Dura
come la roccia,
fragile
come il vetro
Oh don’t say that it’s over
Oh no say it ain’t so
Let’s let the stars watch
Let them stare
Let the wind eavesdrop
I don’t care
For all that we’ve got,
don’t let go
Just
hold me
-
Johanna, non credo di riuscire a sopportarlo, non
ancora. –
Le
parole di Annie ti arrivano lievi come la brezza
del vento che filtra attraverso la finestra della vostra cella. Ti
volti a
guardarla. Il viso da bambina è lucido di lacrime, gli occhi
verdemare fissano
persi le stelle che brillano nel cielo notturno. È
bellissima; malgrado la
prigionia, malgrado tutto, lei rimane pur sempre incantevole. Sei
vagamente
consapevole delle condizioni pietose in cui devi trovarti, con i
capelli rasati
a zero e le bruciature sparse su tutto il corpo.
-
Annie, devi resistere, ci tireranno fuori di qui. –
È
la stessa frase che le ripeti da una settimana, da
quando vi hanno chiuso lì dentro e sono cominciate le
torture. Ormai persino
alle tue orecchie suona come una bugia, pessima tra l’altro.
Sei sempre stata
una bugiarda di infima qualità, tu che hai fatto della
schiettezza la tua arma
migliore. Annie però è troppo buona, troppo dolce
e ingenua, per fartelo
notare. Le stelle, piccoli globi scintillanti che sono
l’unica limitata fonte
di illuminazione che vi viene concessa, ti guardano come se volessero
prendersi
gioco di te. “Johanna Mason, la vincitrice dura a morire del
Distretto 7, che
si fa mettere in ginocchio da un branco di parrucconi dai vestiti
improbabili e
un po’ di sessioni di elettroshock?
Che
delusione.” È questo quello che ti sembra che
stiano dicendo.
Stringi
i denti, serrando rabbiosamente i pugni. Bè,
che guardino pure, tu non cederai di certo.
I can’t pull you closer than this
It’s just you and the moon on my skin
Oh who says it ever has to end
Oh don’t say that it’s over
Oh no say it ain’t so
Con
la coda dell’occhio vedi che Annie sta provando
a mettersi in piedi. Le tremano le gambe, cade a terra, e torna ad
appoggiarsi
con la schiena alla dura e spoglia parete in muratura. Vuole
avvicinarsi a te,
come tutte le sere che avete passato lì dentro,
perché quando non c’è Finnick
tu sei l’unica persona che riesce a gestire i suoi incubi, a
prendersi cura di
lei. Fai leva sulle braccia, trasalendo leggermente quando avverti la
pelle
bruciata dalla frusta elettrica che sfrega su quel cencio che una volta
era una
maglietta. Durante l’ultima “sessione
persuasiva”, come la chiamano loro, non
ci sono andati affatto leggeri e mentre ti trascini stancamente accanto
ad
Annie ti sembra di fare violenza al tuo stesso corpo. Le siedi accanto,
passandole stancamente un braccio intorno alle spalle, e le permetti di
accoccolarti contro di te. La senti mentre ti accarezza delicatamente
il
profilo dell’avambraccio, lenendo con il suo tocco freddo
almeno un po’ del
dolore incandescente delle frustate. Però non è a
causa del sollievo dal dolore
che rabbrividisci. No, il brivido che ti corre lungo la schiena
è
inequivocabilmente caldo e di piacere. Per un attimo ti chiedi
distrattamente
se anche Finnick prova lo stesso quando lo tocca.
-
Ce la faremo a sopravvivere, vero, Johanna? –
La
prima risposta che ti sale alle labbra è quella
sincera, schietta, che vorrebbe gridare di no, ma sai che una cosa del
genere
distruggerebbe il suo fragile equilibrio; ti costringi a sorridere
debolmente.
-
Sì, ce la faremo. –
Sembra
rassicurata dalle tue parole e si abbandona al
tuo abbraccio. Forse, dopotutto, non sei una bugiarda così
scadente.
I don’t want to talk right now
I just want your arms wrapped around
Me
in this
moment
Before
it runs
out
La
senti chiudere gli occhi e avverti il suo respiro
farsi sempre più lento e regolare. Si è
addormentata. Ti prendi un paio di
secondi per osservarla senza il timore che possa capire che
l’affetto che nutri
per lei è più forte di quello per
un’amica qualsiasi. Dio, quanto è bella,
più
delle stelle, più della luna che brilla su di voi. Le scosti
leggermente alcune
ciocche, baciandole la fronte con delicatezza. Ha sempre quel lieve
odore salmastro
che l’accompagna. Una volta pensavi che fosse quello di
Finnick, ma adesso hai
capito che in realtà è lei che impregna con
quell’odore gli abiti del ragazzo.
Ti chiedi se anche tu, in questi giorni in cui hai dormito abbracciata
a lei,
hai assimilato l’odore del Distretto 4. Decidi che non
t’importa; l’unica cosa
che vuoi, in questo momento, è chiudere gli occhi e goderti
il contatto della
vostra pelle e la stretta in cui sono avviluppati i vostri corpi
… Prima che
tutto questo finisca.
[778
parole]
Spazio
autrice:
Non
so neanche io come il mio cervello abbia potuto
partorire una cosa del genere, ma l’ha fatto e quindi vi
tocca sorbirvela xD.
La verità è che tutto sommato sono rimasta molto
soddisfatta del mio lavoro e
per questo devo ringraziare Ciara90 e Darkmoon90 che con il loro
Contest: “The
Civil War Games” mi hanno dato
l’opportunità di scrivere su di un personaggio
che ho sempre apprezzato. Spero che la storia vi sia piaciuta e che
vogliate
farmi sapere che ne pensate con una bella recensioncina. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt