Kurt sta a cuore il Glee club e tutti i ragazzi che ne fanno parte, per questo siamo venuti, per supportarli, e io e Elliott abbiamo pensato di poter cantare qualche nostra canzone da repertorio,formando il nostro gruppo.”

A quelle parole sorrisi come una matta. Avevano avuto un’idea geniale.

“Va bene! Sono sicura che Kurt e Rachel saranno lieti di cantare con noi!” sorridemmo tutti e tre, poi li incitai ad entrare in aula.

Santana rientrò improvvisamente in aula, interrompendo nuovamente il Professor Schue. Questa volta era accompagnata da una ragazza e un ragazzo.

Vidi Rachel e Kurt entusiasti alla loro vista, e corsero immediatamente ad abbracciarli poi Santana parlò.

“Ragazzi, loro sono Dani e Elliott e sono qui per regalare a voi il loro supporto!”

Boom. Ebbi un sussulto.

La ragazza che avevo davanti era la famosa Dani.

“Cosa ci faceva qui a Lima?” mi domandai.

Avevo il cuore a mille.

“Ciao a tutti!”

Sentii per la prima volta la sua voce. Aveva una voce roca ma si poteva sentire chiaramente che era intonata. In braccio teneva una chitarra presa poco prima di entrare e farsi avanti. Probabilmente di lì a poco avrebbe cantato.

“Io e Elliott…..” sentendo il suo nome il ragazzo alzò un braccio accennando un saluto. Era molto taciturno ma supponevo che avesse una voce tanto bella quanto il suo aspetto.

“..siamo venuti qui per darvi supporto, so che per voi le nazionali sono un traguardo importante per questo abbiamo pensato, con l’aiuto di Santana, Kurt e Rachel di cantarvi una canzone per rilassare i vostri stati d’animo e per farvi capire in qualche modo che nella vita non bisogna mai arrendersi.” Mentre parlava in tanto, i ragazzi della band avevano sistemato le cinque asticelle con i rispettivi microfoni per dare il via ad una splendida performance.

Li vidi sistemarsi davanti i piccoli microfoni e notai Santana e Rachel abbassare le asticelle e regolarle in base alla loro altezza.

Sorrisi appena, poi tornai a squadrare il volto della mia rivale.

Finì di parlare e una volta sistemati, Kurt incitò l’inizio dell’attacco con un “Musica” e la base partì.

Cantarono “Fighter” di Christina Aguilera. Fu una performance pazzesca. Avevo già sentito in precedenza quella canzone cantata da Blaine ma loro cinque erano un qualcosa di straordinario. Tutti impazzirono durante l’esibizione. Chi ballava freneticamente, chi si caricava, chi sorrideva, solo io ero rimasta ferma a braccia conserte, seduta dietro tutti gli altri a guardare Santana muoversi con una sensualità da mozzare il fiato. Dani aveva notato che non facevo altro che guardare la latina ma si limitava solo a continuare a cantare, senza fare occhiatacce o quant’altro.

Ero gelosa.

Dannatamente gelosa del fatto che la mia Santana potesse stare con una ragazza così talentuosa e fottutamente carina.

Finita la performance mi sentii invasa da una rabbia tale da farmi scattare in piedi e uscire istintivamente dall’aula coro, incurante delle voci che forte richiamavano il mio nome.

Mi congratulai con me stessa quando finimmo di cantare, eravamo stati ed ero stata eccezionale. Guardai i ragazzi applaudire e incitare noi, ma improvvisamente fui attratta dalla mossa rapida di Brittany. Era scattata in piedi, e quando lessi l’espressione sul suo volto mi spaventai.

Era arrabbiata e triste.

Anche dentro di me salì una tristezza tale da voler uscire da quella stanza e rincorrerla, ma appena mi voltai vidi il volto stranito della mia ragazza e mi fermai di colpo. Sentivo solo le voci dei ragazzi e del Signor Schue che richiamavano il suo nome, ma l’unico che si alzò e uscì da quella stanza fu Sam.

Per un attimo provai gelosia, perché volevo esserci io al posto di Sam e nuovamente stavo dando modo a lui di riavvicinarsi a lei.

Percorsi velocemente il lungo corridoio che mi avrebbe portata fuori al campo degli allenamenti delle cheerleader.

Piangevo.

