Fanfic su artisti musicali > SHINee
Ricorda la storia  |      
Autore: Ren_Pi_Ka    28/03/2014    2 recensioni
Monologo e pensieri di Choi MinHo su Lee Taemin:
Nella testa di Choi Minho viaggiano una serie di pensieri, tra i più svariati, sul Maknae del gruppo degli Shinee, Lee Taemin. Solo a guardarlo, prova una marea di sensazioni: sente una canzone che descrive appieno tutti quei momenti che stanno vivendo ora sulla spiaggia, in una piccola fuga dallo stress delle loro vite. Ci troviamo a Busan, nelle spiagge invernali deserte.
Choi Minho è innamorato follemente di Lee Taemin, che lo sorprende ogni giorno, ogni ora, ogni secondo, per tutto l'arco della loro storia. E si ritrova a pensare svariate cose, solo in sua presenza, mentre il suo cuore batte all'impazzata.
[ Couples : 2Min ( Choi Minho x Lee Taemin ), accenni di JongYu ( Jonghyun x Onew ) e WooBum ( WooHyun x Kibum ) ]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Quasi tutti, Taemin
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
[ Song Fiction - https://www.youtube.com/watch?v=cygUqshov3Q 'E tu' di Claudio Baglioni ( ispirazione ) Si consiglia la lettura della Fan Fiction con questa canzone in sottofondo. ]



Come si sta rinchiusi in questo abitacolo, Taemin?
Come stai, adesso, mentre sorridi, in questo spazio ristretto, quando tra noi scorre solo il silenzio che riempie oltretutto anche i nostri cuori, fintanto che l’amore ci riempie? Cosa pensi, mentre sorridi così dolcemente e guardi il mare, il tramonto che bagna le acque infinite del Pacifico, dopo questa fuga, improvvisa, a Busan?
Io ci penso ancora e ancora, mentre sto a guardare ancora quel profilo che negli anni rimane immutato, con quella carnagione così chiara, così fanciullesca e piena di ingenuità, che fa da perfetto contrasto a quelle notti in cui facevamo l’amore, dove le mie orecchie si riempivano dei tuoi sospiri, dei tuoi gemiti che mi incitavano a continuare senza sosta, per darti solo e soltanto piacere.
Ed ora, tu. Tu sei qui. Tu sei qui a riempire i miei giorni, ogni singolo giorno da quel primo bacio che ti detti, in quella sala delle prove, dove eri, e sei, solito allenarti quando la tua testolina si riempie di pensieri che non ti lasciano in pace. Mi ricordo bene quella volta, sai? Ancora ho quello scambio di battute impresse nella mia mente.

***

“ Ti prego, lasciami in pace, Minho. Ti prego. LASCIAMI IN PACE. “
“ Mi spieghi che ti ho fatto, Taemin?! “
“ NIENTE, CAVOLO. LASCIAMI IN PACE. “
E mi avvicinai, mentre tu mi guardasti con quegli occhi pieni di rancore, odio e amore. Ti baciai improvvisamente. Sì, ti baciai, non so nemmeno io perché, ma è stato un impulso che cambiò le nostre vite, di bene in meglio.
Presi quel tuo polso destro, così fragile, ma così attraente e ti trascinai a me, per posare le mie labbra sulle tue, per sentire le tue membra cedere tra le mie braccia, in quell’abbraccio quasi mortale, ma così dolce e pieno di quei sentimenti che nemmeno io mi ero mai accorto di provare.

