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La
mia simpatica coscienza,
per una volta, arrivò in mio soccorso al momento opportuno.
No,
non dovevo ammorbidirmi. Non potevo proprio!
Distolsi
lo sguardo da Travis e tornai a fissare la tenda
che ancora resistiva alla pioggia, anche se sembrava nettamente
diminuita.
“Tutto bene?”,
mi chiese lui con l’ennesimo soffio sulle orecchie e il tono
quasi gentile.
Respirai
a fondo per un paio di secondi, indecisa se
rispondere o meno a quella domanda, ancora intontita da quei suoi occhi
ipnotici.
“Si, Travis”,
risposi, flebile, “Mi fa solamente
male
il collo”, aggiunsi con la mano poggiata ancora sul
punto dolente.
Mi
massaggiai la pelle per alcuni secondi, come se
sapessi quello che stavo facendo, ma la realtà era ben
diversa: non avevo idea
della serie di azioni che, in quel momento, stavo compiendo, cercavo
solamente
un pretesto per troncare la conversazione o per cambiare argomento.
Poi
lui posò la sua mano sulla mia, quella ancora sul
collo, e la spostò con delicatezza. “Posso?”,
mi chiese con una punta di gentilezza nella voce.
Proprio
non gli si addicevano quelle premure.
Voltai
leggermente il viso verso di lui, senza però
guardarlo in faccia. Sentivo ancora dentro di me la paura di incontrare
quegli
occhi capaci di farmi tremare.
“Cosa vorresti
fare?”.
“Un massaggio,
nulla di che, ma ho imparato qualcosa dopo molte sedute dal
massaggiatore”.
“Vuoi farmi un
massaggio?”, domandai alzando un sopraciglio.
“Si, ho visto il
tuo sguardo quando ti sei voltata verso di me”,
parlò, distogliendo gli
occhi da me. “Penso che tu abbia
preso
freddo oppure che tu abbia una contrattura”.
Lo
guardai sottecchi per un momento, cercando di
analizzare a fondo la sua espressione che, purtroppo, non lasciava
trapelare
nulla.
“Tu, vuoi fare un
massaggio. A me”, dissi ancora, osservandolo
stranita. “Che fine ha fatto lo
stronzo di un’ora fa?”,
domandai con un’espressione interrogativa e tutto il sarcasmo
possibile.
Lui
rise, mostrandomi la sua serie di denti perfetti. “Visto che la tua stima di me è pari allo
zero, sto cercando di… sorprenderti”, mi
rispose, incerto.
Gli
occhi di Travis indugiarono sul mio collo e sul lembo
di pelle della spalla che usciva dalla felpa.
Vidi
il suo petto alzarsi piano e capii che, in quel
momento, stava respirando a fondo, come se si stesse trattenendo dal
fare
qualcosa. Mi chiesi se la tensione che invadeva me, in quel frangente,
stesse
attaccando anche lui.
Poi
i miei occhi si soffermarono sulla sua clavicola e
sui muscoli che si intravedevano dalla sua felpa e, in un attimo,
sentii le
guance accaldarsi e il fiato mancare, davanti a quella visione.
Terra
chiama Maya! Terra chiama Maya!
L’aria
era tornata tesa e piena di quello che sembrava un
incontro a metà strada tra imbarazzo e… desiderio?
No,
non è possibile!
Non
poteva esserlo, assolutamente!
Lui
aveva già dimostrato
in svariate occasioni la sua avversione verso di me ed io
proprio non lo
sopportavo. Anche se avevo già ammesso a me stessa quanto
fosse attraente,
quanto fosse dannatamente affascinante.
Accidenti!
Alzai
lo sguardo e trovai ancora gli occhi di Travis a
scrutarmi. Sembrava stesse nascondendomi qualcosa, ma preferii non fare
domande
e così tornai a fissare la tenda davanti a me.
La
mia mente correva a mille, cercando di decidere cosa
fare, poi un pensiero mi balenò in testa: dopo quella
giornata sarebbe tutto
finito.
E
allora al diavolo tutto!
Presi
un profondo respiro e abbassai quel poco la zip
della felpa per poter scoprire le spalle.
“Dai, fai questo
massaggio, poi andiamo via”, mormorai senza alcuna
convinzione. Mi legai la
cascata di capelli ricci scuri in alto, in un concio fatto alle meglio
e chinai
il capo, in attesa.
Mi
sentivo stranamente agitata, come se fossi stata
ancora a scuola davanti ad un’interrogazione.
Percepivo
l’aria fresca, che entrava dagli spifferi di
quell’abitacolo,
sfiorarmi le spalle, facendomi rabbrividire e venire la pelle
d’oca.
Improvvisamente
le mani di Travis si posarono sul mio collo
e sussultai per la sorpresa: erano stranamente calde e, a contatto con
il mio
corpo e le mie spalle rinfrescate, sentii la pelle pungere.
Per
alcuni secondi, lui, mi carezzò con una delicatezza
che proprio non gli si addiceva.