Piangevo senza ritegno.

Più pensavo a Santana e più mi tornava in mente lei accanto a Dani che cantavano guardandosi intensamente tra una nota e l’altra.

Ero gelosa marcia.

Percorsi il lungo vialetto che portava sugli spalti, salì sopra il primo gradino e mi andai a sistemare negli ultimi posti della gradinata.

Misi le mani sopra il viso per cercare di asciugare le lacrime, poi fissai la distesa di prato di fronte a me e fievoli ricordi mi apparvero nella mente.

Ad un tratto sentii alcuni passi pesanti venire verso di me, e li sentii distintamente poiché a ogni passo le gradinate tremavano appena. Mi voltai e vidi Sam intento a sedersi accanto a me. Anche lui cominciò a fissare il campo senza dire nulla poi, decise di parlare.

“Qualcosa non va?” mi disse semplicemente, senza guardarmi.

Io non risposi perché tornai a piangere.

“Sai….” Tornò a parlare e questa volta mi guardò con gli occhi semichiusi a causa della forte luce del giorno.

“non dovresti arrenderti!” disse ma io alle sue parole aggrottai le sopraccigli, non capivo ciò che stava dicendo. Lui probabilmente ci fece caso davanti la mia espressione e cercò di spiegarsi a modo suo.

“Ti conosco molto bene Britt, Santana ti piace ancora e si vede, ma non dovresti arrenderti, non fare lo stesso errore che hai fatto con me, o con lei stessa, non di nuovo!”

Ora era tutto chiaro, Sam mi stava parlando di Santana.

“Non posso fare più nulla Sam, Santana è andata avanti ed è ciò che devo fare io, non si torna indietro nel tempo.” dissi, sempre rivolta verso il prato, osservando la squadra delle Cheerios farsi strada sul campo.

“Non essere sciocca Brittany! Non farti ingannare dall’apparenza, Santana ha lottato molto per te, ricordo ancora quando mi avvertì di non farti soffrire, o mi avrebbe spezzato le braccia. Quella Santana c’è ancora, credimi!”

Non capivo perché Sam era li a rassicurarmi ma pensai solo che era molto dolce da parte sua.

Mi asciugai con una manica del mio cardigan le ultime lacrime che mi erano rimaste incollate sulle guance e poi tornai a parlare un po’ più sicura di me.

“Visto che siamo in confidenze Sam, ti posso dire che due giorni fa ho baciato Santana e lei si è scansata dicendomi che non poteva….” Sam si stranì sentendo le mie parole, forse non si aspettava una confessione del genere.

“….le ho dichiarato espressamente i miei sentimenti e lei mi ha detto che si sente confusa e che le serve tempo.”

Finita la frase vidi Sam girarsi nuovamente verso le cheerleader, sempre serio in volto. Aveva assunto la classica posizione da uomo pensieroso. Gambe larghe, gomiti poggiati sulle ginocchia e mani intrecciate. Per un secondo mi tornò alla mente Finn poiché Sam era vestito esattamente nello stesso stile con cui vestiva lui. Mi scese una lacrima al solo pensiero ma la nascosi subito asciugandola con la manica.

“Eh allora dalle tempo, non ti ha negato nulla Brittany, ha una ragazza e ne ha passate tante, è giusto che lei si prenda un momento per pensarci, ma ricordati non puoi aspettare per sempre! Devi darle un limite, non puoi aspettare tutta la vita!” a quelle ultime parole Sam si girò verso di me. Aveva ragione, non potevo aspettare tutta la vita, prima o poi doveva decidere.

“Quando te la sentirai dovrai darle un ultimatum, comprensiva si ma stupida no!”

Adoravo il modo in cui mi difendeva Sam. Non aveva mai pensato che io fossi stupida a differenza di altri che non facevano che ripetermelo tutto il tempo. Sam mi ascoltava e mi capiva come un vero amico.

Sorrisi appena.

“Finalmente ti vedo sorridere.” Disse sorridendo a sua volta.

“Sei un ragazzo eccezionale Sam!” dissi guardandolo negli occhi.

“Non tanto quanto lei!” ribatte sorridendo.

Io lo guardai stupita, poi lui scoppiò in una risata che invase quasi mezzo campo.

Lo lasciai fare, poi la sua risata si affievolì e tornò serio a guardarmi.

