Libri > Percy Jackson
Ricorda la storia  |      
Autore: Fantasiiana    29/03/2014    3 recensioni
Cosa succederebbe se unissimo il nuovo gioco del momento, una madre ossessiva, un marito altrettanto ossessivo e una dea ignorata e posta in secondo piano nella scala d'importanza?
Assolutamente nulla, se non fosse che avevo bisogno di scrivere qualcosa di non-sense e l'unica ispirazione disponibile erano le centinaia di richieste di giochi su FB.
Perciò, eccovi una OS su una Persefone esasperata con una madre e un marito che invece di rivolgerle attenzioni, preferiscono giocare con i loro tablet. Come andrà a finire? (ergo: "chi verrà gettato nel Tartaro?")
Siccome questa intro fa schifo, eccovi un frammento dall'OS.
-Mia madre è impazzita! Prima, quando lo dicevi tu, non ci credevo, ma adesso lo so per certo!
-Mmh-mmh...
-Voglio dire, cosa le costava staccarsi due secondi, "due", da quel dannato gioco?!
-Mmh-mmh...
-Che poi ha anche un nome stupido! Voglio dire, "Farm Heroes Saga"- scandì. -Gli eroi in questione sono solo inutili frutti sorridenti! E dove sono la "Farm" e la "Saga?!"
-Mmh-mmh...
-Potrebbero almeno esserci le faccie di Perseus Jackson e degli altri mezzosangue, no? Sarebbe molto più logico!
Potrebbe chiamarsi...Che so io! "Camp Halfblood Saga!"
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ade, Demetra, Persefone
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Giochi Olimpici






Il tiepido sole autunnale incendiava i verdi prati dell'Olimpo durante quell'aranciato tramonto del 23 Settembre.
Persefone passeggiava tra i campi di grano adiacenti al palazzo di sua madre Demetra, carezzando le spighe con affetto e giocando a far danzare i semi nell'aria afosa e a far comporre loro composizioni di vario tipo, come uccelli in volo, ninfe danzanti e cagnolini allegri.
Sospirò infine, la dea, e terminando con un sorriso triste i suoi giochi di eterna bambina, si diresse a passo lento e grave verso il palazzo di sua madre.
Le mura erano color sabbia, coperte di edera sulla sinistra, e il giardino pensile era pieno delle ultime api che si affaccendavano attorno ai fiori che non perdevano mai il loro polline e la loro bellezza, eccetto in inverno, ovvio.
Persefone spinse delicatamente un battente di quercia ed entrò in casa.
Vagò per un paio di minuti attraverso le immense stanze marmoree, prima di vedere sua madre seduta vicino al balcone.
Si era aspettata di trovarla rannicchiata su se stessa, appesantita dal suo dolore e piagnuc... ehm... piangente, ma quel che vide la lasciò a bocca aperta e senza parole... e persino un po' offesa, per quanto le costasse ammetterlo.
Demetra, dea delle messi, era comodamente seduta su una sedia a dondolo, ricurva su un tablet bianco in mano, con la fronte aggrottata, il labbro inferiore incatenato nella morsa dei denti bianchissimi, gli occhi ridotti a due fessure e un dito agilissimo a correre di qua e di là sullo schermo lucente dell'apparecchio, scattante come una lepre.
-Mamma...?
Le rispose il silenzio.
-Mamma?
-Evvai!- esultò la dea della messi, sobbalzando sulla sedia, alzando gli occhi al cielo e agitando un pugno in segno di vittoria.
-Mamma?
Demetra riprese ad agitare il dito sullo schermo, come se la figlia non avesse mai aperto bocca, come se non fosse mai esistita.
-Mamma!
Alzò lo sguardo allora, la dea delle messi, e guardò la più giovane come se facesse fatica a focalizzarla, come se fosse trasparente o fosse fatta di fumo.
Quando capì di chi si trattava, fece un largo sorriso e... tornò a giocare?!
-Oh, ciao, Persefone! Come va, tesoro?
-Bene, grazie- rispose l'altra un po' irritata. -Volevo salutarti.
-D'accordo.
Silenzio.
-Mamma?
-Mmh-mmh?
-Sono venuta a salutarti! Sai, è il giorno...
-Il giorno?- chiese l'altra senza staccare gli occhi dal tablet.
-L'equinozio d'autunno, mamma: devo andare negli Inferi!
-Oh! Bè, buon viaggio, allora, cara.
Persefone strinse i pugni, furiosa, poi ghignò furba e compiaciuta del suo ingegno.
-Vuoi che ti saluti mio marito mentre sono lì? Sono sicura che Ade lo apprezzerebbe molto.
Demetra si irrigidì e alzò lentamente lo sguardo vitreo e lacrimante per la vicinanza dello schermo verso la figlia, contraendo la mascella e stringendo la presa sul tablet. Poi, sorrise, annuì appena e tornò a giocare.
Persefone sbuffò esasperata.
-Ma si può sapere cosa è più importante di tua figlia?!- urlò.
Demetra la guardò con lo sguardo di una madre che richiama sua figlia per una monelleria, tra il deluso e il seccato.
