Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: Fuffy91    06/07/2008    1 recensioni
Strinse il pugno sul suo bastone magico, aggrottando il viso, corrucciato. Era ancora vigile, su di loro, e pronta ad attaccare. Poteva avvertire il suo respiro gelido sulla sua pelle e il suo risolino beffardo scuotergli le viscere. Sbarrò gli occhi, alzandosi dal suo seggio di scatto, attirando l’attenzione di Frodo e di Aragorn, che seguì lo sguardo di Legolas, dilatato e teso, verso un punto indefinito della boscaglia.
“ Arrivano.”
Sussurrò, nel momento esatto in cui una massa brulicante di orchi fuoriuscì dagli alberi, urlando e sguainando le loro armi.
AGGIUNTO 25° CAPITOLO!!! BACISSIMI, FUFFY91!!!^____^***
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Frodo, Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
C2

La giornata trascorse fra scherzi, racconti e nel divertimento più assoluto, fino all’atteso evento. Il matrimonio dei due sovrani si svolse all’aperto, sulla torre più alta e immensa dell’intera Minas Tirith, la stessa dove si svolse la cerimonia di incoronazione. Nastri bianchi, d’oro e d’argento ricoprivano il pulpito del giuramento d’amore. Gli invitati che erano accorsi erano incalcolabili. Amicizie che Aragorn aveva istaurato durante il corso dei suoi viaggi nelle Terre Selvagge, al tempo in cui era conosciuto come un leggendario ramingo del nord. Vi erano anche Eowyn e Faramir, i nuovi nobili scudieri di Rohan, posti in prima fila insieme ai componenti della Compagnia, oltre ai suoi più cari amici.

Un bacio passionale e tenero insieme coronò il tanto agognato sogno d’amore dei due innamorati più illustri di tutta la Terra di Mezzo, augurato con una pioggia di petali dei fiori più colorati e belli di quel periodo così rigoglioso e splendido e un unico applauso di congratulazioni.

Sembrava che nulla potesse turbare quel momento di pace. Tutti erano felici, allegri e spensierati. Tutti, tranne Gandalf. Fin dall’inizio, il giovane Frodo aveva visto un ombra di angoscia e preoccupazione dietro il sorriso luminoso e pieno di gioia che illuminava il viso ,segnato dagli anni, del suo vecchio e fedele amico stregone. Non riusciva a capacitarsi che Gandalf potesse avere un qualche problema e non volesse confidarsi almeno con lui o con un altro componente della loro brigata. Alla cerimonia seguì un sontuoso banchetto. Tavole e tavole imbandite con le più dolci e invitanti leccornie. Birra e vino di prima qualità. A loro era spettato l’onore, se non il privilegio, di sedere accanto ai novelli sposi. Subito dopo un sentito ringraziamento da parte di Aragorn per essere accorsi in tanti al loro matrimonio, si diede il via al vivo della festa. Fu una di quelle serate che sarebbero rimaste indelebili nella mente di ognuno dei presenti.

Sulla balconata della grande terrazza vi era Gandalf che contemplava l’orizzonte, immerso visibilmente nei suoi pensieri.

La luna splendeva luminosa nel cielo notturno punteggiato di stelle, e i suoi raggi illuminarono l’alta figura dello sposo, che si accostò con passo leggero ,simile a quello degli elfi, verso il suo anziano amico.

“ Una splendida serata, vero?”

Gli domandò con un lieve sorriso sulle labbra, scrutandolo con sguardo penetrante.

“ Si, davvero splendida. Proprio l’ideale per festeggiare un matrimonio.”

“ Già…” sorrise Aragorn, accennando una risata.

In seguito, rivolse lo sguardo verso quelle terre verdeggianti che ora gli appartenevano e che avrebbe dovuto difendere, anche al rischio della vita, insieme a coloro che le abitavano e la sua famiglia.

“ Cosa ti turba, amico mio?”

A quelle parole, Gandalf, sogghignò allegro:

“ Non ti sfugge nulla, vero Aragorn?”

“ Ci conosciamo da troppi anni, ormai. Ho imparato a riconoscere l’ombra del turbamento e del dubbio nel tuo sguardo, anche se cerchi di nasconderlo o di soffocarlo in fondo alla tua anima.”

