Anime & Manga > Shinsekai Yori
Ricorda la storia  |      
Autore: Raptor_Fawr    25/03/2014    1 recensioni
La storia è ambientata nel mondo di Shinsekai Yori ed il suo arco narrativo copre le prime scene del primo episodio.
Sebbene non vi siano spoiler al suo interno, consiglio di vedere tutta la serie per poter meglio "apprezzare" questo testo.
Il linguaggio scarno e la punteggiatura a volte assente sono da intendersi VOLONTARI e non errori grammaticali, così come il cambiamento di tempo verbale da passato remoto a presente in alcune parti.
---
Questa storia è un tentativo di applicare uno stile del tutto psicologico ad un racconto e cerca di fondere lo "stream of consciousness" di Joyce con il "layout" di un testo poetico (sebbene più che una poesia si potrebbe definire più una dis-poesia).
Genere: Dark, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A.
La vita che stavo vivendo non era altro che un profondo pozzo di noia esistenziale, malessere fisico senza fine che ogni giorno, ogni giorno, ogni giorno mi perseguitava, mi tormentava.
Perché sono nato? Perché vivo?
Domande senza risposta per un mondo senza certezze.
Un mondo divorato dall’indifferenza e dalla troppa pace.
Queste persone mi disgustano.
Non voglio stare con la gente.
Loro mi chiamano con un nome che non mi appartiene, mi trattano come uno di loro.
Luridi sorci, non hanno idea di quanto io sia diverso.
Ed ogni giorno volevo farla finita, volevo ucciderli tutti.
Ed ogni giorno mi dicevo: domani.
Ed ogni domani diventava un oggi senza che nulla cambiasse.
Ogni giorno trascorreva uguale,
UGUALE
UGUALE
UGUALE!

Quando mi resi conto dell’orrore della sofferenza di vivere mi trovavo a scuola, durante una pausa.
Gridai, gridai così forte da squarciare il labile velo della realtà, deformando lo spazio che mi circondava.
Non ero solo nell’aula: due ragazze.
Ma loro non potevano sentire l’urlo della mia anima nera, marcita, in decomposizione da anni.
E allora sorrisi. Sorrisi della loro ignoranza.
Mi alzai, facendo cadere la sedia
Loro non si voltarono neppure, intente a parlare delle loro brevi ed inutili esistenze.
Inutili, già.
Roteai gli occhi all’indietro; o forse non ero io, ma poco importava.
Feci esplodere la testa prima a quella di destra.
Il suono secco che percepii fu sublime, i disegni che il sangue compì in aria meglio di qualsiasi opera d’arte.
Ancora.
Schiantai la testa della seconda, lordando la vetrata che dava sul cortile interno.
Poco importava.
Mi mossi verso la porta. Dovevo uscire.
Uscire da questo luogo opprimente.
Lentamente, pesantemente, ma dovevo uscire.
Persone.
Queste persone mi disgustano.
Le uccisi. Sangue, sangue, sangue ovunque.
Una pioggia di sangue.
Troppo breve, si.
Ancora.
Fuori. La luce estiva colpiva violenta Shibuya, gli edifici scarni la riflettevano intensa sul traffico, che ruggiva come sempre.
Verde.
Si poteva camminare per andare di là.
Camminavo con loro, come loro.
Non potevo sopportarlo.
Guardai attorno a me per ucciderli tutti, e all’unisono li feci scoppiare come palloncini di carne.
Marionette rotte dai fili spezzati che vivevano in un mondo fittizio sovrastato da un cielo di carta.
Qualcuno urlò. Più di qualcuno.
Poco importava.
In un mondo fatto di bugie e ipocrisia era ovvio che le marionette interpretassero il ruolo di chi si terrorizza di fronte ad un corpo mutilato da un mostro.
Stroncai le grida sollevando in aria chi le produceva.
Una marionetta femmina.
La strappai tirandola dagli arti.
Divertente, esilarante, fantastico.
Sorrisi, no, ghignai.
Non sapevano.
Le loro menti inferiori non concepivano.
Non vedevano.
Vedevano persone morire e non capivano perché.
Ma io sapevo. Io potevo fare qualsiasi cosa.
Avanzai verso l’altro lato della strada. Non era bene fermarsi in mezzo.
Persone, persone, persone: persone ovunque; sensazione opprimente, soffoco.
Spazio, mi serviva spazio.
Uccisi chi mi circondava. Mi serviva spazio, loro non erano importanti.
Maiali travestiti da uomini. Maiali gli uni più uguali degli altri.
Raggiunsi la stazione ed attesi uno Shinkansen qualsiasi.
Eccolo, andava a Shinjuku quello.
Strappai le porte automatiche ed entrai.
Troppe persone.
Mi disgustano.
Li spezzai.
Grondavano sangue.
Poco importava.
Ormai non vedevo più ciò che mi circondava con i miei occhi.
Erano gli occhi di un altro quelli.
Gli occhi di un mostro.
Scesi alla stazione successiva. Non mi curai di controllare se fossi sporco di sangue. Quel sangue era ovunque ormai, dentro e fuori di me.
Un ascensore, due persone.
Entrai.
La porta si chiuse.
Li uccisi.
E ancora i disegni del sangue mi parlavano d’arte.
Sussurri lontani mi dicevano di continuare.
Continuare si, ma a fare cosa? Cosa dovevo fare io?
Salire.
Arrivato.
Settimo piano.
Uccido.
Grida.
Mi muovo.
Uccido.
Sterminio.
Scale.
Scendo.
Un uomo, armato.
Mi ordina di fermarmi.
Mi muovo.
Spari.
Proiettili.
Li fermo a mezz’aria.
Demone.
Si, così mi ha chiamato.
Lo schiacciai come un lurido ratto.
Sangue ovunque, si…
Arte, arte, piacere, magnifico!
Sublime!
Scendo.
Un auto si ferma davanti a me. Sanno che ci sono dei morti, sanno tutto. Dicono che mi vogliono mettere al sicuro.
Al sicuro, e perché?
Mi fanno salire dietro.
Caldo, opprimente.
L’auto parte, ma il traffico la blocca subito.
Traffico.
Troppe auto.
Panico.
Mi chiedono chi sono e dove vivo, mi chiedono dei miei genitori e di che scuola frequenti.
Mi disgustano.
Odio gli umani.
Li osservai morire con gioia.
Esplodono.
L’auto colorata di sangue organi interiora
È più bella, si?
Scardinai la porta dell’auto e la feci volare a un metro da me scesi dall’auto.
Persone
Odio
Morte
Il buio della mia anima si manifestò con tutta la sua violenza.
Non potevo più fermarmi ormai.
Il mostro era venuto per me.


|
S Y
H O
I R
N I
S
E
K
A
I
|
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Shinsekai Yori / Vai alla pagina dell'autore: Raptor_Fawr