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Autore: Woonie_cutest    31/03/2014    2 recensioni
L’amore. Non conta che uno sia ricco, povero, alto, basso, grasso, magro, l’importante è l’amore, che si origina nel cuore delle persone e proprio non ne vuole sapere di andarsene...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, D.O., D.O., Kai, Kai, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Nota dell'autrice: allora, finalmente posso pubblicare anche questa ff. Devo ammettere che è stata proprio un parto, ma ce l'ho fatta! Scusate per averci messo tanto >.< Un ringraziamento speciale speciale va alla mia Dongsaeng del corazon, che mi ha sostenuta e aiutata nella stesura della storia *e che mi ha sopportata*! Grazie mille Dongsaeng, grazie per tutto! Ti voglio tanto bene <3 <3 <3 
Bene, e adesso potete cimentarvi nella lettura della ff... Se ve gusta *o se avete critiche* recensite ^_^ 
Mi raccomando, ditemi cosa ne pensate ;)
Ok, ora scappo... Un bacio a tutti!!! <3


L’amore. Non conta che uno sia ricco, povero, alto, basso, grasso, magro, l’importante è proprio l’amore, che si origina nel cuore delle persone e non ne vuole sapere di andarsene. Ma come si fa a capire che ci si è innamorati? Il battito aumenta, le mani tremano, gli occhi si ingrandiscono a mo’ di cuore, si cura di più la propria persona e non si fa altro che pensare all’amato. Non è facile però accorgersene e spesso passa molto tempo prima di capire di essere veramente innamorati, come successe a Jongin, un ragazzo di vent’anni, alto, castano, con gli occhi scuri e grandi, labbra carnose, sorriso killer, corpo da ballerino che non esitava mai a mettere in mostra.
Tutto iniziò nell’inverno del 2012, quando Jongin stava ancora frequentando il liceo. Era molto popolare, se non il più popolare, amato da tutte le ragazze della scuola, stimatissimo dai professori e dai genitori. Insomma, il ragazzo perfetto. 
Un giorno, la professoressa Hwan, coordinatrice della sua classe, annunciò l’arrivo di un nuovo compagno, Kyungsoo, appena trasferitosi da Jeju.
-Accogliete Kyungsoo e fatelo sentire “a casa”- disse.
Ed ecco che entrò il nuovo ragazzo. Jongin notò subito i suoi occhi: erano giganteschi, lo facevano assomigliare ad un alieno; ma era molto carino, non tanto alto, con un bel fisico. La divisa scolastica gli calzava a pennello e le ragazze subito iniziarono a bisbigliare tra loro dicendo quanto fosse bello il  nuovo arrivato. Kyungsoo si sedette accanto a Baekhyun, il migliore amico di Jongin, ma subito la professoressa decise di fare uno scambio di posti: il compagno di banco di Jongin, Chanyeol, si dovette spostare vicino a Baekhyun (e, una volta vicini, iniziarono a mandarsi sorrisi e occhiate dolci), mentre Kyungsoo si trasferì accanto a Jongin.
-È meglio così- disse la professoressa- Jongin, aiuta Kyungsoo se si trova in difficoltà, capito?-
-Certo professoressa, lo farò-
La lezione poté così cominciare. Kyungsoo seguiva attentamente ogni parola degli insegnanti, prendeva appunti e si mostrava sempre interessato a ciò che veniva detto.
Presto si fece molti amici. Con loro usciva spesso, capitava anche che studiassero insieme, e con il suo aiuto tutti riuscivano a prendere voti più alti. Aveva semplicemente un effetto positivo sugli altri, e gli altri ce l'avevano su di lui. Era diventato amico specialmente con Chanyeol. Si sentiva molto legato a lui, felice in sua compagnia. Ogni volta che s'incontrava con lui, il suo cuore iniziava a battere forte, il respiro gli si troncava e se Chanyeol lo toccava, o anche solo sfiorava, gli veniva la pelle d'oca e un brivido, che in realtà era molto piacevole... Tutto era piacevole con Chanyeol. Eppure l'amico non passava il suo tempo solo con Kyungsoo: uno dei suoi migliori amici era sicuramente Baekhyun, con il quale però era più di un semplice amico. I due infatti erano sempre insieme, non si staccavano mai e quando Chanyeol usciva con Kyungsoo, Baekhyun era lì con loro. Avevano un rapporto speciale, si volevano bene, non si trattava solo di una sveltina e via, anche se poteva sembrarlo. Inoltre condividevano tante passioni, sentimenti, emozioni: non c’era giorno in cui non si vedessero, in cui non si prendessero per mano e non si coccolassero l'uno nelle braccia dell'altro. Tutti erano al corrente della situazione, Jongin incluso. 
D’altra parte, però, Jongin non riusciva a sopportare il nuovo arrivato. Quest’ultimo era costantemente circondato da ragazze e ragazzi, rispondeva sempre alle domande dei professori prima di lui: in pratica stava prendendo il suo posto. A volte gli veniva addirittura voglia di picchiarlo, di tirargli un pugno in faccia per sfogarsi, ma Kyungsoo non riusciva ad accorgersene. Era tanto intelligente, ma a volte sembrava il più stupido e illuso del mondo (e forse in fondo  lo era). Infatti l’invidia di Jongin non era la sola cosa di cui non si accorgeva…
Era una giornata di primavera, faceva caldo, il sole splendeva alto nel cielo e i fiori erano sbocciati in mille colori e profumi. Kyungsoo, Chanyeol, Baekhyun, Jongdae, Minseok, Sehun, Joon Myun (dei compagni di classe) avevano programmato di andare al cinema per vedere un film. Si ritrovarono davanti al cinema alle nove meno un quarto per lo spettacolo delle nove e, una volta arrivati tutti, comprarono i biglietti. Entrarono nella loro sala e si sedettero attendendo l’inizio del film. Kyungsoo era vicino a Chanyeol, che a sua volta condivideva il bracciolo con Baekhyun, e spesso capitava che le loro mani si avvicinassero e si intrecciassero. Finita la prima parte, i due dissero che avevano urgente bisogno di andare in bagno, così tutti scostarono e piedi per farli passare e misero a chiacchierare tra loro. Dopo un quarto d’ora cominciò la seconda parte, ma Chanyeol e Baekhyun non erano ancora tornati. Perciò Kyungsoo si alzò e si recò nei bagni per controllare che tutto stesse andando bene. Aprì la porta del bagno e subito sgranò gli occhi.
