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Autore: perfctoned    25/03/2014    10 recensioni
Essere adolescenti non è facile, è risaputo. Ma per Luke e Kimberly è ancora peggio.
Entrambi si sarebbero lasciati andare alla deriva, se non si fossero incontrati. Così, dopo alti e bassi, cercheranno di prendere in mano la loro vita e darle un senso, reggendosi a vicenda.
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Is there a place for us?
Cap.8 - Forgive me


Alle 06:00 del mattino l'alba, vista dalla spiaggia, era spettacolare. Un leggero venticello fresco sfiorava il viso stanco di Luke, seduto con le gambe al petto ad osservare il mare dal colore cristallino fare avanti e indietro con le sue esili onde. Il verso dei gabbiani faceva da sottofondo a quell'atmosfera calma e rilassante. La sabbiolina fine si infiltrava fra i piedi nudi del ragazzo, donandogli un senso di beatitudine. Per un momento avrebbe voluto che il tempo si fermasse. Solo lui e il paradiso, ma, come ben sapeva, nulla di bello nella sua vita era destinato a durare a lungo, perciò approfittò di quella situazione per schiarirsi le idee il più possibile. 
La sera precedente il suo cuore aveva ricevuto l'ennesima botta. Era stanco. Stanco di essere preso in giro, stanco di non essere considerato da nessuno, stanco di sentirsi inutile al mondo, ma soprattutto era stanco della sua vita. Doveva assolutamente dare una svolta a tutto ciò, doveva cambiare, doveva far qualcosa.
Chiuse gli occhi per la stanchezza, era stato tutta la notte fuori e non aveva chiuso occhio. Necessitava di riposare, così imboccò la strada di casa lentamente, riflettendo sui suoi perché.
Non appena raggiunse la sua destinazione si catapultò sul suo letto, sprofondando in un sonno pesante.


Luke, non lasciarmi, ti prego! Ho solo te, ho bisogno della tua presenza! 
Avevi promesso che saremmo stati sempre insieme, che ci saremmo salvati a vicenda!
LUKE, NON ANDARTENE, LUKE!