Una pausa in cui si voltò ad incontrare i suoi occhi azzurri come l’oceano in tempesta:

“ E non sono l’unico che lo ha notato…”

E visto che Gandalf assunse un’espressione interrogativa, Aragorn proseguì:

“ Anche Frodo si preoccupa del tuo stato d’animo. Ho notato che frequentemente ti osserva in cerca di un qualcosa estraneo al tuo volto.”

“ Frodo…” sorrise fra sé Gandalf scrutando di nuovo l’orizzonte per lui inaccessibile, con l’aria di non vederlo affatto:

“ La sensibilità di quell’hobbit non ha limiti.”

“ Cos’è che ti turba, Gandalf?”

Chiese questa volta Aragorn, con tono più deciso, come uno che non ammette repliche, la richiesta autoritaria di un sovrano degno del suo rango. E Gandalf avvertì quella nota più forte nella voce del suo più fidato amico di avventure.

“ Ah, Aragorn, amico mio. A volte la vita ha davvero un corso amaro.”

Questa volta fu il turno di Aragorn di reclinare il capo e assumere un’espressione interrogativa sul bel volto regale.

“ Una nuova oscurità minaccia queste terre ricche di splendore e credo che colpirà qui.”

Aragorn rimase in silenzio a quelle parole e la meraviglia apparve nei suoi occhi leggermente sgranati. Gandalf continuò, come in preda ad uno sfogo.

“ è quasi palpabile. È insidiosa, piena di pericoli e di nuovi ostacoli da sormontare. Non ho ancora idea chi o cosa sia la fonte che la anima, ma una cosa è certa…”

Una pausa dove scrutò di nuovo il volto ora preoccupato del suo compagno:

“ …colpirà Gondor. Non chiedermi il perché, ma lo farà.”

“ Quando?”

Chiese Aragorn in preda all’ansia e al desiderio di agire in fretta.

“ Non lo so, ma spero non ora.  Non adesso. Avevo intenzione di parlartene al più presto, dopo il giorno del matrimonio, ma non avevo previsto che mi avessi preceduto prima del tempo.”

Aragorn stava per tempestarlo di una nuova domanda, quando sentirono delle urla di puro terrore provenire all’interno della sala.

Entrambi si precipitarono nella stanza del banchetto, e quello che videro non fu certo piacevole.

Delle grosse orrende creature, un misto tra troll, goblin e Uruk-hai , erano entrati nella sala e minacciavano con le loro enormi clave e spade affilate di trafiggere e schiacciare tutti i presenti.

Aragorn sguainò subito la spada, Gandalf lo imitò impugnando con più vigore il suo bastone, Gimli corse nella sala accanto per prendere la sua ascia e il fedele arco di Legolas.

Arwen condusse il resto dei partecipanti fuori dalla sala principale, mentre Gandalf con uno scudo luminoso li difendeva.

“Voglio rimanere con te!”

Esclamò decisa verso Aragorn, dopo che tutti furono condotti al sicuro.

“ No! È troppo pericoloso! Non sappiamo con chi stiamo combattendo! Conduci il nostro popolo e i nostri amici al sicuro!”

Seguì un momento in cui si scambiavano sguardi contrapposti: Aragorn deciso ma tenero nell’insieme e Arwen preoccupata e suppliche:

“Estel…”

E gli accarezzò la guancia delicatamente con la mano destra, che subito venne ricoperta da quella più grande e abbronzata di Aragorn:

“ Ti prego, vai! Io ti raggiungerò!”

E annuendo, Arwen lo lasciò richiudendosi le pesanti porte della sala del trono, aiutato da Aragorn.

“ Legolas! Come va?”

“Non bene! Sembra che le mie frecce non li sfiorino nemmeno!”

Gli urlò Legolas mentre cercava di colpire mortalmente un suo orrendo nemico, e al con tempo evitare i suoi colpi di clava e spada.

“ Gimli!”

Esclamò speranzoso Aragorn:

“Aaaah! Niente! La mia ascia non funziona contro di loro!”

“ Le vostre armi sono inefficaci! Smettete di combattere e venite qui dietro di me! Vi proteggerò con il mio bastone e la Fiamma dell’Eterno Fuoco! INDIETRO!”

Urlò Gandalf contro i loro temibili nemici, accecandoli con la luce evanescente della sua Fiamma.

“Padron Frodo!”

Urlò Sam, vedendo il suo padrone che cercava di evitare le spade affilate di un gigante urlante e mostruoso. Fino a quando riuscì a prenderlo per la caviglia e lo sollevò in aria come un fuscello e agitandolo incontrollabile.

