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Autore: Ale Villain    28/03/2014    1 recensioni
STORIA IN FASE DI REVISIONE (Aprile 2020)
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Michelle non era così, per niente. Michelle, pur di vedere il ragazzo felice, avrebbe ribaltato il mondo; Ambra, invece, avrebbe ribaltato il mondo per ottenere ciò che voleva, proprio come lui. A Jimmy sarebbe decisamente piaciuta.
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Sentiva dannatamente la mancanza di Zacky in casa: non sorridergli, non uscire con lui, non scherzare, anche non litigarci. Erano tutte cose che erano svanite nel giro di un’ora e mezza, da casa sua all’aeroporto. Lei, comunque, continuava a sperare e a credere in quel meraviglioso chitarrista, che l’aveva attratta subito, e si domandò, con tutta sé stessa, se davvero il ragazzo non le avesse mentito.
Ambra, che di nascosto l’aveva seguita, osservò la scena dallo stipite della porta senza farsi vedere e sorrise amaramente, nel vedere la sua bionda preferita stare così in pena per un ragazzo; anche se lei, di sicuro, non era messa molto meglio.

AGGIORNAMENTI INTERROTTI FINO A DATA DA DESTINARSI
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SCUSATE L’IMMENSO RITARDO CHE, PURTROPPO, SI RIPROPORRA’ PER LA MIA, ORMAI, POCA FANTASIA. QUESTO CAPITOLO E’ IN CANTIERE DA UN PO’, MA VOLEVO ASPETTARE A PUBBLICARLO PER AVERE, QUANTO MENO, UN SEGUITO. NON VOLENDO FARVI ASPETTARE TROPPO, HO DECISO DI PUBBLICARLO COMUNQUE. CHIEDO ANCORA SCUSA PER QUESTO ENORME RITARDO E PER I PROSSIMI CHE CI SARANNO. INTANTO, HO IN CANTIERE UN’ALTRA STORIA (ANCHE SE NON E’ SUI SEVENFOLD) QUASI DEL TUTTO PRONTA E CHE PUBBLICHERO’ MOLTO PRESTO (FORSE ADDIRITTURA OGGI, MASSIMO DOMANI). SPERO DI RIFARMI CON QUELLA, NELL’ATTESA DI UN BARLUME DI SPERANZA E DI FANTASIA PER QUESTA QUI.
CI VEDIAMO GIU’.
 
 
[Avendo scritto tardi, gli orari rispetto al capitolo precedente potrebbero essere sballati. Perdonatemi]
 
