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Autore: Vic 394    26/03/2014    9 recensioni
[Questa storia fa parte della serie Unexpected Connection ma può essere tranquillamente letta a parte]
“Tutto bene, Hic?” urlò Jack, qualche metro più su. Hiccup cercò di mettersi seduto, con scarsi risultati.
“Sono caduto da almeno due metri di altezza e ho battuto la testa, come credi che possa stare?” sbuffò.
Il Serpeverde smontò dalla scopa e aiutò l’amico ad alzarsi.
“Guarda il lato positivo: almeno non ti sei rotto il sarcasmo” commentò con un sorrisetto impertinente.
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jack Frost
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Unexpected connection'
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Il cielo era limpido e sereno, con qualche nuvoletta qua e là. Il sole irradiava calore e luce, facendo scintillare la rugiada sull’erba del campo di Quidditch.
La pioggia della notte precedente aveva lasciato il terreno un po’ molle, cosa che si rivelò una fortuna per il Corvonero che vi ruzzolò a gran velocità dopo una brutta caduta dalla sua scopa.

“Tutto bene, Hic?” urlò Jack, qualche metro più su. Hiccup cercò di mettersi seduti, con scarsi risultati.
“Sono caduto da almeno due metri di altezza e ho battuto la testa, come credi che possa stare?” sbuffò.
Il Serpeverde smontò dalla scopa e aiutò l’amico ad alzarsi.
“Guarda il lato positivo: almeno non ti sei rotto il sarcasmo” commentò con un sorrisetto impertinente. Hiccup lo guardò male, ma non riuscì a restare arrabbiato troppo a lungo con quel furfante albino... E poi la testa gli faceva troppo male per tenere troppo il muso. In fondo Jack lo stava aiutando a volare, giusto?
Giusto.
Barcollò per un istante e Jack gli posò una mano sulla spalla, pronto a sorreggerlo in caso di necessità.
“Forse dovremmo rientrare” suggerì il Serpeverde, preoccupato. Quella era già la quarta caduta nel giro di un quarto d’ora, da quando erano arrivati. Certo, capiva che fosse poco tempo, ma sapeva che se Hiccup si fosse rotto qualcosa avrebbero dovuto fornire un paio di spiegazioni sconvenienti.
Il castano però scosse la testa.
“Fammi vedere cosa ho sbagliato” disse. Jack sospirò, rassegnato.
“D’accordo… Sali” si arrese e indicò una delle due scope abbandonate a mezz’aria.
Il Corvonero si tirò su a fatica, spinto dalla forza della sua cocciutaggine, mentre l’albino lo osservava con occhio critico.
“Devi essere un po’ più morbido, la scopa è di legno anche senza la tua collaborazione” constatò, passandogli le mani su braccia, schiena e fianchi, col solo risultato di farlo irrigidire ancora di più.
“Scusa” borbottò, scostandosi rapidamente.
“Non è niente” rispose Hiccup guardando altrove.

I due rimasero in silenzio per qualche secondo, uno osservando i disegni composti dalle nuvole e l’altro fissandosi le scarpe.
“Allora…” ricominciò Jack alzando lo sguardo e riportando quello di Hiccup sulla terra “sciogliti un po’, così sarà più facile controllare la scopa. E spostati più a sinistra per bilanciare il peso… Così” spiegò, salendo a sua volta sulla scopa rimasta per dargli una dimostrazione. Il castano lo imitò ed entrambi si librarono a qualche metro d’altezza.
Jack spiegò i comandi elementari per quella che poteva essere la milionesima volta, mentre Hiccup dovette constatare che, almeno in quello che gli piaceva fare, era un buon insegnante, attento e paziente… Beh, più paziente di altre volte.

Finalmente riuscirono a fare un bel volo degno di questo nome, senza troppe acrobazie per restare in equilibrio e che durasse più di cinque minuti.
“Sto volando, Jack!” esclamò il Corvonero, contento.
L’albino rise, poi scese a terra e tornò su tenendo in mano una Pluffa.
“Pronto per il prossimo livello?” ghignò. Hiccup fissò la palla, bianco come un lenzuolo.
“Tu sei impazzito, Frost” decretò.
“Probabile, ma se lo fossi davvero avrei preso un Boccino. Acchiappa, Haddock” esclamò, lanciando la palla ma senza metterci troppa forza.
Il castano, dopo un secondo di esitazione dovuta al panico, si tuffò in avanti, afferrando la Pluffa al volo con un movimento maldestro.
“Ti odio” sentenziò, rilanciandola al mittente.

