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Autore: cassiana    31/03/2014    3 recensioni
Kathryn ha una serata libera e decide di trascorrerla nel ponte ologrammi dove ben presto troverà una piacevole e inaspettata compagnia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chakotay, Kathryn Janeway | Coppie: Chakotay/Janeway
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: No, non mi appartengono perché se lo avessero fatto le cose sarebbero andate in tutt’altro modo!

Note: il titolo fa il verso a uno slogan che recita più o meno “What happens in Vegas stays in Vegas” che in ambiente trekker è diventato “What happens on the holodeck stays on the holodeck” (e sì io voglio ancora una maglietta con questa scritta!)

Time line: prima stagione dove ci sono ancora un alpha!Chakotay e una flirting!Kathryn con cui giocare…

Scritta per la BDT @ fanfic100_ita  col prompt  011. Rosso

 

What happens on the holodeck…

 

Kathryn si appollaiò su uno degli alti sgabelli davanti al bancone del bar da Sandrine. Con una smorfia si massaggiò la caviglia dolorante: che diavolo le era venuto in mente quando aveva replicato quelle scarpe? Le osservò critica ma non poté fare a meno di sorridere: erano un classico modello del ventesimo secolo dal tacco alto almeno dodici centimetri, plateau compreso, rosse come il peccato. Quasi sbottò a ridere: e quell’espressione da dove le era uscita fuori? Scosse lievemente la testa, forse quelle scarpe non erano adatte ad un capitano della flotta stellare ma Kathryn alzò le spalle con noncuranza. Era la sua serata libera e per una volta aveva diritto a pensare solo a se stessa, rilassarsi senza preoccuparsi della Voyager, dei problemi del suo equipaggio e di cosa fosse o meno appropriato al suo ruolo di capitano. Con un cenno chiamò il barista e ordinò un cosmopolitan. Kathryn sorrise di nuovo, chissà perché quella serata era tutta improntata al ventesimo secolo, senza dubbio doveva essere suggestionata dall’ultimo romanzo che stava leggendo!

Il barista le sorrise e lei lo trovò incredibilmente carino, capelli biondi e riccioluti, sorriso aperto e grandi occhi chiari con qualche piccola rughetta d’espressione a circondarli. Sembrava giovane e Kathryn sorrise di rimando e si sistemò meglio sullo sgabello, mettendo in mostra le gambe. Quelle scarpe la facevano sentire sexy come non le era capitato da tempo. Aggrottò le sopraciglia. Naturale che non si sentisse seducente impegnata com’era a dare sempre il massimo al comando di una nave spaziale sperduta in un quadrante sconosciuto a settantamila anni luce dalla terra. Quando il barista tornò col suo cocktail Kathryn si appoggiò al bancone e lo gratificò con un sorriso provocante, c’era qualcosa in lui di così fresco e sensuale! Kathryn ghignò: voleva davvero flirtare con un ologramma? Quando fosse giunta al punto di doversi cercare un’avventura con un tizio olografico bè allora sarevve stata pronta per gettarsi dal primo portellone libero! Il barista nel frattempo aveva poggiato il cocktail di fronte a lei:

- Ecco un ottimo drink per una bellissima signora!

Disse galante e Kathryn ridacchiò deliziata.

- Vieni qui spesso?

La profonda voce di Chakotay la fece sussultare. Si voltò a guardarlo con sospetto e per un momento si domandò se non fosse un ologramma anch’esso, ma il lieve sorriso che gli danzava agli angoli della bocca le confermò che era proprio il suo Primo Ufficiale. L’uomo intanto aveva ordinato un drink per sé.

- Chakotay credevo di aver bloccato il ponte ologrammi! Come hai fatto ad entrare?

Non voleva sembrare seccata, era veramente curiosa, ma quella era la sua serata!

- Conosco qualche trucchetto…ma se vuoi me ne vado.