Vide per primo Baekhyun, con la schiena rivolta verso la parete. E Chanyeol che lo stringeva e lo spingeva insistentemente contro il muro. Baekhyun a malapena respirava: aveva i capelli spettinati dalle mani di Chanyeol che continuavano a insinuarsi tra le ciocche castane dell'amico, a prenderle, afferrarle, tirarle, cosa che lo eccitava ancora di più. Chanyeol premeva con forza le sue labbra contro quelle di Baekhyun, le mordicchiava, le consumava, non le lasciava andare… Non voleva perdersi nemmeno un secondo di Baekhyun, nemmeno un sospiro, nemmeno un soffio. E Baekhyun non era da meno. Ad un certo punto prese il controllo della situazione e afferò Chanyeol per le braccia, facendolo roteare e spingendolo a sua volta contro il muro, ma la forza di Chanyeol fu superiore e di nuovo Baekhyun si trovò contro il muro, con le labbra attaccate a quelle dell’altro, inseparabili, indivisibili. Chanyeol continuava a toccare Baekhyun dappertutto, tirandogli su la maglia, afferrandolo per il suo bel culetto, che tanto adorava, alzando un ginocchio tra le sue gambe e facendolo gemere fino allo sfinimento. Kyungsoo iniziò a muovere la testa come volesse dire NO e indietreggiò, colpendo un cestino pieno di fazzoletti usati, che cadde, spaventando i due che “amoreggiavano" appassionatamente. Baekhyun subito si allontanò da Chanyeol e arrossì. Chanyeol, dopo aver visto il suo amico sgranò gli occhi, cercò di avvicinarsi a lui, ma Kyungsoo fece qualche passo indietro, uscendo dal bagno, e poi dal cinema, mettendosi a correre sotto la pioggia che iniziò a cadere improvvisamente pochi secondi prima dell'uscita del ragazzo. Correva e correva, ripensando a quella scena, ai baci dati con ardore, ai corpi di Baekhyun e di Chanyeol vicini, attaccati, stretti, abbracciati, a quant’era stato stupido credendo che anche Chanyeol sentisse le stesse cose che lui provava. No, non riusciva proprio a togliersi dalla testa quello che aveva visto, lo tormentava, lo faceva rodere, piangere, soffrire, come se fosse stato pugnalato alle spalle o investito da un tir. Non sapeva dove stesse andando, vagava per le strade di Seoul con la pioggia incessante e le gocce d’acqua che lo colpivano sulla testa, bagnandolo. Ma a lui non importava, non sentiva la pioggia, non sentiva nulla, era completamente isolato dal resto del mondo. 
Ad un certo punto si mise a correre per la strada e volle attraversare dall’altra parte. Passo dopo passo avanzava, finché… 
-Kyungsoo! NO!!!!!- Jongin si precipitò sulla strada e spinse Kyungsoo perché non fosse investito da una macchina in arrivo, ed entrambi finirono sull’asfalto bagnato, salvi. 
L’acqua continuava a scendere in tante goccioline. Kyungsoo e Jongin erano seduti sugli scalini di un negozio, un po’ riparato. Nessuno dei due aveva il coraggio di parlare di quello che era appena accaduto. Kyungsoo aveva rischiato di perdere la vita e Jongin l’aveva salvato… “Quasi quasi avrei potuto lasciarlo lì, così non mi avrebbe più dato fastidio…” pensava Jongin. 
-Perché ti sei buttato sulla strada? Perché non sei rimasto al tuo posto? Cos'è successo?-
-Io... Non lo so... Ho... Ho... Ho... Visto… C-c-c-chanyeol... C-c-c-con B-b-b-baekhyun…-
-Ma non lo sapevi??- 
-Non sapevo cosa?-
-Che loro due stanno insieme-
A quel punto Kyungsoo si sentì mancare. Un forte calore gli attraversò il corpo, lo fece sentire impotente, debole, ferito, stupido. Sì, stupido... Come aveva fatto a non accorgersene prima? Lo sapevano tutti, Kai incluso, tutti tranne lui. Non aveva nessuna idea di cosa fare, di come comportarsi da quel momento in poi con Chanyeol e con Baekhyun. Sarebbero ancora usciti insieme? Avrebbero ancora parlato? Sarebbero ancora stati amici?? 
-Pensavo fossi mio amico- disse Kyungsoo
-Pensavo lo sapessi-
-E invece no. E comunque non mi avete mai dato alcun indizio... Alcun suggerimento-
-Sei tu quello che non se ne accoorgeva. Non hai mai notato come si comportavano quand'erano vicini, come si tenevano per mano, come sorridevano per battute stupide che uno dei due faceva e che non erano affatto divertenti? Come Chanyeol accompagnava sempre a casa Baekhyun, come Baekhyun si accoccolava sempre tra le braccia di Chanyeol perché aveva paura, o semplicemente voleva stargli accanto? Come hai fatto a non notare tutto questo?-
-Non lo so... Ora mi sento un idiota... Come ho fatto? Bella domanda. Come può uno, innamorato di un ragazzo, accorgersi che quello stesso ragazzo è a sua volta innamorato di uno dei suoi migliori amici? È così difficile da capire?- disse Kyungsoo con le lacrime che ormai si erano mischiate alle migliaia di goccioline d'acqua che continuavano a cadere sulla sua faccia. Jongin non sapeva più cosa dire: in fondo Kyungsoo aveva ragione, in fondo era vero quello che aveva detto, in fondo anche Kyungsoo era una persona con sentimenti, emozioni, che era in grado di divertirsi, di soffrire, di amare. Aveva capito che non doveva più essere invidioso di Kyungsoo, perché quest'ultimo aveva tentato solo di farsi degli amici, di essere accettato e stimato. Per quale motivo avrebbe dovuto continuare questa stupida guerra contro un essere così forte fuori, ma così debole dentro?
