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Autore: Ambros    30/03/2014    2 recensioni
“È solo un set. Non è ancora finita. C’è ancora qualche puntata di questa stagione, e la prossima. Non vuol dire niente.” Ripete, senza guardare Darren.
[...]
“Se non vuol dire niente …” Inizia Darren lentamente, muovendo ancora qualche passo verso di lui, finché non arriva ad affiancarlo; rimane in piedi. “Come mai sei qui?” gli chiede alla fine, senza guardarlo; Chris può percepire il ghigno furbo appena accennato che ha sulle labbra, e lo guarda di traverso; Darren ha sempre avuto uno strano talento per le domande scomode.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Choir Room.




“In un certo senso, era scontato trovarti qui.”
Chris si volta in silenzio, lentamente. “Perché?” chiede, inclinando lievemente il capo su una spalla, prima di tornare a fissare il set di fronte a lui, buio e vuoto.
Darren si stringe nelle spalle, e si avvicina di qualche passo. Non di troppo, però. “Non so. È dove tutto è cominciato, no? Insomma, per te. Per voi.” Ridacchia. “Per me è cominciato nei corridoi della Dalton.” Virgoletta le ultime parole con le dita, con un piccolo sorriso vagamente malinconico. “Ma per voi … Insomma, è cominciato qui. È stato tutto qui.”
Chris rimane in silenzio per qualche secondo, e continua ad osservare il set, lo sgabello da pianoforte, lo spazio che prima era occupato da delle semplici sedie di plastica. Le mensole vuote alle sue spalle. Alla fine scuote il capo, e lascia andare un enorme sospiro. “Non vuol dire niente.” Dice alla fine. “Insomma …” Spalanca le braccia, con un’occhiata veloce tutt’intorno a sé. “È solo un set. Non è ancora finita. C’è ancora qualche puntata di questa stagione, e la prossima. Non vuol dire niente.” Ripete, senza guardare Darren; non sa esattamente che cosa non voglia dire niente, ma ha bisogno di convincersene.
Si lascia cadere sullo sgabello da pianoforte, e pensa che si sente un po’ così. Uno sgabello da pianoforte, senza pianoforte.
“Se non vuol dire niente …” Inizia Darren lentamente, muovendo ancora qualche passo verso di lui, finché non arriva ad affiancarlo; rimane in piedi. “Come mai sei qui?” gli chiede alla fine, senza guardarlo; Chris può percepire il ghigno furbo appena accennato che ha sulle labbra, e lo guarda di traverso; Darren ha sempre avuto uno strano talento per le domande scomode. Almeno con lui.
Inspira a fondo, poggiando i gomiti sulle proprie ginocchia, e riflette un attimo per decidere cosa dovrebbe rispondere. “Mi sembrava … Dovuto. No? Visitare l’aula canto per un’ultima volta.” Gli lancia un’occhiata veloce, prima di far scivolare di nuovo lo sguardo sullo spazio attorno a sé.
Darren rimane in silenzio, aspetta.
Sa come funziona, con Chris; e infatti, dopo poco, ricomincia a parlare. “Non lo so” Sbuffa, tirandosi su. “Forse hai ragione tu. È che qui è cominciato tutto. Insomma, per davvero. Tutte le cose ridicole, tragiche, divertenti che ci sono state nel Glee … Sono passate da qui. È solo strano pensare che questa stanza non ci sarà più.”
Darren osserva il suo profilo per qualche secondo – lo conosce davvero bene, quel profilo – e si affonda le mani nelle tasche della felpa, muovendo qualche passo finché non sono vicini. “E …?”
Chris si volta, lo guarda negli occhi con un’espressione che è a metà tra l’esasperato e l’incredulo “E” calca attentamente la parola, con uno sbuffo “Forse questo posto sapeva un po’ di casa.” Si avvolge il busto con le braccia, scrollando il capo come se quello che sta dicendo non avesse alcuna importanza. “Non per – Sai, Kurt. Per me. Sapeva un po’ di casa … Per me.” Scuote la testa, chiudendo forte gli occhi per qualche secondo. “Penserai che sia sciocco.” Dice alla fine, allontanandosi di qualche passo. “E un po’ patetico.” Incrocia le braccia all’altezza del petto “Per la miseria, alla fine è solo un set!” esclama quasi con rabbia.
Darren gli si avvicina di nuovo, non lascia che si allontani; gli si para di fronte, costringendolo a guardarlo negli occhi. “Stai facendo tutto da solo, sai?” gli chiede, inarcando un sopracciglio per prenderlo un po’ in giro “Prima di tutto, non penso che sia sciocco. E” aggiunge dopo un attimo, ripensandoci “Prometto di non star copiando le battute di Blaine, ma è adorabile. Sul serio. Insomma, capita raramente di vederti sentimentale e malinconico, e devi smettere di pensare che sia patetico quando succede.”
