Ciò che la vita
da
-Edward…-
Una
voce lo richiamò al buio della sua stanza.
Non
capì da dove arrivasse.
-Edward…-
Continuava quella.
La
riconosceva.
Ma non
seppe dire da dove arrivasse.
-Edward… sono qui.-
Il
biondo si girò.
E la
vide.
Ed era
bella per come la ricordasse.
-Mamma…-
Mormorò.
-Edward…-
-Mi
sei mancata mamma…-
La
donna gli si avvicinò.
Lui
impotente di fare un passo.
Si
lasciò abbracciare.
La
strinse anche lui.
La
sensazione era bella.
Unica.
Si
sentì scuotere.
La
madre lo lasciò andare.
La
vide salutarlo.
-No…
non lasciarmi solo di nuovo…-
La
rincorse.
Calde
lacrime scesero.
Voleva
essere ancora li con lei.
Si rigirò nel letto.
Strinse il cuscino basso a se.
-Ed…-
Il
biondo aprì gli occhi.
Ora
erano asciutti.
-Lucy…
anche tu…-
-Ti
senti solo vero?-
-E
come non potrei.-
Stavolta riuscì a camminare.
Abbracciò la ragazza dagli occhi
azzurri.
La
baciò.
-Come
sta Christian?-
-Bene…
ci manchi. Soprattutto a lui.-
-Vorrei tornare.-
-Lo
vorrei anche io… ma sai che questo è solo un sogno.-
-No…-
Si
sentì scuotere nuovamente.
Non
voleva cedere…
Aprì gli occhi e si ritrovò a fronteggiarne due verdi.
Sorrise amaro.
-Papà… c’è un mostro in camera mia.-
Ed si tirò a sedere e trasse un lungo sospiro.
Era un sogno…
Un maledettissimo sogno doloroso.
Arruffò i capelli biondi come i suoi, dell’altro.
Tese una mano al piccolo.
La manina afferrò quella del padre.
-Dove sarebbe questo mostro?-
-Sotto al mio letto…-
L’uomo sorrise all’affermazione.
Era così innocente.
Arrivati davanti alla porta di essa, vi entrarono.
Il bambino seduto sul letto coi piedi penzoloni.
Ed si chinò per alzare le coperte e guardarvi sotto.
Come a voler controllare.
Si ritirò presto su.
-Non c’è nessun mostro piccolo…-
-NON SONO PICCOLO!-
Lo fece ridere…
Era suo figlio senza alcun dubbio…
-Il mostro c’è! È sotto al mio letto. Lo devi trovare…-
-Facciamo una cosa?-
-Cosa?-
Chiese innocente portandosi l’indice alla bocca.
Il biondo si accucciò alla sua altezza.
-Siccome papà deve dormire, che domani mattina va al lavoro, il mostro lo cerchiamo domani.-
-Io non voglio dormire col mostro!-
S’impuntò imbronciandosi il quattrenne.
-E se venissi a dormire al letto mio?-
Quello dilatò gli occhi e annuì energico.
Ed lo prese in braccio.
Lo tenne stretto…
Non voleva perdere anche lui.
I suoi sogni erano stati temibili quella sera.
Stese sul letto quella creaturina che si succhiava il pollice.
Si era immediatamente addormentato in poco tempo nel suo pigiama coi piedi.
Sorrise coprendolo.
Si rimise anche lui sotto le coperte e lo strinse a se.
Si vergognava.
Era stato lui, che per salvare sia il figlio, che la moglie…
Aveva sbagliato un calcolo minimo…
Loro dovevano vivere.
Lui sarebbe morto per loro…
Invece lei…
Per sbaglio l’aveva uccisa.
Un errore del quale si sentiva profondamente colpevole.
E stavolta pianse vere lacrime…
Perché un giorno quel bambino avrebbe coperto la verità.
Quel giorno così lontano…
Ma così vicino…
Ed era bello godersi quei momenti, in cui il piccolo si ritrovava a chiedere ancora la sua protezione.
Fine XD!! È sempre il campeggio sisi XD!
Fa male vero!!
^^^ spero vi sia piaciuta XD! Anche se è triste e malinconica X!D
Da su! Che
sabato vado al mare, quindi qualcosa di carino e divertente ci dovrebbe scappare
^^^
ciaooo XD!!
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E me XD!