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Autore: Phantom13    29/03/2014    7 recensioni
[Partecipante al Contest Carneval Night – E’ tempo di scherzi! Indetto da GreenBlood]
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Una lampadina, un cacciavite, un buco nei pantaloni e un "eroe" improvvisato possono portare a disastri inimmaginabili ...
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amy Rose, Knuckles the Echidna, Miles Tails Prower, Sonic the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Phantom13
Titolo: Scherzi del destino - O lampadina!
Personaggi e Pairing: Miles Tails Prower, Knuckles The Echidna, Sonic The Hedgehog, Amy Rose; Pairing: nessuno.
Genere: Comico, Slice of Life
Rating: Verde
Avvetimenti: nessuno. 
Introduzione: Una lampadina, un cacciavite, un buco nei pantaloni e un "eroe" improvvisato possono portare a disastri inimmaginabili ...

Nota dell'autrice:
Innanzitutto, vorrei ringraziare GreenBlood per avermi invitata in questo contest ^.^ è il primo in assoluto a cui partecipo da quando mi sono iscritta su EFP. Forse è anche per questo che sono un po' agitata. 
O forse lo sono perchè questa è la prima storia comica che scrivo ... spero di essere all'altezza! Come sempre, ce l'ho messa tutta!
Ma, prima di lasciarvi alla lettura, vorrei dire una cosa:
QUESTA STORIA È BASATA SU UN EVENTO ACCADUTO REALMENTE! 
Gia ^_^' ovviamente ho ritoccato un poco alcuni dettagli qui e là ma ... la disavventura che leggerete tra poco è stata realtà per una certa persona della quale, per ovvie questioni, non farò  il nome (e se mai un giorno questa persona o qualcuno legato a lei leggerà questa storia, non l'abbia a male). 
Ora vi lascio alla lettura. Spero di riuscire a strapparvi un qualche sorriso :) 


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Scherzi del destino – O lampadina!
 


Tails alzò lo sguardo sulla lampada che sovrastava l’uscio di casa Prower.
Era una normale lampadina, avvolta da un banale guscio di vetro spesso e opaco, dal design semplice e disadorno. Una di quelle che si accendono automaticamente quando la gente ci si avvicina. Non era nulla di elaborato, giusto una luce per impedire alla gente di sbattere contro la porta di Tails, rimettendoci il naso.
Ma, a sentir il parere di Sonic, quella lampadina era bruciata.
Dunque, era compito e dovere di Tails sostituirla al più presto. Non che il volpino avesse particolare voglia di cimentarsi nell’impresa. Aveva progetti ben più nobili nella mente, lui. Già da qualche giorno gli frullavano nel cervello diverse idee per migliorare e potenziare il suo Tornado X. Nuovi motori, nuova linea, nuova tipologia d’arma da fuoco, nuovo radar, un innovativo sistema di decollo …
Ma Sonic voleva la lampadina nuova.
E il volpino aveva già rimandato troppe volte quell’ingrato quanto svilente compito.
Dunque, quel fatidico giorno, Tails si trovò esattamente al di sotto dell’oggetto incriminato munito di scaletta metallica, cacciavite e brache da elettricista, con tasche ovunque stracolme dei più disparati attrezzi, dalle chiavi inglesi ai cacciaviti. Insomma, il volpino si era presentato all’appuntamento in completa tenuta da battaglia, anche se il suo nemico era una misera lampadina.
La fastidiosa sensazione di star sprecando il suo tempo era presente più che mai, sempre più incalzante. Ma, si disse, consolandosi, finito lì sarebbe andato dal suo gioiellino di aviazione, dalla sua creatura, e allora sì che si sarebbe divertito davvero. Gongolandosi al sol pensiero e intenzionato a sbrigare l’incomoda faccenda al più presto, posizionò la scaletta e vi salì.
Svitò con cura il guscio vitreo che racchiudeva il lume bruciato, lo asportò e, ridiscendendo quei cinque gradini, lo posizionò con cura a terra. Poi si inerpicò su di nuovo e mise le mani sul corpo della lampadina. La svitò di due giri quando accadde.
Uno stretto, minuscolo strappo all’interno dei suoi calzoni da lavoro offrì ad uno dei suoi cacciavite la via di fuga perfetta. Lo strumento scivolò nell’apertura, tuffandosi nella gamba del pantalone del volpino.
Il brivido sulla pelle causato del metallo freddo percorse per intero l’arto inferiore di Tails che, irrigidita tutta la schiena, cominciò a scalciare, con il semplice intento di far uscire da sotto il cacciavite birichino.
Volle il destino che proprio in quell’istante passasse per strada Knuckles. L’echidna rosso voltò casualmente la testa verso sinistra, vedendo così il volpino scalciante.
Il rosso sgranò gli occhi di colpo, trattenendo il fiato. Partì a corsa verso il muretto che cingeva il giardino di casa Prower, lo scavalcò con un unico balzo urlando a squarciagola –Ti salvo io!-
Tails non fece nemmeno a tempo a voltare la testa per vedere chi fosse che Knuckles lo raggiunse in un baleno, mollando un tremendo calcio alla scaletta metallica, placcando la volpe che si schiantò a terra di faccia.

