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Autore: Aki_Saiko    31/03/2014    2 recensioni
Primavera:
-Marzo: "Se qualcuno gliel’avesse raccontato, non ci avrebbe mai creduto" (FranticShipping)
*
-Aprile: "Sapeva che il suo viaggio non si era ancora concluso, così come sapeva di non essere pronta a rivedere N dopo tanto tempo, ma allo stesso modo era consapevole del fatto che forse non lo sarebbe stata mai. [...] Touko aveva ben capito che la vita era fatta di occasioni, e questa era ben decisa a non lasciarsela scappare." (FerriswheelShipping) [OOC, What if?, to be continued, SPOILER PER B/B2]
*
-Maggio: "Sembrava tutto uguale allo scontro di due anni prima: loro, uno scenario da favola, due Pokémon leggendari. Eppure N era cambiato." (FerriswheelShipping) [OOC, What if?, continuo del capitolo precedente, SPOILER PER B/B2]
[Parte della serie "A Story to pass Time"]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Ruby, Sapphire, Touko
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A Story to pass Time'
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Personaggi: Ruby, Sapphire
Contesto: AU scolastico ed europeo, molto verosimilmente italiano.
Soundtrack: Coldplay- Magic
Note: IO E LA MIA ABITUDINE A PROCRASTINARE SEMPRE. Del tipo "perchè fare oggi quello che puoi fare tra una settimana". Non lo so, forse perchè poi si finisce a mezzanotte meno dieci dell'ultimo giorno di marzo con un progetto dai ritmi serratissimi da mandare avanti. Argh.
In ogni caso, Aki è tornata! E dopo aver pianto come una disperata (non scherzo) sui capitoli di Adventures di Rubino e Zaffiro, eccomi qua con la mia primissima Frantic! Io amo questa ship e amo quei due, ma soprattutto, AMO Ruby come solo Zeus sa cosa. Penso che il mio amore per lui sia come il mio amore per Goldie, ovvero immenso, infinito, iperuranio (WAT-).
E beh, spero che vi piaccia, mi sono divertita ad immaginare i due in un AU scolastico, alle prese con libri smarriti ed introvabili, con un incontro decisamente... particolare.
(Ormai mi sono prefissa come obbiettivo di dare ad ogni capitolo il titolo di una canzone dei Coldplay lol (gioite con me, il 19 maggio esce il nuovo disco *arcobaleni* *arcobaleni*)).
Prometto che il prossimo mese non mi ridurrò di nuovo così (ci crediamo proprio tanto); mi sono divertita a citare nella shot un libro che lessi tanto tempo fa, ma che ancora mi ricordo bene... riuscite a capire che libro è? c:






Magic
 
 
 
Con visibile impazienza, Ruby sollevò la manica della felpa per leggere l’ora sul suo fidato orologio da polso, constatando con estremo disappunto che erano già le otto meno due minuti. Gettò un’occhiata al bar dietro di lui e alle sue luci ancora spente: la ragazza che lo gestiva non era ancora arrivata, e lui avrebbe preferito non perdersi la lezione di matematica, vista la facilità con cui si smarriva in mezzo a quel mare di numeri. Odiava quella materia così fredda e pragmatica, spesso ingannevole e meschina, preferendo di gran lunga la bella poeticità delle lingue classiche, della filosofia.
Il suono attenuato della campanella giunse a rompere il silenzio carico di attesa nella piccola piazza sulla quale il bar si affacciava. Dalle ampie vetrate si intravedevano il bancone e qualche tavolo e, più a destra, una piccola libreria a ridosso del muro, con a fianco un colorato poster che recitava “libri in transito”. Quel manifesto era l’esatto motivo per il quale Ruby aveva iniziato a frequentare il piccolo locale, lo stesso che proprio nel momento sbagliato lo stava trattenendo tanto a lungo quella mattina. La sera prima Liz, la ragazza che serviva al bancone –e che ormai lo conosceva come cliente abituale- gli aveva mandato un messaggio avvisandolo di un libro depositato da poco, un libro che Ruby stava cercando da mesi e che né in libreria né in biblioteca era riuscito a reperire ( e di leggerlo su internet non se ne parlava). Doveva assolutamente affrettarsi a prenderlo e a depositarne in cambio un altro, prima che qualcuno ci potesse posare gli occhi sopra. Purtroppo, non era nella politica di Liz tenere da parte un libro per qualcuno.