Chakotay fece per alzarsi e in quell’istante Kathryn si diede dell’idiota: insomma la scelta era se trascorrere la serata flirtando con un ologramma o passarla insieme a Chakotay e che fosse dannata se non avrebbe preferito la compagnia dell’attraente ufficiale!

- Resta!

Il sorriso di Chakotay esplose in tutta la sua gloria confermandole di aver fatto la scelta giusta. Kathryn mescolò pensierosa il suo drink:

- Ho sentito che ci sono ancora problemi in Ingegneria, gli attriti con i maquis non si sono ancora placati e…

Chakotay le sollevò il mento con un dito e la costrinse a guardarlo:

-  Kathryn guardami: ti sembra che io porti una divisa?

Kathryn fu elettrizzata da quel contatto e in effetti Chakotay indossava pantaloni casual e una camicia scura che ne disegnava il torso in un modo che Kathryn trovò estremamente piacevole da guardare, che era poi l’unica cosa che si sarebbe mai permessa di fare.

- Così devo dedurre che non sei venuto a ragguagliarmi sull’andamento della Voyager?

Sorrisero entrambi. Sarebbe stato bello poter conoscersi al di là dei loro ruoli ufficiali. Kathryn si rilassò e alzò il bicchiere in un brindisi silenzioso. Bevvero e chiacchierarono, risero molto e bevvero ancora. Kathryn si rese conto, man mano che passavano le ore, che la compagnia di Chakotay le piaceva davvero. Il Primo Ufficiale era un uomo divertente, istruito, incredibilmente affascinante e gridava PERICOLO! da ogni poro. E non solo perché era stato (lo era ancora?) un ribelle. Ma questo non faceva altro che rendere più interessante la sua compagnia. La verità era che a Kathryn piaceva come la guardava Chakotay: in un modo che la faceva sentire bella e desiderabile…donna. Era da tempo che Kathryn non provava più sensazioni simili, la sua relazione con Mark era divenuta una sorta di amicizia fraterna. Non ci aveva mai badato prima perché dopo il disastro di Paul Kathryn credeva di aver messo da parte gli slanci passionali a favore di sentimenti meno intensi ma non meno reali di quelli provati nella sua giovinezza.

Ma l’arrivo dell’ex maquis aveva messo in discussione tutto. E Kathryn sapeva benissimo che non erano queste le sensazioni che avrebbe dovuto provare: era pur sempre un Capitano della Flotta e Chakotay un suo sottoposto; non c’era modo che le cose tra di loro potessero evolvere.

Chakotay notò l’espressione pensierosa sul viso del capitano e le prese una mano stringendola tra le sue, forti e calde.

- Rilassati Kathryn: quello che succede sul ponte ologrammi resta sul ponte ologrammi.

Kathryn suo malgrado allargò le labbra in un sorriso divertito.

- Oh, Chakotay…non posso credere che tu conosca quel motto ridicolo!

- Ridicolo? Kathryn se solo tu sapessi quante carriere ha salvato!

Ammiccò maliziosamente mostrando quelle sue fossette assassine. Era una proposta? Perché in quel caso Kathryn sapeva che avrebbe dovuto ritirarsi in quel preciso momento e non ne aveva nessuna voglia. Il locale si era nel frattempo svuotato anche di quei pochi ologrammi che figuravano come personaggi di sfondo e anche il barista era cambiato: invece del ragazzo carino un uomo grasso aveva preso il suo posto e stava pulendo con indolenza i bicchieri in un angolo. Il capitano sospettò che anche questa fosse opera di Chakotay. Si sarebbe far dovuta far insegnare uno o due di quei suoi trucchetti maquis una volta o l’altra.

- Vuoi ballare?

Chakotay si era alzato e le porgeva la mano. In sottofondo suonava un blues e una voce graffiante cantava di incantesimi d’amore. Annuì e si diresse al centro del locale rendendosi conto a malapena che con quelle scarpe stava praticamente ancheggiando di fronte a Chakotay e mancò di vederne lo sguardo intorpidito dal desiderio.

