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Autore: lawlietismine    28/03/2014    5 recensioni
Questa piccola OS è ambientata durante la guerra contro Gea, ma non riguarda nessun evento della saga: ciò che è scritto qui, è frutto della mia fantasia. Quindi non preoccupatevi!
E' collegata ad un'altra os che ho pubblicato (i keep falling down): in quella faccio riferimento a questa cosa.
Ψ
Ehi Testa d’Alghe – lo aveva preso in giro – Non farti ammazzare, okay?
Percy si era distratto solo un attimo, era bastato quello.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stay with me

Ψ

 

“Resta con me” Percy era sconvolto.
Annabeth” la chiamò ancora, piano, ormai per l’ennesima volta mentre la ragazza giaceva fra le sue braccia.

Era immobile e il suo petto si alzava e riabbassava leggermente, a fatica.
Il fischio rauco nella sua gola lasciava intendere quanto le fosse difficile respirare.

“Oi… Annabeth” tentò ancora, scuotendola piano, mentre le posava incerto delle carezze sulle guance pallide e sporche di terra, sangue e fuliggine, con le mani che gli tremavano senza controllo proprio come tutto il suo corpo. Le spostò un po’ i lunghi capelli biondo opaco dal volto, con delicatezza e timore, come se avesse fra le mani la cosa più fragile e preziosa al mondo.
 
Lo era davvero.

Ma lei non rispondeva, continuava a fissarlo con occhi socchiusi mentre le iridi chiare un po’ spente divenivano lucide, consapevoli.  

Quelle verdi di lui erano velate dalle lacrime.

Ma non poteva succedere, non doveva succedere. Perché stava cedendo? Non sarebbe accaduto proprio niente, ne era certo: doveva essere così.

“CHASE!” Sbottò con frustrazione, sbattendo la mano libera sul terreno freddo, stringendo allo stesso tempo i denti per la fitta che gli aveva colpito lo stomaco.
Ma la figlia di Atena, con tutta la poca forza che le era rimasta, si limitò a muovere le labbra fini in un tremolio, tentando inutilmente di sorridergli rassicurante, per confortarlo.

Intorno a loro la guerra era ancora in atto, ma lui neanche la vedeva.
Come poteva?

“R-resta con me” la pregò posandole le mani sulle guance, per poi avvicinarsi un po’ con il volto al suo. “T-ti prego, Annabeth” il sangue scarlatto continuava a fluire dalla sua ferita sul petto, nemmeno l’ambrosia aveva avuto effetto e lui continuava a cercare di farlo smettere, inutilmente.

Il colpo era arrivato troppo in profondità: chi l’aveva ferita, aveva vinto.


Ma Percy non voleva crederci, non poteva.

Si erano coperti le spalle fino a un attimo prima, come sempre, da veri guerrieri, spalle contro spalle, armi alle mani, con tutta la grinta e determinazione del mondo.


 
Ehi Testa d’Alghe – lo aveva preso in giro – Non farti ammazzare, okay?

Si era distratto solo un attimo, era bastato quello.

“Annabeth” ripeté ancora. “Andrà tutto bene” mormorò in un soffio, continuando a strofinare le dita sulla sua pelle, togliendole lo sporco. “Andrà” bisbigliò scosso dagli spasmi “t-tutto bene”.
Lei tentò ancora di sorridergli, ma lui non sembrava disposto a vedere quella rassegnazione sul suo volto, perché poté sentire che ancora una volta la sua stretta si fece più salda, il suo respiro più pesante e il suo tremore più evidente.

“Annabeth” parve rimproverarla, sfiorandole il naso con il suo, così da incatenare i loro sguardi nonostante il suo vagasse ovunque su di lei, senza riuscire a stare fermo. “Tu devi resistere, okay?” l’avvertì, fremendo vistosamente.

Io ti amo, tu lo sai, vero?” Parlò ancora, mentre le sue lacrime prendevano a scendere, bagnandola e scalfendola senza che potesse farci niente. “Vero?” Chiese ancora, quasi come supplica.
Ad Annabeth scivolò la prima lacrima, si andò a scontrare con la pelle di Percy: si sentì bruciare come se fosse fatta di fuoco.


Ma annuì.
A fatica, ma annuì sorridendogli, come ultimo sforzo.

“An-” non riuscì a finire perché un singhiozzo gli bloccò le parole in gola. “Annabeth, no” sbottò stringendole ancora di più il volto fra le mani, per poi lasciarle un bacio tremante sulle labbra.
“Annabeth” ripeté fissandola con occhi sgranati mentre il suo dolore le ricadeva addosso, umido e salato. “Resta con me” la pregò ancora, vedendole chiudere gli occhi, appesantiti.

Ma lei era forte, cercava di non farlo solo per lui.

“T-ti” sussurrò la figlia d’Atena con la gola che le chiedeva pietà e neanche poté terminare: amo anche io, mimò con le ultime energie, per poi cedere a una forza fin troppo più potente di lei.

Percy sentì il fiato mozzarsi, il cuore stretto in una morsa come avvolto da spine.
“A-Anna-” tentò di parlare, ma le lacrime quasi lo soffocarono. “A-ANNABETH” la realizzazione lo travolse, il dolore lo oppresse come se non avesse aspettato altro da tempo: non poteva essere, continuava a ripeterselo mentre fissava sconvolto il corpo di Annabeth, senza riuscire a toccarla per paura che potesse sgretolarsi fra le sue mani.
Che potesse mutare in polvere dorata, oppure in cenere brillante.

Chiuse gli occhi, singhiozzando.

Ma quando li riaprì, fra le sue braccia non c’era più la sua ragazza: Hazel Levesque giaceva lì davanti a lui, ricoperta di sangue proprio come lo era stata Annabeth un attimo prima.

Boccheggiò senza capire e il tempo parve fermarsi insieme al suo battito cardiaco.





“NO!” Percy si svegliò di soprassalto, urlando con terrore.
Era sudato, le lacrime gli rigavano il volto e il respiro non reggeva più: di nuovo, era successo di nuovo.
Quell’incubo lo tormentava da tempo ormai, le sue notti non erano più le stesse da quando Hazel era morta, la sua mente non poteva fare a meno di fargli riprovare la scena, scambiando Nico di Angelo con lui e la figlia di Plutone con Annabeth.

Era un avvertimento, forse? Un avviso?
Percy era sicuro che se fosse successo realmente, non avrebbe potuto farcela.
Era straziante provarlo in sogno, non poteva pensare come sarebbe stato se…

Scosse la testa, passandosi una mano sul volto nel tentativo di calmarsi.

La guerra non era ancora finita, Gea si avvicinava camminando su un tappeto di morti eppure lui era l’unico che pareva volere realmente.

Avrebbe dovuto fare qualcosa, prima che quell'incubo diventasse realtà.







HERE I AM (di nuovo, sì)
Okay, mi dispiace, non posso farne a meno.
Probabilmente mi ucciderete, avevo promesso però che non avrei più fatto nulla a Percy (e a Nico....), non ho mai detto niente su Annabeth!
La mia amata Percabeth
L'ho appena scritta, avevo un blocco per le mie long e allora mi sono messa a pensare a questa cosa (ascoltando kiss me slowly, che ho trovato con un video di questa bella coppia).
COOOMUNQUE! Spero vi sia piaciuta! E' un momento di cui ho parlato in un'altra OS (quella su Percy).
Sono collegate, quindi se vi va di leggerla, è questa: i keep falling down (che poi mi ero fatta perdonare con: percabeth world).
Vabbè! Fatemi sapere cosa ne pensate!

Lawlietismine.
  
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