***


Ma, improvvisamente, mi prendi la mano, mi desti dai miei pensieri e ricordi, mentre mi fai un cenno silenzioso per uscire dall’abitacolo dell’auto. Per dirigersi verso la spiaggia deserta, così fredda e invernale, così segreta. La nostra piccola fuga dallo stress, da un Kibum completamente incasinato con Woohyun, da un Jinki e un Jonghyun con i loro problemi di coppia da risolvere. E noi qui, a Busan, a guardare la spiaggia, a camminare mano nella mano nella passerella che divideva le porzioni di spiaggia, come se fosse una grande torta di cannella e panna, oppure al caffè. Sì, sono un po’ strano, il colore della sabbia mi ricorda i dolci al caffè.  D’altronde me lo ripeti sempre che sono un ragazzo bizzarro, sai? Ma ho capito che questa stranezza ti ha fatto innamorare di me.
Ci sediamo in spiaggia, a guardare il mare, a bagnarci ora i piedi con l’acqua gelata che lambisce la nostra terra. Tutto è così fantastico, intimo, mentre la sera cala lentamente e c’è solo il silenzio tra noi, quelle coccole così segrete che sappiamo riservarci con soltanto quelle mani strette. 
E non esisteva il freddo, solo un leggero vento che sfiorava la pelle di entrambi, ma ero rapito unicamente dalla tua persona: della mia non mi importava, perché c’eri solo tu. Solo quei capelli che svolazzavano al ritmo di quella brezza leggera, corvini come i vestiti che portavamo. Quei vestiti comodi, ma che volevo toglierti ogni volta, per ammirarti nella tua naturalezza, nella tua interezza, quell’intimità che mi faceva impazzire. Ma potevo anche guardarti nudo, per sempre, anche senza toccarti, senza fare l’amore: lasciarti nella pace di quella candida posizione, mentre mi guardi.
Mi sporgo, con la mano libera, mentre traccio lentamente il tuo profilo, così bello, che mi rapisce sempre, così perfetto tanto da perdermi. A mirarti con un’espressione ebete in viso.
Quei lineamenti, così belli, così perfetti, quelle labbra piene che ora voglio baciare.
Mi sporsi, così, ancora di più, per sfiorarle, ma tu non mi lasci fare: mi posi il medio e l’indice sulle labbra, come se volessi assaporare ancora questo momento di pura tranquillità. Mi sento uno stupido, al contempo, tanto da ritirarmi. Avevo un’espressione ferita, ma non da ciò che tu ebbi fatto: semplicemente da me stesso che non riesco a trattenermi.
Riusciresti a fermare questo ragazzo completamente imperfetto, di fronte a te? Di fronte a quella perfezione che ti riguarda? Delle volte mi viene voglia di mollare tutto, di dirti che è finita, perché posso macchiarti più di quanto io stia facendo. Ma.. non ci riesco. Non ci riesco perché non sopporterei di vederti tra le braccia di qualcun altro, che magari possa far dimenticare tutto quello che ti ho dato io, che possa essere migliore di me in tutto e per tutto. È forse egoismo?
Questo non lo so, ma ti amo, ti amo più di qualsiasi altra cosa, vale la pena viverti ogni secondo. E gli impegni che ci separano li odio. Vorrei recitare con te, vorrei poter viaggiare solamente con te, essere inseparabili, come se fosse una corda a tenerci così stretti.
Tarparti le ali? Non lo so, forse. E perché non farlo? Ma mi fermo, fermo il demone che c’è dentro di me e non lo faccio, non voglio rovinare la tua perfezione. La tua ingenuità che, nonostante tutti i miei modi di sporcarla, persiste ancora, soprattutto in quel sorriso che innocentemente e bonariamente mi rivolgi, ancora. Questo mi fa capire che tutto il mondo può scomparire di fronte a te.
È uno dei rari momenti in cui posso stare bene, solo con te, di fronte alla frenesia delle ‘schedule’. Mentre posso carezzarti i capelli, portare la tua testa sulla mia spalla, giocare con le tue ciocche lungo le mie dita affusolate che tante volte ti hanno toccato, ti hanno fatto sospirare. Magari anche qualche schiaffo, magari qualche stupida percossa, che tu subito mi hai restituissi, senza alcuna gentilezza.
In una coppia i problemi esistono. Ma, noi, per fortuna subito li affrontiamo e li risolviamo, facendo crescere il nostro amore sempre di più, quanto un albero tenta di raggiungere il cielo, forse anche invano, ma più ci tenta, più diventa forte e rigoglioso.
Ora chiudi gli occhi, io ti imito: il mare ci accompagna, ci culla. Ma all’improvviso sento il tuo capo alzarsi, tu che ti metti seduto sulle mie gambe, per baciarmi. Sorpreso, ricambio quel bacio, senza aver preso dell’ossigeno per i miei polmoni. Non è aria per me, l’ossigeno. Perché tu sei la mia aria, la tua aria è la mia, quella che condividiamo ogni giorno.