Che
meraviglia…
Se
non avessi discusso così tanto oppure se Travis non
avesse avuto quello strano carattere, quel particolare momento mi
sarebbe anche
piaciuto.
Mi
sarebbe piaciuto veramente tanto: mi sarei poggiata
alla sua schiena, in attesa della sua mossa seguente, crogiolandomi tra
le sue
braccia forti e quel profumo di salsedine.
Non
sopportavo quel ragazzo, ma avevo già ammesso uno smisurato
numero di volte quanto fosse… sexy.
Al
diavolo!
Si,
era sexy e mi rendevo conto solamente in quel momento
di quanto difficile fosse resistergli.
Strabuzzai
gli occhi alla reazione del mio corpo : mi
irrigidii all’istante, stupita dal piacere che provavo grazie
alle mani di
quello strano ragazzo.
Dopo
alcuni secondi di indecisione, Travis cominciò a
massaggiare la mia pelle ed i miei muscoli.
Finalmente
cominciai a rilassarmi, come se fossi appena
stata immersa in una vasca piena d’acqua calda e
bagnoschiuma. Sospirai
estasiata dai movimenti precisi, delicati, ma allo stesso tempo decisi
delle
mani di quel ragazzo. Avrei potuto credere a tutto, ma di certo non
alle sue
evidenti capacità di massaggiatore, tuttavia mi dovetti
ricredere.
Mi
sentivo stranamente leggera, come se tutta la
preoccupazione e la tensione di pochi istanti prima fosse svanita nel
nulla e
mi avesse liberata di un peso enorme.
Dopo
essere rimasto per alcuni minuti sul collo, passò
alle spalle e lì la mia mente cominciò a
viaggiare, lasciando perdere il
pianeta Terra.
“Sai che sei
davvero bravo, Travis?”, gli dissi con la voce un
po’ impastata.
Lo
sentii ridere leggermente, senza però smettere di
massaggiare la mia pelle e mandarmi in estasi. Avvertii il suo respiro
sfiorarmi le spalle.
Anche
se avessi voluto, non sarei riuscita a muovere un
muscolo: ero talmente rilassata che il collegamento cervello-corpo
sembrava
essersi disconnesso.
“Ti ringrazio, Maya”.
Lui mi riportò con i pensieri al presente, ma si
zittì all’istante.
Per
quanto risultasse piacevole, una volta tanto, il suo
silenzio, la situazione risultava a dir poco imbarazzante.
Dovevo
allentare quella tensione, in qualche modo.
“Quindi ti piace il
mio nome”, mormorai più a me stessa che
a lui.
Travis
si bloccò un momento, con le mani calde e
leggermente callose sulle mie spalle.
Mi
irrigidii quando i suoi pollici carezzarono la linea
del mio collo sempre con delicatezza.
Maya
non cedere!
La
mia coscienza si rivelò più determinata di me.
“Speravo te ne
fossi dimenticata”, disse serio, ma poi rise,
ricominciando con i suoi
massaggi.
Soppesai
per un momento le sue parole, cercando di dargli
un senso, ma poco dopo scossi la testa, lasciando perdere le mie
paranoie.
Travis
si agitò dietro di me e quando finalmente la
possibile tarantola che lo tormentava si fermò, mi
sembrò più vicino rispetto a
poco prima.
Provai
a lanciargli uno sguardo, con la coda dell’occhio,
sperando che lui non se ne accorgesse e ne ebbi la conferma: un minimo
movimento e sarei stata tra le sue braccia.
Grazie
al silenzio di tomba che era calato per l’ennesima
volta sulle nostre teste, riuscii a percepire la pioggia nettamente
diminuita.
Pensai a quanto poco tempo mi distanziasse dal ritorno a casa.
“Si, Maya, il tuo
nome mi piace: ha un bel suono e, inoltre, penso che ti si addica”,
affermò
poco dopo.
“Mi si addice?”,
chiesi curiosa.
“Si, perché è un
nome con un certo carattere, ma ha anche qualcosa
di…”, si fermò, indeciso
su cosa dire. “Misterioso”,
aggiunse
con l’ennesimo soffio sulle mie spalle.
Alzai
il capo, sorpresa dalle parole che aveva appena
utilizzato e lui fermò ancora le sue mani.
“Misterioso… sarei
misteriosa, io?”, chiesi, voltandomi verso di lui
ed alzando un
sopracciglio.
Un
sorriso divertito apparve sulle labbra di Travis,
tremendamente vicine alle mie. Ancora. Ma in quell’occasione
non avevo alcuna
possibilità di muovermi, di allontanarmi
e quando il mio sguardo si allacciò al suo, non
riuscii a trovarne
nemmeno la forza.
Mi
sentivo impietrita, come se ogni muscolo del mio corpo
mi avesse abbandonata.
Sbattei
le palpebre un paio di volte ed il sorriso del
ragazzo davanti a me scomparve, lasciando spazio ad
un’espressione quasi
smarrita. Poggiò le mani sulle ginocchia, ai miei fianchi, e
sospirò, ma senza
smettere di scrutarmi.
