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Autore: Paganel    25/03/2014    4 recensioni
Zoe è una ragazza di diciotto anni, in crisi per la sua recente rottura con il suo ragazzo, John, partito per l'Europa e avendola lasciata sola, in balia di lacrime e depressione.
Justin Bieber è il secondo protagonista della nostra storia. Il classico bad boy che pensa solo a conquistare le ragazze e non limitandosi solo a quello. Lui e Zoe si odiano fin dai tempi delle elementari, ma qualcosa cambia.
Justin, per scommessa, vuole portarsi a letto Zoe - e farla innamorare - che accetta, ma dopo quella notte, le cose non saranno più le stesse.
Zoe comincia ad innamorarsi di Justin e lui lo stesso, ma dovrà trovare il modo di dirle la verità senza che lei si arrabbi, sperando che le cose rimangano le stesse.
[STORIA MOMENTANEAMENE SOSPESA]
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Zoe- una proposta di merda

La sveglia suonò. Erano esattamente le 7.00 di mattina. Fortunatamente la scuola stava per finire, e io mi sarei goduta tranquillamente l'estate.
MI alzai, rabbrividendo al freddo contatto con il mondo esterno.
Oh, si, io e il mio letto siamo un mondo a parte.
Purtroppo dovetti sbrigarmi, o sarei arrivata in ritardo. Molto, molto in ritardo, visto che ero l'unica che abitava in culo, e in motorino ci avrei messo più o meno venti minuti.
Oh, no, anche oggi devo subirmi la faccia odiosa di quel Bieber.
Lui e i suoi fottuti occhi color nocciola, i suoi capelli castani chiari e il suo ego arrogante, presuntuoso, odioso e antipatico.
Justin Bieber, nemico dalle elementari, quando mi versò l'aranciata nel mio vestitino nuovo. Da lì, diventò guerra, e non smettevamo mai di farci scherzi.
Lo scacciai dai miei pensieri, avrebbe solo urtato il mio sistema ancora di più, quindi, pensiamo al barattolo di nutella finito.
Andai in bagno, pettinando i miei lunghi, mossi capelli biondi, ribelli come sempre, che non si decidevano di starsene al loro posto.
Era snervante come dovevo soffrire per sciogliere i nodi, ma scioglievo solo quelli più visibili, il resto me ne fregavo.
MI misi solo un po' di mascara. Ero una ragazza semplice. Niente vestiti di marca o trucchi troppo esagerati. Mi guardai allo specchio Si, può andare, pensai.
La mia autostima in quel periodo era sottozero, e non facevo altro che sottovalutarmi. Per me venire a scuola truccata o meno, non mi faceva la differenza. Vengo da Detroit, io. Mica mi soffermo su ste robe.
Scesi le scale, indossando la mia divisa scolastica. Era magnifico come uno si dimostrava uguale agli altri in base alle uniformi. Almeno nessuno si vantava dei suoi vestiti o scarpe di marca dentro le mura scolastiche.
-Ciao, mamma- dissi, addentando una fetta biscottata con spalmata sopra della marmellata.
-Ciao tesoro- disse, baciandomi in fronte.
Amavo mia madre, sebbene non fosse la mia madre biologica. Non sapevo chi fosse la mia vera madre, non volevo conoscerla, dato il fatto che mi abbandonò all'età di quattro anni in mezzo alla strada.
Venire in questa famiglia è stata la cosa migliore che mi potesse mai capitare. Sono tutti molto premurosi, fin da quando arrivai per la prima volta. Ero loro molto grata.
Guardai l'orologio. 7.20. Devo sbrigarmi, pensai. Corsi a lavarmi i denti e alla velocità della luce, salutai mia madre, presi le chiavi del motorino, mi infilai il casco e salii in moto, correndo alla velocità della luce.
Arrivai davanti scuola alle 7.40 dove trovai già la mia migliore amica Anne insieme a Carol, Beth e Sammy. Andai nel parcheggio e loro mi raggiunsero.
-Ciao Zoe!- mi abbracciò Anne, e baciai sulle guance Carol, Beth e Sammy.
-Ciao tesoro- salutai per bene la mia migliore amica. Ed eccoli avvicinarsi: Justin e la sua compagnia.