Il corpo sudato, la gola secca, il cuore che galoppava, gli occhi appannati e il fiato corto. 
Un incubo.
Forse il più brutto che avesse mai fatto in vita sua. L'immagine di Luke che si allontanava sempre di più e quella sua che non riusciva a raggiungerlo stavano uccidendo dentro Kimberly. 
Un pianto liberatorio pervase la ragazza ancora scossa dalla situazione, che riuscì a calmare solo dopo mezz'ora. 
Dentro di lei la rabbia e la tristezza facevano a botte per chi doveva sovrastare maggiormente le sue emozioni, facendola crollare. 
Non voleva perderlo, non poteva. Ormai era la sua via d'uscita, il suo sorriso, la sua medicina, il suo tutto. 
Prese il cellulare dal comodino.
Nessun messaggio, nessuna chiamata, niente di niente. 
La tentazione di scrivergli era tanta, ma in quel momento le idee erano a secco.
Digitava e cancellava in continuazione, ogni cosa che scriveva le sembrava stupido, banale e senza senso, un po' come si sentiva lei. 
Si era sdraiata di nuovo sul letto, ormai sconsolata, quando sentì il telefono squillare.
Perse il conto di quanti battiti aveva mancato il suo povero cuore, ma non appena lesse il nome che ricopriva il suo schermo, si bloccò subito. 
Chloe.
Se avesse risposto non si sarebbe presa alcuna responsabilità dal mandarla a fanculo o a eliminarla dalla faccia della Terra con la sola forza del pensiero. 
Prese un enorme respiro e, stringendo i pugni sulle lenzuola, accettò la chiamata.
"K-kim? Sono Chloe
Quanto la irritava quella voce, si maledisse mentalmente per aver spinto Luke a provarci con lei quel giorno. 
"Che vuoi" ringhiò duramente Kimberly, mentre si alzava dal letto per spalancare le finestre. 
Le mancava l'aria.
"Possiamo vederci per favore? Ho bisogno di parlarti e vorrei farlo di persona..." sussurrò pregante la ragazza dall'altra parte del telefono, deglutendo sonoramente.
Kimberly contò fino a dieci, riflettendo pesantemente sulla proposta della bionda.
Voleva chiudere quella situazione una volta per tutte, far uscire Chloe dalla vita sua e da quella di Luke.
"Dove e quando" sbuffò visibilmente incazzata, giocherellando con i suoi capelli per allentare la rabbia.
"Facciamo fra un'ora davanti ai giardinetti" propose Chloe, con tono mezzo interrogativo e mezzo affermativo. 
Kimberly accettò e riattaccò la chiamata senza salutare. 
Per una manciata di minuti si perse fra i suoi pensieri e non appena si risvegliò, scagliò la prima cosa che aveva sotto mano verso il muro. L'oggetto mal capitato era la sveglia, ormai disintegrata a terra.
Cominciò a prepararsi svogliatamente e non appena fu pronta uscì per l'appuntamento.
Si sedette su una panchina non lontana dall'ingresso del parco giochi ed attese l'arrivo dell'altra ragazza. 
Era in anticipo di venti minuti e per ingannare il tempo giocherellò con il cellulare. Dopo un po' il suo volto venne oscurato da un'ombra, alzò lo sguardo e si scontrò con quegli occhi verdi e tristi di Chloe.
Il silenzio regnava fra le due ragazze e nessuna di loro accennava ad iniziare la conversazione, finché un "mi dispiace" non scivolò dalla bocca sottile e minuta della bionda. 
Kimberly cominciò a ridacchiare piano, per poi aumentare il volume del suo tono. Si alzò dal posto in cui era seduta e si portò faccia a faccia con Chloe, che la osservava con sguardo interrogativo.
"Tu non hai idea di che cazzo hai combinato, va bene?" la riprese tornando seria. "Quel ragazzo è il mio migliore amico e tu lo hai preso in giro"
"Hai ragione, ho sbagliato a comportarmi così ma non voglio che mi odiate. Mi stavo affezionando a voi..." confessò Chloe abbassando il capo delusa. 
"Chloe, forse tu non hai capito, non ti ci devi più avvicinare a noi!" disse Kim con tono piatto e sguardo freddo. "Per colpa tua lui sta male e questo non te la perdono" 
Kimberly voltò le spalle per tornare a casa, ma prima "con noi hai chiuso...e non provare a farti di nuovo viva, altrimenti te la vedrai con me" avvisò duramente la sua povera vittima, ferma ad osservare la riccia camminare a passo deciso e veloce dalla parte opposta alla sua. 
Kim accelerava sempre di più la sua camminata, fino a ritrovarsi a correre per le strade di Sydney.
Non sapeva cosa fare, aveva bisogno di sfogarsi ma non trovava nessun modo per riuscirci.