- Sono anni che non ballo, forse ti pesterò un po’ i piedi!

Si scusò goffa e Chakotay sorrise mostrando le fossette.

- Spero proprio di no, con quei tacchi! Tranquilla appoggiati a me, così.

Kathryn sarebbe voluta sprofondare, ma ubbidì se non altro per nascondere l’imbarazzo e trovò immediato conforto tra le braccia del Comandante. Appoggiò il viso alla sua spalla e si lasciò cullare dalla musica, godendo del calore di Chakotay e rabbrividendo quando il suo respiro le sfiorò un orecchio. Non voleva alzare gli occhi e rischiare di guardare in volto l’uomo: era sicura che se avesse osservato troppo a lungo le sue labbra e quelle maledette fossette avrebbe voluto baciarlo. Si maledì per essersi infilata in una situazione così poco protocollare e biasimò Chakotay per avercela messa. In realtà Kathryn era fin troppo consapevole che prima o poi entrambi si sarebbero trovati in quella situazione: lui le piaceva e adesso sapeva che la cosa era reciproca. Non aveva dimenticato lo sguardo che le aveva dato la prima volta che era salito sulla Voyager: il ricordo aveva ancora il potere di farla rabbrividire anche se al momento era stata furiosa. Le mani del Comandante le massaggiavano la schiena delicate.

- Kathryn, guardami.

Lei sollevò il volto e le labbra di Chakotay erano così vicine che Kathryn aveva paura anche di respirare per timore che accadesse qualcosa d’irreparabile. Immaginò che quelle labbra le sfiorassero una tempia e scendessero delicate lungo il viso, la mascella, il mento per soffermarsi infine sulla pelle sottile del collo titillandola gentilmente. Kathryn chiuse gli occhi e inarcò il capo di lato quasi ad invitare Chakotay a baciarla, oh desiderava così tanto sentire i suoi denti contro la gola scoperta! Con uno sforzo Kathryn aprì gli occhi e si staccò da lui ancora così incredibilmente vicino. Gli posò una mano sul petto, a tenerlo lontano.

- Devo sedermi un attimo: queste scarpe mi stanno uccidendo!

Notò il disappunto sul volto di Chakotay e non le importò di sembrare impacciata: doveva bloccare ad ogni costo l’attrazione che li stava divorando. Quella sì che poteva diventare una situazione da allarme rosso! Il Comandante la seguì ad uno dei tavolini. Kathryn era già scivolata su una delle sedie, massaggiandosi una caviglia. Senza dire niente Chakotay le sollevò la gamba e se la mise in grembo. Le accarezzò la caviglia dolorante indifferente al tacco che gli premeva contro una coscia. Kathryn si abbandonò alle carezze, se possibile questo era ancora peggio! Chakotay non faceva altro che alimentare il fuoco latente che covava tra di loro. Kathryn si appoggiò languida sullo schienale sopraffatta dai brividi, il collo esposto. Mentre le dita di Chakotay le sfioravano la pelle sottile Kathryn desiderò che lui la baciasse: voleva sentire le labbra su di sé e assaporare il suo sapore. Voleva che le mani di Chakotay si facessero audaci contro il suo seno e voleva premere le sue per sentire se davvero il corpo dell’uomo era saldo come sembrava. Voleva pelle contro pelle, labbra contro labbra, respiro dentro respiro. Voleva Chakotay dentro di lei. ALLARME ROSSO! ALLARME ROSSO! Kathryn aprì di colpo gli occhi: Chakotay si era fermato e la guardava, serio. Per un momento nessuno dei due parlò o si mosse. Poi Kathryn deliberatamente appoggiò la gamba a terra, si alzò e si diresse verso la porta del bar.

- Buonanotte Comandante.

Disse mentre lo oltrepassava sfiorandogli una spalla.

   
 
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