-Persefone, Persefone, Persefone...
-So come mi chiamo, grazie- commentò sua figlia, ma Demetra non parve ascoltarla, o meglio, non volle ascoltarla.
-Vieni qui, bambina- le disse con voce flautata, battendosi una mano su un ginocchio.
La dea non se lo fece ripetere e, imbronciata, andò a sedersi sulle gambe della madre, come quando era piccola.
-La mia piccina è triste perchè la sua mamma non le presta troppe attenzioni?- le chiese Demetra facendo il labbruccio.
Persefone annuì lentamente.
-Non preoccuparti, tesoro, io ti vorrò sempre bene! Ma tu devi capire che non sei più una bambina, sei una donna!
Persefone assunse una faccia scandalizzata.
-E' la stessa cosa che ho tentato di dirti più o meno cinquemila anni fa!
-E perciò non devi prendertela se la tua mamma trova un hobby a cui dedicarsi durante il giorno che non sia tu- continuò Demetra ignorandola di nuovo. -Non vuoi essere una piccola malata di protagonismo, come la protagonista di quel film sui vampiri... Alba.
-Twilight, mamma...
-Non vuoi esserlo, vero?- chiese l'altra guardandola severa.
Persefone scosse piano la testa.
-Brava bambina!- esclamò la madre e la fece scendere rudemente con una piccola spinta delle gambe, per poi tornare a giocare come se niente fosse.
Persefone sentì le lacrime pizzicarle gli occhi.
Sua madre non le voleva più bene... Sua madre l'aveva abbandonata... Sua madre aveva preferito un gioco virtuale a sua figlia...
Rimase lì sconsolata a piangere, la testa incassata nelle spalle, tormentandosi la mente intenta a cercare il motivo di tanta freddezza nei suoi confronti e chiedendosi cosa mai avesse fatto di male per meritarsi una cosa del genere.
Ad un tratto, però, Demetra urlò: -NOOOOO! Ho finito le vite!!!
Si alzò indignata dalla sedia a dondolo, posò il tablet dove prima era dolcemente adagiato il suo divino deretano e prese a imprecare in greco antico.
Solo dopo il milleduecentosettantaquattresimo impropero, parve accorgersi di sua figlia in lacrime e inorridì.
-Figlia mia adorata! Chi ti ha fatto questo?!
L'abbracciò con calore, soffocandola tra le sue braccia materne da mamma pitone e carezzandole la testa.
-Mamma, tu hai...
-Scommetto che stai piangendo perchè sei costretta a scendere negli Inferi! Persefone sono millenni che sei destinata a questo supplizio, perchè piangere proprio ora? Senti di non potercela fare più? Quella sottospecie di mostro ti ha forse fatto qualcosa?
-No, mamma, ma poco fa tu...
-Tranquilla, mia cara, ci penserà Demetra! Oh, lo vedrà, quel mostro!
-Che vuoi fare...?
-Non gli invierò mai più un singolo aiuto su Farm Heroes Saga! Così imparerà a trattarti male!
Persefone alzò gli occhi al cielo.
-Era a questo che stavi giocando? Il gioco dei mortali? Farm Heroes Saga?
-Ma certo, tesoro! A quale gioco pensi che mi sia tanto dedicata in quest'ultima ora?
Persefone non volle rispondere, ansiosa di cambiare discorso.
-Comunque Ade non mi ha fatto niente...
-Non me lo nominare, quel traditore! Non ha voluto mandarmi le vite extra e io non gli regalerò certo aiuti! Credi che crescano sugli alberi?!
-Se lo dici tu...- mormorò Persefone, sciogliendosi finalmente dall'abbraccio. -Adesso è proprio ora che io vada, mamma. Ci vediamo in primavera!
-Fai attenzione, amore- la salutò Demetra, baciandola e abbracciandola un'altra quindicina di volte prima di decidersi a lasciarla andare.
Persefone stava per varcare la soia della porta del palazzo, quando le giunse alle orecchie l'eco della voce stridula di sua madre.
-Tesoro!
-Dimmi, mamma.
-Stavo pensando: appena arrivi negli Inferi, potresti collegarti a Facebook e inviarmi tu le vite extra che Ade non mi ha voluto mandare?
Persefone si trattenne dall'urlare contro.
-Non prende bene negli Inferi...
-Non preoccuparti, cara, Quellolì ha fatto montare dalle Furie delle antenne satellitari Made Efesto, così ti sarà possibile esaudire l'unico e umile desiderio della tua povera e sola madre!
Persefone sospirò.
-Non lo so, io...
-Okay, grazie, amore! Un bacio!
La porta si richiuse da sola alle sue spalle.
Persefone strinse i pugni e percorse nuovamente il campo di grano, oltre il quale Ermes l'aspettava intento a maneggiare il suo telefono, imitando gli stessi movimenti di Demetra, impegnato anche lui a giocare a quel maledetto gioco che, a quanto pare, aveva conquistato tutti gli dei dell'Olimpo.

-Non crederai mai a quello che è successo!- urlò Persefone prendendo a camminare avanti e indietro per la sala del trono.