“Grazie!” sussurrai appena.

“Di cosa?” disse Sam accigliato.

“Di esserci sempre! So che ti ho fatto soffrire andandomene…” iniziai a parlare ma lui m’interruppe.

“Non ti preoccupare, credimi, ho passato i momenti più belli della mia vita di liceo quando stavo insieme a te ma ora mi è passata…” disse e io lo guardai stranita, poi lui proseguì “non che mi sia passata come persona, ma comunque mi sono reso conto che la mia era solo una cotta” puntualizzò il mio amico cercando di recuperare la situazione ma io improvvisamente scoppiai in una risata cristallina e anche lui sorrise con me.

“Non ti devi giustificare, lo so che mi vuoi bene!” dissi, poggiando la mia mano sulla sua spalla possente.

Sorridemmo ancora e restammo lì per un po’ beandoci dell’aria fresca del pomeriggio ormai inoltrato.

In quella giornata, quando cantai con il mio gruppo per i ragazzi del Glee fu l’ultima volta che vidi Brittany. Ero tornata a casa con Dani, poiché lei sarebbe rimasta a dormire a casa mia, mentre Elliott sarebbe andato a casa di Rachel. Trascorsi il resto della giornata guardando un film, e cenando da sola con Dani, visto che mia madre era partita due giorni per lavoro e mio padre era di turno in ospedale. Dani sarebbe partita l’indomani per New York insieme ad Elliott, mentre io, Rachel e Kurt avevamo l’aereo due giorni dopo. Quella sera non fui molto dolce con la mia ragazza, poiché la sua presenza mi confondeva ancora di più. Avevo bisogno dei miei spazi, quindi finsi di avere mal di pancia ed andai a dormire, lasciando sola Dani in sala, a finire di guardare il film. Le promisi che il giorno dopo, prima che lei partisse, avremo trascorso la mattinata al parco, insieme al resto del nostro gruppo.

Una volta sveglia, come avevo promesso, ci ritrovammo al parco seduti su uno di quei tavoli in legno che normalmente si trovano nei parchi. C’eravamo io, Dani, Kurt, Rachel e Elliott.

Stavamo assaporando alcuni tramezzini mentre ci raccontavamo del più e del meno e di quello che era successo in quei giorni a Lima.

“è davvero triste il fatto che dopo le nazionali il Glee club verrà sciolto definitivamente!” disse Rachel a gli altri ragazzi. Tutti la guardavano con aria triste.

“è triste anche allontanarsi dai nostri amici!” sussurrò Kurt. Io lo guardai stranita, poi accennai un si con la testa. Dani mi guardava interrogativa.

“Io invece credo che sia triste che tu debba lasciare di nuovo la tua Brttany,qui!” Dani se ne uscì all’improvviso tale da sorprendere tutti noi.

Era arrabbiata e pure tanto.

Io rimasi spiazzata, non me l’aspettavo.

Ad un tratto la vidi alzarsi di scatto dalla panca, scavalcò rapida il pezzo di legno e si allontanò verso la distesa di prato.

Prima di seguirla guardai i volti seri dei miei amici. Era come se stessi andando al patibolo. Dani aveva avuto una reazione e forse aveva capito che qualcosa le nascondevo.

Ingoiai a vuoto, prima di soffiare un lieve “scusate” a tutti e precipitarmi verso di lei.

“Dani?” gridai andandole incontro. Lei era di spalle. Aveva arrestato il suo passo svelto.

“Dani!” dissi ancora,questa volta con un po’ di fiatone. Si era allontanata di parecchio.

Mi ritrovai faccia a faccia con lei. Potei notare chiaramente alcune lacrime che le rigarono il viso.

Provai tenerezza nei suoi confronti.

“Perché non la smetti di mentirmi e dirmi come stanno le cose?” mi disse a braccia conserte.

Esitai per qualche secondo poi mi feci coraggio e parlai.

“Senti….” Cominciai con la testa bassa “non so come dirtelo, è complicato!” mi uscirono solo quelle parole di bocca, in quel momento.

“Tanto non serve che tu mi dica niente, perché le cose parlano chiaro, tu parli chiaro e suoi sguardi parlano chiaro!” a quelle parole tornai a fissare spaventata gli occhi di Dani velati di lacrime.

“Sai, quando sei partita per Lima sono andata a casa tua per recuperare alcune cose che avevo lasciato da te per lavarle. Ho rovistato tra i cassetti credendo di aver messo li la mia biancheria intima ma riuscii a trovare ben altro!” mi spaventai sul serio sentendola parlare perché sapevo benissimo cosa c’era nel cassetto.

“C’erano delle foto che ritraevano te e Brittany insieme, una mentre vi baciavate e l’altra mentre sorridete guardandovi negli occhi.”

Cavolo,mi aveva beccata ma nonostante tutto non riuscivo a sentire quella sensazione di paura, paura di dover perdere Dani.

“Poi ho visto come lei ti guardava quando ieri abbiamo cantato per quei ragazzi, e la sua reazione….” Esitò “bè la sua reazione parlava chiaro!”

“E con ciò cosa vuoi dimostrare? Non significa nulla per me” tentai di giustificarmi per non litigare e fare una scenata in mezzo al parco ma lei mi spiazzò di nuovo.

“Tu non lo sai, ma quando sono salita in camera tua, una volta finito il film, ti ho sentito distintamente chiamare il nome di Brittany nel sonno. Non sai quante volte ho sentito l’eco del suo nome mentre ero distesa accanto a te a piangere come una cretina.”

“Dio che cosa brutta!” pensai tra me, seria in volto.

Ero dispiaciuta per quello che era successo ma involontariamente ero riuscita a pensare solo ed esclusivamente a Brittany.

Dani mi guardò con una tristezza tale da farmi sentire in colpa come giusto che fosse.

Attendeva una mia risposta e io non esitai a dargliela.

“Mi dispiace per quello che è successo questa notte, ma la verità è che Brittany tre giorni fa, mi ha baciata…” sentendo quel “mi ha baciata” Dani si stranì di colpo ma nonostante tutto continuava ad ascoltarmi. “dichiarando i suoi sentimenti per me. Al bacio mi sono scansata ma….” Feci un lungo respiro “..devo ammettere che avrei voluto continuare a baciarla!” Dani sentendo le mie parole fece un passo indietro. Stava respirando più forte del normale, ma io continuai a parlare.

Ero dettata da un impulso che costante mi diceva di seguire il mio cuore, perché in quel momento stavo dichiarando i miei sentimenti per la mia unica bionda.

“Mi è sempre mancata, fin da quando sono arrivata a New York. Ho lottato per lei e ho perso ed è stato ancora più difficile andare avanti e lasciarla andare!” questa volta gli occhi cominciarono a pizzicarmi e si fecero sempre più lucidi.

“Poi ho incontrato te,” dissi sorridendole appena “ed è stata una fortuna per me incontrarti. Tu sei una ragazza straordinaria, sei premurosa, dolce, sexy al punto giusto, ambiziosa e amorevole, sei tutto ciò che una ragazza vorrebbe ma per me non è mai stato abbastanza perché…..” esitai “…perché tu non sei lei!”

A quelle parole Dani assunse un espressione di comprensione. Forse stava cominciando a capire che in fondo lei non poteva farci più nulla davanti ai miei sentimenti per Brittany.

“Credimi, mi ha fatto bene stare con te, sono cresciuta molto come donna, ma il ricordo e l’amore per Brittany ha prevalso sempre su di me. Ora penserai che io ti abbia preso solo in giro ma credimi, stare con te mi ha dato la forza per dimenticare, ma appena i miei occhi hanno incrociato nuovamente i suoi, è lì che il mio cuore ha capito che lei era l’unica e sola, io non volevo capirlo ma il mio cuore l’aveva già capito!”

A quel punto Dani tornò a respirare regolarmente.

“Non posso negare il fatto che io pensi che tu mi abbia presa in giro, ma….” Respirò tre volte prima di continuare “ma il sentimento che provi per questa ragazza è davvero forte e credo che io non possa più competere ne contro di lei e ne contro il tuo sentimento!” disse con saggezza.

Io sorrisi con amarezza. Ero totalmente dispiaciuta perché mi faceva male il fatto di averla fatta soffrire, ma dovevo essere sincera sia con me stessa che verso di lei.

