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Autore: MuttigMaggie    27/03/2014    0 recensioni
Erica e Mario sono due giovani innamorati. Hanno entrambi un lavoro precario, lui supplente di storia e lei commessa alla Fnac di Milano, e convivono con il fratello di lei, Davide e il suo compagno Francesco. La loro vita è piuttosto tranquilla, ma l'arrivo di una nuova vita farà aumentare le insicurezze verso un futuro già abbastanza incerto. Di contorno alla loro storia: Davide e Francesco si interrogano sulla prospettiva del matrimonio, e Cinzia la sorella amata da tutti, ma che nasconde un matrimonio disastroso e desidera un figlio che non arriva.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salvatore sarebbe arrivato da un momento all'altro, ma lei aveva deciso di essere lì e di aspettarlo. Aveva le valige pronte all'entrata ed era seduta in soggiorno.

Appena Salvatore varcò la soglia non poté non notare le valige, si avviò preoccupato verso il soggiorno.

-Cara. Sei tornata.-disse con calma apparente avvicinandosi alla moglie.

-Non avvicinarti.-disse Cinzia, misurando la distanza con un braccio teso.

-Che sta succedendo?-chiese Salvatore.

-Io me ne devo andare. Io devo lasciarti.-disse Cinzia, con gli occhi bassi. Salvatore ebbe un fremito.

-C'è qualcun' altro? È così! Lurida puttana!-urlò lui, guardandola con rabbia. Lei cominciò a piangere ed a urlare.

-NO! NON C'È NESSUNO! È SOLO COLPA TUA! Solamente tua...io sono stanca di tutto ciò...IO TI ODIO. ODIO TUTTO CIÓ CHE MI FAI! Io me ne vado per COLPA TUA! È COLPA TUA SE LUI NON NASCERÀ MAI! -urlò, frenetica, cominciando a picchiarlo in un momento di foga.

Lui tentò di fermarla prendendole i polsi.

La strinse con forza a se, massaggiandole la schiena.

-Shhh...riusciremo a superare tutto questo ok? Lui arriverà...d'accordo?- la guardò sorridendole e stringendole il volto tra le mani. -Scusa se sono stato così...scusami.-disse lui, dandole un bacio veloce sulle labbra.

-Ho solo avuto un momento difficile al lavoro...io non sono così. Io ti amo...sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, sei la migliore, sei tutto per me. Quindi ti scongiuro di perdonarmi...io non riuscirei a vivere senza di te.-disse lui, stringendola forte. Lei si fidò di quelle parole, era ritornato l'uomo di cui si era innamorata. L'uomo che ci tiene a lei, l'uomo gentile, l'uomo sincero, l'uomo che non l'avrebbe mai più toccata.

 

 

 

 

La ricreazione era appena finita, doveva entrare in classe, però aveva bisogno di parlare con lui.

-Luca, puoi fermarti qui un secondo.-

-D'accordo, profe.-

-Ho conosciuto tua sorella, mi ha detto di tua madre e volevo dirti che se avessi un problema dimmi pure. So che ti trovi in una situazione complessa e mi dispiace moltissimo.-disse, con il maggiore tatto possibile. Non si sentiva un eroe, né un professore modello, era solo la cosa giusta, che qualunque persona avrebbe fatto.-Ma questa non è una scusa per buttare all'aria la tua vita. Tu hai un sacco di capacità e sei un ragazzo molto intelligente. Non lasciarti mai sopraffare dalle emozioni, capito? Per quanto sia dura la vita c'è sempre un modo per uscire dalle brutte situazioni.-disse lui.

-Grazie profe.-disse solamente Luca prima di entrare in classe.

 

 

 

 

 

Aveva preparato uno zaino, ci aveva messo solo poca roba, perché sperava che quella non fosse ancora una rottura definitiva.

-Io porto solo questo per ora. Al massimo torno mercoledì per il resto della roba.-disse, uscendo dalla sua stanza.

-D'accordo.-disse Davide, guardando la televisione, come se non fosse stato attento, ma in realtà aveva ascoltato tutto ciò che aveva detto. Una parte di lui voleva perdonarlo, voleva dirgli di restare e che tutto sarebbe andato per il meglio, ma non ce la faceva.

-Ciao.-disse solamente Francesco, con voce ormai rotta dalle lacrime prima di uscire.-Ti amo.-disse dopo aver chiuso la porta e a voce bassa.

 

 

 

 

 

-A che settimana sei?-disse Sandra,una commessa, con voce squillante.