Tanto per fare qualcosa, si tolse lo zaino dalle spalle e l’aprì, per cercarvi il testo da lasciare sullo scaffale al posto di quello che desiderava: si trattava di una raccolta di racconti gialli, un genere che proprio non sopportava –analogamente alla matematica- per la sua fredda logica e spietata razionalità.
D’improvviso, passi affrettati attraversarono la piazzetta e lo fecero voltare di scatto: una Liz affannata e intenta a inveire contro i trasporti pubblici si avviava ad aprire la porta del locale.
«Tu cosa ci fai ancora qui?» chiese la ragazza mentre accendeva le luci e metteva in funzione la macchina della cioccolata.
«Ho ancora 10 minuti prima della seconda campanella» rispose Ruby in breve. Era impaziente di verificare –dubitava del contrario, ma meglio essere sicuri- se il libro promesso era veramente quello tanto agognato.
Sistemate le faccende più urgenti, Liz estrasse dal mazzo la chiave che apriva le ante della stretta libreria.
«È sul quarto scaffale dal basso» glielo indicò, poi tornò alle proprie occupazioni.
Con mano tremante, Ruby estrasse il libro dal ripiano, fece scorrere le dita lungo il dorso e sui caratteri in rilievo che componevano il titolo sulla copertina.
“Un libro che parla di libri. Chissà all’autrice come è venuta questa idea...”
Ne sfogliò qualche pagina, giusto per sentirne l’odore d’inchiostro e la consistenza. I caratteri non erano troppo grandi, e notò che all’inizio di ciascun capitolo vi era una citazione presa da altre storie.
Se ne stava ancora lì accovacciato in estasiata contemplazione quando l’occhio gli cadde sull’orologio, che segnava le otto e sei: aveva quattro minuti di tempo per varcare i cancelli scolastici ed entrare in orario. Si affrettò a posare la raccolta nel posto lasciato vuoto e si alzò, ma nell’uscire urtò per sbaglio una ragazzina che stava entrando in quel momento nel locale.
«Scusami, ho una certa fretta» si giustificò Ruby, facendo per andarsene, ma lei lo fermò con sole due parole: «Il libro»
Ruby si voltò verso di lei con un’espressione perplessa, sollevando il piccolo tomo che stringeva nella mano destra.
«Sì, il libro. L’ho preso lì» e le indicò la parete con la libreria «puoi prendere qualsiasi libro tu voglia, e tenerlo per quanto tempo vuoi, anche per sempre, basta che ne porti uno in cambio da lasciare al posto di quello che ti porti via»
«Lo so dove l’hai preso, e so anche come funziona» gli rispose la ragazza con fare impertinente «quel libro era mio fino a ieri sera, quando l’ho scambiato»
Ruby la fissò per un attimo, stupito, poi rivolse lo sguardo al volume che non aveva ancora infilato dentro lo zaino. L’aprì e iniziò a sfogliare le prime pagine, in cerca del nome della sua interlocutrice.
«Sap...Sapphire?» chiese, decifrando il minuto corsivo. In risposta ebbe un grosso sorriso.
«Sì, sono io» continuò Sapphire «questo libro me lo regalò mio papà un sacco di tempo fa; recentemente l’ho ritrovato tra gli scaffali di casa e me lo sono riletto. Ho scoperto che ne seguono altri due, ma purtroppo non si trovano da nessuna parte, quindi ho pensato che magari portandolo qui avrei avuto qualche speranza di riuscire a scovare i sequel»
Mancavano ormai una manciata di minuti al suono della seconda campanella. Ruby guardò fuori dalle finestre con circospezione, quindi prese Sapphire per mano e la condusse nella saletta più interna del locale.