“No! Frodo!”

Urlarono in contemporanea Sam, Pipino e Merry, avventandosi contro il mostro, nonostante fossero disarmati.

Ma all’improvviso una freccia trafisse la mano grande quanto un blocco di pietra del gigante mostruoso, lasciando inevitabilmente la presa su Frodo, che venne afferrato prontamente dai suoi amici.

“Ma cosa?!...”

Disse confuso Pipino, osservando una giovane e snella figura a cavallo di uno stallone bianco correre verso di loro e afferrare Frodo e Sam contemporaneamente e trascinarli in sella.

Subitaneamente, ci fu anche un’altra figura, un po’ più robusta, prendere lui e Merry e trascinare anche loro in sella ad un possente cavallo nero, con un sonoro e quasi ironico:

“Oplà! Benvenuti a bordo! Mi raccomando, reggetevi forte!”

E da qui una risata divertita e profonda, tipicamente maschile, tanto che i due nuovi passeggeri si guardarono stupiti ed interrogativi.

Alle due figure si unì anche una terza, in groppa ad uno stallone dalla criniera marrone scuro che, sguainando una spada luccicante e bene affilata, trafisse la caviglia di uno di quei mostri fino ad allora sconosciuto, facendolo accasciare rumorosamente in terra, in preda al dolore.

Le due iniziali e misteriose figure si diressero verso lo stregone bianco e il resto della comitiva, meravigliata che le armi degli stranieri avessero effetto e le loro no.

La prima scese per prima dal suo stallone bianco, sussurrandogli qualcosa che nemmeno l’udito sensibile di Legolas riuscì a percepire. Con delicatezza, aiutò i due giovani hobbit a fare altrettanto, e subito venne imitata dal suo compagno, anche se con meno delicatezza, tanto che Pipino e Merry dovettero mettersi a posto le camicie stropicciate.

“Chi siete?”

Chiese Aragorn, scrutandoli uno ad uno, mentre Legolas guardava insistentemente la prima figura.

“ Uno è un elfo!”

Esclamò con convinzione quest’ultimo:

“ L’altro un uomo!”

Proseguì rivolgendosi alla seconda figura.

“ Ottimo intuito, mastro elfo! L’avevo detto che non servivano questi mantelli!”

Esclamò sorridente la seconda figura incappucciata, alzando una mano per togliersi il cappuccio. E così uno si decise a mostrarsi: era un giovane dall’aspetto gradevole, pelle ambrata, occhi azzurri, quasi trasparenti e capelli corti, ricci e biondi, con un sorriso accattivante e contagioso.

Portava due spade di grande stazza, incrociate dietro la schiena, riposte in due foderi color rosso fuoco, con inserti dorati, come la tunica da guerriero che indossava. La camicia rossastra gli lasciava scoperto il petto, rivelando un medaglione dorato con al centro un drago con le fauci spalancate con gli occhi brillanti di smeraldi. Il tutto ricoperto da un mantello grigio come i guanti priva di dita, in pelle, che indossava.

“ Siamo amici. Non dovete temere. Siamo qui per aiutarvi. ”

Proseguì lo straniero con il suo solito sorriso.

“ Io sono William, figlio di William Brown. Veniamo dalle Terre dell’Ovest.”

“Le Terre dell’Ovest?”

Ripeté Pipino, mentre William annuiva.

“ Ma, Gandalf, le Terre dell’Ovest non sono considerate…”

Continuò Frodo.

“ …Terre maledette! Si, in effetti è questa la descrizione che è loro propria!”

“ Non ne andiamo fieri!”

Esclamò sorridendo, falsamente rammaricato William, mentre il suo compagno li raggiungeva a cavallo. Infatti nel frattempo, lo scudo magico di Gandalf li aveva protetti, ma fuori da quest’ultimo, la terza figura incappucciata di nero aveva già sconfitto uno di quei mostri. Ne rimanevano solo altri due.

Dopo che il mostro cadde accasciato definitivamente a terra e privo di vita, si diresse al galoppo verso di loro, riparandosi velocemente sotto lo scudo di Gandalf, scese da cavallo e riprendendo fiato si mostrò agli altri presenti.