-Mmh-mmh...
-Mia madre è impazzita! Prima, quando lo dicevi tu, non ci credevo, ma adesso lo so per certo!
-Mmh-mmh...
-Voglio dire, cosa le costava staccarsi due secondi, due, da quel dannato gioco?!
-Mmh-mmh...
-Che poi ha anche un nome stupido! Voglio dire, Farm Heroes Saga- scandì. -Gli eroi in questione sono solo inutili frutti sorridenti! E dove sono la Farm e la Saga?!
-Mmh-mmh...
-Potrebbero almeno esserci le faccie di Perseus Jackson e degli altri mezzosangue, no? Sarebbe molto più logico!
Potrebbe chiamarsi... Che so io! Camp Halfblood Saga!
-Naaah...
-Hai ragione: niente Saga, non c'è motivo... Ma mia madre è comunque pazza!
-Mmh-mmh...
-E che sia maledetto quel dannato gioco!
-Mmh-mmh...
-Vorrei soltanto che tutti i tablet e i telefoni della Terra e dell'Olimpo, fossero gettati seduta stante nel Tartaro!
-NOOOOO!
-Hai ragione, troppo crudele. Perdonami, sono solo nervosa, io...
-Ho finito le vite a Candy Crash Saga!
Persefone si voltò lentamente, gli occhi di fuoco, i pugni chiusi e le unghia infilzate nelle nocche sbiancate.
Vide Ade imprecare contro il suo tablet nero, seduto sul suo trono intento a giocare a uno di quei giochetti infernali.
-Ade...- chiamò calma, o meglio, apparentemente calma.
Il marito alzò gli occhi su di lei, interrogativo.
-Che-cosa-stai-facendo?
-Lo so cosa stai per dirmi: "il Gioco Olimpico del momento è Farm Heroes Saga, e tutti ci giocano, perchè tu no?" Bè, anch'io ci giocavo fino a qualche ora fa! Finchè quella pazza di tua madre non ha smesso di inviarmi, senza motivo, gli aiuti! Ed ora sono bloccato al livello 37! Zeus è arrivato al 39!
Persefone socchiuse gli occhi.
-Ade, non mi hai sentito poco fa?
Il dio parve pensarci, poi sgranò gli occhi ricordando cosa sua moglie aveva urlato fino a poco prima. Rise nervoso e nascose lentamente l'apparecchio elettronico dietro la schiena, assumendo una posizione più comoda sul trono, quasi indifferente.
-Certo, cara.
-Allora cos'hai dietro la schiena?
Ade impallidì, per quanto lo permetteva la sua carnagione bianco-cadavere.
-Ehm...
Persefone si avvicinò al trono del marito, cinse il fianco del dio con un braccio e prese il tablet, allontanandosi gelida.
-Persefone...- chiamò flebile e timoroso il Signore dei Morti.
La moglie si girò piano.
-Ecco... Non è che potresti mettere in pausa? Sai, il timer...
Lo sguardo di lei si incendiò.
-Come non detto... Scusa!- esclamò nascondendosi dietro le braccia il dio.
La Regina degli Inferi tornò a percorrere la via che l'avrebbe condotta alla sua meta: l'ingresso del Tartaro.
Mentre la musichetta di quel gioco odioso prendeva ad echeggiare lugubre tra i corridoi neri del palazzo, una Furia si fece vicino al suo signore, acquattandosi ai piedi del trono.
-Alecto- sussurò agitato il dio dei morti. -Chiama Efesto. Digli che abbiamo un'emergenza.
-Un'emergenza, signore?
-Sì: deve fabbricarmi al più presto un tablet indistruttibile, che possa resistere alle fiamme maledette del Tartaro!
-Ma, mio signore...
-Che c'è?!
-E se la regina dovesse vedermi?
-Tu fai come ti ho detto. Se non avrò di nuovo quel gioco fra le mani, getterò te nel Tartaro!
-Sì, padrone...
-E Alecto...
-Sì?
-Se dovessi incontrare la regina, due cose. La prima, buona fortuna; la seconda, non-ti-ho-mandato-io!




Angolo Autrice
Okay, nella mia mente me l'ero immaginata più divertente :/
Ma se vi è piaciuta sono contentissima per voi!!! ^^
Grazie di aver letto e magari aver compatito Persefone. Questa OS non mi convince molto -soprattutto il finale- ma l'idea mi piaceva, perciò mi sono messa a scrivere.
Voi penserete "Ma se non le piaceva, perchè l'ha pubblicata?"
Bè, se l'avete letta significa che ormai l'ho pubblicata, giusto? Quindi che importanza ha? Insomma, ormai avrete capito che sto solo cercando di non rispondere con la verità e cioè "avevo bisogno di pubblicare perchè sono una efp-dipendente ç_ç"
E poi mi andava e basta u.u
E' meglio che mi dilegui, và! Oh, piccolo annuncio: in caso non si fosse capito, io odio i giochini di fb ^^''
Un baciooo ai lettori e alle lettrici se ce ne sono <3 Spero che non ne siate rimasti delusi!!!

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Fantasiiana