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Autore: ChiaraBaroons    31/03/2014    3 recensioni
Maya, fotografa emergente, non ne vuole più sapere del mondo a cui, suo padre, ha sempre cercato di incatenarla: il nuoto. Le piacerebbe viaggiare, vedere il mondo, e invece, per uno scherzo del destino, dopo la laurea si ritrova costretta a convivere con quell'ambiente che poco sopporta, solo per ottenere un lavoro degno di essere chiamato tale.
Ed è qui che spunta fuori Travis, nuova stella del nuoto italiano, bello da far male, ma con un ego talmente grande capace di far concorrenza a quello di Sua Maestà, la Regina Elisabetta II; ed è proprio lui il soggetto che Maya dovrà immortalare per ottenere quel fantomatico lavoro, ma non tutto risulterà semplice quanto sembra. Non sarebbe divertente, almeno per noi lettori.
Due caratteri predominati messi a confronto, due prime donne che, purtroppo oppure per fortuna, non riusciranno a restare nella stessa stanza a causa del loro orgoglio, troppo grande per rendere le cose semplici sin dall'inizio.
Sono solamente esseri umani e, complicarsi la vita nel peggior modo possibile, sembra proprio la loro linea guida.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Maya9




*****



La mia simpatica coscienza, per una volta, arrivò in mio soccorso al momento opportuno.

No, non dovevo ammorbidirmi. Non potevo proprio!

Distolsi lo sguardo da Travis e tornai a fissare la tenda che ancora resistiva alla pioggia, anche se sembrava nettamente diminuita.

Tutto bene?”, mi chiese lui con l’ennesimo soffio sulle orecchie e il tono quasi gentile.

Respirai a fondo per un paio di secondi, indecisa se rispondere o meno a quella domanda, ancora intontita da quei suoi occhi ipnotici.

Si, Travis”, risposi, flebile, “Mi fa solamente male il collo”, aggiunsi con la mano poggiata ancora sul punto dolente.

Mi massaggiai la pelle per alcuni secondi, come se sapessi quello che stavo facendo, ma la realtà era ben diversa: non avevo idea della serie di azioni che, in quel momento, stavo compiendo, cercavo solamente un pretesto per troncare la conversazione o per cambiare argomento.

Poi lui posò la sua mano sulla mia, quella ancora sul collo, e la spostò con delicatezza. “Posso?”, mi chiese con una punta di gentilezza nella voce.

Proprio non gli si addicevano quelle premure.

Voltai leggermente il viso verso di lui, senza però guardarlo in faccia. Sentivo ancora dentro di me la paura di incontrare quegli occhi capaci di farmi tremare.

Cosa vorresti fare?”.

Un massaggio, nulla di che, ma ho imparato qualcosa dopo molte sedute dal massaggiatore”.

Vuoi farmi un massaggio?”, domandai alzando un sopraciglio.

Si, ho visto il tuo sguardo quando ti sei voltata verso di me”, parlò, distogliendo gli occhi da me. “Penso che tu abbia preso freddo oppure che tu abbia una contrattura”.

Lo guardai sottecchi per un momento, cercando di analizzare a fondo la sua espressione che, purtroppo, non lasciava trapelare nulla.

Tu, vuoi fare un massaggio. A me”, dissi ancora, osservandolo stranita. “Che fine ha fatto lo stronzo di un’ora fa?”, domandai con un’espressione interrogativa e tutto il sarcasmo possibile.

Lui rise, mostrandomi la sua serie di denti perfetti. “Visto che la tua stima di me è pari allo zero, sto cercando di… sorprenderti”, mi rispose, incerto.

Gli occhi di Travis indugiarono sul mio collo e sul lembo di pelle della spalla che usciva dalla felpa.

Vidi il suo petto alzarsi piano e capii che, in quel momento, stava respirando a fondo, come se si stesse trattenendo dal fare qualcosa. Mi chiesi se la tensione che invadeva me, in quel frangente, stesse attaccando anche lui.

Poi i miei occhi si soffermarono sulla sua clavicola e sui muscoli che si intravedevano dalla sua felpa e, in un attimo, sentii le guance accaldarsi e il fiato mancare, davanti a quella visione.

Terra chiama Maya! Terra chiama Maya!

L’aria era tornata tesa e piena di quello che sembrava un incontro a metà strada tra imbarazzo e… desiderio?

No, non è possibile!

Non poteva esserlo, assolutamente!

Lui aveva già dimostrato  in svariate occasioni la sua avversione verso di me ed io proprio non lo sopportavo. Anche se avevo già ammesso a me stessa quanto fosse attraente, quanto fosse dannatamente affascinante.

Accidenti!

Alzai lo sguardo e trovai ancora gli occhi di Travis a scrutarmi. Sembrava stesse nascondendomi qualcosa, ma preferii non fare domande e così tornai a fissare la tenda davanti a me.

La mia mente correva a mille, cercando di decidere cosa fare, poi un pensiero mi balenò in testa: dopo quella giornata sarebbe tutto finito.

E allora al diavolo tutto!

Presi un profondo respiro e abbassai quel poco la zip della felpa per poter scoprire le spalle.