“Lo sai che mi
metti a disagio, vero?”, dissi schietta.
Quello
squarcio divertito tornò ad illuminare il volto di
Travis, ma per quanto potesse essere accattivante con
quell’espressione sul
viso, non riuscii a fare a meno di trovarlo tremendamente fastidioso.
Non
riuscivo proprio a capire cosa ci fosse di divertente.
Lo
fissai torva, mentre lui ancora se la rideva.
“Io ti metto a
disagio? Non ti rendi conto di quanto tu metta a disagio me!?”,
esclamò sempre
con quel sorriso.
“Cosa? Come posso
farlo?”, gli domandai allibita.
“Con il tuo
comportamento, il tuo carattere, il tuo aspetto”,
rispose.
Mi
irrigidii ancora, diventando quasi di marmo.
Lo
metto a disagio per il mio aspetto?
Potevo
capire per il mio carattere: non sono mai stata
una persona facile, non sono mai piaciuta a molta gente; ma non capivo
davvero
come potessi imbarazzarlo per il mio aspetto.
Travis
si mosse e notai il suo avvicinarsi, anche se
solamente di alcuni centimetri.
Era
più vicino che mai. Ancora un mossa sarei finita per
baciarlo.
Dannazione!
Lui
metteva a disagio. E molto.
Il
suo essere terribilmente lunatico era snervante e mi
chiesi che cosa ci facesse così vicino a me, cosa diamine
volesse da me, ma non
riuscivo a trovare una risposta con un briciolo di senso.
Era
davvero insopportabile, arrogante, pieno di se,
strafottente… ma pur sempre fastidiosamente attraente. Forse
anche troppo.
“Come
può, il mio aspetto, metterti in imbarazzo?”,
chiesi, guardando la tenda ed innervosendomi ancora di più
sentendo Travis
ridere.
Dopo
alcuni istanti parlò: “Me
lo stai chiedendo seriamente, Maya?”, chiese con
una punta di
sarcasmo nella voce.
Lo
fissai, come se stesse parlando in un’altra lingua,
mentre lui, ancora vicino a me, non dava segni di cedimento. Poi nella
mia
mente balenò un’idea.
“Facciamo un patto”,
alle mie parole Travis aggrottò la fronte. “Dato
che, questa, probabilmente, sarà l’ultima volta in
cui avrò l’enorme piacere di
vederti, potremmo fare una cosa”. Io ed il
sarcasmo: una combinazione
invincibile. “Ora, noi due, ci
diremo in
totale sincerità pregi e difetti dell’altro”,
dissi, con la parvenza di un
sorriso divertito sul volto. “Preparati
perché, la tua lista di difetti potrebbe durare in eterno”.
L’espressione
di Travis pareva sbalordita. Sbatté le
palpebre un paio di volte, apparentemente confuso ed indeciso su cosa
rispondere: sembrava addirittura che lo avessi sconvolto, quando, in
realtà, la
mia idea non aveva un briciolo di senso.
Dopo
alcuni istanti, lui ruppe il silenzio.
“Questa è l’ultima
volta in cui ci vediamo, giusto?”,
sussurrò incerto, guardandomi di
sottecchi.
“Si, quindi non
abbiamo nulla da perdere”, risposi semplicemente.
Alzò
un sopracciglio, ma poi mi rivolse uno strano
sorriso, a cui ovviamente non mi azzardai a rispondere.
Sorridi
troppo, ragazzo!
“Va
bene, ci sto!”,
esclamò, divertito come un
bambino a Natale. Mi porse la mano ed io la strinsi con forza, cercando
di
fargli comprendere quanto, lui, in
tutto e per tutto, non mi facesse alcun effetto.
Quanto
sei sicura di te, Maya!
Coscienza,
smettila di fare la simpatica!
“Comincio
io!”, dissi
anticipandolo sul tempo, prima che lui potesse
proferire parola.
“Che gentile”,
ironizzò lui, per un momento, per poi assumere una strana
aria di sfida, ma non
mi lasciai intimorire da quelle iridi color nocciola, capaci di
lasciarmi senza
un pensiero in testa, ma al tempo stesso di riempirmi di fantasie e
paranoie.
Che il gioco cominci!
Ciao bella gente! Che dire...
Questo capitolo non è tra i più convincenti, ma è stato buttato giù di getto: volevo mantenere la mia parola e postarvi il seguito prima della mia partenza!
Il finale... Si, lo so! Sempre lo stesso... Ma, fidatevi, aspettate ancora un pochino che poi si comincia a ragionare! (muahahah)
Comunque... Come sempre grazie a chi legge, a chi mi segue e a chi solamente legge in silenzio! Un bacione enorme a tutti <3
Ci "vediamo" la prossima settimana!
Un mega abbraccione a tutti voi,
Chiara
p.s. Ovviamente fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo! :)