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Autore: Fiamma Erin Gaunt    30/03/2014    2 recensioni
“L’amore che dura più a lungo è l’amore non corrisposto”. Johanna aveva sempre pensato che quella frase fosse una completa idiozia, ma aveva sperimentato sulla propria pelle che non era così. Era strano l’amore, certe volte ti portava in Paradiso e altre era solo un nuovo modo per soffrire.
[La storia partecipa al Contest: "The Civil War Games - Hunger Games" indetto da Ciara90 e Darkmoon90 sul forum]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Annie Cresta, Johanna Mason
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dura come la roccia,

fragile come il vetro

 

 

 

 

 

 

 

 

Oh don’t say that it’s over

Oh no say it ain’t so

Let’s let the stars watch

Let them stare

Let the wind eavesdrop

I don’t care

For all that we’ve got, don’t let go

Just hold me

 

 

 

 

 

 

- Johanna, non credo di riuscire a sopportarlo, non ancora. –

Le parole di Annie ti arrivano lievi come la brezza del vento che filtra attraverso la finestra della vostra cella. Ti volti a guardarla. Il viso da bambina è lucido di lacrime, gli occhi verdemare fissano persi le stelle che brillano nel cielo notturno. È bellissima; malgrado la prigionia, malgrado tutto, lei rimane pur sempre incantevole. Sei vagamente consapevole delle condizioni pietose in cui devi trovarti, con i capelli rasati a zero e le bruciature sparse su tutto il corpo.

- Annie, devi resistere, ci tireranno fuori di qui. –

È la stessa frase che le ripeti da una settimana, da quando vi hanno chiuso lì dentro e sono cominciate le torture. Ormai persino alle tue orecchie suona come una bugia, pessima tra l’altro. Sei sempre stata una bugiarda di infima qualità, tu che hai fatto della schiettezza la tua arma migliore. Annie però è troppo buona, troppo dolce e ingenua, per fartelo notare. Le stelle, piccoli globi scintillanti che sono l’unica limitata fonte di illuminazione che vi viene concessa, ti guardano come se volessero prendersi gioco di te. “Johanna Mason, la vincitrice dura a morire del Distretto 7, che si fa mettere in ginocchio da un branco di parrucconi dai vestiti improbabili e un po’ di sessioni di elettroshock?  Che delusione.” È questo quello che ti sembra che stiano dicendo.

Stringi i denti, serrando rabbiosamente i pugni. Bè, che guardino pure, tu non cederai di certo.

 

 

 

 

 

 

 

 

I can’t pull you closer than this

It’s just you and the moon on my skin

Oh who says it ever has to end

Oh don’t say that it’s over

Oh no say it ain’t so

 

 

 

 

Con la coda dell’occhio vedi che Annie sta provando a mettersi in piedi. Le tremano le gambe, cade a terra, e torna ad appoggiarsi con la schiena alla dura e spoglia parete in muratura. Vuole avvicinarsi a te, come tutte le sere che avete passato lì dentro, perché quando non c’è Finnick tu sei l’unica persona che riesce a gestire i suoi incubi, a prendersi cura di lei. Fai leva sulle braccia, trasalendo leggermente quando avverti la pelle bruciata dalla frusta elettrica che sfrega su quel cencio che una volta era una maglietta. Durante l’ultima “sessione persuasiva”, come la chiamano loro, non ci sono andati affatto leggeri e mentre ti trascini stancamente accanto ad Annie ti sembra di fare violenza al tuo stesso corpo. Le siedi accanto, passandole stancamente un braccio intorno alle spalle, e le permetti di accoccolarti contro di te. La senti mentre ti accarezza delicatamente il profilo dell’avambraccio, lenendo con il suo tocco freddo almeno un po’ del dolore incandescente delle frustate. Però non è a causa del sollievo dal dolore che rabbrividisci. No, il brivido che ti corre lungo la schiena è inequivocabilmente caldo e di piacere. Per un attimo ti chiedi distrattamente se anche Finnick prova lo stesso quando lo tocca.

- Ce la faremo a sopravvivere, vero, Johanna? –

La prima risposta che ti sale alle labbra è quella sincera, schietta, che vorrebbe gridare di no, ma sai che una cosa del genere distruggerebbe il suo fragile equilibrio; ti costringi a sorridere debolmente.

- Sì, ce la faremo. –

Sembra rassicurata dalle tue parole e si abbandona al tuo abbraccio. Forse, dopotutto, non sei una bugiarda così scadente.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I don’t want to talk right now

I just want your arms wrapped around

Me in this moment

Before it runs out

 

 

 

 

 

 

 

 

La senti chiudere gli occhi e avverti il suo respiro farsi sempre più lento e regolare. Si è addormentata. Ti prendi un paio di secondi per osservarla senza il timore che possa capire che l’affetto che nutri per lei è più forte di quello per un’amica qualsiasi. Dio, quanto è bella, più delle stelle, più della luna che brilla su di voi. Le scosti leggermente alcune ciocche, baciandole la fronte con delicatezza. Ha sempre quel lieve odore salmastro che l’accompagna. Una volta pensavi che fosse quello di Finnick, ma adesso hai capito che in realtà è lei che impregna con quell’odore gli abiti del ragazzo. Ti chiedi se anche tu, in questi giorni in cui hai dormito abbracciata a lei, hai assimilato l’odore del Distretto 4. Decidi che non t’importa; l’unica cosa che vuoi, in questo momento, è chiudere gli occhi e goderti il contatto della vostra pelle e la stretta in cui sono avviluppati i vostri corpi … Prima che tutto questo finisca.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[778 parole]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Non so neanche io come il mio cervello abbia potuto partorire una cosa del genere, ma l’ha fatto e quindi vi tocca sorbirvela xD. La verità è che tutto sommato sono rimasta molto soddisfatta del mio lavoro e per questo devo ringraziare Ciara90 e Darkmoon90 che con il loro Contest: “The Civil War Games” mi hanno dato l’opportunità di scrivere su di un personaggio che ho sempre apprezzato. Spero che la storia vi sia piaciuta e che vogliate farmi sapere che ne pensate con una bella recensioncina. Alla prossima.

Baci baci,

                Fiamma Erin Gaunt


  
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