 
Milano H 18.05
 
- Va meglio? – domandò Ambra, cercando di sorridere alla sua coinquilina, mentre si sedeva sul letto matrimoniale della loro camera. Giorgia annuì debolmente e afferrò la tazza fumante che la rossa le aveva dato.
- Hai telefonato qualcuno, prima? – chiese Giorgia, con le labbra poggiate sul bordo della tazza.
- Sì – rispose l’altra – Ti aveva chiamato Zacky sul telefono –
- Ah – disse semplicemente l’altra.
- Ho risposto io perché non volevo disturbarti – le spiegò, continuando ad abbozzare sorrisi per tranquillizzarla – Comunque, quando hai voglia, richiamalo. È davvero preoccupato –
Giorgia sorrise divertita: - Lo farò –
- Ti lascio riposare, allora – e le sorrise nuovamente, prima di darle le spalle e uscire dalla stanza. Quando si fu richiusa la porta alle spalle, si appoggiò, con la schiena, ad essa e si passò una mano tra i capelli rossi, in quel momento disordinati e più mossi del solito. Non se lo era aspettato quel colpo basso, da Andrea; lo aveva sempre visto come un ragazzo tranquillo, dolce e, soprattutto, buono come il pane, che non sarebbe stato capace di schiacciare nemmeno una cimice. Il fatto che bevesse molto, però, lo aveva solamente trovato un dettaglio di poco conto e non aveva mai pensato che l’alcool avrebbe potuto dargli alla testa in quel modo; anche perché lui era molto più abituato a bere delle due ragazze. E per quanto lo avessero già visto, entrambe, bello brillo, mai era capitato loro di vederlo tornare a casa ubriaco fradicio e… violento. Il lato violento di Andrea non era mai saltato fuori, in questi mesi di fidanzamento, e tutte e due, Giorgia in modo particolare, speravano che non sarebbe mai saltato.
- Speravamo male – sospirò Ambra, staccandosi dal legno della porta e dirigendosi verso la cucina, per prepararsi anche lei una tazza fumante di camomilla. Si avvicinò all’armadietto posto sopra i fornelli e tirò fuori una tazza completamente bianca, poi prese la bustina di camomilla e mise, su uno dei fornelli, il pentolino con l’acqua.
- No – iniziò – No, ti prego – continuò Ambra, mentre continuava a schiacciare disperatamente il pulsante nella speranza di vedere spuntare la fiammella blu da sotto il pentolino.
- Perché becco sempre te? – chiese al fornello, che non ne voleva sapere di funzionare. Mentre spostava il pentolino su un altro fornello, stavolta funzionante, le venne improvvisamente da ridere: anche il giorno che aveva chiesto agli americani di raggiungerla da lei e Giorgia, aveva beccato l’unico fornello che non andava, mentre si stava preparando una tazza di tè.
Ambra si rese conto solo in quel momento che ogni cosa che faceva o diceva la riconduceva agli americani. Così non andava per niente bene.
Huntington Beach H 10.05
Zacky sbuffò per l’ennesima volta, seguito a ruota dall’altro chitarrista, che stava camminando di fianco a lui, alla sua destra. Erano in marcia da poco più di dieci minuti, ma già non ne poteva più: non aveva voglia di camminare, di uscire di casa, di andare all’ospedale a trovare Salmo.
- Noi, con quello che è successo, dovremmo andare a trovare Salmo1? – chiese Zacky, rimanendo poi a labbra socchiuse, in attesa di una risposta da Matt o da Johnny. Zack, infatti, aveva raccontato al cantante e al bassista la storia di Giorgia e di Andrea e da loro due si sarebbe aspettato un po’ più di tatto.
- Stanno bene tutte e due, non vedo perché dovremmo preoccuparci così – gli rispose Matthew, voltando leggermente la testa per guardare l’amico, che camminava dietro di lui e Johnny – E comunque è da un sacco di tempo che non lo vediamo –
- E’ in ospedale da un mese, ma non ha avuto niente di grave – gli diede man forte Synyster, stringendosi nella sua giacca di pelle nera. Dopo il caldo torrido che c’era stato qualche giorno prima, le temperature erano tornate normali e, anzi, si sentiva che il freddo autunnale2 si stava intensificando sempre di più. 
- Ha avuto la febbre per le prime settimane dopo l’operazione e a quanto pare non ha voce – continuò Matt.
- Ripeto: non ha niente di grave –
- Ripeto: non mi sembra il caso di preoccuparsi così tanto per loro due, sono vive e vegete entrambe -
- Ci mancava solo quello – commentò Zacky freddamente, mettendosi le mani in tasca e camminando a testa bassa.