"Luke!" la voce grave del padre lo richiamò sonoramente, bussando alla sua porta con forza facendolo svegliare di colpo. Si alzò veloce ed aprì all'uomo. 
"Io e tua madre partiamo per un paio di giorni per lavoro, i tuoi fratelli vanno dalla nonna. Tu rimani qui, ti lasciamo dei soldi e la spesa è già fatta, dovrebbe bastare" annunciò autoritario prima di tornare ai suoi servizi.
Il ragazzo non ebbe nemmeno il tempo di ragionare sulla situazione che subito venne investito dalle numerose raccomandazioni della madre, le quali comprendevano: non organizzare feste mondiali, non distruggere la casa, seguire le istruzioni per cucinare e per lavare i panni.
Tutte cose che al biondo non interessavano. I party non erano un problema, sapeva cucinarsi un piatto di pasta e a fare il bucato non ci voleva un genio. 
Avrebbe approfittato di quei giorni per rilassarsi un po' e riflettere. 
Dopo aver salutato la famiglia, si buttò sotto la doccia. Ci stette più di un'ora e non gli importava se la bolletta dell'acqua fosse stata allucinante. Quello era il suo posto preferito per pensare e scaricare le preoccupazioni.
Cosa avrebbe dovuto fare con Kim? L'aveva trattata male senza motivo e ancora non si era scusato.
Si sentiva in colpa, stava restituendo il male che gli aveva fatto Chloe, facendolo pagare a chi non se lo meritava. La vergogna però gli impediva di fare il primo passo e di scusarsi, non sapeva come cominciare le sue umili scuse, ma più il tempo passava, più la possibilità di essere perdonato svaniva.
Doveva trovare una soluzione, ma nella sua mente vagava il vuoto totale. L'unica cosa che lo avrebbe potuto aiutare un attimo era la musica, così, dopo essersi asciugato e aver indossato solo un paio di boxer, cominciò a suonare la sua chitarra preferita.
L'assenza della sua famiglia si notava parecchio, in quella casa c'era il silenzio totale e Luke si ritrovò a girovagare per tutte le stanze, in cerca di qualcosa da fare.
Verso le 06:30 p.m. sentì la porta suonare ma non aveva la più pallida idea di chi potesse essere, così si affrettò a raggiungerla e non appena aprì, una figura piccola e snella si fece spazio davanti a lui.
In quel momento il biondo giurò di sentire solo il suo battito cardiaco, il tempo si era fermato di punto in bianco e la tensione si poteva tagliare col coltello.
Gli sembrò di rivivere quell'imbarazzo dei loro primi giorni, oppure di quando la volta prima era stato proprio lui a correre a casa della ragazza. 
Abbassando lentamente il capo e spostandosi leggermente fece segno a Kim di entrare.
La ragazza con passo leggero si diresse verso l'interno e Luke potè chiudere la porta.
Il silenzio ingombrante era fin troppo rumoroso per i due ragazzi, per questo Kimberly decise di spezzarlo.
"I miei genitori si sono conosciuti all'età di 16 anni. Quando mia mamma ne aveva 18 uscì incinta di me e mio padre decise che avrebbero costruito una famiglia come si deve, così si trasferirono insieme. Lui si trovò un lavoro e mia madre lasciò la scuola, per dedicarsi interamente a me. 
Tutto andava per il verso giusto, stavano crescendo insieme, prendendosi tutte le loro responsabilità, continuando così fino ai miei 14 anni. Mio papà cominciava ad essere sempre più freddo nei confronti di mamma, iniziarono i continui litigi ma lui mi ripeteva sempre 'è tutto okay, non preoccuparti!' e io ci credevo.
Illusa fin da ragazzina, visto?" ridacchiò amaramente prima di riprendere.
"Poi ecco che iniziò l'inferno. Lui se ne andò con un'altra donna, lasciando me e mia mamma da sole, senza preavviso. 
Per un periodo mia madre smise di parlare con tutti, soffocandosi nel lavoro. Non aveva nemmeno più tempo per me, era già tanto se mi cucinava un piatto di pasta. Ero diventata un peso per lei, e non faceva altro che farmelo notare!
Una sera si ritirò in casa ubriaca marcia, aveva tutto il trucco colato e piangeva come una pazza. 
Quel periodo era una merda, lei perse il lavoro, cominciò a bere e spesso passava le nottate fuori, buttando via tutta la sua dignità. Ovviamente a scuola iniziarono a girare le voci di ciò che faceva e i miei compagni iniziarono piano piano a vergognarsi di me, a schifarmi, quasi come se fosse colpa mia.
Non avevo molti amici nemmeno in quegli anni, ma quei pochi che avevo mi abbandonarono.
Inutile dire che dovetti trovarmi un lavoro estivo per mandare avanti la nostra famiglia, così cominciai a trovarmi quanti più possibili mestieri, iniziando dalla baby-sitter e finendo alla cameriera di un ristorante. 
A scuola andavo bene, mi piaceva studiare ma la condizione familiare ed economica non me lo permisero più, perciò lasciai anche io gli studi, dedicandomi a non far morire di fame mia madre e me. 
Un'adolescente non dovrebbe vivere certe cose, io ho sempre sognato di uscire con gli amici, prendermi un diploma, divertirmi!
Ma per colpa di mio padre e di mia madre non ho potuto fare nulla di tutto ciò.
Mi sono sentita sempre sola, uno scarto, poi ho trovato te e tutto ha iniziato a cambiare, a migliorare.
Quindi, sta sera sono qui, a casa tua, a confidarti il mio passato, solo per chiederti di non lasciarmi, per favore...
Perché io ho bisogno di te, perché sembra così giusto solo averti in piedi al mio fianco, perché hai la mia anima e io volevo solo che tu lo sapessi"


