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Autore: _Rainy_    30/03/2014    1 recensioni
Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato. Non un tiranno assetato di potere contro cui combattere, ma una malattia pericolosa. L'11a cacciatrice di taglie della Terra del Fuoco che torna al mestiere per cui è nata con un'ultima, pericolosa missione, che le cambierà la vita.
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Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato, con a capo la propria madre. Una fragile principessa dovrà scontrarsi con una realtà che le è sempre stata nascosta fin da bambina : il suo regno sta morendo. E solo lei realizza che il nemico contro cui combattere è molto più vicino di quanto sembra.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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17. (Dawn)

Dawn lo fissò, uno sguardo fiero negli occhi.

Scott si prese un attimo di tempo per  riflettere su quanto quella ragazza assomigliasse a Courtney: erano entrambe belle, un’indole da regine e un qualcosa di regale nel portamento di entrambe. Quello sguardo fiero con cui ora lo fissava, accusatorio, era tutto di sua madre. Però c’erano anche innumerevoli differenze, soprattutto nel carattere, ma Courtney non era sempre stata così spietata…

- Okay Scott, ti ascolto, ma bada bene: sii breve e coinciso e se al termine della tua spiegazione non mi avrai convinto me ne tornerò a casa, che tu lo voglia o no.

Scott abbassò la testa, lasciandosi sfuggire una risatina:
- Non penso che la corte sia più posto per Voi, mia principessa rapita dai ribelli… Anzi, vi siete mai chiesta perché vostra madre non abbia ancora sguinzagliato delle guardie a cercarvi?

La principessa sussultò, ma non rispose.
Scott rialzò la testa e la fissò:
- Scusatemi…
- Sto aspettando una spiegazione. – Una voce gelida veniva dall’esile ragazzina, che poco aveva in comune con la dolce voce che Scott tanto bene ricordava.

Prese un bel respiro e parlò:
- Principessa, vi ho leggermente mentito sulla mia identità: non sono un messaggero della Città delle Fiamme, ma un alto funzionario nonché spia dei ribelli a corte. Il precedente alto funzionario è morto qualche mese fa e io ho preso il suo posto. Il mio compito è scoprire qualcosa riguardo al morbo che tua madre sta tentando di tenere nascosto, ma la paura è dilagata e non si conoscono le origini dell’epidemia se non che è di origine magica, quasi sicuramente. Per trovare una cura vostra madre sta usando tutti i metodi più terribili esistenti in questo mondo e per questo stiamo agendo su due fronti: indebolire la regina per mettere fine ai rastrellamenti e cercare una cura. Un nostro alleato ha fatto in modo di cercare collaboratori tra le guardie del palazzo più vicine alla regina e…

- Gwen! – Dawn ebbe un sussulto e ricordò di non avere notizie dell’amica da molti giorni.

Scott la guardò, dubbioso:
- Gwen? Gwen chi?

- Gwendolyne Mo… Monrose, si, Monrose. Non la conosco molto bene, ma ne ho spesso sentito parlare a palazzo e dicono che sia una buona guardia…

Non sapeva esattamente perché non si stava fidando di Scott, ma sentiva che quel ragazzo le stava nascondendo qualcosa e sicuramente non era qualcosa di bello. Quindi il suo istinto le aveva suggerito di proteggere se stessa e la cara amica, che – disse a se stessa – avrebbe dovuto contattare al più presto.

Il ragazzo la squadrò, poco convinto dall’esitazione della principessa, ma annuì:
- Questo è ciò che sono…

- Scott, perché mi avete rapito? – Chiese di getto la principessa, senza riflettere.

Il rosso, che si era aspettato tutto tranne quella domanda:
- Ehm… Perché non volevo che restassi a corte con i ribelli rimasti là, che ti avrebbero sicuramente fatto del male, poi non è sicuro rimanere a corte perché probabilmente il morbo vi si è infiltrato e inoltre… - Era ormai del colore dei suoi capelli e non osava guardare la principessa in faccia, ma faceva dei grandi respiri per calmarsi. – C’è una persona che ti vuole conoscere… Ti avverto, ha una grande capacità persuasiva e se gli dai troppo potere potrebbe sopraffarti…

Dawn impallidì: chi poteva avere tale potere?!

- Oh oh, la stai già terrorizzando? Suvvia… - Una voce bonaria e paterna veniva da fuori la tenda e si stava rapidamente avvicinando.

Scott impallidì e le fece un segno che voleva chiaramente dire : “E’ lui, non farti ingannare.”

Il rosso uscì dalla tenda e al suo posto entrò un uomo incappucciato, con un mantello nero e sporco, con i bordi frastagliati, di tela grezza. Dawn indovinò subito cosa fosse: un mantello sacrale.
Doveva quindi essere uno stregone.

- Vedo che hai già indovinato la mia natura: si, sono uno stregone. O meglio, lo ero.

La principessa era confusa. L’uomo ridacchiò, una risata quasi inumana.