Rimanemmo lì ancora per qualche minuto in silenzio, testa bassa, poi lei mi salutò augurandomi “Buona fortuna”. Sapevo che quella sarebbe stata l’ultima volta che l’avrei rivista. Mi beai ancora dei contorni della sua sagoma che pian piano si affievolivano nel mentre lei si allontanava, augurandole di rimando un “buona fortuna,Dani!” che non arrivò mai a lei.

Me ne stavo seduta sul dondolo fuori il portico di casa leggendo distrattamente alcune pagine di un libro romantico. Non facevo altro che pensare a Santana e soprattutto a dove fosse. L’indomani avrei preso il volo per tornare alla mia noiosa e stupida vita universitaria fatta solo di calcoli matematici.

Ero sola, poiché i miei erano usciti a cena fuori.

La luce del giorno pian piano si stava affievolendo e la notte quasi prevalse su di essa. Il tramonto durò circa mezz’ora poi il sole si spense,dando spazio alla luna.

Continuavo a fissare la pagina n 24 che era rimasta lì tra le mie dita già da un’ora buona.

Pensavo a lei costantemente, quando ad un tratto la vidi, e ne rimasi folgorata. Stava attraversando il vialetto di casa con passo lento, arrivò a salire i due gradini del piccolo portico e si poggiò su uno dei pali a braccia conserte.

Mi guardava e sorrideva con amore.

Chiarito con Dani, e passato il pomeriggio a riordinare la mia camera e a cominciare a preparare la valigia decisi che in serata sarei corsa subito da Brittany. Mi trovai ad attraversare il vialetto di casa sua e la osservai prima ancora che mi notasse.

Era cosi bella persa a leggere uno dei suoi libri preferiti, ma ero più che certa che quel libro lei, non lo stesse leggendo.

Mi avvicinai più verso il portico e lei finalmente alzò lo sguardo.

Il cuore mi rimbalzò in gola più volte, fino a quando arrivai a poggiarmi su di un palo del portico a braccia conserte.

La fissai sorridendo.

Mi stava innervosendo il suo sorrisetto alla Santana Lopez.

Chiusi il libro prontamente e mi alzai dal dondolo, andando contro di lei.

Eravamo l’una di fronte l’altra senza staccarci gli occhi di dosso.

Ora anche io ero a braccia conserte.

“Cosa leggevi?” finalmente riuscì a parlare.

“In realtà non stavo leggendo!” Alla mia risposta Santana sorrise ancora di più. Mi conosceva troppo bene.

“Cosa ci fai qui?” dissi prontamente incuriosita dalla sua presenza. Lei mi guardò, questa volta seria in volto.

“In realtà volevo parlare con te!”

Quella frase mi rimbombò nelle orecchie un sacco di volte prima di dare modo a lei di parlare.

Avevo il cuore in gola. Non me lo sarei mai aspettata.

Il suo sguardo di ghiaccio fisso su di me mi metteva in imbarazzo ma dovevo farmi forza. Ero andata lì per un unico scopo.

Dirle ciò che provavo.

Questa volta ero diventata rossa in viso e a lei scappò una fievole risatina quando lo notò. Non la sentivo ridere con me, da molto tempo ormai. Fu musica per le mie orecchie.

Non esitai ancora, e infatti cominciai a parlare.

“Non so cosa mi abbia spinta a venire da te oggi,” iniziai a dire “anzi, lo so invece. Probabilmente è stato il mio cuore a dirmi di venire da te!”

Finalmente Santana si stava aprendo con me e io non potevo crederci.

Il cuore ormai era impazzito e cominciai a sentire un forte calore che mi attraversò prima le guance, fino ad arrivare alla punta delle orecchie.

Non smettevo di guardare i suoi occhi e il suo colorito del viso farsi sempre più intenso.

I suoi occhi erano puntati su di me. Non riuscivo a non guardare anche le sue sottili labbra.

Era incredibilmente bella quando mi ascoltava attentamente.

Mi ero preparata uno di quei discorsi che se l’avessi recitato ad una premiazione oscar probabilmente l’avrei vinto solo per il discorso fatto ma i suoi occhi, le sue labbra, il suo corpo perfetto, lei, mi avevano fatto completamente dimenticare ogni singola parola.

Ora ero emozionata, imbarazzata ed euforica allo stesso tempo. Lei era ancora lì che cercava in qualche modo di incitarmi a continuare ma improvvisamente fui guidata dall’istinto.