Aveva liberato il peso che le opprimeva il cuore, era riuscita a confessargli tutto, a donargli quella piccola parte nascosta di lei e ora sperava solo di non pentirsene, pregando di non essere rifiutata.
Gli occhi le pizzicavano ma riuscì a trattenersi. Osservava quelle iridi azzurre di fronte a lei, cercando di scrutare ogni minima emozione.
Il ragazzo lasciò andare un sospiro bloccato in precedenza e "perdonami Kim. Non meritavi quella mia reazione l'altra sera, sono stato solo un coglione!" biascicò sincero.
Kimberly diede spazio a un lieve sorriso, per poi catapultarsi fra le braccia di Luke.
"E comunque, ricominceremo tutto da capo, costruiremo noi il nostro futuro e finchè siamo insieme potremmo sorreggerci a vicenda, okay?" sussurrò il biondo alle orecchie della ragazza. "Non ti lascio, tranquilla" terminò infine baciandole la fronte dolcemente.
Kimberly si sentì di nuovo viva, aveva ritrovato il suo migliore amico, e questo era tutto ciò di cui aveva bisogno.
Solo lei e Luke.
"E...Chloe l'hai più sentita?" domandò imbarazzato Luke, mentre si sedeva sul divano.
"A dire il vero sì. Mi ha chiamata sta mattina dandomi appuntamento al parco per parlare e..." Kim si fermò un attimo. 
E se Luke non fosse stato d'accordo con la sua scelta?
E se lui avesse voluto perdonare Chloe?
In quell'istante le vennero in mente tutti i dubbi possibili e la paura le risalì in un batter d'occhio.
"E...?" l'incitò Luke curioso della sua risposta.
"E...le ho detto di...non farsi più vedere..." soffiò tremante, cercando di nascondere la sua ansia.
Il suo amico annuì leggermente, giocando nervosamente con i numerosi braccialetti che gli coprivano parte del polso e dopo un secondo di silenzio "hai fatto bene" esordì serio.
A Kim riprese il battito cardiaco, aveva davvero paura di aver fatto una cazzata.
"Beh, hai da fare questa sera?" chiese il ragazzo, cambiando discorso.
"Io no, e tu?" 
"Idem. Potremmo fare il nulla più totale insieme, ti va?" ridacchiò Luke scompigliandole i capelli.
Kimberly accettò volentieri e subito dopo si ritrovò sollevata in aria e buttata sul divano, soffocando dalle risate causate dall'improvviso attacco di solletico da parte del biondo.
Passarono la serata insieme, giocando allegramente come bambini.
Ormai avrebbero abbandonato il passato, prendendo in mano il loro mondo e ricominciare con grandiosi progetti ed amari ricordi.






#Spazio autrice
Quasi due mesi per aggiornare e cosa pubblico? Un capitolo orribile ew.
Se volete mandarmi al rogo vi capirò, tranquilli!
Non ho scuse per giustificare questo immenso ritardo, semplicemente non sapevo che scrivere e avevo da fare.
Allora, questo è un capitolo proprio di passaggio, ancora uno o due e poi inizia la parte più bella (o almeno dovrebbe lol)

Vorrei ringraziare le persone che hanno aggiunto la storia alle preferite, siete in 20 aw e quelle che l'hanno aggiunta alle seguite!
Ringrazio pure chi ha recensito, siete fantastici <3
Detto ciò, vi lascio e vi prometto che aggiornerò MOLTO prima :(
Un bacio!
p.s: potete trovarmi su twitter, sono @Vaffanluke.
  
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