Un’improvvisa folata di vento fece rabbrividire tutti, proprio poco prima di mettere piede nell’ospedale della piccola cittadina della California. Rispetto agli altri ospedali, da fuori sembrava molto più accogliente; questo era dato, oltre che dai colori accesi della struttura, anche dalle palme che lo circondavano e dall’odore di mare che arrivava da poco più in là.
Matthew si avvicinò all’ufficio per le visite dei parenti e si fece dare piano e numero di stanza.
- Se non ha voce come fa a risponderci? – chiese Johnny curioso, mentre salivano al secondo piano con l’ascensore.
- Era per dire, Christ – rispose Matt – Non gli è andata completamente via –
Arrivarono al secondo piano e si precipitarono tutti e quattro nella terza porta sulla sinistra. Matt, essendo stato l’ultimo a raggiungere la porta bianco ottico, fu attirato da una donna che stava passando in quel momento sulla barella, scortata da due medici che spingevano la sdraio.
- E’ tutto un incubo, è tutto un cazzo di incubo – continuava a ripetere la donna, che non doveva avere più di quarant’anni, fissando il vuoto con la testa voltata verso destra.
- It’s your fucking nightmare… - ripeté, sotto voce, il vocalist, seguendo la donna con gli occhi fino a quando non vide la barella svoltare a sinistra e scomparire.
- Matt? – si sentì chiamare da Synyster – Entri? –
- Sì, arrivo – e si chiuse la porta alle spalle una volta entrato nella stanza. La sala, completamente spoglia da qualsiasi surplus, puzzava di amuchina e disinfettante, che impregnava la stanza di un odore talmente acre e forte che fece storcere il naso ai presenti.
- Se cercate il paziente è lì – indicò con il dito un’infermiera, rivolta al gruppetto. Questo, seguì la traiettoria indicata da lei e, ad attenderli sul lettino, vi erano un ragazzo dell’età di Johnny, con folti capelli ricci e castani e due occhi piccoli, anch’essi castano chiaro. Era dimagrito, in quel periodo e rispetto a prima.
- Samuel, Salmo, come vuoi che ti chiami? – rise Matt, mentre abbracciava l’amico costretto in ospedale.
- Uno vale l’altro – rispose l’altro, sorridendo – E’ bello vedervi –
- Anche a noi fa piacere – disse Johnny, stringendolo anche lui.
- Syn, Zacky – disse poi il ricciolo, notando i chitarristi in quell’istante – Come state? –
- Potrebbe andare meglio – rispose Zack, mentre l’altro faceva spallucce.
- Hanno problemi con le italiane – disse Matt, sedendosi sul lettino, che trovò immediatamente scomodo – Come fai a dormire qui? E’ durissimo –
- Abitudine, è da un mese che sono chiuso qua dentro – rispose Samuel – Immagino che le italiane siano Ambra e Giorgia –
Matt annuì.
- Sarei voluto partire con voi, davvero, mi mancano tutte e due – sospirò il ricciolo, osservando uno per uno i suoi amici.
- Ti ha sostituito lui – fece Johnny, indicando Synyster.
- Ambra è insopportabile, vero? – rise Samuel, guardando il chitarrista.
- Abbastanza – rispose Brian, senza aggiungere altro.
- Stravedi per Ambra, come fai a trovarla insopportabile? – rise Johnny, dandogli un leggero colpetto sulla spalla, dopo essersi seduto di fianco a lui, dalla parte opposta in cui c’era Matthew.
- Ehy, non l’ho mai detto – farfugliò Salmo, cercando di nascondere l’imbarazzo. Brian corrugò leggermente la fronte e continuò a fissare il malato.
- E a lei piaci tantissimo – completò Matt – Mi chiedo perché siete ancora single entrambi –
Synyster tossì rumorosamente e distolse, infine, lo sguardo dal lettino in cui sostava Samuel.
- Tutto bene, Syn? –
- Si sì – rispose a Zacky l’altro chitarrista – Ho solo tossito – disse, freddamente.
- Ti sei svegliato col piedi sbagliato, stamattina? – disse Matt, stavolta rimproverandolo apertamente. Era tutta la mattina, da quando erano usciti, che a Synyster non stava andando bene niente o comunque continuava a rispondere senza dire troppo e, inoltre, in modo poco gentile.
- Non è giornata, può capitare a chiunque – si giustificò.
- Synyster – iniziò Samuel, studiandolo – Non è che c’entriamo io e Ambra? – il chitarrista si irrigidì per qualche secondo, ma poi si rimise addosso la sua solita maschera da menefreghista.
- No, perché dovreste? –
- Ah, non lo so, forse perché è per lei che non volevi venire all’ospedale? – ironizzò Matthew, agitando le mani. Samuel passò lo sguardo da lui al chitarrista, mentre Johnny e Zacky osservavano la scena ammutoliti.