Lasciai che le braccia mi cadessero lungo i fianchi, mi precipitai di colpo verso lei e la baciai senza pensarci, con tanta dolcezza e amore. Le nostre labbra si incastrarono perfettamente.

Inizialmente Brittany fu sorpresa dalla mia reazione ma poi, si lasciò baciare e piano portò una mano sulla mia guancia accarezzandola mentre con l’altra cinse il mio fianco.

Non potevo credere ai miei occhi, finalmente Santana era lì con me e mi stava baciando.

Il suo bacio era diverso. Più maturo, più esperto. Mi baciava con una delicatezza tale da sciogliermi. Io le cinsi con un braccio la sua piccola vita mentre con l’altra le accarezzavo il viso accaldato.

Il suo bacio fu cosi intenso che non servì manco che parlasse ancora perché quel gesto parlava già da sé.

Tremammo insieme quando approfondimmo il bacio. Le nostre lingue danzavano perfette in una sincronia tale da farci battere i cuori ancora più forte.

Mi era mancato baciarla e soprattutto sentirla mia.

Una volta staccate per riprendere fiato, io posai la fronte contro la sua e ci perdemmo tra i rumori dei nostri respiri. Gli occhi erano chiusi.

Santana parlò tra un respirò e l’altro dicendo : “Resta con me!” e sentendo quelle parole mi si strinse il cuore. La baciai nuovamente, prima ci fu un bacio famelico poi cominciai a lasciarle baci sul naso, le guance, la fronte, mentre di tanto in tanto le accarezzavo il viso rimanendo sempre con gli occhi chiusi. Lei si beava delle mie carezze. Di tanto in tanto la sbirciavo per vedere se sorrideva, e infatti la mia adorata Santana sorrideva eccome. Sorrisi anche io e infine le lasciai un dolce bacio quasi a sfiorarle le labbra.

A quel punto riaprimmo gli occhi e continuando a guardarci intensamente, lei si staccò di malavoglia e cominciò a parlare di nuovo.

“Britt” dissi guardandola intensamente.

“Potresti rinviare la tua partenza fra una settimana?” dissi e lei non capì inizialmente la mia proposta.

“E perché?” mi disse incuriosita.

“Perché, invece di prendere un biglietto per New York ne ho presi due per Parigi e la partenza è stabilita per domani mattina!” le dissi tutto d’un fiato e lei sgranò gli occhi.

“Stai dicendo sul serio?” mi disse stampando uno dei suoi mega sorrisi.

“Si, dico sul serio!” alla mia risposta, Brittany mi afferrò di colpo il viso e cominciò a baciarmi ancora e ancora. Io la lasciai fare.

“Devo prenderlo come un si?” le dissi sorridendo.

“Assolutamente si!” mi rispose con gli occhi che le brillavano.

L’unica cosa che ci rimaneva da fare ormai era partire, lì avremmo chiarito il tutto. Ci serviva un po’ di tempo per stare da sole, poi la mia Brittany mi risvegliò dalle mie fantasie.

“E con Dani?” disse di getto tornando seria.

“Con Dani è tutto finito, ha capito che comunque sono ancora innamorata di te!” Sentendo le mie parole a Brittany le scese una lacrima, ma questa volta di gioia.

“Davvero?” disse con un innocenza da avere voglia di morderla.

“Britt, io sono stata sempre innamorata di te e lo sono tutt’ora!”

Nel pronunciare quella frase finalmente avevo capito quanto l’amassi veramente e avrei fatto di tutto per far si che quell’amore durasse per sempre.

“Ti amo” mi disse e il mio cuore tremò con il suo.

“Ti amo” le risposi, e accaldate tornammo a baciarci intensamente con la voglia e il desiderio di assaggiarci nuovamente.



***



Ciao a tutti!! :) Piccola sorpresa :D Ho deciso di scrivere questa OneShot in prima persona perchè m'ispirava molto. La storia parte subito dopo il bacio Brittana della 5x12. Spero vi piaccia e spero di leggere tante recensioni. Per chi  volesse seguire altre mie FF ho scritto un'altra oneshot "Sospiri" che trovate a questo indirizzo :  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1765776&i=1 e una long Heya "In Your Atmosphere" ancora in fase di scrittura :  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1754452&i=1

A presto!!!
  
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