“Io non sono affatto sentimentale.” Borbotta Chris, indietreggiando di qualche passo. “È solo … Una strana sensazione. Come se stessi perdendo qualcosa.” Si stringe ancora di più le braccia al petto. “Sono ancora troppo immerso in Kurt.” Dichiara alla fine. “È l’unica spiegazione.”
Darren lo guarda quasi intenerito, e scuote il capo “Non sei Kurt, Chris. Sei troppo professionale perché il tuo personaggio possa influenzarti in questo modo. E –”
“In questo sono molto più bravo di te, sai?” Lo interrompe Chris con una finta aria di superiorità; Darren gli scocca un’occhiataccia, prima di riprendere “E lo sai perfettamente anche tu.”
Chris sembra riflettere per qualche secondo, torna serio, e quando alza di nuovo lo sguardo su Darren è quasi perso. “Era più semplice credere che fosse così.” Ammette alla fine, a bassa voce. “Avrei creduto a tutto, piuttosto che ammettere di essermi …” Si interrompe, alla ricerca della parola giusta; non la trova. “Affezionato?” Suona quasi come una domanda. “No, affezionato non è la parola giusta. E nemmeno abituato. Credo che sia un misto tra le due.” Scrolla le spalle. “Alla faccia del grande scrittore.” Borbotta alla fine.
Darren ridacchia, e gli si avvicina, poggiandogli le mani sulle spalle. I muscoli di Chris diventano impalpabilmente più tesi. “Credo di aver capito.” Mormora con dolcezza, piegando lievemente il capo. “E va bene. Okay?”
Chris rimane in silenzio, sfugge quegli occhi dorati.
Non gli dice quello che pensa davvero.
Non gli dice che un po’ ha paura di dimenticare.
Non le scene girate; sa che, per quelle, ci saranno sempre le puntate da poter riguardare – anche se forse eviterà le prime due stagioni, perché era davvero troppo piccolo .
Ha paura di dimenticare quello che c’è stato oltre le telecamere, i riflettori, il trucco, i vestiti stretti, i sorrisi simulati e gli occhi che, in fondo, non stavano quasi mai luccicando davvero.
Ha paura che tutto finirà come quella finta aula canto.
Vuota, buia, un po’ patetica, con un misero sgabello da pianoforte davvero scomodo.
Ma non lo dice ad alta voce, perché ha imparato che le parole sono davvero pericolose.
“Certo che va bene.” Risponde invece, sollevando un po’ il mento. “Se lo faccio io devo andare bene per forza, no?”
Darren non risponde, ma sul viso gli si disegna un sorriso comprensivo; lo sa. Deve aver intuito cosa gli sta nascondendo, ma non lo dice ad alta voce. Rispetta che lui non voglia farlo. Rafforza la presa sulle sue spalle, per fargli capire che non ci crede, e Chris abbassa lo sguardo, sconfitto.
Sospira, e rialza il capo dopo qualche secondo, pronto a dire qualcosa; ma poi incrocia gli occhi dorati di Darren, e la sua mente diventa una terribile pagina bianca. Socchiude leggermente le labbra, perché ha bisogno di dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma non ci riesce.
Vede quegli occhi che lo stanno scrutando come succedeva un tempo, quando non stavano attenti, quando pensava che ci fosse qualcosa. Di indefinito, strano, incomprensibile. Forse un po’ troppo delicato. Il loro minuscolo rapporto tenuto insieme da una ragnatela di cristallo.
“Devo andare.” Dice con fermezza, lo sguardo che traballa un po’; ringrazia le sue presunte doti di attore.
Negli occhi di Darren si spezza qualcosa. “Perché?” chiede, e forse se ne pente, perché abbassa immediatamente lo sguardo; ma le sue mani allentano la presa sulle sue spalle.
Chris pensa che mentire sarebbe un’ottima cosa, a questo punto. E sa perfettamente che sarebbe inutile. Sta ancora cercando di decidere, quando la sua voce decide da sola. “Perché io non sono Kurt.” Risponde, ripetendo le parole che Darren ha detto poco prima. “E tu non sei Blaine.”
Si guardano negli occhi, e in quelli di Darren c’è una luce malinconica. Pentita.
Chris sorride lievemente, prima di girarsi con un sospiro e liberarsi dalle mani di Darren con un attimo di esitazione, per poi allontanarsi dal set buio.
Darren rimane con gli occhi puntati sulla sua figura che si allontana, e si tortura le mani, improvvisamente vuote.
Sospira, guardandosi attorno un’ultima volta.
Sorride con un pizzico di tristezza, prima di allontanarsi con le mani affondate nelle tasche.




*




Note:
Non so se questa cosa abbia davvero un senso. Probabilmente no.
Sono solo diventata un po' malinconica dopo aver visto la puntata, e ... bho.
Okay, sono davvero impanicata perché mia sorella - aka, la mia fida beta - non ha letto questa OS, ed è la prima volta che pubblico senza prima avere un parere, quindi ... AIUTO.
Fatemi sapere, vi prego; sono disposta anche ad essere insultata.
Baci a tutti :)

 
  
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