Erano nella nostra stessa classe per mia sfortuna, e veramente, non riuscivo a sopportarlo. Quando i professori lo mettevano vicino a me, io facevo di tutto per spostarmi.
E loro non potevano biasimarmi, era un rompipalle.
-Ciao ragazze- dissero in coro lui e i suoi due amici Ryan e Chaz.
Non feci caso ai loro saluti, forse perché ero impegnata a mettere via il casco e a chiudere la moto.
-Ciao sai, Zoe!- sentii la sua voce fastidiosa. Mi girai di colpo e salutai Ryan e Chaz per primi, poi andai da Bieber e gli dissi chiaro e tondo: -Conosci i patti Bieber. Non ci parliamo per l'intera giornata. Intesi?-
Spero abbiate capito più o meno come sono fatta. Fredda, ribelle, allegra con i suoi amici, forse. Ma con Bieber NO. ENNE O. Bieber era sulla mia lista nera. I patti erano che non ci parlavamo, per evitare che scoppiasse la terza guerra mondiale.
Entrammo in classe. Mi sedetti nel mio posto vicino alla finestra, e sinistra della classe, vicino a Anne. Quando la lezione diventava troppo noiosa, guardavo fuori dalla finestra e pensavo a tutto quello che mi passava per la testa.
La prima ora avrei avuto lezione di biologia. Da spararsi un colpo. Mi facevo sempre quattro risate con il professor Smith! Era un vecchietto con un nasone buffo, gli occhiali sempre sl naso (Quelli che si usavano nel settecento, quegli aggeggi che si appoggiavano sul naso), un accento bizzarro, e urlava sempre, anche solo al minimo brusio, quello quasi impercettibile all'udito umano "DOVETE STARE ZITTI!".
Era impossibile non ridere con uno come lui. Per questo io pensavo sempre ai fatti miei durante l'ora di biologia, e poi a casa, mi davo una letta sul libro, e mi imparavo la lezione a modo mio.
Questo, però, non sarebbe stato un giorno come gli altri, me lo sentivo. Qualcosa nell'aria stava cambiando.
Mi guardai attorno, mentre Smith parlava. Mi stavo "distraendo", tanto che se ne accorse.
-Dixon, a cosa stai pensando di così importante tanto che non stai seguendo?- disse distraendomi dai miei pensieri. Tutta la classe si girò verso di me.
-Prof, stavo pensando che quegli occhiali dovrebbero essere eliminati, l'epoca rinascimentale è terminata- dissi e tutta la classe scoppiò in una risata.
Assunse uno sguardo corrucciato, sistemandoseli per bene. Andò avanti con la sua lezione, e io continuavo ancora a pensare a niente. Non avevo voglia di seguire, può capitare, no?
Quei 50 minuti sembravano non passare mai, ma alla fine la campanella suonò, e tutti si alzarono per il cambio dell'ora, e il gruppo di Bieber e il mio ci riunimmo.
-Ragazze, sabato vi andrebbe di andare ad un pub con noi?- chiese Ryan, guardando di sottecchi Anne e diventando tutto rosso. Era sempre così tra quei due. Si piacevano, ma nessuno dei due voleva ammetterlo.
Il sabato sera mi andava proprio di sbizarrirmi con le mie amiche. Si, io ci sarei stata.
-Io ci sto- dissi, guardando Anne sperando che accettasse.
Annuì, e Chaz disse: -Bene. Ci troviamo alle 21 al Sonik, ok?-
Annuimmo tutte insieme. Si, ma il problema era che c'era Bieber tra noi.
-Io sabato dovrò assolutamente portarmene a letto almeno una, altrimenti...- riuscii a sentire le parole di Justin sussurrate a Ryan e non potei far altro che intervenire.
-Beh, Bieber caro, non credo che lei, non appena visto il tuo patacarro praticamente inesistente, vorrà proseguire.- dissi. Amavo ribattere alle sue battutine da arrogante e schifoso. Doveva assolutamente abbassare la cresta quel ragazzino.
Mi lanciò un'occhiata truce e iniziò a controbattere: -Lo vuoi vedere?- fece un sorriso cattivo.
La saliva mi andò di traverso. Feci una smorfia disgustata: -Passo- dissi.
-Potresti ramenere scioccata dal mio camaleonte- disse lui, convinto.