-Facciamo qualcosa-
-Cosa?- 
-Non so, cosa ti va di fare?- 
-Niente- 
-No, tu ora scegli qualcosa da fare-
-Ma non mi sento di fare nulla se non di gridare!-
-Gridare? Bene, allora andiamo al karaoke, così invece di gridare puoi usare la tua voce per cantare-
-Io non so cantare-
-Non importa, l'importante è sfogarsi-
-Vabbè, come vuoi, andiamo- 
Kyungsoo e Jongin si avviarono verso il karaoke. Camminarono per dieci minuti, fino a quando videro un'insegna bianca, illuminata, con una grande scritta blu che diceva "Karaoke- open 24 hours”.
-Siamo arrivati, entriamo- 
Entrarono e si trovarono davanti a un alto bancone, dietro al quale sedeva una ragazza, assonnata, a cui chiesero in quale stanza potessero andare.
-La 10 è libera. Se avete bisogno di qualcosa, io sono qui-
-Certo, grazie mille- 
E così si recarono nella stanza 10, un po' buia, non tanto grande, con una gigantesca televisione contro una parete e dall'altra parte un sofà con un tavolino, sul quale appoggiare i drink. 
Il primo a cantare fu Jongin. Ma Kyungsoo non era attento, non riusciva a sentirlo, a considerarlo. L'unica cosa che faceva era ripensare a quella brutta scena. Non trovava modo di togliersela dalla testa. Ad un certo punto, Jongin smise di cantare, comprendendo ciò a cui stava pensando Kyungsoo.
-Hey, tocca a te-
-................. -
-Kyungsoo, ci sei?-
-Cosa? Ehm, sì. Tocca a me?-
-Sì-
-Posso scegliere io la canzone?-
-Certo-
Così scelse una canzone e all'interno della stanza buia cominciarono a risuonare note tristi e malinconiche. 
Kyungsoo iniziò a cantare. Da subito Jongin non capì più nulla. La sua voce sembrava quella di un angelo... Un angelo che trasformava ogni nota in pura magia, in un tesoro da conservare per sempre. Non era vero che Kyungsoo non era in grado di cantare, anzi! Trasmetteva delle emozioni che Jongin non aveva mai provato, delle emozioni diverse dal solito, speciali... 
Ma all'improvviso Kyungsoo tacque. Portò le mani alla faccia, coprendosela per non far vedere a Jongin che stava piangendo di nuovo. E proprio quest'ultimo si alzò e si avvicinò all'altro, prendendolo tra le braccia. 
-Ci sono qui io ora. Non ci pensare più- Kyungsoo guardò Jongin negli occhi e Jongin fece lo stesso... Qualcosa nacque, una scintilla, una luce... Chissà…
-Grazie Jongin... Grazie per la tua disponibilità, grazie per essere qui, grazie per sostenermi, grazie per essere mio amico, grazie per volermi bene e per non avermi abbandonato nel momento del bisogno- 
-Non potevo lasciarti solo-
-Altri l'hanno fatto-
-Cosa intendi con questo?-
-Niente, intendo dire che tu sei qui con me, mentre gli altri, con cui sono diventato più amico, no-
-Sono sicuro che pensavano che farti stare un po' da solo sarebbe stata la soluzione migliore-
-Sono stato quasi investito. Ti sembra la soluzione migliore?-
-Infatti non ho detto che lo era-
-Hai ragione-
-Vuoi riprendere a cantare adesso?-
-No, preferisco parlare-
-Di cosa?-
-Non lo so... Di qualsiasi cosa-
-Mmmmm... Va bene…-
Così si sedettero sul sofà e iniziarono a parlare del più e del meno, delle loro passioni, del loro tempo libero, delle loro figure di riferimento, del perché Kyungsoo si era allontanato da Jeju, di come si era sentito all’inizio della sua permanenza nella nuova scuola e di come si era pian piano fatto degli amici e non si sentiva più solo. Solo. Solo? Ma come solo? Perché doveva pensare di essere solo? A Jeju non aveva amici? A Jeju non era sempre in compagnia degli altri? Ebbene, nonostante tutto ciò che aveva raccontato in giro, no, non aveva amici lì. Nessuno lo considerava, e se qualcuno lo faceva, era per prenderlo in giro per i suoi occhi abnormi. 
"Come si può essere così stupidi? Perché non ne aveva parlato prima? Era così difficile dirlo ai suoi amici? Non avrei dovuto pensare che fosse un pericolo... Non lo era... Invece era solo un povero ragazzo che cercava l'affetto che non aveva mai avuto dagli altri" pensava Jongin.
-Mi dispiace-
-Per cosa?-
-Niente... So io per cosa…-
-No, dai, dimmi perché!-
-Niente, niente, è una cavolata- 
-Ok…- 
-…………… - 
-Grazie- 
-Per cosa?-
-Niente... So io il motivo-
-No, dai... Ahahahah... Stai giocando al mio stesso gioco?- 
-Può essere…-
E così continuarono per tutto il resto della serata. Scherzavano, ridevano, si divertivano. Jongin faceva sentire Kyunsoo a suo agio e Kyungsoo faceva lo stesso. Era riuscito a dimenticare almeno per qualche ora quella scena... Non la stava più rivivendo nella sua mente, non vedeva più Baekhyun e Chanyeol che si baciavano con ardore. In quei momenti riusciva solo a vedere Jongin, quello che gli aveva salvato la vita, per ben due volte: la prima dalla macchina, la seconda da quei brutti ricordi. Peccato che il giorno successivo fu costretto a vedere entrambi i suoi "amici" a scuola. Li osservò con calma durante le lezioni, non rivolse loro alcuna parola, tuttavia sembrava che essi capissero quello che egli volesse dire. Così ad un certo punto gli si avvicinarono e gli chiesero se potessero parlare un po’.
-Vengo anch'io- Jongin aveva sentito tutto e non voleva lasciare l'amico solo.
