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Autore: tMonster    27/03/2014    1 recensioni
"Un raggio di luce trapassò il preciso punto dove prima vi era il suo viso e investì il mio. Gocce di luce rigavano il mio volto. La sua voce...il vento fra i rami. Non ho difese in questa immensa verità. Mi abbandono ad essa. "
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco che la vidi,mentr'ella di sparir era intenta. Scorsi un solo raggio della sua luce da lontano,d'altronde era impossibile non notare tale avvenenza. Non attesi di più e mi avvicinai, poiché mai vidi tanta bellezza che tentava d'esser occultata. E lei si mostrò a me,ed io ne rimasi ammaliata. Non potei far altro che amarla fin da quell' istante addivenendo ai successivi istanti. Mi si mostrò in tutta la sua perfezione imperfetta, lasciandomi ammirare ogni singola sfumatura di colore. Una candida rosa vermiglia. Si proteggeva dal tutto mettendo in mostra le sue spine acuminate preannunciando il tocco esiziale. Eppure io vidi solo i morbidi petali candidi e vermigli di quel docile fiore. Candida come la purezza e l'innocenza,la sua bellezza; vermiglia come l'amore, la sua passione. La duplice personalità. L'assonometria di quel volto diviso in due: da una parte uno sguardo inerme e intenso,splendente e incantevole era la passione comunicata..che mi faceva perdere la cognizione della realtà e ciò che era la concezione della realtà non era all'altezza di tale magnificenza. Indescrivibile. Da quel viso illuminato e sorridente all'ignoto di una realtà inesistente traspariva il forte e inequivocabile desiderio d' amore. Tutto vi si poteva leggere, il minimo dettaglio, nel infinito libro velato dal suo sguardo. 
Ma dall'altra parte appariva un volto indeterminato,dai tratti androgini, anticonvenzionale. Lo sguardo vuoto e scuro,nero come inchiostro, astruso e incompenetrabile :il solo cinismo riservato all'esterno.Ne rimasi allibita e affascinata nello stesso momento. Il suo messaggio esoterico, di comprensione e conoscenza a pochi privilegiati,scritto con gocce di quel inchiostro nero nel suo sguardo. 
Affascinante nel suo contesto astratto era quella allegoria : il volto atipico e contrastante con se stesso nonché con il resto ; la sua esistenza paradossale, un'asserzione  incredibile e in contraddizione con la solita realtà. La sua bellezza vinta e l'aspra verità. Il suo edonismo...
Mi mostrò la sua dolcezza, pur sempre attenuata e controllata,e io attesi,un attesa che si rilevò provocante, finché non arrivò ,in un momento magnificamente improvvido, un gesto di vulnerabilità mascherata,di una dolcezza infinita, di estrema rarità e preziosità. E fu allora che me ne innamorai. L'espugnazione da parte mia nei suoi confronti fu totalmente involontaria,eppure tanto desiderata. Io l'amavo. E nel mentre della mia contemplazione il sole le illuminava il volto. Atermano:corpo trasparente alla luce,ma non al calore...era questo. Stetti a congetturare su quel volto che non ebbe principio e non avrà fine...finché non mi resi conto dell'improvviso crosciare violento della pioggia frangente di quei meravigliosi attimi eterni. Le stravolse il viso. E vidi la sua figura evanescente scomparire lentamente. Le gocce di pioggia non si posavano sul suo volto. Le spalle nude.
Sul mio volto le lacrime scorrevano miste a pioggia. Perch'ella scomparì prima che potessi averla,portata via da quelle gocce di realtà. 
Un raggio di luce trapassò il preciso punto dove prima vi era il suo viso e investì il mio. Gocce di luce rigavano il mio volto. La sua voce...il vento fra i rami. Non ho difese in questa immensa verità. Mi abbandono ad essa. Non posso averla...non ho mai potuto. Non lei. È lontana ..
Ma a quell'ultima lacrima solare prima del tramonto splendeva quel fiore. Una rosa candida e vermiglia. Gocce di cristallo liquefatto brillavano sui petali...La mia candida rosa vermiglia che si connaturò in me,le spine trafissero il derma sui miei polpastrelli e nel palmo mentre la sfioravo:il tocco fatale.Il sangue cominciò a fluire rosso e caldo. Insieme nella nostra enarmonia esiziale. 
La mia pseudomorfosi nel tentativo di svellere il ricordo tormentato della pseudogenesi della mia afflizione.Di ciò che è stato,ciò che c'è e che non ci sarà. Che non ebbe principio e non avrà fine,che è durato e durerà per sempre e mai si potrà adiempiere.
L'ultima immagine del suo viso come fumo si disperse nella notte..
E mi abbandonai al sonno nell'erba umida in quello sterminato prato a quell'estrema brezza serale che parlava di lei...cullata dal caldo tepore del sangue che defluiva sui petali candidi e vermigli...

Tutto ciò è la realtà che io altero all'astratto ...ma pur sempre la realtà.
  
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