-Bieber, il tuo pene non è come il naso di pinocchio, non si allunga ogni volta che menti sulla sua lunghezza- dissi, e tutti cominciarono a ridere. In quel momento arrivò la prof che non gli lasciò il tempo di offendermi o insultarmi. Si limitò a guardarmi e a non staccarmi gli occhi di dosso.
Vedete? Questo era il nostro stile di vita. Noi vivevamo così, era il nostro pane quotidiano. A volte era seccante, ma molte altre volte divertente, soprattutto se quella a spegnerlo ero io. Mi divertivo un sacco a umiliarlo davanti a tutti.
Durante tutta l'ora mi gettava occhiate. Chissà cosa aveva in mente. Io non lo badavo, ma l'unica volta in cui incrociai il suo sguardo gli feci il dito medio, e lui sorrise, seguendo la lezione.

Le lezioni erano finite, e mi avviai verso il parcheggio delle moto. Anne era già andata, mi aveva salutato prima, in classe, così tutta sola dovetti avviarmi verso il parcheggio. Mi infilai gli auricolari alle orecchie, ascoltando musica calma. Quello che tutta la scuola pensa, è che io sia una rockettara senza cuore, invece anche io ho dei sentimenti, e mi piace la musica tranquilla. Stavo prendendo il casco, quando qualcuno mi sfilò l'auricolare destro. Mi girai e Justin RompiBalle Bieber era lì, vicino a me, non la mia cuffietta sull'orecchio sinistro.
-Bieber, non sono affari tuoi!- schizzai, rubandogli l'auricolare e lasciandolo penzolare lungo la maglia.
-Non ti facevo così romantica- disse lui, accennando un sorriso.
-Non mi conosci- replicai io, scocciata.
-Senti, stavo pensando, potremmo vederci, così vediamo se hai da ridire riguardo al mio "Patacarro" come lo chiami tu-
Lo guardai male, anzi, malissimo. Mi infilai il casco: -Spero tu stia scherzando, Justin.- Ero terribilmente seria, il problema era che lui non lo era, lui veramente sembrava divertito dalla cosa. Scoppiò a ridere, ma poi vedendo la mia faccia, smise subito.
-No. Sono stanco che tu mi prenda in giro nella tua beata ignoranza. Preferisco che tu veda.- disse.
Ma con che coraggio mi parlava? -Scusa, sai a chi ti stai rivolgendo?- dissi. Non si doveva minimamente permettere di fare questi discorsi con ME! Io, che lo odiavo fino alla morte!
-Si. Non scherzo. Pensaci- mi fece l'occhiolino. Vidi Ryan in lontananza dirigersi verso di noi.
Lo presi per il colletto del maglione della divisa e lo guardai negli occhi, cattiva.
-Sentimi bene. Io non ho intenzione di continuare questo argomento, e ti sto facendo un favore, perché altrimenti se tu dovessi continuare, con la moto ti passo sopra, ok? Non avrò pietà. Quindi smetti di farmi proposte oscene, che non accetterò MAI. Io non sono quel tipo di ragazza. Non verrò mai a letto con te, ok?- detto questo, mollai la presa, mi infilai il casco sotto il suo sguardo e partii.
Ma stiamo scherzando? MI aveva chiesto di farlo, così da poter vedere il suo pene? Ma scherziamo? Nemmeno pagata avrei fatto una cosa del genere! Lui era Bieber! Era il mio nemico numero uno! Era l'ultima persona che avrei contattato su questo pianeta se fossi stata essere in carenza sessuale, forse nemmeno!
Preferirei di gran lunga una scimmia a lui. Ma chi si credeva di essere? Verme schifoso.
Ma devo ammettere che non è nemmeno male... ma cosa stavo pensando? Non dovevo pensare che lui assomigliava ad un dio greco, bello, palestrato ecc... NO.
Mi aveva spiazzato quella sua richiesta. Certo, quant'era passato da quando mi ero mollata con John? Saranno stati quattro mesi? E non lo vedevo da molto, quindi teoricamente l'avevo dimenticato... ma quando ripensavo ai nostri rapporti, ciò mi rattristiva. Stavamo così bene insieme, fino a che non si è trasferito in Europa.