*
 
Amy correva, correva disperatamente. In direzione dell’ospedale.
Tails era stato ricoverato. Un indicente di lavoro, le aveva detto rapidamente Sonic al cellulare, meno di due minuti prima. La riccia rosa trattenne a stento un singulto, con la gola serrata d’angoscia.
Lui, il piccolo Tails, ferito. Ricoverato. Le venne da piangere.
Incidente … una qualche esplosione non prevista? Una delle sue macchine gli era cascata addosso? Si era tagliato con uno dei suoi attrezzi?
 La vista le si annacquo. –Oh, Tails…- sussurrò, la voce incrinata.
Amy svoltò l’angolo, travolgendo per poco due passanti. L’ospedale era lì, oltre la strada. Senza minimamente badare alle auto che sfrecciavano sulla strada, si fiondò verso l’ospedale.
Sfondò la porta e, afferrata per il collo un’infermiera innocente, strillò –Dov’è il mio amico? Rispondi? Dov’è Miles Prower Tails? DOVE?-
L’infermiera, mezza asfissiata, riuscì a sibilare –Camera trentasette, secondo piano …-
La riccia rilasciò l’ostaggio e si fiondò su per le scale. La porta numerata con il trentasette le oppose una misera resistenza. La furia rosa entrò con la potenza di un ciclone.
Tutta la sua ansia, tutta la sua paura, venne annichilita all’istante. La scena che le si presentava davanti era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata di vedere.
Tails, sdraiato sul lettino con la gamba destra ingessata, aveva gli occhi sgranati, al massimo grado dell’incredulità. Uno spettro si sorriso congelato sulle labbra.
Sonic rideva a crepapelle, tenendosi la pancia, quasi piegato a metà su se stesso, con le lacrime agli occhi.
Knuckles aveva in viso una tale espressione da temporale che Amy fece istintivamente un passo indietro.
-Ma che…?- riuscì a sussurrare.
Tails ruotò la testa verso di lei, le sorrise stancamente. –Oh, ciao, Amy- disse piano, la voce spenta, la mente ancora incapace di realizzare appieno la situazione.
-Che succede?- chiese la rosa, guardandosi smarrita attorno. –Tu stai bene?-
-Sì, sì… sto bene.- cominciò Tails.
Sonic lo interruppe, biascicando mezze parole tra una risata e l’altra. –Ma davvero … eri convinto … di salvargli la vita?- fece una pausa per riprendere fiato, ormai viola più che blu. –Gli hai rotto un ginocchio!-
Knuckles incrociò le braccia, voltandosi dall’altra parte, imbronciato più che mai. –Era in piedi su una scala con le mani su una lampadina. E stava sbattendo …- ringhiò piano. –Sì! Credevo davvero che avesse preso la scossa!-
 
  
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