-No, tranquillo- gli rispose Kyungsoo, guardandolo fisso negli occhi e sorridendogli come per dire "va tutto bene". Jongin annuì e i tre si allontanarono nel corridoio, per poi arrivare nel giardino della scuola.
-Noi volevamo…-
-Mi dispiace-
-... Chied… Cosa??-
-Mi dispiace-
-Perché?-
-Perché avrei dovuto capire la situazione, quello che stava succedendo tra voi, quello che provate l'uno per l’altro-
-Ma-
-Lasciatemi finire di parlare. Sono stato stupido, idiota, un vero deficiente, perché non volevo affrontare la realtà, e mi chiudevo nel mio castello incantato in cui voi eravate solo amici e Chanyeol amava me-
Chanyeol sgranò gli occhi.
-Io non…-
-Ho detto di lasciarmi finire! Ho capito di aver sbagliato. Ti amavo, o meglio pensavo di amarti, perché eri quello che più si interessava a me, che più era mio amico, ma non voglio che tu ti senta in colpa, perché non hai colpe! È una cosa che mi sono creato completamente io e non ha senso parlarne ancora. Io non sono nessuno per pretendere l'amore di qualcuno che è già innamorato. Io non sono nessuno, non lo sono mai stato e mai lo sarò-
-Uno: non è vero che non sei nessuno! Tu per noi sei molto più di quanto immagini. E due: perché non mi avevi detto nulla? Guarda che io ti voglio bene, sei diventato un amico speciale per me e non solo un compagno di scuola. Certo, è vero, forse non ti amo come amo Baekhyun, ma ormai sei diventato una parte indivisibile da me, una parte di me della quale io non posso più fare a meno. Hai capito?-
Kyungsoo si commosse :-S-s-sei serio?-
-Sicuro! Non ho mai detto una cosa tanto seriamente, credimi-
-Neanche quando ha detto che mi amava era così serio e sicuro!- aggiunse Baekhyun.
-Grazie-
-Per cosa?-
-Perché vi importa veramente di me-
-Non è una cosa di cui ringraziarci. Dovrebbe essere sottintesa: è naturale voler bene a qualcuno. Nessuno te l'ha detto? I tuoi compagni di Jeju?-
-Ehm... No…-
-Perch…-
-Avete risolto? Quanto ancora devo aspettarvi?-
-Jongin che ci fai qui? Stavamo parlando di cose serie-
-Mi sono stufato di stare lì da solo-
Kyungsoo lo guardò e mimò un "grazie" a cui Jongin rispose con un sorriso.
-Bene, dai, torniamo in classe!- aggiunse Jongin.
-Ma noi non abbiamo finito!- 
-E invece sì! Dai Kyungsoo, andiamo- e di nuovo sorrise, lo prese per una mano e lo trascinò nella loro aula al secondo piano. 
-Grazie-
-Non devi ringraziarmi. Ormai so benissimo che non vuoi parlare di quello che è successo a Jeju, quindi tranquillo. Comunque se hai bisogno un giorno di sfogarti, di raccontarmi un po' di quell'esperienza, io sono qui per te, ok?-
-Certo, lo farò- e sorrise con un piccolo cenno di tristezza, di amarezza.
Poco dopo la lezione iniziò.

Molte volte il sole e la luna si alternarono in un balletto continuo, si riunivano spesso nel cielo, fino a quando il sole decideva di giocare a nascondino con la luna, gettandosi dietro agli alti grattacieli di Seoul, e la luna lo cercava per tutta la notte, seguendolo molto lentamente, per poi scambiarsi i ruoli nel momento del loro rincontro. E così sempre.
Arrivò l'estate. Jongin e Kyungsoo erano diventati molto amici. Ormai non c'era più invida nei confronti di Kyungsoo, ormai Jongin provava altro per lui, si sentiva bene con lui. Aveva imparato a vederlo con occhi completamente diversi. Anche Kyungsoo si era molto legato a Jongin: lo vedeva come una figura di riferimento, alla quale affidarsi sempre e alla quale rivolgersi in caso di difficoltà. Gli aveva piano piano raccontato tutta la sua vita a Jeju, come gli altri lo prendevano in giro, come era continuamente deriso dai più forti, come era addirittura stato picchiato, al punto di finire in ospedale. Aveva paura di loro e non aveva il coraggio di tornare in quel brutto posto. Jongin lo aveva aiutato a dimenticare, a farlo pensare ad altro, permettendogli così di farlo effettivamente "guarire" da quella specie di malattia che lo aveva perseguitato per mesi, se non per anni.
Un giorno i due erano usciti a vedere un film e a mangiare fuori con i loro soliti amici. Dopo cena, Baekhyun e Chanyeol si allontanarono mano nella mano per stare un po' soli, gli altri dissero che volevano andare a fare un giro per Myeongdong, ma Kyungsoo e Jongin preferirono restare nelle vicinanze e non raggiungere addirittura Myeongdong. Così si recarono nel parco vicino al ristorante e si sedettero sull'erba, guardando le stelle.
-Io proprio non capisco come fanno ad avere ancora tutta questa forza e voglia di camminare fino a Myeongdong! Io sono sfinito dalla lezione di ginnastica di oggi. Ho anche male alle mani e alle braccia per colpa degli esercizi-
-Hai male? Mmmm... Aspetta, conosco un rimedio- 
Jongin si sedette accanto a Kyungsoo, prese la mano sinistra del ragazzo tra le sue e iniziò a massaggiare dito per dito, poi il palmo, il polso, il braccio, fino al gomito.
