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Autore: Mo_    26/03/2014    2 recensioni
Lo so cosa state pensando.
Lo so che vi sembro pazza.
Infrango la legge, mento in tribunale, ho un ragazzo omicida e un padre scomparso.
Non avrei voluto che andasse così, non avrei voluto incasinarmi la vita, ma per amore e per ambizione tutto è possibile.
Non giudicatemi colpevole.
Prima ascoltate la mia testimonianza, è un mio diritto. Ascoltate anche quella di Luke e di tutte le persone che ci sono state accanto. Noi siamo solo ragazzi succubi.
Non siamo colpevoli.
Lo giuro.
E se lo giura una che mente davanti alla legge, beh, dovete crederle.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton, Irwin, Calum, Hood, Luke, Hemmings, Michael, Cliffors, Nuovo, personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
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0.The End.
Spalanco le porte dell’aula d’udienza attirando l’attenzione di tutti.
Cammino trafelata verso il banco del giudice con il rumore dei tacchi che scandisce ogni mio passo e nel frattempo catturo il mio riflesso in una vetrata al lato della stanza. Devo ammettere che il tubino nero e la giacca mi donano, mi danno un’aria molto professionale, dimostro almeno dieci anni in più di quelli che realmente ho e mi aiutano ad avere sicurezza, anche se qui, in questa stanza, mi sento come un pesciolino rosso in un oceano infestato da squali.
«E lei sarebbe…?» domanda il giudice Bower parlando nel microfono, io non rispondo finchè non arrivo davanti al bancone.
«Sono l’avvocato Diana Elizabeth McCall, figlia di Paul McCall. Oggi non potrà tenere udienza e devo sostituirlo. Qui ci sono tutti i documenti necessari»
Lascio davanti al giudice quella decina di documenti falsi che servono a far si che il mio piano vada in porto. C’è una falsa carta d’identità che dice che ho 28 anni anziché 18, un foglio che testimonia il conseguimento di una laurea in giurisprudenza che non ho mai preso e altre scartoffie dove ho riprodotto la firma di mio padre considerando che lui non ha potuto metterla perché per colpa di quegli stronzi ora sta rischiando la vita chissà dove. Sono così incazzata che non vedo l’ora che il processo inizi per potermi sfogare un po’ con il testimone dell’accusa.
«Avvocato McCall presti il giuramento e poi procediamo»
Wow, è davvero filato tutto liscio.
Farò una statua a Michael per quei documenti falsi.
Vado a sedermi dietro la scrivania a me prestabilita e sistemo tutto ciò che servirà ad aiutarmi durante questa sessione. Domande da ricordare, cose appuntate, frasi ad effetto ecc…
«La difesa è pronta?» mi richiama il giudice dopo aver dato inizio all’udienza.
Mi alzo con il cuore che pompa a mille nel petto e cerco di ricordare tutto ciò che fa mio padre nelle udienze. L’ho osservato così tante volte sperando di essere al suo posto, e ora che ci sono vorrei solo darmela a gambe levate. Certo non mi sarei immaginata di essere qui così presto, ma devo riuscire nel mio intento.
Devo farlo. Per Luke.
«La difesa chiama a testimoniare l’imputato Luke Hemmings» affermo con la voce più sicura e imponente che io riesca a fare.
Una porta infondo all’aula si apre e due guardie scortano Luke al banco del testimone. Ha le occhiaie più profonde del solito e l’aria stanca, ma non appena incontra il mio sguardo riesce a tirare fuori uno dei suoi bellissimi sorrisi.
Sono sicura al 60% che mi sia consentito avvicinarmi a lui, così non appena posso sono al suo fianco. Luke afferra la mia mano e la stringe. Nei nostri occhi c’è reciproco terrore.
«Ce la farai» sussurra.
«Ce la farai» rispondo a mia volta.
Mi allontano prima che la situazione diventi sospetta e cerco qualcosa a cui appoggiarmi perché le gambe mi tremano e credo che non riusciranno a reggermi ancora per molto.
Tiro un sospiro profondo, guardo la giuria, il giudice, Luke e l’avvocato dell’accusa. Stanno tutti aspettando me, così mi rimbocco le maniche e cerco di parare il culo al ragazzo che amo.
«Signor Hemmings, c’è qualcosa che vuole dire prima che inizi con le domande?» gli chiedo facendomi coraggio.
Luke si inumidisce le labbra, poi risponde senza mai distogliere gli occhi dai miei.
«Non ho ucciso io i miei genitori»
 
 
Lo so cosa state pensando.
Lo so che vi sembro pazza.
Infrango la legge, mento in tribunale, ho un ragazzo omicida e un padre scomparso.
Non avrei voluto che andasse così, non avrei voluto incasinarmi la vita, ma per amore e per ambizione tutto è possibile.
Non giudicatemi colpevole.
Prima ascoltate la mia testimonianza, è un mio diritto. Ascoltate anche quella di Luke e di tutte le persone che ci sono state accanto. Noi siamo solo ragazzi succubi.
Non siamo colpevoli.
Lo giuro.
E se lo giura una che mente davanti alla legge, beh, dovete crederle.

 
 
 
 
 
 
   
 
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