«Due cappuccini per favore» ordinò mentre passava davanti al bancone. Allo sguardo perplesso di Liz, rispose: «La matematica può aspettare»
La barista alzò gli occhi al cielo e non chiese altro, iniziando a preparare il necessario per l’ordinazione.
Una volta seduti al tavolo, Ruby fece per parlare, ma Sapphire lo fermò con un gesto della mano: «Cappuccino? Non ho neanche idea di chi tu sia, oltre al fatto che penso dovresti essere a scuola in questo momento... si può sapere perché...?»
Ruby scoppiò in una grande risata: «anche tu dovresti essere in classe, se la mettiamo in questo modo»
«Oggi e domani entro alla seconda ora»
«Comunque, non posso fare a meno di offrire la colazione alla ragazza che mi ha permesso finalmente di entrare in possesso di questo libro. Non hai idea del tempo che ho passato a cercarlo, ma ne varrà sicuramente la pena» concluse il ragazzo, poi posò il libro sul tavolo per ammirarlo nuovamente.
Sapphire sospirò, rassegnata ma anche incuriosita da quello sviluppo imprevisto nella sua noiosa e monotona mattinata.
«Posso almeno sapere come ti chiami?»
«Certo» rispose, porgendo la mano alla ragazza «mi chiamo Ruby, e mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensi di questo libro, perché ti è piaciuta tanto la storia da voler leggere i sequel»
Nel frattempo, Liz aveva portato loro i cappuccini. Ordinarono anche una brioche a testa, quindi ripresero a parlare.
«Vediamo» esordì Sapphire, pensierosa. Prese in mano il libro e iniziò a sfogliarlo con familiare nostalgia, come se in ogni pagina ci fosse impresso un ricordo della sua vita.
«Come ti ho detto, me lo regalò mio papà quando ero abbastanza piccola, forse andavo ancora alle elementari. La storia era bella e affascinante, adatta a far sognare qualsiasi persona. Ricordo di averlo letto con una certa innocenza la prima volta, solo quando di recente l’ho ritrovato nella mia libreria ho colto alcune relazioni e tematiche che all’inizio mi erano sfuggite»
Ruby annuì, invitandola a continuare.
«Sai, per esempio il fatto che un grande potere possa essere usato in maniere differenti, e non parlo solo di bene o male... non vorrei rivelarti nulla, ma diversi “fini” verranno perseguiti: dominio, rivalsa, curiosità...e probabilmente altri, che magari verranno svelati più avanti. Tutto questo mi ha fatto riflettere più volte su cosa farei io se possedessi le capacità della protagonista»
Fece una pausa, non trovando altro da aggiungere per il momento.
Ruby l’aveva ascoltata parlare, ammirato. Riconosceva l’accuratezza nello scegliere le parole da usare e la premura nel far capire all’altro cosa intendesse. Riconosceva che quella ragazza era profondamente legata a quel libro, da come ne parlava.
«Non è stato difficile decidere di lasciarlo qui sullo scaffale? Immagino tu abbia parecchi ricordi legati ad esso»
«Sì e no. In ogni caso, alla fine sembra sia tornato da me comunque» rispose Sapphire ammiccando.
Riprese a sfogliare le pagine come poco prima, evidentemente cercando un punto in particolare della storia.
«Dovrebbero esserci ancora, forse un po’ appiattite, ma si dovrebbero vedere... » mormorava fra sé e sé mentre il fruscio della carta accompagnava i suoi gesti. Si fermò improvvisamente su di una pagina che aveva l’angolo in alto a sinistra ripiegato verso l’interno: «Infatti, eccone qui una » si fermò ancora per leggere la breve citazione che segnava l’inizio del capitolo «carina eh? Proprio... Ruby? Mi stai ascoltando...? »
Il ragazzo aveva dipinta in volto un’espressione sconvolta e quasi schifata. Indicò con orrore la pieghetta con la quale Sapphire, anni addietro, aveva segnato la frase che le era tanto piaciuta.
«Come hai potuto... gli angoli delle pagine non si piegano mai. Hai sconvolto tutta l’armonia del libro così» e lo disse con un tono talmente serio e convinto che Sapphire non poté fare a meno di ridergli in faccia, per quanto cercò di trattenersi.