-Wow, sei bravo! Da dove hai imparato?-
-Ah, grazie. Me l'ha insegnato mia mamma, perché da piccolo spesso avevo male alle braccia e lei riusciva sempre a farmi stare meglio. Dai, dammi anche l'altra mano-
Kyungsoo porse la mano destra a Jongin, il quale stava seduto alla sua sinistra e iniziò a massaggiargli le dita. Più Jongin si avvicinava al gomito di Kyungsoo, più Kyungsoo compiva una torsione verso l'amico, per rendergli più facile il "lavoro". Ad un certo punto si trovarono faccia a faccia. Kyungsoo sgranò gli occhi e Jongin arrossì, ma nessuno dei due aveva l'intenzione di distogliere lo sguardo dall'altro. Gli occhi di Jongin erano fissi in quelli di Kyungsoo e il suo volto iniziò a muoversi lentamente verso quello dell'amico. Era sempre più vicino, sempre più vicino, dieci centimetri, sette, cinque, tre…
-Oh oh oh, occhi-da-gufo, sei tu?- Kyungsoo trasalì. 
"Io la conosco quella voce… Non può essere... No, non è possibile…"
-Ma come, non mi saluti nemmeno? Ehi, ragazzi, venite a vedere chi c’è!- Jongin non riusciva a capire cosa stava succedendo.
-Andiamocene- gli disse Kyungsoo a bassa voce -Muoviti-
I due si alzarono e si misero a camminare, facendo finta di niente. Ma il ragazzo che aveva parlato si avvicinò a loro e afferrò Kyungsoo per un braccio, spingendolo a terra, e disse: -Ti sei già dimenticato del tuo amico? Non mi rispondi, eh? Volevi scappare, eh? Male, male, vedo che la lezione non l'hai ancora imparata- 
-Oooh, ma guarda chi c'è... Occhi-da-gufo, che ci fai qui? Ti siamo mancati?-
-P-p-p-p-perché s-s-s-siete qui?-
-Perché siamo qui? Siamo venuti in vacanza, ma si vede che non possiamo avere pace neanche durante il nostro tempo libero. Male, male…- E iniziarono a tirargli qualche calcio.
-Ehi, voi, che volete da lui? Lasciatelo stare!-
-E tu chi cazzo saresti? Sparisci. È una cosa tra noi e lui-
-No, se c'è di mezzo lui, anch'io sono coinvolto. Lasciatelo stare. Cazzo, ho detto lasciatelo stare!!!!!!- e si mise a correre verso quei ragazzi, tirando un pugno a uno di loro.
-Oh, no, questo non avresti dovuto farlo-
Cinque ragazzi si gettarono su Jongin, lo tenevano fermo, mentre altri due lo colpivano, lo picchiavano, tirandogli pugni in faccia e calci nello stomaco. Era evidente che stava soffrendo, ma teneva duro e cercava di non mostrare il suo dolore. Tentava continuamente di liberarsi, ma ogni suo movimento veniva frenato da uno dei ragazzi. Kyungsoo aveva gli occhi in lacrime, stava rannicchiato contro un palo della luce. Nessuno ormai lo considerava più. Erano tutti focalizzati su Jongin, volevano fargliela pagare per essersi intromesso in qualcosa che non lo riguardava. Assisteva alla scena, sapendo di non poter fare nulla, poiché non ne aveva il coraggio, e mai ne avrebbe avuto. Vedeva Jongin che soffriva, gocce di sangue avevano iniziato a scorrere sul suo viso, sporcando i vestiti e l'asfalto, contro cui era stato gettato. Lo faceva morire dentro, si sentiva completamente impotente, aveva paura. Ad un certo punto vide che uno si stava avvicinando a Jongin con una bottiglia rotta. "No, cosa vuole fare con quella? No, no, ti prego non farlo”
-No!!!!!!!- e si coprì gli occhi con le mani per non assistere alla scena.
-Hey, lasciatelo stare!- gridò Chanyeol, correndo il più velocemente possibile, assieme a tutti gli altri loro amici, Jongdae, Minseok, Sehun e Luhan. Tutti si precipitarono in aiuto di Jongin e si misero all’attacco.
-Kyungsoo, come stai? Stai bene? Cos'è successo??- Baekhyun strinse forte Kyungsoo tra le sue braccia per dargli conforto. Kyungsoo allontanò le mani dal volto e lo vide lì accanto a lui.
-C-c-c-cosa ci fate qui? Non eravate andati via?-
-Abbiamo avuto uno strano presentimento e siamo tornati subito-
-Quindi siete tornati per noi?-
-Certo! Su, su, ora non guardare verso di loro, vieni, andiamocene- Kyungsoo si alzò con l'aiuto di Baekhyun e insieme se ne andarono. Si sedettero su una panchina e attesero notizie dagli altri. Improvvisamente videro arrivare da lontano Sehun, Luhan e Minseok, che camminavano più velocemente, e Jongdae e Chanyeol che sostenevano Jongin, mezzo svenuto.
-Jongin!!!!- Kyungsoo corse subito verso il ragazzo e non appena gli fu vicino, aiutò Jongdae e Chanyeol a sostenerlo come meglio poteva. Aveva rigonfiamenti dappertutto, sangue che sgorgava dalla faccia, ferite, e probabilmente qualche osso rotto. A malapena si teneva in piedi, a malapena camminava, a malapena respirava. Lo adagiarono su una panchina, lo fecero sdraiare e lo tennero sotto osservazione per qualche istante. Kyungsoo gli prese la mano, dicendogli parole di incoraggiamento, di sicurezza, ma con le lacrime che gli cadevano a fiotti dagli occhi e la voce tremante. Poco dopo compresero che era necessario portarlo all'ospedale.Una volta arrivati, chiesero aiuto agli infermieri e presto Jongin fu portato in una camera, tutta per sé, con tutte le apparecchiature necessarie per il monitoraggio del suo stato, e fu medicato con tutte le cure possibili. Quando il medico fu uscito, Kyungsoo si precipitò all'interno della stanza, vicino al letto di Jongin, gli prese la mano e gliela baciò. Entrarono poi anche tutti gli altri. Subito gli chiesero come stava, se aveva male e cosa gli aveva detto il medico. 
-Ragazzi, tranquilli, non sono stato pugnalato, quindi tranquilli. Ok?-
-Ok... Ma… Io cosa dovrei dire? Se lo avessero fatto, cosa avrei dovuto fare?- chiese Kyungsoo guardandolo con aria di sfida. Gli altri indietreggiarono e uscirono dalla stanza, mentre Kyungsoo si avvicinava sempre di più al letto, a Jongin. Gli prese la mano e guardandolo negli occhi gli disse: - Io non potrei vivere senza di te... È successo quello che speravo non succedesse... Non so come esprimermi, non so cosa dire, non so…- Jongin si alzò e prima che potesse terminare la frase lo baciò. Kyungsoo restò fermo, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dalla passione di Jongin.
-Volevi dire questo? Ti amo? Io ti amo, Kyungsoo, ti amo, sei diventata la cosa più importante per me e neanch'io potrei più vivere senza di te…
-T-t-t-tu... M-m-mi... Ami??-
-Sì, e più di ogni altra cosa a questo mondo-
-I-i-io sono confuso…-
-Perché?-
-Non pensavo provassi le stesse cose, pensavo che il mio sarebbe stato un amore non corrisposto, come nei film-
-Io pensavo la stessa cosa-
-E perché non mi hai detto nulla prima?-
-Perché avevo paura che mi avresti rifiutato-
-Io non potrei mai dirti di no-
-Ti amo-
-Anch'io ti amo. Tanto- E di nuovo si diedero un bacio.
Quella sera Kyungsoo si addormentò accanto al letto di Jongin, stringendogli la mano, e allo stesso modo si svegliò la mattina seguente. Si alzò dalla sedia, diede un bacio sulla fronte a Jongin e gli preparò la colazione. Quando Jongin aprì gli occhi, vide la colazione davanti a sé e Kyungsoo a lato con un cucchiaio pieno di riso che stava spingendo verso di lui, dicendo: -Aaaaaa, apri la boccuccia tesoro, devi mangiare qualcosa per stare meglio-
-Va bene, ma ci sarebbe una cosa che mi farebbe stare ancora meglio…-
-Cosa?-
-Avvicinati, così lo senti solo tu- Kyungsoo si avvicinò al viso di Jongin e subito questo posò le labbra sulle sue.
-Ecco, ora sto molto meglio- e sorrise, mangiando il riso al cucchiaio che Kyungsoo teneva in mano.
Quello stesso pomeriggio Jongin fu dimesso e tornò a casa.Nei giorni successivi, i due iniziarono a frequentarsi proprio come fanno i fidanzati: stavano mano nella mano, si abbracciavano, si baciavano, ma niente di più. Kyungsoo non era ancora pronto per quel passo più importante, come dimostrò qualche giorno dopo…
Dopo la loro solita uscita serale con gli amici, Kyungsoo e Jongin andarono a casa di Jongin per guardare un film. Diversamente dal solito, restarono svegli fino alla fine, e assistettero a una scena d'amore tra i protagonisti. Entrambi arrossirono, e quando il film fu finito, Jongin si voltò verso Kyungsoo per dargli il bacio della buonanotte. Ma qualcosa scattò in Jongin e si coricò assieme a Kyungsoo nel suo letto. Erano agitati, ma vicini, attaccati, continuavano a baciarsi, a scambiarsi gesti d'amore, si toccavano sì, dappertutto, ma non erano ancora passati alla “fase successiva”. Jongin mise le mani sotto la maglia di Kyungsoo, lo accarezzò, sempre baciandolo, e quando cercò di sbottonargli i pantaloni, Kyungsoo lo bloccò.
-M-m-m-mi dispiace... Non ce la faccio... Non sono ancora pronto... S-s-s-scusami- e si mise a piangere.
-Perché piangi?-
-Perché ti ho deluso-
-Tu non mi hai deluso! E poi non credo fosse il momento giusto. Tranquillo, io ti aspetterò per tutto il tempo che vorrai. Non me ne andrò dal tuo fianco. Mai. Saremo insieme per sempre. E quando ti sentirai pronto, faremo anche l’amore-
-Grazie-
-Non devi ringraziarmi, te l'ho già detto-
-Ti amo così tanto-
-Anch'io! Mmm... Senti, ho avuto un'idea... Queste settimane sono state molto impegnative... Che ne dici se prendessimo anche gli altri e ce ne andassimo al mare?-
-Al mare?-
-Sì, dai, per qualche giorno!-
-Sarebbe un'ottima idea!! Dai, chiamiamoli e diciamoglielo!- Così organizzarono una gita al mare e il giorno successivo partirono, con due macchine.
Una volta arrivati, e una volta lasciate le valigie in casa, si buttarono direttamente in acqua, e si misero a giocare come dei bambini di dieci anni. Kyungsoo si sentiva felice. Tanto felice. Con gli altri aveva visitato tanti bei luoghi lì vicino al mare... Erano andati sulla ruota panoramica, a fare shopping, a mangiare al ristorante... Tre giorni passarono in fretta e l’indomani sarebbero dovuti andare via.
-Ragazzi, andiamo a mangiare al ristorante dell'altra volta?- chiese Baekhyun
-Mmm... Andate voi... Io voglio godermi un po' il panorama- rispose Kyungsoo e si allontanò verso la sua camera. Gli altri intanto si prepararono e uscirono per andare a mangiare.

Il sole aveva iniziato a nascondersi tra le onde di quel mare, che ormai rifletteva colori caldi, come il rosso e l'arancio, e un tocco dorato qua e là. Kyungsoo lo osservava da lontano, da quella terrazza sulla collina che tanto gli piaceva, perché da lì aveva la possibilità di vedere tutta la città e sentire il profumo del mare. Soffiava una leggera brezza, che faceva muovere lentamente la camicia, un po’ sbottonata per il caldo eccessivo, del ragazzo, che piano piano alzò le braccia all'altezza delle spalle e improvvisamente emise un urlo, un grido quasi di liberazione, che lo facesse sentire vivo. Ad un certo punto, sentì dei passi che gli si avvicinavano sempre più, ma fece finta di niente. Aveva un sorriso bellissimo, si sentiva felice, era insieme alle persone a cui voleva bene e che lo reputavano importante per loro. 
-Sei ancora qui a fissare il mare?- chiede Jongin, che intanto da dietro lo aveva stretto con le sue braccia e che aveva appoggiato il suo mento sulla spalla sinistra del ragazzo, accostando progressivamente quelle labbra carnose sulla tenera pelle del suo collo. Un brivido percorse Kyungsoo. Ma era un brivido di piacere, appagante e coinvolgente. Un brivido d’amore.
-Dai, Kyungsoo, vieni- gli sussurrava Jongin nell'orecchio -Vieni, è il momento giusto. Ti voglio. Ti voglio adesso, ti voglio subito, ti voglio ORA- 
Kyungsoo sgranò gli occhi. Era pronto per farlo? Aveva aspettato tanto quel momento, prima o poi sarebbe dovuto accadere. E se non fosse andata come sperava? E se non avesse fatto bene? E se non avesse soddisfatto i desideri di Jongin? No, era la cosa giusta da fare. Era pronto. Sì, lo voleva fare con tutto il suo cuore. Quella sera si sarebbe concesso a Jongin in tutto e per tutto. Quella sera sarebbe stato solo suo.
Allora Jongin lo fece voltare, prese il suo viso delicato tra le mani e lo avvicinò al suo. Le loro labbra si toccarono nel bacio più dolce e pieno d'amore che si erano mai dati. Kyungsoo strinse forte a sè Jongin, mentre l'altro lo accarezzava sulla schiena con una mano e con l'altra toccava i suoi folti capelli castani, morbidi e profumati. Lentamente iniziarono a muoversi. Un passo alla volta si allontanavano dalla ringhiera della terrazza e si dirigevano verso la loro camera da letto. Jongin, continuando a baciarlo con forza e passione, lo conduceva in quel posto in cui avrebbero consumato il loro amore, in cui sarebbe nata la magia. Senza mai staccare uno le labbra dell'altro si misero accanto al letto: Jongin adagiò Kyungsoo su quel lenzuolo bianco, immacolato, la testa sul cuscino e dalle labbra passò al collo. Con cautela tolse le scarpe a Kyungsoo e le sue, poi la sua maglia e iniziò a sbottonare la camicia del suo ragazzo, bottone dopo bottone, rivelando un fisico perfetto, che evidentemente Jongin amava. Tornò successivamente alle labbra di Kyungsoo, baciandole, mordicchiandole, tenendole avidamente per sé. Era suo ormai. Solo suo. E non avrebbe permesso che gli fosse portato via. Mai. Lo amava. E questa ne era la dimostrazione. Intanto con le mani toccava tutto il suo corpo, così bello, così perfetto,voleva sentirlo, voleva che diventassero una cosa unica. Ma non era ancora il momento giusto. Doveva aspettare un po', poco poco, perché Kyungsoo prendesse confidenza e non avesse paura. Per questo continuava con quei baci appassionati, mentre lentamente portava un ginocchio tra le sue gambe, per eccitarlo e per fargli desiderare quel momento. Kyungsoo emise un lieve gemito, che fece comprendere a Jongin che quel momento era arrivato: il suo ragazzo era finalmente pronto. Con tutta la tranquillità e la calma possibili Jongin lasciò le labbra di Kyungsoo, che chiedevano sempre più amore, sempre di più, sempre di più, e con entrambe le mani iniziò ad accarezzargli il viso, scendendo poi sul collo, il petto, lo stomaco, e arrivando fino all’estremità superiore dei pantaloni. Li sbottonò e invitò Kyungsoo, sempre con le mani, ad alzarsi per levarli. Questo fece esattamente come voleva Jongin, ma prima di tornare al suo posto, strinse forte a sé il corpo perfetto del ragazzo, solcando con il dito i suoi addominali perfetti e sbottonando a sua volta i jeans sbiaditi che Jongin era solito portare al mare. Li gettò accanto al letto e si sdraiò nuovamente sulle lenzuola, trascinando Jongin su di sé. Jongin intanto si fece coraggio e afferrò le mutande di Kyungsoo, e in un fremito di passione, gliele tolse, lanciandole dall'altra parte della stanza, e facendo la stessa cosa con le sue. Era il momento: entrambi nudi, sul letto, uno accanto all'altro, innamorati ed eccitati. Era il momento di fare l’amore. Ormai ogni parte dei loro corpi era a contatto, ogni centimetro di pelle. Jongin si sdraiò completamente su Kyungsoo. Lo baciava e baciava, sul collo, sulle labbra, sul petto, lo spettinava, lo abbracciava, lo coccolava. Poi, ad un certo punto, alzò la sua mano sinistra, percorse tutto il corpo, fino ad arrivare alle labbra. Kyungsoo la accettò, si mise a inumidire le dita, baciarle, leccarle, godendo entrambi già solo per quello. Così Jongin prese forza e iniziò a scendere, giù, giù, e si fermò proprio lì, nel punto in cui effettivamente sarebbero stati una cosa sola... Il ragazzo, prima solo con un dito, vi si avvicinò, e lo penetrò leggermente, provocando a Kyungsoo un lieve gemito. Avanti e indietro, avanti e indietro, aggiungendo anche un secondo dito e facendolo gemere sempre di più. Veloce veloce, poi rallentò, per arrestarsi dopo qualche minuto e tornare alle carnose labbra dell'amato. Un bacio, due baci, il primo lungo e profondo, il secondo veloce, effimero, dato quasi di sfuggita. Jongin prese le mani di Kyungsoo tra le sue, intrecciò le loro dita, quasi volesse indicare un legame per sempre, sicuro e affidabile, e sorrise al ragazzo.
-Ti amo Jongin- disse Kyungsoo facendogli cenno di sì con la testa.