-La decima.-

-Eh?-

-Due mesi e mezzo.-spiegò Erica.

-Ahhhh...ma non era più facile spiegarlo in questi termini?-

-Avete già deciso il nome?-chiese Roberta.

-Non ancora. Veramente non ne abbiamo nemmeno parlato.-

-Fatelo il prima possibile. Porta male.-disse Ulisse.-Io mi sono ritrovato con il nome di mio nonno.-

-Ahaha d'accordo. Ho finito il turno. Ci vediamo domani.- Quella era stata la chiacchierata più lunga mai fatta con i propri colleghi, da sempre considerati superficiali. Appena aveva detto loro di essere in stato interessante, si era ritrovata con l'aiuto e con l'appoggio di numerose persone, ma ancora non era certa di essere entusiasta della cosa.

Raggiunse sua sorella velocemente.

-Chi sono?-chiese Cinzia guardando stupita i tre ragazzi alle sue spalle.

-Ah...due colleghi di lavoro. Sandra, Roberta e Ulisse.- disse lei, voltandosi verso i colleghi e sorridendo un ultima volta.

-Dove andiamo?-chiese Erica.

-Al solito caffè...che domande!-sorrise Cinzia. Era da un po' che non vedeva sua sorella così.

-Wow...che è successo?-chiese lei, stupita.

-Niente...solo io e Salvatore stiamo uscendo da un brutto periodo e sono proprio felice.-disse lei. Erica non era sicura delle parole della sorella, soprattutto quando si trattava di suo marito.

-Beh...meglio così...poi con il bambino in arrivo, deve essere stato stressante per te.-disse Erica. Cinzia non resistette a quelle parole. Sentì subito una lacrima colarle su una guancia.

-Che succede?-chiese Erica, abbracciandola.

-Non sono incinta.-disse Cinzia, singhiozzando.

-Cosa?-

-Ho abortito...di nuovo.-disse Cinzia. Erica la strinse forte. Sapeva quante volte la sorella ci avesse provato e quanto lei avrebbe voluto un bambino.

-Andrà tutto bene. Ok? La prossima volta...-

-No...non so se ci sarà mai una prossima volta. Ho avuto sei aborti spontanei...forse sono sterile...-

-O magari è tuo marito ad avere problemi...che ne sai?-disse lei, facendola sorridere.-Hai già fatto dei test?-

-No, ho troppa paura e poi Salvatore non accetterebbe mai.-

-Al massimo c'è sempre l'adozione.-

-Già.-disse lei, con amarezza.

-Mmmh...questa è una conversazione fin troppo malinconica! Andiamo a prenderci qualcosa di dolce dai!-disse lei, sentendosi improvvisamente molto affamata e con una voglia matta di cioccolato.

 

 

 

 

 

 

Tornò a casa poco dopo Mario. C'erano due biglietti sulla cassa panca. Uno di Davide e l'altro di Francesco. Strano, pensò Erica, di solito era solo Francesco a scrivere per tutti e due.

Il primo diceva: Rimango da Luca per un po'. Quello di Francesco era più informale: Starò da mio padre per quattro giorni. Non vi preoccupate, torno con una sbrisolona!

-Ciao amore.-disse Mario, abbracciandola.

-Ehi! Com'è andata la giornata?-

-Il solito...compiti in classe, chiacchiere e rimproveri. Ho parlato con Luca, l'alunno che ha la madre che soffre di Alzeimer...poverino.-disse lui.

-Già...mmm che buon profumo!-disse Erica, sentendo un profumo di sogliola e di patate al forno.

-Oh...già...il pesce.-disse Mario, andando in cucina.

-Tu. Cosa mi racconti?-

-Cinzia ha abortito.-disse lei.

-Oddio...mi dispiace tanto. Non hai incontrato Isabella ieri?-chiese poi.

-Sì...ah certo...Isabella mi ha fatto conoscere un'artista tedesca che esporrà alcuni miei dipinti.-disse Erica. Mario si girò stupito.

-D'avvero? Oh Erica sono orgoglioso di te! Ah...lo sai piccolino, tua madre è un'artista molto acclamata.-disse accarezzandole la pancia.

-Sei stupido.-disse, accarezzandogli la barba.

-Ti amo pure io. Ah...devo tornare a cucinare. Dobbiamo festeggiare.-disse lui, euforico. Era davvero orgoglioso della sua ragazza, ma un pensiero gli pervase la mente per qualche istante: quando sarebbe stato il suo turno?

 

  
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