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Autore: AyakoSoul    25/03/2014    4 recensioni
Dopo la separazione di Gwen e Trent in "A tutto Reality! Azione" nessuno ha più parlato di loro, di come si sono sentiti... e se decidessero di incontrarsi un'altra volta, due anni dopo la fine dello show?
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
- Questa storia fa parte della serie 'Those Moments~'
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Il mio cuore è spento, il mio animo è frustrato.

Eppure sono venuta lo stesso. Sono passati due anni...mi chiedo cosa voglia. Sto aspettando su una panchina, vicino al parco dietro casa mia.

Dopo la prima edizione infatti scoprimmo di vivere nello stesso quartiere.

A quel tempo, per me fu una delle gioie più grandi della mia vita.

Sono uscita di casa quasi controvoglia.

Il mio caschetto ondeggia spinto dal vento, quasi volesse farmi andare via. Perché nessuno mi voleva più, probabilmente la mia famiglia era l'unica a tenermi nel cuore. Duncan è finito in prigione dopo l'ennesima pazzia, e dopo un brusco litigio abbiamo rotto definitivamente ogni legame.

Non che prima di tagliare tutti i ponti con lui andassimo d'amore e d'accordo.

Cerco sempre di non pensarci, anche se ormai tutto va male.

Brutti voti a scuola.

Reputazione da fallita.

Sono tre settimane che passo le mie giornate chiusa in camera mia, a litigare online con altre persone per i motivi più idioti.

Guardo le nuvole danzare serene nel cielo.

Sono passati due anni dalla terza edizione di “ A tutto Reality: il Tour!” e ancora penso che sia stato uno dei più grossi sbagli della mia vita, anche se grazie a quella trasmissione ero diventata famosa.

Sospiro, persa nei miei pensieri.

Vengo risvegliata dal dolce suono di una chitarra.

Alla mia destra c'è Trent che fissa il vuoto, venuto in quel posto silenziosamente.

Ancora penso a quel che è accaduto tra noi nella seconda edizione, e me ne vergogno.

Dopotutto, la colpa è solo mia...

«Sei in ritardo» lo incolpo secca.

«Mi sei mancata pure tu» dice lui ridacchiando.

«Oh, ma davvero? Pensavo che il successo ti avesse dato alla testa» sputo in tono acido.

Lui smette di suonare per qualche secondo, poi inizia a ridacchiare.

La sua risata contagiosa fa ridere anche me.

Stupefacente: è da mesi che non rido così di buon gusto.

Non ci penso e mi stiracchio, le mani rivolte verso il cielo.

«Okay, di cosa volevi parlarmi?» gli chiedo.

Mi ha invitato ad incontrarci oggi alle diciassette e trenta del pomeriggio.

Sono le diciassette e trentadue.

Lui guarda per un attimo il vuoto, facendomi un po' spazientire.

Sospiro e lui se ne accorge. Così ripone velocemente la chitarra nella sua custodia e di distende sulla panchina.

«A parte gli scherzi, ti sono mancato almeno un pochino?»

Sì, tantissimo.

Mi è sempre mancata la tua dolcezza, la tua gentilezza e il modo in cui mi sorridevi.

Perché è da due anni che non ti parlo.

«No, quasi per niente...» decido di mentire.

Lui sospira.

«Peccato, perché a me sei mancata tanto. Dopo la nostra rottura non ne abbiamo più riparlato, per questo volevo incontrarti» mi dice.

«Sul serio credevi che avessi la fissa del nove a causa del motivo che ti ha detto quel cretino?» mi chiede ridacchiando.

Io non rispondo, forse per paura di ferirlo.

Il silenzio sembra diventare pesante. «..ehi» dice.

Io mi volto, un po' controvoglia.

«Senti...» continua massaggiandosi la nuca «anche se ci sono state tutte queste discordie tra noi, vorrei che rimanessimo amici, okay?» mi dice guardandomi negli occhi.

Io esito per qualche istante.

Dimenticare tutto? Dimenticare il modo in cui ti ho ferito? E' questo che mi chiedi? “Sì”, immagino la sua risposta nella mia mente.

Mentre mi perdo in questi tormenti, lo sento sospirare.

«Senti, lo so che sei la ragazza di Duncan che presumo che sia geloso di me» aggiunge scherzoso «ma questo non vuol dire che...» ferma il suo discorso quando mi vede abbassare intristita gli occhi.

Mi guarda con la testa tra le nuvole.

«Che è successo? Avete litigato?» mi chiede preoccupato.

Io mi rifiuto di guardarlo negli occhi.

Con la forza della disperazione ed il presentimento di non farcela più, gli racconto le nostre discordie degli ultimi tempi, di come trovo peggiorato quel delinquente e di come lui mi trova svogliata da qualsiasi cosa o sentimento.

Lui rimane ad ascoltare silenziosamente.

«...Capisco. Allora, si vede che non si sentiva più corrisposto. Devi solo provare a parlarci, secondo me, a dirgli quanto lo ami, e magari parlargli dei tuoi problemi!» mi risponde radioso.

«Magari fosse così facile...» dico io rassegnata.

Lui mi guarda per un attimo, gli occhi verdi e cristallini che esprimono la sua gentilezza e sincerità.

Poi posa una mano sulla mia testa, accarezzando i capelli perennemente disordinati.

Mi sorride.

«Ascolta, per ogni guaio o problema, io ci sarò sempre. Sarò contento di aiutare una vecchia conoscenza. Quindi, fai conto che io ci sarò sempre per i miei amici» dice dolcemente.

Sorrido, forse stanca o forse felice.

Gli tendo la mano «Amici come prima?» chiedo sorridente.

Lui contraccambia, completando la nostra stretta di mano.

«Amici come prima» dice.

Un dubbio mi sale alla mente.

Possibile che io piaccia ancora a quel ragazzo?

Poi scuoto impercettibilmente la testa.

No, non credo sia possibile.

Ma dentro di me sento che, con questa stretta di mano, inizia il legame speciale tra me e quello che penso diventerà il mio più caro amico.

  
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