Jack non sapeva se ridere di più per il modo in cui l’amico aveva affrontato la situazione o per quell’adorabile broncio che aveva messo su… Un momento. Adorabile broncio? Così non andava bene per niente. Non era adorabile, era solo uno stupido broncio. Anzi, solo un broncio, niente aggettivi di sorta.
“Tutto bene? Stavo solo scherzando” si affrettò a chiarire il mingherlino, avvicinandosi all’amico che aveva visto rabbuiarsi di colpo.
“Tutto a posto, riprendiamo” rispose in fretta Jack, in maniera un po’ troppo brusca per i gusti del Corvonero.
“A dire la verità io concluderei” commentò infatti “ricorda che ho una gamba finta da tenere in esercizio” ridacchiò, facendo sorridere anche l’albino.
Non gli capitava spesso di scherzare sulla cosa, lo sapevano entrambi, quindi rimasero solo per un attimo ad assaporare il silenzio più tranquillo che si era creato, spezzato dal vento appena alzatosi che scuoteva piano le fronde degli alberi fuori dallo stadio.
“Ok, giù” concesse Jack, quando vide che Hiccup anche da fermo iniziava a faticare per tenere ferma la scopa.
Iniziarono la discesa, ma una folata di vento più forte delle altre fece perdere il controllo al castano.
“Jack, attento!” ebbe il tempo di urlare, prima di precipitare addosso al ragazzo.

Si schiantarono sul terreno umido rotolando e si ritrovarono senza fiato, i loro corpi intrecciati dalla caduta.
“Ahi” riuscì a borbottare debolmente Hiccup.
“Concordo” sussurrò Jack.
Impiegarono un paio di secondi per mettere a fuoco la situazione: Jack era steso sull’erba tenendo ancorato a sé Hiccup, che gli poggiava la testa sul petto e lo stringeva a sua volta.
Il castano alzò il viso fino ad arrivare a pochi centimetri da quello dell’altro.
“Oh” mormorò. Con dei momenti fulminei (che non fecero altro che intralciarli ulteriormente) i due si scostarono l’uno dall’altro, riuscendo a darsi una vigorosa testata nl processo.
“Hey, lì mi ero già fatto male!” esclamò Hiccup, massaggiandosi il capo.
“Limitati al silenzio” ribatté secco Jack.

Il Corvonero avrebbe voluto cantargliele, ma data la situazione non gli pareva il caso, così rimase seduto in silenzio, abbracciandosi un ginocchio e lasciando che il veno gli accarezzasse dolcemente i capelli, facendogli dimenticare i suoi problemi.
Jack, a braccia incrociate, sembrava una fucina di emozioni discordanti, che tendevano solo a confonderlo più di quanto già non fosse. Si alzò velocemente dopo un paio di minuti e recuperò la scopa.
“Dovremmo andare” affermò.
Entrambi a colmo dell’imbarazzo si avviarono verso la scuola.

Hiccup osservò distrattamente Hogwarts, che con tutta la sua imponenza si mescolava perfettamente al paesaggio, semplice ma maestoso.
“Jack?” attese una risposta che gli arrivò in forma di grugnito e proseguì incerto “non è successo niente di male. Siamo solo caduti, non è la fine del mondo… Può capitare. Quanto a come siamo caduti…”
“Non dobbiamo parlarne per forza” concluse l’albino annuendo “d’accordo, lasciamo stare. Comunque stai migliorando, tra un po’ potremmo anche giocare a Quidditch” aggiunse.
“Adesso non esagerare” rise Hiccup, scuotendo la testa “altro che un po’, ci metteremo una vita”
“Una vita ben spesa, se è per il Quidditch” esclamò il Serpeverde, facendo ridere entrambi.
Anche se non era esattamente al Quidditch che stava pensando in quel momento… Ma l’avrebbe capito solo più tardi, con l’aiuto di un certo quattordicenne castano e magrolino.





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Angolo Vic

Ho un paio di cosette da spiegarvi. Tanto per cominciare, non vi fate aspettative sulle storie che scrivo (come mi hanno detto alcuni uccellini), perché restereste delusi e io non sono Shakespeare. Fatemelo come favore personale. Intesi? Intesi.
Non volevo fare chissà che con questa storia eccetto allenarmi con questi due che stavo abbandonando al loro destino. E conoscendo Jack se qualcuno non lo aiuta a darsi una regolata potrebbe esplodermi il computer.
Dico anche che questa storia non doveva esistere. Avevo scritto una one shot su Frozen, ma era una cosa orribile e dopo averla riletta l'ho eliminata senza troppi complimenti. In un attimo di nostalgia sono tornata a rileggere vecchie recensioni e ho visto che alcuni di voi mi hanno chiesto di andare avanti con questa serie...  Eccomi qua u.u a proposito, non so dove collocarla tra le altre, quindi decidete voi e fatemelo sapere così ci penso su.
La dedico a Diletta che ha fatto 18 anni (vergogna) e a cui volevo regalare la shot su Frozen. Ops.
A presto!

Vic
Ps: non poteva mancare una citazione a Titanic, no? ;)
   
 
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