- Principessa, facciamo così, prima io mi curo di spiegarle qualche cosa, poi le farò qualche domanda e voglio che mi risponda con sincerità, ci siamo capiti? – La voce era sempre gentile, ma c’era qualcosa di autoritario in essa, adesso. – Dunque, ero uno stregone di una potente gilda, anzi, la prima gilda di questo mondo, la gilda dei Crepuscoliani, come sicuramente saprai. Io avevo un fratello, Ftio, che molti anni fa lanciò una maledizione su questo mondo… Ora, forse non sai che Ftio era innamorato della regina di questo regno, la regina Nora, una grande donna che governò questo mondo con saggezza. Oltre che una grande politica era anche una grande maga e faceva parte della gilda mia e di mio fratello. Sia io che mio fratello avevamo una cotta per lei, ma ovviamente, essendo salita al trono, lei non avrebbe mai potuto sposare uno di noi, per cui decise di lasciarci entrambi, in un addio molto toccante. Nonostante tutto entrambi, anche se consapevoli del nostro amore per la medesima persona, unimmo le forze e riuscimmo a farci ammettere a palazzo come medici. La regina, intuita la natura malvagia di mio fratello, diede l’impressione di amare lui sopra ogni altra cosa, ma la verità è che ci incontravamo in segreto regolarmente. Si, lei preferiva me. Mi aveva avvisato che la nostra relazione, con Ftio di mezzo, non aveva futuro, ma io insistetti a continuare a vederci, fino alla tragica notte in cui, rischiando oltre ogni modo, mi introdussi in camera sua, nel cuore della notte. Purtroppo Ftio aveva avuto la medesima idea, e quando ci vide insieme, non capacitandosi del fatto che Nora amasse di più me e non volendo sentire le nostre ragioni, giurò che alla sua morte una terribile disgrazia avrebbe colpito questo mondo, fatto di bugiardi, depositi e traditori, e che una malattia incurabile avrebbe decimato le nostre file, strappando dalle braccia degli innamorati le loro amanti, in modo che io e Nora ci pentissimo della notte in cui l’avevamo tradito. La sua ira mi costrinse ad andarmene da palazzo e a fuggire, da esule, scappando continuamente dal mio stesso fratello che meditava vendetta. Uccise senza pietà Nora e pose sul trono un fidato alleato, mentre continuava, incessantemente, a cercarmi e a chiedere di me, per uccidermi. Questa, principessa, è l’origine del morbo, ma va’ detto, per completare questa bella storia, che in realtà mio fratello era malvagio, ma non del tutto sconsiderato e per assicurare alla sua discendenza un mondo da abitare lasciò un minuscolo indizio nella nostra vecchia casa, nella Città delle Fiamme, che solo suo figlio avrebbe saputo interpretare, per capire quale fosse la cura al morbo. Sfortunatamente non aveva calcolato che suo figlio non sarebbe stato malvagio come lui, e infatti ben presto egli venne a cercarmi e mi comunicò che aveva capito in cosa consistesse la cura.

Poi tacque.
Dawn ci mise qualche secondo ad assimilare tutte quelle informazioni in una volta sola e balbettò:
- Ftio nel libri di storia viene ricordato come un potente mago malvagio sconfitto anni fa… Non si fa cenno a una regina di nome Nora e neanche a un fratello…

L’uomo incappucciato ridacchiò:
- Si, mio fratello non voleva che qualche postero sapesse delle sue azioni, in modo da coglierci totalmente  impreparati…

La principessa annuì.

- E ora le domande.. Deduco che non avesse mai sentito questa storia, dico bene? – Dawn annuì. – Bene, dunque, lei conosce Gwendolyn Sheperd vero? Ho sentito cosa ha detto a Scott e capisco che non si fidi di lui, ma la conosce, vero? – La principessa annuì di nuovo e si affrettò a chiedere:

- Sta bene? E’ viva? Posso parlarle?

L’uomo scosse la testa:
- No, non può parlarle in effetti, ma sta bene: è con uno dei nostri migliori uomini, nonché… Be’, non credo sia il momento migliore di dirlo, in ogni caso quello che le chiedo è di mettere una buona parola per me quando lei e Gwen vi riunirete, perché succederà… Ehm… Potrebbe avere una reazione un po’… Particolare… Al vedermi… Conto su di lei okay?

Dawn era confusa, ma annuì ugualmente. L’uomo quindi si alzò e uscì dalla tenda. Sulla soglia però si voltò e sussurrò:
- Un ultima cosa… Non si fidi di Scott, glielo dico da amico e collaboratore.

Poi si voltò e uscì dalla tenda, lasciando posto a uno Scott trafelato che entrò di corsa:
- Cosa ti ha chiesto?