Addentò la brioche al cioccolato, tanto per cercare di smettere di ridere.
«Non dirmi che sei uno di quelli che tiene i libri rilegati sugli scaffali intonsi come oggetti da esposizione»
Ruby si accigliò: «Assolutamente. Anzi trovo che i libri vissuti siano molto più affascinanti e, come dire, animati. Ma questa» e indicò l’angolino della pagina «questa è barbarie. Piuttosto avresti potuto utilizzare una matita se proprio ti andava di segnarti la frase... ah, quelle povere pagine» e iniziò a scuotere teatralmente la testa.
Sapphire iniziò a ridere una seconda volta, puntando il dito contro il ragazzo: «Incredibile, sembra proprio di sentir parlare la protagonista. Stesse identiche parole, davvero» riuscì a pronunciare tra una risata e l’altra.
«Questa protagonista deve essere una persona molto intelligente allora» osservò Ruby, squadrandola.
«Infatti lo è. Ma io sono sempre stata dell’idea che con i libri, nei limiti del decente, puoi farci quello che vuoi. Non parlo ovviamente di strappare pagine e simili, ma piccole annotazioni o angolini ripiegati... non vedo cosa ci sia di male»
Il giovane sospirò, accasciandosi di più sulla sedia.
«Magari ti piacciono anche i racconti gialli e la matematica, vista la tua indole»
Sapphire gonfiò le guance, fingendosi scocciata e offesa: «La matematica proprio no, ma i gialli sì. È così interessante leggere di casi criminali e provare a risolvere l’enigma prima che il detective di turno lo sveli!»
Ruby sospirò una seconda volta: «Beh, non si può avere tutto dalla vita. Suppongo che già aver ottenuto questo libro possa considerarsi una grande fortuna... »
«Guarda che se non ti vado a genio puoi anche dirmelo» lo punzecchiò la ragazza.
«Al contrario» si affrettò ad aggiungere l’altro «sono davvero felice che per una volta la sorte mi abbia aiutato. Ad ogni modo, questa citazione?»
Sapphire sorrise compiaciuta e riaprì il libro alla pagina segnata con gran disappunto del ragazzo e recitò: « “Lascialo in pace, adesso – disse Merlino. – Può darsi che prima di fare amicizia con te voglia rendersi conto di che tipo sei. I gufi non sono mai troppo alla mano.” T. H. White, La spada nella roccia»
«Molto carina. Oserei dire che si adatta perfettamente a questa situazione assurda» commentò Ruby, annuendo.
Trascorsero quindi i dieci minuti che rimanevano loro finendo di fare colazione tra una chiacchiera e l’altra. Una volta pagato –Ruby non accettò nella maniera più assoluta di farsi dare indietro i soldi- uscirono fuori nella piazzetta, un vento leggero aveva iniziato a soffiare.
«Bene» esordì Ruby «mi ha fatto davvero piacere trascorrere questa mattinata in maniera un po’... particolare. Spero che ci incontreremo di nuovo, magari  con qualche notizia in più sui due sequel del libro»
«Non mi hai ancora detto perché lo desideravi tanto»
«In effetti, hai ragione. Mi è capitato di leggerne un lungo estratto sul libro delle medie di mia cugina, e quando ho cercato in giro la trama mi ha subito folgorato... purtroppo ho anche scoperto che è stato ritirato dal mercato da anni. Ma a quanto pare non è più un problema»
I due fecero per salutarsi e incamminarsi verso le rispettive scuole, non fosse che la direzione di marcia era proprio la stessa.
«Non dirmi che... » iniziò Sapphire.
«Sì, la mia scuola è proprio quella in fondo alla via» concluse Ruby «caspita, quando si dice una coincidenza, eh?»
«Se me l’avessero raccontato non ci avrei mai creduto»
Il ragazzo sorrise e diede una piccola pacca sulla testa alla compagna, congedandosi con un “alla prossima allora”.
Quindi affrettò il passo e poi scomparve dietro al cancello.
  
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