La mia mancina arriva ad accarezzarti le gote, la destra a sfiorare il tuo fianco, entrando nella giacca aperta. Quella vita così sottile, che riesco ad avvolgere lentamente con la mia mano, la sento sotto il palmo mentre la carezzo piano, così tanto lentamente da sentire ogni tua cellula. È se le stessi studiando ancora, come se avessi bisogno di un continuo ripasso di una cosa che ormai so a memoria, ma tale da imprimere nella mia pelle molto più a fondo. Non posso stancarmi di questo tuo corpo, di questa tua anima, di questo tuo essere, del tuo tutto, di tutto ciò che ti circonda.
All’improvviso tremi, sento il tuo corpo passato da continui spasmi, forse per il freddo o per la sensazione che ti lascio provare. Ti piace tutto questo, ti piace sentirti così. Per questo ora ti stringo forte, così da passarti il calore contro il petto, un tepore che tu conosci bene, che ami e spesso me lo dici: non posso che sentirmi felice, amato, stupito da ogni tuo brivido, come se fossero novità, nonostante siano più di cinque anni che stiamo assieme. No? Nonostante le pause.
Ora mi allontani, ti stacchi, ma stai comunque vicino a me. Sei tra le mie gambe, con la schiena poggiata sul mio petto a guardare la sera che calava, dove pochissime stelle ci salutano e la luna crescente ci sorride, come se ci benedica. È confortante, non trovi? E tu sorridi alla luna: il tuo sorriso è simile al suo. Ti sento sussurrare un grazie e ti accoccoli ancora di più su di me, mentre ti carezzo dolcemente. Le mie dita non possono smettere di tracciare quei tratti del volto, il profilo, le orecchie, le labbra – che ogni tanto mordi.
Con te ogni giorno è una novità, una scoperta, e di questo ne sono completamente sicuro. E sai perché? Perché ora ti alzi, ti metti a correre, lasciando quelle scarpe lì nella sabbia: questo non me lo aspettavo. Mi inviti a rincorrerti, con un dito che si fletteva verso di te. Mi alzo, con una risata, una camminata tranquilla, per poi scattare ed acchiapparti: ma non ci riuscii. Ti muovi troppo velocemente da sfuggirmi, correndo a perdifiato lungo il bagno asciuga. Questo perché sei sfuggente di natura: lo fai anche nella vita reale, facendoti desiderare. E io non posso resistere, come se tu fossi una calamita e io un esile pezzo di metallo freddo, malleabile solo nelle tue mani, domabile solo per te: perché solo tu sai prendere il mio cuore veramente.
Spesso mi lasci indietro, solo per darmi la forza di non arrendermi, per non lasciarti andare, per tenere il mio interesse così alto. Era tua l’idea, vero, di Internet War con Jonghyun? Per vedere le reazioni mie e di Jinki: ricordo ancora la tua faccia compiaciuta, quando ero geloso marcio, corroso quasi da quel sentimento. Nessun errore, eri così orgoglioso di te stesso. Delle volte il nomignolo di ‘charisma’ penso sia stato dato alla persona sbagliata. Ce l’hai tu quel fascino, sotto quei connotati così dolci e ingenui. Sei tu quello che vale la pena conquistare, giorno per giorno. E non mi stanco mai di farlo, perché giacere a letto con te, anche solo per dormire, è un premio che soddisfa il mio ego ogni santo giorno. E ringrazio Dio per questo.
Molti dicono che è un peccato toccare, amare qualcuno dello stesso sesso. Ma sarà veramente così? È peccato vedere quell’espressione appagata, sentirsi così pieni solo al pensiero di quel ragazzo così dolce con me? È così veramente peccaminoso questo tipo di amore?
Io credo di no, altrimenti ci sarebbe un vero castigo, anche in vita. O forse è l’amore il peccato più grande che un’entità così grande ha rifilato all’essere imperfetto che cerca la perfezione? Una sorta di punizione per qualche reato che poteva solo pensare di contenere.
Alla fine ti presi, ma mi tendesti comunque una trappola, vero piccolo? Mi hai fatto cadere a terra, sopra di te, rubandomi un altro bacio: un bacio così profondo, peccaminoso, umido, intimo. Come noi, che ci muoviamo lì tra salsedine e sabbia. Le mie mani vagano lente, sul tuo corpo e sul tuo viso, alzano i tuoi capelli, insinuando le dita lente e vogliose. Si intrecciano senza farti del male e tu acconsenti. Sei stupendo, sai? Con quell’aria arruffata, le labbra gonfie per il bacio, il viso completamente rosso e un bel sorriso che incornicia tutto.