Dai, fai questo massaggio, poi andiamo via”, mormorai senza alcuna convinzione. Mi legai la cascata di capelli ricci scuri in alto, in un concio fatto alle meglio e chinai il capo, in attesa.

Mi sentivo stranamente agitata, come se fossi stata ancora a scuola davanti ad un’interrogazione.

Percepivo l’aria fresca, che entrava dagli spifferi di quell’abitacolo, sfiorarmi le spalle, facendomi rabbrividire e venire la pelle d’oca.

Improvvisamente le mani di Travis si posarono sul mio collo e sussultai per la sorpresa: erano stranamente calde e, a contatto con il mio corpo e le mie spalle rinfrescate, sentii la pelle pungere.

Per alcuni secondi, lui, mi carezzò con una delicatezza che proprio non gli si addiceva.

Che meraviglia…

Se non avessi discusso così tanto oppure se Travis non avesse avuto quello strano carattere, quel particolare momento mi sarebbe anche piaciuto.

Mi sarebbe piaciuto veramente tanto: mi sarei poggiata alla sua schiena, in attesa della sua mossa seguente, crogiolandomi tra le sue braccia forti e quel profumo di salsedine.

Non sopportavo quel ragazzo, ma avevo già ammesso uno smisurato numero di volte quanto fosse… sexy.

Al diavolo!

Si, era sexy e mi rendevo conto solamente in quel momento di quanto difficile fosse resistergli.

Strabuzzai gli occhi alla reazione del mio corpo : mi irrigidii all’istante, stupita dal piacere che provavo grazie alle mani di quello strano ragazzo.

Dopo alcuni secondi di indecisione, Travis cominciò a massaggiare la mia pelle ed i miei muscoli.

Finalmente cominciai a rilassarmi, come se fossi appena stata immersa in una vasca piena d’acqua calda e bagnoschiuma. Sospirai estasiata dai movimenti precisi, delicati, ma allo stesso tempo decisi delle mani di quel ragazzo. Avrei potuto credere a tutto, ma di certo non alle sue evidenti capacità di massaggiatore, tuttavia mi dovetti ricredere.

Mi sentivo stranamente leggera, come se tutta la preoccupazione e la tensione di pochi istanti prima fosse svanita nel nulla e mi avesse liberata di un peso enorme.

Dopo essere rimasto per alcuni minuti sul collo, passò alle spalle e lì la mia mente cominciò a viaggiare, lasciando perdere il pianeta Terra.

Sai che sei davvero bravo, Travis?”, gli dissi con la voce un po’ impastata.

Lo sentii ridere leggermente, senza però smettere di massaggiare la mia pelle e mandarmi in estasi. Avvertii il suo respiro sfiorarmi le spalle.

Anche se avessi voluto, non sarei riuscita a muovere un muscolo: ero talmente rilassata che il collegamento cervello-corpo sembrava essersi disconnesso.

Ti ringrazio, Maya”. Lui mi riportò con i pensieri al presente, ma si zittì all’istante.

Per quanto risultasse piacevole, una volta tanto, il suo silenzio, la situazione risultava a dir poco imbarazzante.

Dovevo allentare quella tensione, in qualche modo.

Quindi ti piace il mio nome”, mormorai più a me stessa che a lui.

Travis si bloccò un momento, con le mani calde e leggermente callose sulle mie spalle.

Mi irrigidii quando i suoi pollici carezzarono la linea del mio collo sempre con delicatezza.

Maya non cedere!

La mia coscienza si rivelò più determinata di me.

Speravo te ne fossi dimenticata”, disse serio, ma poi rise, ricominciando con i suoi massaggi.

Soppesai per un momento le sue parole, cercando di dargli un senso, ma poco dopo scossi la testa, lasciando perdere le mie paranoie.

Travis si agitò dietro di me e quando finalmente la possibile tarantola che lo tormentava si fermò, mi sembrò più vicino rispetto a poco prima.

Provai a lanciargli uno sguardo, con la coda dell’occhio, sperando che lui non se ne accorgesse e ne ebbi la conferma: un minimo movimento e sarei stata tra le sue braccia.

Grazie al silenzio di tomba che era calato per l’ennesima volta sulle nostre teste, riuscii a percepire la pioggia nettamente diminuita. Pensai a quanto poco tempo mi distanziasse dal ritorno a casa.

Si, Maya, il tuo nome mi piace: ha un bel suono e, inoltre, penso che ti si addica”, affermò poco dopo.

Mi si addice?”, chiesi curiosa.

Si, perché è un nome con un certo carattere, ma ha anche qualcosa di…”, si fermò, indeciso su cosa dire. “Misterioso”, aggiunse con l’ennesimo soffio sulle mie spalle.

Alzai il capo, sorpresa dalle parole che aveva appena utilizzato e lui fermò ancora le sue mani.

Misterioso… sarei misteriosa, io?”, chiesi, voltandomi verso di lui ed alzando un sopracciglio.

Un sorriso divertito apparve sulle labbra di Travis, tremendamente vicine alle mie. Ancora. Ma in quell’occasione non avevo alcuna possibilità di muovermi, di allontanarmi  e quando il mio sguardo si allacciò al suo, non riuscii a trovarne nemmeno la forza.