- Chiuditi quella cazzo di bocca – rispose Brian a denti stretti.
- No, ora basta – lo ignorò il cantante, alzandosi dal lettino – Posso capire che sei preoccupato per lei, ma adesso basta, lei sta bene. Ci sarebbe da preoccuparsi più per Giorgia, a ‘sto punto –
- Che è successo a Ambra? E a Giorgia? Perché non ne so niente? – domandò a raffica Salmo, continuando a guardare i due alternatamente, come se stesse seguendo una partita di tennis.
- Non ti interessa – lo liquidò Synyster, per poi riconcentrarsi sul cantante degli Avenged Sevenfold, che stava per perdere la pazienza.
- Sai, Synyster, credo che lui faccia bene a chiedertelo – disse Matt, indicando con il palmo aperto il ragazzo sdraiato sul lettino di fianco a lui, alla sua sinistra – Ambra la conosce da più tempo di te, prova qualcosa di più forte, per lei, di te e per questo ha tutto il diritto di essere informato –
- Se davvero gli sarebbe interessato qualcosa le avrebbe potuto scrivere o telefonare – intervenne Zacky – Ambra l’ha saputo da te che lui era in ospedale –
- Zacky, evitiamo… -
- No, Matt, non evito. In questa faccenda c’è anche Giorgia, mi sento tirato in causa pienamente –
- Giorgia è fidanzata e Ambra va dietro a lui… - disse Matt a denti stretti.
- E allora? – esplose Synyster, agitando le braccia – Devo per forza amarla alla follia per potermi preoccupare? – gridò, contro Matt. Poco dopo, una mano gli si posò sulle spalle e udì la voce di Zacky che gli intimava di smetterla, cercando di calmarlo.
- Tu non sai come sono stato male, qua dentro, fermo su ‘sto letto di merda per settimane intere. Non sai quanto avrei dato per poter venire in Italia, ma al posto mio ci sei andato tu – ringhiò Samuel. Mentre quest’ultimo pronunciava le ultime parole, Synyster si sentì improvvisamente soddisfatto, ma quella sensazione durò per poco.
- Tu non avevi motivi per… - ma venne interrotto dal chitarrista solista.
- E tu, caro mio, non hai visto la faccia di Ambra quando Matthew gli ha detto che tu eri rimasto qui, in America. Sembrava che il mondo intero le fosse crollato addosso; e tu niente, non gli hai scritto niente. Ma non preoccuparti, tanto Ambra stravede per te alla follia, quindi, appena uscirai di qui, Zacky andrà in Italia per trovare Giorgia e tu andrai con lui – fece una piccola pausa, durante la quale Zacky si guardò intorno spaesato e sussurrò frasi del tipo Io non ho ancora deciso quando ritornerò in Italia. Synyster si voltò verso Matt – Io non metterò più piede in Italia, così tu (e indicò Matt) non ti dovrai più arrabbiare con me e tu, Samuel, non dovrai preoccuparti, non ci sarà nessuno ad intralciarti nel fidanzamento con lei –
Il chitarrista solista trasse un lungo respiro e guardò in cagnesco i due.
- Synyster, glielo avevi promesso… - tentò Zacky, guardando preoccupato l’amico.
- Neanche le promesse sai mantenere – commentò aspramente Matt, ormai deciso a portare avanti quella lite.
- Se vado in Italia sono sicuramente meno gradito di Samuel, tanto vale che ci vada lui. E adesso, Shadows, vedi non rompermi più le palle, facendo credere di sapere sempre il giusto – e detto questo, girò i tacchi e uscì dalla sala, sbattendo la porta in modo talmente violento che i ragazzi sobbalzarono, uno per uno, e l’infermiera addetta a quel reparto accorse nella stanza per vedere cosa fosse successo.
- Scusalo, Salmo, è frustrato – si scusò Matt, sospirando e passandosi una mano sul viso.
- Non preoccuparti – gli sorrise Samuel, continuando, però, a mantenere un’espressione pensierosa in volto. Nella stanza calò il silenzio.
H 10.20
- Fanculo, Matthew – disse Synyster, dando un calcio ad un sasso particolarmente grosso finito sul marciapiede.
- Fanculo, Samuel – disse nuovamente, tirando un secondo calcio alla pietra. Si prese un secondo di riflessione.
- Fanculo, Ambra – disse infine, tirando il sasso per la terza volta e facendolo finire per strada.
Poi si fermò nel bel mezzo del marciapiede, ignorando gli sguardi curiosi che la gente che passava di lì gli stava riservando. Il vento mattutino gli stava scompigliando i capelli, dando, all’atmosfera creatasi, una strana aria.
- Non so mantenere le promesse – sussurrò a se stesso, accarezzandosi, poco delicatamente, la guancia destra con una mano – Non so mantenere le promesse –
 
 
- Guai a te se piangi, okay? – le disse Synyster, per poi portarsela al petto e stringerla convulsamente. Ambra, inizialmente non si mosse, poi liberò le braccia dalla sua presa e gli strinse la schiena possessivamente.
- Non sto piangendo – disse con voce un tantino incrinata.
- Ehy piccola, guarda che torno, lo prometto – la rassicurò lui. Poi si voltò verso l’aereo, dal quale vide uscire il pilota per accertarsi che non mancasse nessuno – Mi sa che devo andare –
- Syn… -
- Ssh – disse sottovoce, con le labbra posate sui suoi capelli rossi, lasciandole un tenero bacio sul capo – Ci sentiremo – continuò dolcemente - Io ci sarò sempre -
[…]
- Ciao piccola, alla prossima volta – fece, donandole un ultimo sguardo, prima di salire definitivamente sui gradini dell’aereo.
- Ciao Syn –
 
 
- Quanto cazzo sono… -
- Stupido? Insensibile? Geloso? – intervenne, divertita, una voce alle sue spalle. Synyster si voltò verso la voce e vide Zacky scendere le scale che portavano all’interno dell’ospedale e raggiungerlo.
- Geloso? – ripeté Syn, corrugando la fronte.
- Come mai ti ricordi solo quella parola? – domandò Zack, ammiccando.
- Perché forse è l’unico aggettivo che in questo momento non mi descrive? – domandò retorico.
- Ma smettila – rise Zacky. Poi ritornò serio e disse: - Comunque avete esagerato entrambi. Lui non può essere così presuntuoso, dopo non aver mosso un dito per contattare Ambra; tu, però, non dovevi attaccarlo così –
- E’ stato Matt a provocarmi – disse, tirando fuori il pacchetto di Marlboro argento dalla tasca del giubbotto.
- Argento? – domandò stranito Zacky, osservando il pacchetto di sigarette.
- Rosse le avevano finite – spiegò lui, accendendosene una.
Zacky si prese un attimo di pausa, per osservare l’amico mentre fumava pensieroso.
- Davvero non vuoi tornare in Italia mai più? – domandò il secondo chitarrista, calcando le ultime due parole.
- Sinceramente? – domandò Syn, voltandosi verso di lui.
- No, mentimi, per favore –  Brian roteò gli occhi al cielo – Sì, sinceramente – rispose, poi, Zacky.
- No. La voglio rivedere, mi manca da morire – ammise. Zacky annuì, non trovando niente di strano nelle parole del ragazzo.
- Senti… - iniziò Synyster – Davvero le piace Salmo? Non me ne ha mai parlato –
Zacky annuì: - Sì e se ci pensi l’invito per andare da lei era esteso a Matt, me e Samuel –
- Hai ragione –
- Ma dopo che tu te ne sei andato non credo sia ancora così – disse Zachary sorridendo.
- Mh? – fece Synyster, espirando il fumo.
- Stupido, insensibile e corto di mente, anche! – esclamò Zacky, alzando braccia e occhi al cielo.
Synyster lo guardò storto.
- Comunque mi sa che Matthew ha trovato un videoclip per Nightmare, ce l’ha detto quando te ne sei andato – spiegò, incrociando le braccia.
- Sarebbe? -
 