« Ti amo, funghetto. » ti dissi.
« Ti amo, principe. » tu rispondesti.
« Sai che sei la mia principessa? » replicai.
« Manco se avessi i capelli così lunghi .. » con un piccolo finto broncio.
« Prima li avevi. Ma per me rimani una principessa comunque. » accennai un sorriso.
« .. Pf. Stupido Choi. » sbottasti, con una risatina.
« Così stupido da essere perdutamente innamorato di te. Mi hai reso stupido, mi sa. Che pozioni prepari? » ci scherzai su.
« Ah! Mi dai pure della strega? AHAHA. » un’altra risata e un piccolo schiaffo sul mio avambraccio.

E quella risata, mi fece di nuovo perdere. Ricambiai. Mi poggiai di più su di te, mentre mi abbracciavi.
Ancora il rumore delle onde a incorniciare quel momento, il cuore che batteva all’impazzata, come se volesse scoppiare: anzi, forse è già scoppiato, per l’amore che mi fai provare, per tutte quelle emozioni.
Ti amo, sai? Forse te lo dico poche volte, ma queste rare volte so che ti basta, compensando anche la mia freddezza: certe volte penso sia anche troppa. Ma so solo che questo gelo, almeno con te, viene meno, diventa completamente inesistente, come se si sciogliesse.
Aish, mi rendi veramente debole. Ma l’amore, cosa fa? Rende forti o deboli? Non l’ho ancora capito.
Però sono pieno: nel mio cuore ci sei solo tu, pronto a difenderlo da qualsiasi pugnalata. So che non mi faresti mai veramente del male, perché ci siamo raccolti a vicenda, ci proteggiamo a vicenda. Sento il filo rosso che ci collega: quasi lo posso vedere nel mio mignolo, seguirne il percorso e vedere che finisce col tuo, con un groviglio che circonda le nostre gambe, i nostri corpi e le braccia.
Non sono mai cresciuto, se penso ancora che esistano veramente queste leggende e non liberano mai la mia mente. Eppure la mia immagine è quella di un uomo veramente forte: ma quello è solo Minho. Non Choi Min Ho, la persona comune. Dietro siamo tutti diversi.
Ma che farei senza di te, me lo spieghi, piccolo?
Se non avessimo costruito tutto questo, magari starei solo fingendo di fronte a delle noone. Sì, non penso di essere gay al 100% , ma posso definirmi come … Taeminsessuale? È una parola un po’ buffa, vorrei dire, anche un po’ fuori luogo. Però questa è la mia testa. Ci faccio tutti i pensieri che voglio – quanto sono autoritario.
Sul bagnasciuga le onde ci toccano lentamente, ci bagnano i vestiti.
Stupido, vero? Ci stiamo bagnando, in pieno inverno, mentre l’acqua gelata ci sfiora. Però tu ridi, ti diverti e tutto questo mi basta, perché ai miei occhi tu sei perfetto in ogni piccola sfaccettatura, in ogni tua espressione e smorfia. E più ti guardo, più mi calo su di te a baciarti, lentamente, con passione. Assaggiare le tue labbra, sentire quel gusto, quel sapore buonissimo del tuo dolce preferito, che mangi sempre, oppure del Banana Milk – ammetto che qualche fantasia me la sono fatta, ma sono un pervertito in segreto, l’hai imparato a tue spese – è bellissimo, perché è tutto ciò che ti caratterizza.
Tu sei il mio pensiero continuo, il mio chiodo fisso, anche quando tu sei presente. Sai, sei un piccolo disastro, hai bisogno di protezione, di un qualcuno che possa vegliare su di te, nonostante sei un angelo e vegli tu su di me. È strano, vero? Quando certi ruoli si mischiano, come se fossero due tempere di colori diversi per darne uno che è una via di mezzo, un comune accordo. E noi magari non lo sappiamo nemmeno questo intramezzo, è come se fosse implicito.
D’istinto ti sollevai, per sedermi e portarti sul mio grembo, stringendoti ancora forte. Poggiai il mio mento sulla tua spalla ossuta, sfiorai con le mie labbra la tua guancia, sulla gota, mentre esse scivolavano lente lungo la mandibola, seguirne il profilo e arrivare all’orecchio, mordendone così il lobo, tutto con dolcezza e nessuna malizia. Solo per tranquillizzarti, anche se posato lo sei già. Questo solo perché amo la tua espressione così serena, che nessuno deve toccare. O anche vedere. Perché sono così geloso? Si era già capito tutto questo, lo sai?
Ma all’improvviso, scattasti in piedi, ti tolsi da me.
E mi guardasti, prendendomi una mano.

« È tardi. Si staranno chiedendo dove siamo. » il tuo sguardo incatenato al mio.
« Che ce ne importa degli altri, Tae Min ? » ti guardai di rimando, senza lasciare quei dolci occhi.
« Niente, ma … siamo a Busan, non a Seoul. Abbiamo l’aereo domani. Siamo stati fuori anche così tanto, abbiamo la macchina del manager e sicuro ci starà imprecando contro. » piccola risatina nervosa.
« Ahahaha.. Hai ragione, cucciolo. Stasera promettimi che ci faremo tante coccole. » Ammiccai appena.
« Tutto quello che vuoi, hyung. Ma .. andiamo, è tardi, ne? » sospirasti, per tendere le mani verso di me.

Scattai in piedi, ti presi la mano e come ogni volta che la stringevo, intrecciavo le dita alle tue, accettavo il mio destino, la mia vita con te.

" Ci sono tante cose belle e sacre, ma niente è più bello del proprio mondo. Di ciò che un uomo può stringere tra le proprie braccia. "

[ “ L’odissea “ film di Andrej M. Konchalovsky
  - 1997. ]
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SHINee / Vai alla pagina dell'autore: Ren_Pi_Ka