Mi dispiace, resterai sempre nel mio cuore, ma non so quanto possa durare con te dall'altra parte del mondo. Io non riuscirei a resistere disse. Aveva ragione. Lui in Europa, io in America. Non ci saremmo visti. No, balle, non l'avevo dimenticato. Lui ce l'avevo ancora nel cuore. Sentii gli occhi bruciare, per questo mi velocizzai a tornare a casa.
Per fortuna i miei non c'erano mai all'ora di pranzo, perciò avevo casa libera più o meno fino alle tre. Di solito guardavo programmi demenziali alla tv fino a quell'ora, ma quel giorno no. Quel giorno rimasi in camera a piangere. Quanto mi mancava John, era vero. Chissà se anche lui stava pensando a me in quel momento.

-Justin- Brutta stronzetta viziata

La guardai allontanarsi, mentre Ryan mi teneva fermo per le spalle. Io quella là l'avrei picchiata seduta stante se non se ne fosse andata.
Ok, forse ero io ad averle fatto una proposta un po' oscena, è vero, ma non si poteva permettere di fantasticare sulle misure del mio pene!
Al naso di pinocchio l'aveva paragonato! Ti mostro io il naso di pinocchio brutta stronzetta viziata! Voleva fare la dura per cosa? A quale scopo?
L'adozione? E' stato questo il motivo del suo atteggiamento? Aveva trovato dei genitori più che amorevoli, che voleva di più dalla vita questa? L'aria di Detroit? Ma se era da più o meno quattordici anni che non ci metteva più piede?
Forse la sua tristezza era dovuta alla partenza di John? Era distrutta quando, all'aeroporto, l'ha salutato per la prima volta. Si erano lasciati, per non dover soffrire, ma a me sembrava che lei soffrisse ancora. Riguardo John? Lui se la spassava con la prima europea che gli capitava.
Però dovevo ammettere che era molto sexy quando si arrabbiava... No, no Bieber, i tuoi pensieri stanno prendendo una cattiva direzione. Cercai di pensare a lei, e a quanto l'avrei ammazzata, ma mi eccitò un sacco il fatto di immaginare che lei avesse accettato di passare una notte di follie con me... Io sono un maschio, ed era solo a scopo benefico... per il mio corpo.... se chiedevo ad una ragazza di farlo. Non provavo nessuna attrazione, solo per il mio benessere. Cosa c'era di male? Niente, vero? Se siete maschi, mi capite vero?
Chi la voleva la ragazza seria? Io volevo divertirmi, e Zoe Dixon sarebbe stata la mia prossima meta.
Dovevo chiamarla, ma non lo avrei chiesto a Ryan, altrimenti avrebbe tirato fuori un sacco di storie false. Dovevo chiederlo a qualcuno che non sospettasse niente. Rose per esempio. Lei conosceva le nostre litigate, ma era una taciturna e molto timida, e cotta di me. Lo so, non sarebbe stato bello chiedere il numero di una ragazza ad una innamorata pazza di me, ma non sapevo a chi altro chiederlo, e d'altro canto, io non avevo un cuore.
-Hey Rose- la chiamai, allontanandomi da Ryan.
Diventò tutta rossa e con un filo di voce mi salutò.
-Senti, hai il numero di Zoe?-
Come arrossì, di colpo sbiancò, guardandomi stupita. Alla fine, dopo svariati tentativi me lo diede.
Tornai da Ryan con un sorriso sulla faccia. Tanto che anche lui mi chiese cosa era successo.
-Ho la situazione in pugno, amico- dissi.
Mi guardò con uno sguardo interrogativo, non avendo compreso il mio messaggio.
-Quanto scommetti che farò innamorare Zoe di me?- dissi.
Sgranò gli occhi, come se non credeva a quello che avevo appena detto.
-Impossibile! Lei è ancora inn...- non gli lasciai il tempo di finire la frase che intervenni.
-Lo so, lo so. Ma è una scommessa. Quanto mi dai se la faccio venire a letto con me e poi innamorare?- dissi, non contenendo la gioia.
-Beh, amico, se ci riesci, ti faccio i compiti fino alla fine dell'anno e anche i primi due mesi di scuola!- disse.
Bene. Ora non mi restava che dar inizio alla missione.

 

  
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