-Anch'io ti amo, Kyungsoo, e finalmente ora potrò dimostrarti l'infinità del mio amore-
Tenendo sempre le mani di Kyungsoo,fece quello che aveva tanto desiderato, lo penetrò con molta cautela, sì, ma anche con passione e sicurezza. Kyungsoo lasciò scappare un forte urlo, prima di dolore, ma subito dopo di piacere, intenso, eccitante, forte. Jongin continuava nel suo gioco di perversione, spingeva, spingeva, a ritmo regolare, gemeva egli stesso, godeva, era eccitato tanto quanto lo era Kyungsoo, il quale, proprio per la passione e l'eccitazione stringeva forte ora il lenzuolo, ora il cuscino. Gemevano e sudavano, ma non avevano intenzione di smettere. A entrambi piaceva, era evidente. Jongin era abituato a quelle cose, ma considerava quella come la vera prima volta, perché speciale, perché con la persona che amava: Kyungsoo. Per tutta la notte, i due girarono e rigirarono nel letto, si baciavano, si toccavano, giocavano con i loro corpi, parlavano, stavano in silenzio l'uno tra le braccia dell'altro, per poi addormentarsi quando ormai il sole stava già sorgendo. Quella giornata non si sarebbero incontrati con i loro amici, ma sarebbero rimasti lì…

Verso le due del pomeriggio Kyungsoo lentamente aprì gli occhi, si guardò intorno, sentì che l'unica cosa che copriva il suo corpo era un lenzuolo bianco, semi-trasparente, ma non ne capiva il motivo. Poi improvvisamente tutto gli tornò alla mente. Amore. Avevano fatto l'amore, aveva vinto le sue paure, lasciandosi trasportare dalla scia di passione di Jongin, che, oh, ora era proprio sdraiato accanto a lui, anch'egli nudo, ancora addormentato, ma con un accenno di sorriso, forse derivante da un bel sogno. Piano piano anche Jongin iniziò ad aprire gli occhi e la prima cosa che vide furono quelli di Kyungsoo, chiusi, perché voleva far finta di dormire ancora. Allora Jongin, senza che Kyungsoo se ne accorgesse, gli si avvicinò e alzandosi leggermente, posò le labbra sulla bocca del ragazzo e poi subito tornò dalla sua parte del letto, richiudendo a sua volta gli occhi. L'altro sorrise e girandosi di qua e di là finì per accovacciarsi sul braccio sinistro di Jongin, il quale lo abbracciò con l'altro braccio, dandogli un bacio sulla testa. 
-Grazie- 
-Per cosa?-
-Per averlo fatto con me-
-No, grazie a te-
-Per cosa?-
-Per amarmi così tanto-
-Ti amo-
-Ti amo- E guardandosi l'uno negli occhi dell’altro, si baciarono di nuovo, dolcemente. Jongin poi si alzò per vedere che ora fosse.
-Coooosa?? Le due e mezza?? Ma noi saremmo dovuti essere partiti tre ore fa!! Dove sono gli altri?-
-Jongin, guarda, vicino alla porta c'è un biglietto! "Noi andiamo via prima, voi rimanete pure quanto volete, tranquilli ;)”-
-Quindi se ne sono andati e ci hanno lasciato la macchina?-
-Sì, ci hanno lasciato la macchina... Sì!!!! Possiamo andare ancora una volta sulla spiaggia prima di partire!- 
-Sì! Dai, andiamo, veloce tesoro, andiamo, sbrighiamoci!!-
E così si vestirono velocemente e presero le loro cose, le misero in macchina e partirono verso la spiaggia. Una volta arrivati, subito di gettarono sulla sabbia, poi si immersero nell'acqua, per tornare infine sulla sabbia, in modo da asciugarsi. Uno vicino all'altro, fissavano il mare, l'acqua cristallina, ne sentirono il profumo per catturarlo nella loro memoria, per ricordarsi di quell'avventura, di quella vacanza così bella e speciale: un ricordo per sempre. Stettero lì almeno un paio d'ore, poi fecero ancora un giro in città per comprare qualcosa ai loro amici e tornarono in macchina verso casa. Il tettuccio dell'auto era abbassato, e un leggero vento toccava i capelli dei due ragazzi, li scompigliava, li spettinava. I ragazzi erano felici. Sorridevano, ridevano, si tenevano per mano. Sì, si tenevano per mano... Non avevano problemi sulla strada, tutto stava andando bene; quello sarebbe stato l'inizio di un periodo gioioso e sereno delle loro vite? Dopo qualche chilometro, videro di sfuggita un cartello che avvertiva di fare attenzione a una curva pericolosa, che di lì a poche centinaia di metri avrebbe svoltato a sinistra, ma non vi fecero particolarmente attenzione, anche perché era un po' nascosto dalle foglie di un albero vicino e non si riusciva a leggere bene. Proseguirono per la strada con velocità inferiore ai limiti, non avevano fretta di tornare a casa, volevano godersi il momento. 
Poi videro la curva. Jongin la imboccò tranquillamente e intanto prese la mano di Kyungsoo, dandole un bacio, quando improvvisamente spuntò nella curva un tir, fermatosi esattamente in mezzo alla strada e... BOOOOOM!!! 

Il sole si accingeva a gettarsi tra le onde del mare, a giocare a nascondino, come al solito, con la sua compagna luna, dalla quale in fondo non si allontanava mai.

*Ninooooninooooninoooo*
Due ragazzi stavano seduti sulla spiaggia. Uno tra le braccia dell'altro. Quello che stringeva l'altro era alto, con gli occhi grandi e un fisico perfetto da ballerino, quello accoccolato nelle braccia del primo era più basso, con gli occhi giganteschi, tranquillo, sereno. Entrambi lo erano. 
*Dobbiamo salvarli!!*
Osservavano il gioco del sole, i colori di cui si era colorato il mare, ne sentivano il profumo…
*Sbrigatevi! Stanno perdendo i battiti!!!*
-Jongin, noi saremo uniti per sempre come il sole e la luna?-
*Dottore! Li stiamo perdendo!*
-Certo, amore, per sempre-
*Presto, metteteli sull’ambulanza!*
-Jongin-
*Presto! Defibrillatore! Veloce!*
-Sì?-
*Li stiamo perdendo! Non funziona, riprovate!!!!*
-Ti amo-
*No, no, no!!!!*
-Ti amo anch’io, Kyungsoo-
*Beeeeeeeeeeeeeeeep……………..*
E con queste parole, osservando il mare e il sole, i due lentamente sparirono, si dissolsero in tanti granelli di sabbia, che d'ora in avanti avrebbero viaggiato insieme. Per sempre.
  
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