Dawn sussurrò:
- Non sono sicura di dovertelo dire…

Il rosso si ritrasse, sbalordito, e si rabbuiò quasi subito. Fece per ribattere, ma George entrò di corsa:
- Signore, dobbiamo proseguire a piedi, la frontiera con la città di Berth è vicina…

Scott annuì e ordinò a tutti di nascondere qualche arma in un paniere, di coprirle con un sottofondo e metterci delle proviste a coprirlo, in modo da passare inosservati.
- Ci fermeremo qui per qualche giorno, poi andremo fino alla Città delle Fiamme dove ci riuniremo con gli altri ribelli… - Si voltò e fissò Dawn. Si avvicinò come per darle un bacio, ma poi si ritrasse, uscendo dalla tenda.

Dawn fece come le era stato ordinato, mentre legava i capelli e li copriva con una fascia, cercando di rendersi irriconoscibile. Nel frattempo pensava a quello che le aveva detto l’uomo incappucciato.

Chi era veramente? Qual era il suo legame con Gwen? E soprattutto come stava la sua amica?

Tutte domande a cui non sapeva dare una risposta.

Lentamente il carro si fermò e il gruppo di ribelli che viaggiava con Scott scese e lo distrusse, uccidendo i cavalli per non lasciare tracce. Seppellirono gli animali e si incamminarono.
Si erano tutti vestiti come dei ricchi mercanti, con panieri e bisacce al fianco. Qualcuno aveva perfino delle piccole ceste con dentro vestiti e stoffe, ma nel sottofondo monete e soprattutto armi.

Dopo decine di minuti la frontiera apparve loro: un piccolo muro continuo che circondava una cittadina di casupole dominata da una reggia a più piani, in legno.
Erano case simili: stesse porte e finestre di legno scuro, stessi muri di pietra e stesso tetto di lastre di un minerale scuro, probabilmente una pietra estratta da una cava nei dintorni.

Il muro era fatiscente e c’erano solo due guardie, senza armatura e con solo una possente spada al fianco, davanti a un’apertura (più grande delle numerose altre) del muretto, probabilmente l’ “entrata” della città. Le due guardie erano disposte ai lati di uno stretto sentiero di ciottoli di che si perdeva nel dedalo dei vicoli cittadini.

Il gruppo si avvicinò e Scott parlò per tutti:
- Siamo dei mercanti venuti a vendere la nostra merce a Berth, lasciateci passare, ve ne prego.

Le guardie li guardarono sospettosi e una di loro parlò, con voce gracchiante:
- Ah si? Onesti immagino eh… Peccato che lo dicano tutti, un attimo prima di pugnalarti alle spalle… Be’, facciamo solo un piccolo controllo per vedere se avete il morbo…

Detto questo si misero a girare tra di loro, chiedendo a volte di scoprire un braccio o una gamba.
Quando arrivarono vicino a Dawn la guardia che aveva parlato ghignò, mostrando la bocca sdentata e i pochi denti marci:
- Ma cosa abbiamo qui?! Un delicato fiorellino indifeso… Rimani con noi, che ci divertiamo un po’.

Scott si irrigidì:
- No, mi dispiace, lei non può rimanere e…

La guardia che non aveva ancora parlato gli puntò rapida la spada alla gola, ridacchiando, poi disse con voce bassa e roca:
- Ehi, non ti abbiamo mica chiesto il permesso!

L’altra guardia si unì alle risate della prima:
- Ben detto Shark, anzi, direi che se li lasciamo passare e ci teniamo la ragazza facciamo un favore a tutti, tanto che aiuto può darvi una così nel commercio?

Dawn estrasse rapida un pugnale dalla cintola e in fretta accoltellò l’uomo, che stramazzò a terra, in un rantolo confuso e soffocato:
- Chi ti dice che io vada protetta? – Sibilò la principessa, ringraziando mentalmente Gwen del poco addestramento militare impartitole.

Scott fu rapido ad disarmare e poi uccidere con la sua stessa spada Shark, dopodichè si scrollò le spalle e si rivolse al gruppo:
- Possiamo proseguire…

Entrarono in città senza più dire una parola e entrarono nella prima locanda che trovarono. Il locandiere provò a fermarli:
- Signori, dovete avere il permesso delle guardie per poter entrare in città, non vi darò una stanza se  non me lo fate vedere e inoltre…

Ma si bloccò, diventando bianco come un cencio alla vista del pugnale che Scott gli stava puntando contro:
- Ehm… Ripensandoci prego, le camere sono tutte a vostra disposizione!

Scott sorrise, falso:
- Grazie, molto gentile da parte sua, ma non deve temerci, siamo dalla sua parte e staremo qui solo una notte…

 

 

 -ANGOLO DI RAINY-
Ehm… *si sporge da dietro un angolino, timorosa* Sono ancora bene accetta qui? Perché in effetti ho paura che mi rispondiate che la storia non vi interessa più D:
Nonostante tutto la finirò, per ringraziare quelli che la apprezzano (se ce ne sono :c) e perché è un progetto che ho iniziato e come tale è una mia responsabilità finirlo, quindi eccomi qui con un altro chappy…
Niente da dire: il mistero si infittisce, ma verrà spiegato tutto, state tranquilliiiii :3
Bye bye e come al solito vi auguro tante ciambelle *^*,
_Rainy_
 

   
 
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