Era un altro uomo, molto simile al primo, solo che i suoi caratteri erano scuri. Occhi di un color grigio chiaro, barba presente ma non troppo, capelli mossi, lunghi fino alle spalle, qualche centimetro in più rispetto ad Aragorn, e neri come la pece. Pelle abbronzata e corporatura possente e ben proporzionata. La sua unica arma era la spada che aveva usato per sconfiggere quel mostro e a cui era particolarmente affezionato. Indossava abiti vermigli con fili d’argento ad adornarli.

“ Tranquillo, capo! Ho già illustrato. Cerca di rilassarti ora.”

“ Will!”

“ Che c’è? Ho fatto come volevi, no?!”

E seguì un altro sorriso. Ignorandolo, come se fosse abituato a tanta ironia da parte sua, il nuovo conoscente si fece avanti per presentarsi.

“ Sono Taras, figlio di Ettelen. Veniamo dalle Terre dell’Ovest, ma in pace. Per il momento vi chiedo solamente di fidarvi di noi. Cercheremo di proteggervi e di sconfiggere questi Andes una volta per tutte.”

“Andes?!”

Disse Gandalf voltandosi di scatto verso di loro, come se non volesse credere a quelle parole:

“ Cosa sono?”

Chiese Gimli, osservando con disgusto unito a timore gli ultimi due rimasti, che cercavano di oltrepassare ostinatamente lo scudo.

“Sono macchine da guerra, nati dall’unione di troll, goblin e orchi in stato avanzato…quelli che voi definite Uruk-hai. Il loro unico scopo è uccidere colui che un tempo fu il portatore dell’ Unico anello e l’erede della casata reale di Gondor. L’unico erede di Isildur.”

Spiegò Taras mentre gli altri lo guardavano con sguardo attonito e terrorizzato, soprattutto tre degli hobbit, amici di Frodo.

“ Quindi vogliono uccidere Frodo e Aragorn.”

Disse Pipino.

“Complimenti, giovane hobbit. Hai il dono della sintesi.”

Disse sorridente ancora William.

“ Allora capo? Qual è il piano?”

Aggiunse poi, sornione e indicando con il capo i due Ades.

“ è semplice. Noi due ci occupiamo dell’attacco ai lati. Luthien, invece, quello centrale.”

“ Perché le vostre armi possono ferirli e le nostre nemmeno scalfirli?”

Chiese inaspettatamente Aragorn.

“ Vedete, mio signore. Le nostre armi ci sono state donate da una Dama elfica di grande potere. Dama Eruanna, del regno di Bosco Bianco. Solo quelle di Will gli sono spettate di diritto. Lui è il Cavaliere di Amlach. Le sue spade sono state forgiate fin dai tempi antichi dalle zanne del leggendario drago Amlach. Per questo hanno un maggiore effetto. Nessuno può toccarle, all’infuori di lui. Chi osa impugnarle, viene bruciato vivo.”

Spiegò il giovane Taras:

“ Quindi sono le leggendarie spade che possiedono vita propria e riconoscono solo il loro padrone, è così?”

Chiese interessato Sam.

“Esatto.”

Gli confermò soddisfatto di tanto successo Will:

“ Avete sentito, padron Frodo?! Sono le leggendarie spade di cui ci ha parlato anche Bilbo in uno dei suoi racconti.”

“Si, Sam. Ma io credevo che non esistessero.”

“In effetti si è sempre creduto infondata la leggenda delle mitiche spade di Amlach. Informai io stesso Bilbo della loro esistenza, nonostante fossi convinto che non esistessero. Ma ora ne abbiamo la prova vivente. Come gli Ades.”

Disse Gandalf guardando afflitto la prova inespugnabile di tanta malvagità e bramosia di potere.

“ Ma perché vogliono uccidere Aragorn e Frodo? Non ha senso!”

Esclamò accigliato Merry:

“Scusate, ma forse è meglio rimandare la piacevole conversazione.”

Disse sbrigativo Will, sguainando sonoramente le due spade leggendarie, seguito poi da Taras e dal terzo compagno, di cui conoscevano soltanto il nome ma non l’aspetto, visto che era ancora incappucciato di un luccicante mantello bianco, che impugnò arco e frecce.

“ Un momento! Non so voi, ma io non mi fido di una persona che non si è nemmeno presentata e che rimane costantemente incappucciata.”

Disse accigliato Gimli, guardando in malo modo il giovane arciere che si era già messo in posizione d’attacco, seguito poi con un sorriso dagli altri due compagni:

“ Conoscete il mio nome, mastro nano. Non vi basta questo?”