Milano H 20.20
 
- Faccio io, non preoccuparti – disse Ambra, togliendo il piatto dalle mani della sua coinquilina e decidendo di sparecchiare da sola.
- Non sono malata, ce la faccio! – si lamentò Giorgia, stanca di essere costretta a non fare niente, cosa durata per tutta la giornata.
- Allora fai tu per favore, sono esausta – disse Ambra, passandosi una mano sulla fronte mentre posava il piatto nel lavandino.
- Approfittatrice – rise Giorgia, facendo quanto richiesto dalla sua coinquilina. Ambra rise.
- Scusami, ma sono davvero stanca –
- Vai pure, finisco io –
- Grazie, Gio – e uscì dalla cucina, dirigendosi in camera sua.
Si sedette di malagrazia sul letto e afferrò il libro di Giovanni Verga che aveva poggiato sul comodino. Un buon libro era quello che ci voleva, dopo tutto quel trambusto successo meno di ventiquattrore prima.
Riuscì a leggere qualche pagina, fino a che non fu interrotta dalla vibrazione del cellulare che aveva chiuso in un cassetto del comò durante il pomeriggio. Appoggiò di malavoglia il libro sul materasso, ricordandosi però di mettere il segnalibro, e aprì il cassetto per afferrare l’apparecchio telefonico. Lo sbloccò e lesse il messaggio:
 
From Synyster To Ambra H 20.21
Non mi hai mai detto di Samuel…
 
- E chi diavolo è Samuel? – si domandò, rileggendo quelle poche parole più volte. Rimuginò, per qualche minuto, su quel messaggio, non trovando alcun collegamento con nessun Samuel che lei conosceva.
- Samuel… Sam… Salmo! – esclamò all’improvviso, scattando seduta – Oh mio Dio, mi ero dimenticata di Salmo! - disse, allarmata, posandosi una mano davanti alla bocca, come era solita fare quando era preoccupata per qualcosa.
 
From Ambra To Synyster H 20.25
Perché avrei dovuto parlartene? E comunque come sta?
 
Si era anche dimenticata che lui non era potuto venire in Italia per colpa della tonsillite che lo aveva colpito all’improvviso, a quanto aveva detto Matthew. Ma perché Synyster se ne saltava fuori così, all’improvviso?
 
From Synyster  To Ambra H 20.27
Sì, avresti quanto meno potuto… sai com’è, io sono venuto al posto suo, praticamente per rimpiazzarlo. Sta benissimo, comunque.
From Ambra To Synyster H 20.30
E’ già uscito dall’ospedale? E comunque cosa ti interessa sapere di lui, dato che già lo conosci?
From Synyster To Ambra H 20.31
Ah, non lo so, magari l’ “amore” che provate l’uno per l’altra?
 
Ambra rimase di sasso ad osservare il display e il messaggio. Ma se si era completamente dimenticata di Salmo, era ancora sicura di provare qualcosa?
 
From Ambra To Synyster H 20.34
Non era necessario dirtelo. A te cosa sarebbe importato?
From Synyster To Ambra H 20.36
Al posto di prometterti di ritornare ti avrei promesso di spedirti Salmo in Italia.
From Ambra To Synyster H 20.40
Era una cotta passeggera. Forte, ma passeggera.
 
Quel messaggio sembrava rivolto più a se stessa che a Synyster. Poco dopo osservò il display illuminarsi nuovamente, segno, stavolta, che qualcuno la stava chiamando.
- Pronto? – domandò, in tono svogliato e preoccupato allo stesso tempo.
- Io e te abbiamo un bel discorsetto da fare, lo sai? – chiese Syn, retoricamente.
La rossa sospirò sonoramente.
 
 




Alooooora. Sì, è vero, Salmo lo abbiamo già trovato all’inizio della storia, ma meglio se vi spieghi.
 
Salmo1: Nome amichevole di Samuel, un amico dei Sevenfold e che, nella mia storia, svolge il ruolo di ‘aiutante’ della band durante i concerti. Ha conosciuto Ambra e Giorgia insieme ai Sevenfold, l’anno prima.
 
Autunnale2: dato che siamo in America, ho pensato che le stagioni scorressero all’incontrario. Quindi, se in Italia siamo in primavera (ad aprile) lì in America siamo in autunno. Così ho immaginato c:
 
Inoltre, se tutti pensavate che nella mia storia il video di Nightmare era già stato creato… bè, sbagliavate xD
La canzone sì, il video no!
Ho finito con gli avvisi, un bacio alla prossima! (sperando che la prossima arrivi presto, in tal caso buon pesce d'aprile e buona Pasqua lol)
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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