Do you prefer the Pillow?

 
 

Elliot rientrò in stanza chiudendosi pigramente la porta alle spalle. Sbadigliò, stiracchiandosi, e si accorse solo in quel momento che non vedeva Leo. Si chiese per un istante dove potesse essere, ma poi udì un leggero scricchiolio da uno dei letti e il “click” di un interruttore che si accendeva. Poi una voce assonnata.
-Mmmmh... Elliot, sei tu?
-Sì, certo che sono io, Leo- rispose Elliot, tentando di apparire severo ma riuscendoci non molto, data la più che visibile inclinazione dolce nel suo tono. Leo si sedette appoggiandosi alla testiera del letto. Non si mise gli occhiali, non ne aveva bisogno e con Elliot non aveva necessità di nascondersi. Indossava solo i boxer, cosa che fece non poco arrossire l’altro.
-Meno male che ci avresti messo poco...- commentò il moro, in tono sempre un po’ assonnato ma tranquillo. Elliot alzò le spalle, levandosi la giacca.
-Elliot. . . lo sai che odio addormentarmi quando non ci sei...- disse Leo. Elliot sorrise malevolo.
-Sono il tuo pupazzo da compagnia, per caso?- rispose. Leo prese il cuscino che aveva e glielo lanciò, ma Elliot lo schivò abilmente e questo con un “ponf” ovattato sbatté contro la parete.
-No, idiota, è che io devo dormire con la porta chiusa a chiave, e tu non hai mai la chiave- si giustificò Leo. Elliot fece per protestare e mise una mano nella tasca dei pantaloni, per poi accorgersi che non aveva effettivamente la chiave. Arrossì, e Leo sorrise compiaciuto. Il Nightray sospirò, levandosi anche la camicia e rimanendo a petto nudo e con i pantaloni.
-Prima di venire qui riportami il cuscino- ordinò il servitore, e il suo padrone, obbediente, afferrò il cuscino da terra e lo portò con sé sul letto, poi lo consegnò a Leo-  Grazie.
Leo spense la luce, poi si voltò di lato ed abbracciò il cuscino. Elliot lo abbracciò invece da dietro.
-Leo... mi perdoni per essere tornato tardi?- chiese, accarezzandogli i capelli e sfiorando il suo collo con le labbra. Lo sentì rabbrividire sotto il proprio tocco e se ne compiacque.
-Non lo so...- rispose tuttavia Leo, con la voce un po’ smorzata dal fatto che aveva il volto seppellito nel cuscino.
-Dai...- lo pregò Elliot, mettendosi sopra di lui. Leo si voltò, frapponendo il cuscino ai loro corpi, ed il Nightray si chinò a baciarlo molto dolcemente. Leo lo abbracciò, anche piuttosto goffamente, a dire il vero, per colpa del cuscino. Elliot però non se ne curava. Non ancora, almeno. Infatti, da dolce che era, il bacio si fece più intenso, finché Elliot non sentì il pericoloso campanello d’allarme che precedeva notti agitate.
-Questo mi sa di terzo incomodo...- dichiarò, spostando malamente il cuscino per far aderire il proprio corpo a quello di Leo.
-Ehi!- protestò il moro, liberandosi dalle labbra dell’altro- Quello era il mio cuscino!
-Preferisci un cuscino a me?- chiese Elliot, fingendosi offeso.
-Bè, sicuramente se ci fosse stata la stessa situazione ma con te ed il cuscino a ruoli invertiti lui non ti avrebbe cacciato con così tanta violenza. Al massimo ti avrebbe gentilmente spostato.
Elliot guardò incredulo Leo, che sembrava serissimo. Poi ridacchiò.
-In ogni caso tu saresti stato sotto...- bisbigliò, facendo montare il rossore a Leo.
-Tu, bruttmph...- mugugnò, ma fu interrotto dalle labbra insistenti del compagno. All’inizio tentò di liberarsi ma poi si arrese all’incontestabile fatto che in effetti Leo preferiva decisamente Elliot al cuscino, che, silenzioso, supervisionava la scena.



Note della Povera Pazza
Ecco... bè... allora, questo affare è la prima cosa che pubblico, mi sono fatta del male psicologicamente per una serata con dubbi amletici sulla validità di questa storia poi ho mandato tutto in quel posto ed eccomi qui, al mio orrido esordio su EFP! Che dire, è la prima storia che ho scritto che non mi faceva venir voglia di vomitare e ho deciso che potevo pubblicarla, anche se voi poveri utenti non sarete d'accordo. Se vi può consolare, sono quasi sicura che per la vergogna cambierò paese! Coooomunque, fatemi sapere se vi piace, almeno decido se è il caso di cambiare identità o meno. (Non sto scherzando, ragazzi)