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Autore: aiechan    05/07/2008    3 recensioni
Corri, corri.
Continua testardamente a correr dietro a quel mantello bianco, anche se già sai che mai potrai raggiungerlo.
Ma forse a te va bene così, dopotutto.
[Hai sempre corso dietro di lui, eppure ora è giunto il momento più difficile, il momento di dirsi addio.]
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Byakuya Kuchiki, Gin Ichimaru, Renji Abarai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I am merely practicing saying goodbye to you.

 opening


Corri, corri.
Continua testardamente a correr dietro a quel mantello bianco, anche se già sai che mai potrai raggiungerlo.
Ma forse a te va bene così, dopotutto.
Tu non potrai mai raggiungerlo, figuriamoci superarlo. Ammettilo, l’hai sempre saputo, fin da quando hai scelto questo sentiero.
Poiché l’unica cosa che brami è la sua attenzione. Uno sguardo, un gesto, una parola. Ogni minimo cambiamento di quell’espressione che a tutti appare immutabile, impassibilmente indecifrabile.
Solo tu puoi capire cosa significhi quell’onnipresente sorriso felino           quelle labbra sottili che mai hai visto incurvarsi in un sorriso.
Solo tu puoi capire cosa significhino quegli occhi che s’illuminano per un istante, dietro le palpebre socchiuse           quegli occhi nobili e glaciali, che hanno abbandonato ogni calore.
E ti basta un gesto, un formale apprezzamento da parte sua per il buon lavoro svolto, per essere felice.
Lo imprimi nella tua memoria, parola per parola, movimento per movimento, e ti crogioli nel suono della sua voce, nel ricordo del suo tocco leggero sui documenti che accoglie tra le mani. E sei invidioso di quei fogli, terribilmente invidioso, perché loro possono toccarlo, loro possono raggiungerlo.

Ma qualcosa ti sveglia dal tuo sogno riportandoti bruscamente alla realtà. È lui stesso a distruggere l’illusione in cui ami rifugiarti, con quel suo comportamento ambiguo           altezzoso
a ricordarti che per lui non vali più di un giocattolo           cane randagio.
Ti fa soffrire, atrocemente.
Eppure continui a seguirlo, continui a percorrere il sentiero che hai scelto, perché questa è stata la tua decisione. Ma cos’è che ti muove?
Fedeltà?           Odio?
Ossessione?           Testardaggine?
Amore?
Per quale sentimento, per quale assurdo mescolarsi di emozioni fai tutto questo? Cosa ti spinge a metterti contro tutto e tutti, contro i tuoi stessi compagni? Sei il suo fukutaichou, ma questo non giustifica la tua fedeltà           il tuo odio
verso di lui, i tuoi sentimenti sono esagerati. Non puoi           non vuoi
contrastarlo, non lo faresti nemmeno se ti attaccasse, insegnandoti con la sua stessa spada la realtà.
Te ne rendi conto? Del fatto che lo ami, intendo.
Perché non potresti fare tutto questo, se non lo amassi.
Non seguiresti questo sentiero argentato           ricoperto di petali di ciliegio
se non celassi tale sentimento nel tuo cuore.

Non ti affanneresti a rincorrere quella stella che brilla alta nel cielo, nell’inutile tentativo di raggiungerla, sfiorarla           azzannarla.


Corri, corri.


Stavi correndo così ciecamente da non esserti accorto che ciò che inseguivi era mera illusione.
Ti sei lanciato verso quella stella con tutte le tue forze, riuscendo ad afferrarne soltanto l’effimera immagine riflessa su uno specchio d’acqua.
E ci stai annegando, in quelle acque torbide che ti apparivano così limpide. Erano piene di sorrisi           eleganza
parole gentili           nobili
quando ti ci sei buttato dentro, senza esitare.
Ora ti avvolgono, stringendoti come le spire di un serpente, rivelandosi per ciò che realmente sono, trascinandoti nella nera consapevolezza del peccato, del male celato dietro quella maschera che di nascosto ogni giorno ammiravi, dell’errore a cui hai volontariamente preso parte.
Stai annegando, sommerso dal peso della Verità che con glaciale cinismo abbandona la consueta ambiguità, per rivelarti come stanno di fatto le cose. L’acqua spegne il fuoco della rabbia           e           la debole fiammella della speranza
che ti teneva in vita, sprofondandoti nel buio soffocante della disperazione, cosciente che il tuo sogno resterà tale, cancellando il velo di ipocrisia con cui giustificavi le tue           e           le sue
azioni.
Il dolce oblio della morte ti appare come una liberazione, una via di fuga da quelle tenebre che non riesci più ad allontanare come facevi una volta, nascondendoti dietro la sua schiena. Adesso non c’è più nessun mantello bianco dietro cui rifugiarsi, nessuna stella da rincorrere, e il suo ricordo non basta per scacciarle, le tenebre.



Che succede, non corri più?
Non riesci più a muoverti, vero? La ferita che ti ha inflitto è troppo profonda, il tuo corpo si rifiuta di continuare a seguire quel sentiero che ti porta alla morte. Perché l’hai sempre saputo che quella sarebbe stata la meta, dal momento in cui hai scelto quella strada.
Verrà a salvarti.
“Tornerà a prenderti, come ha sempre fatto, non ti lascerà indietro.” È questo che stai pensando? Povero piccolo ipocrita, proprio non vuoi arrenderti all’evidenza, eh?

Hai perso. Ti sei schierato dalla parte sbagliata, hai combattuto ed hai perso.

Ma lui non ti ha abbandonato, hai ragione. Lo senti, sì?
Quel tocco leggero, morbido come la seta, che si posa dolcemente sul tuo corpo.
Quelle mani che ti sfiorano, risollevandoti dalle acque torbide in cui eri sprofondato.
Quegli occhi che osservano ogni parte del tuo essere, come se fossi qualcosa di incomparabile.
Quelle labbra, che si posano delicate sulle tue, in un bacio che sa di un segreto troppo amaro da sopportare.
Uno sguardo, un bacio, le mani che si stringono lentamente al tuo collo, il respiro che abbandona il tuo corpo.
È tornato, per strapparti dalle nere spire che inesorabilmente ti stavano avvolgendo.
Ti ha salvato, per donarti la morte dalle sue stesse mani.

Uno sguardo, un bacio, le mani che si stringono lentamente al tuo collo, il respiro che abbandona il tuo corpo.

Il tuo cuore non era abbastanza, è venuto a prendere anche la tua anima e la tua vita.
Perché deve andarsene e tu non puoi seguirlo. Infine, senza lui, non ti resta che la morte.
Perché uccidendoti con le sue stesse mani resterai suo fino alla fine, e potrà portarti con sé.
Perché, dopo averti ucciso, sarà più facile dirti addio.


- Sayounara, piccolo Izuru.                                                                                   - Sayounara, Renji.


 ending

Io non farò altro che esercitarmi a dirti addio.




























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