Domandò con voce calda, dolce e melodiosa la persona incappucciata di bianco.

Sicuramente una donna

Pensò immediatamente Legolas, guardandola con ammirazione, visto che chiunque rispondesse a tono Gimli era degno della sua approvazione.

“ Non l’ho nemmeno capito!”

Esclamò risentito Gimli, di rimando. Così, con un sospiro appena udibile, la persona fin ad ora ignota, abbassò temporaneamente l’arco, si voltò lentamente verso di loro e abbassò il cappuccio bianco, rivelandosi.

Legolas aveva ragione. Era una donna elfo di grande bellezza: occhi nocciola, profondi ed incantatrici, pelle bianca ed eterea, luminescente come non mai, capelli lunghi, lisci e castani, lasciati sciolti, ma alcune ciocche intrecciate in piccole trecce con filamenti di perline incastonate. La sua figura era alta, snella ed armoniosa, nonostante gli abiti di un placido color panna ed adornati di filamenti dorati, argentati e ricoperti di altre perle minuscole ma brillanti.

Sul mantello, una foglia in argento, simile a quella dei mantelli di Gran Burrone, ma di color bianco come il manto morbido e delicato che indossava. Nello sguardo un riflesso determinato, incantatore  e un filo di malinconia.

Tutti rimasero abbagliati da tanta bellezza e luminescenza, tanto che anche Gimli strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca barbuta in segno di meraviglia.

“ Io sono Luthien, figlia di Aranel, Stella del Re.”

“Una favola, eh?”

Tutti si voltarono verso Will, che osservava anche lui adorante Luthien:

“ Tesoro, vuoi essere tu a dare il via alla festa?”

Senza rispondergli, ma scuotendo leggermente il capo, Luthien prese con eleganza una freccia ben appuntita, passò sulle labbra una delle piume bianche che la caratterizzava e puntando verso uno degli Ades, scoccò trafiggendolo al cuore e facendolo urlare di dolore.

Così ci furono solo altri colpi di spada e di frecce scagliate con grande maestria.

“ Non sono del tutto irriducibili.”

Disse ad un tratto Luthien, scagliando un altro colpo, rivolta ad Aragorn e a Legolas:

“ Basta saperli colpirli nei punti giusti.”

Detto questo, prese tre frecce e le tese tutte sul suo fedele arco intagliato a mano e bianco come lei:

Ne scagliò una nel fianco destro di un Ades, un’altra alla base del collo e un’altra nel centro esatto del cuore. Dopo di che, l’Ades cadde a terra, morto.

“Quelli sono le parti del corpo più adatte per provocare la loro morte anche con armi normali. Soprattutto con la vostra spada, Sir Aragorn.”

Terminò l’abile arciere, tendendo un’ennesima freccia dal suo arco e scagliandola contro l’ultimo Ades rimasto, questa volta alla nuca. Furono Taras e Will ad abbatterlo, con i loro possenti colpi di spada.

“ Sorprendente come voi sappiate così tante cose di quelle creature.”

Le disse Legolas con tono intriso di ammirazione, tanto da costringerla ad incontrare il suo sguardo azzurro limpido, come le acque di un fiume.

“ Li ho combattuti molte volte, e ho avuto modo di studiarli da vicino, fin nei minimi dettagli.”

Gli spiegò con un barlume di imbarazzo negli occhi nocciola, per quegli occhi così attenti e profondi come l’immenso oceano.

“ Bene. Allora avrete modo di illustrarceli ,suppongo, mia signora.”

Proseguì Aragorn colmando il silenzio di quello scambio di sguardi.

“Certamente! Se lo desiderate!”

“Dovrete raccontarci anche molte cose, immagino. Riguardo alla nuova minaccia che ci attende.”

Disse Gandalf spegnendo la sua Fiamma Eterna.

“Si, e anche al più presto.”

Sopraggiunse Taras riponendo la sua spada.

“Si, si. Ma ora, ho una richiesta da fare: potrei mangiare qualcosa di buono, per favore?”

Disse Will, mentre i suoi compagni scuotevano la testa in segno di rassegnazione e il resto rideva e sghignazzava.

 

 

 

 

Vi sono piaciuti i primi due capitoli???? Spero di si!!! Continuate a leggere questa fan fiction, e vi assicuro che ne rimarrete entusiasti!!!! Se volete, lasciate un commentino!!!! Baci baci Fuffy91!!!^________________^

 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: Fuffy91