Mi sentivo impietrita, come se ogni muscolo del mio corpo mi avesse abbandonata.

Sbattei le palpebre un paio di volte ed il sorriso del ragazzo davanti a me scomparve, lasciando spazio ad un’espressione quasi smarrita. Poggiò le mani sulle ginocchia, ai miei fianchi, e sospirò, ma senza smettere di scrutarmi.

Lo sai che mi metti a disagio, vero?”, dissi schietta.

Quello squarcio divertito tornò ad illuminare il volto di Travis, ma per quanto potesse essere accattivante con quell’espressione sul viso, non riuscii a fare a meno di trovarlo tremendamente fastidioso. Non riuscivo proprio a capire cosa ci fosse di divertente.

Lo fissai torva, mentre lui ancora se la rideva.

Io ti metto a disagio? Non ti rendi conto di quanto tu metta a disagio me!?”, esclamò sempre con quel sorriso.

Cosa? Come posso farlo?”, gli domandai allibita.

Con il tuo comportamento, il tuo carattere, il tuo aspetto”, rispose.

Mi irrigidii ancora, diventando quasi di marmo.

Lo metto a disagio per il mio aspetto?

Potevo capire per il mio carattere: non sono mai stata una persona facile, non sono mai piaciuta a molta gente; ma non capivo davvero come potessi imbarazzarlo per il mio aspetto.

Travis si mosse e notai il suo avvicinarsi, anche se solamente di alcuni centimetri.

Era più vicino che mai. Ancora un mossa sarei finita per baciarlo.

Dannazione!

Lui metteva a disagio. E molto.

Il suo essere terribilmente lunatico era snervante e mi chiesi che cosa ci facesse così vicino a me, cosa diamine volesse da me, ma non riuscivo a trovare una risposta con un briciolo di senso.

Era davvero insopportabile, arrogante, pieno di se, strafottente… ma pur sempre fastidiosamente attraente. Forse anche troppo.

“Come può, il mio aspetto, metterti in imbarazzo?”, chiesi, guardando la tenda ed innervosendomi ancora di più sentendo Travis ridere.

Dopo alcuni istanti parlò: “Me lo stai chiedendo seriamente, Maya?”, chiese con una punta di sarcasmo nella voce.

Lo fissai, come se stesse parlando in un’altra lingua, mentre lui, ancora vicino a me, non dava segni di cedimento. Poi nella mia mente balenò un’idea.

Facciamo un patto”, alle mie parole Travis aggrottò la fronte. “Dato che, questa, probabilmente, sarà l’ultima volta in cui avrò l’enorme piacere di vederti, potremmo fare una cosa”. Io ed il sarcasmo: una combinazione invincibile. “Ora, noi due, ci diremo in totale sincerità pregi e difetti dell’altro”, dissi, con la parvenza di un sorriso divertito sul volto. “Preparati perché, la tua lista di difetti potrebbe durare in eterno”.

L’espressione di Travis pareva sbalordita. Sbatté le palpebre un paio di volte, apparentemente confuso ed indeciso su cosa rispondere: sembrava addirittura che lo avessi sconvolto, quando, in realtà, la mia idea non aveva un briciolo di senso.

Dopo alcuni istanti, lui ruppe il silenzio.

Questa è l’ultima volta in cui ci vediamo, giusto?”, sussurrò incerto, guardandomi di sottecchi.

Si, quindi non abbiamo nulla da perdere”, risposi semplicemente.

Alzò un sopracciglio, ma poi mi rivolse uno strano sorriso, a cui ovviamente non mi azzardai a rispondere.

Sorridi troppo, ragazzo!

“Va bene, ci sto!”, esclamò, divertito come un bambino a Natale. Mi porse la mano ed io la strinsi con forza, cercando di fargli comprendere quanto, lui, in tutto e per tutto, non mi facesse alcun effetto.

Quanto sei sicura di te, Maya!

Coscienza, smettila di fare la simpatica!

“Comincio io!”, dissi anticipandolo sul tempo, prima che lui potesse proferire parola.

Che gentile”, ironizzò lui, per un momento, per poi assumere una strana aria di sfida, ma non mi lasciai intimorire da quelle iridi color nocciola, capaci di lasciarmi senza un pensiero in testa, ma al tempo stesso di riempirmi di fantasie e paranoie.

Che il gioco cominci!

*

Ciao bella gente! Che dire...
Questo capitolo non è tra i più convincenti, ma è stato buttato giù di getto: volevo mantenere la mia parola e postarvi il seguito prima della mia partenza!
Il finale... Si, lo so! Sempre lo stesso... Ma, fidatevi, aspettate ancora un pochino che poi si comincia a ragionare! (muahahah)

Comunque... Come sempre grazie a chi legge, a chi mi segue e a chi solamente legge in silenzio! Un bacione enorme a tutti <3

Ci "vediamo" la prossima settimana!
Un mega abbraccione a tutti voi,
Chiara 

p.s. Ovviamente fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo! :)
  
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