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Autore: LucaMan92    01/04/2014    0 recensioni
Ad Emily Balmoral è tutto concesso, o quasi tutto. Ragazza brillantemente allegra e di larghe vedute, è la figlia di Anthony Balmoral, colui che ha ereditato il castello di Garden Grove da uno zio lontano. Emily e la sua famiglia vivono in Scozia da quando lei era in fasce. Nonostante ciò, però, non riesce ad essere "nobile" come l'alta società scozzese vorrebbe. Emily non è altro che una ragazza dolce, spontanea e libera che non vuole essere imprigionata dal bonton e i modi schizzinosi. Decide così di lavorare segretamente in un panificio del paese, dove incontra una famiglia adorabile e un ragazzo odioso, talmente odioso da non riuscire più a smettere di pensare a lui...
Mentre Emily comincia ad innamorarsi di quest'uomo, però, qualcuno trama contro la sua famiglia. Qualcuno che trama da anni, qualcuno a loro molto familiare, disposto a portargli via tutto e distruggere tutto ciò che Emily vorrebbe per la sua vita...
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 2
 
 
 
“Derek Scott è un idiota! Un idiota puro!” pensava Emily mentre pedalava verso casa.
“Come si permette ad insultarmi così? Chi si crede di essere?”.
Infervorata come un toro che non vuole essere domato percorse il viale alberato di Garden Grove e parcheggiò la bici davanti all’entrata principale.
Emily non riusciva a smettere di pensare a Derek, a quanto lo trovasse odioso. Ma si chiedeva anche perché: perché la trattava in quel modo? Non aveva mai fatto del male a qualcuno ed era sempre gentile e disponibile con tutti. Perché Derek la trattava così cinicamente? Perché la snobbava?
“Se c’è qualcuno che deve snobbare qualcuno, quella sono io!”.
No, Derek non l’avrebbe passata liscia! Se voleva giocare a questo gioco l’avrebbe accontentato, decise.
Poi qualcuno bussò alla porta della sua camera.
<< Avanti >>.
<< Lady Emily, è qui? >>.
<< Sì, Hannah, dimmi >>.
<< Ha bisogno di una mano per prepararsi? >> sorrise la domestica.
<< Prepararmi? Per cosa? >>.
<< Ah…la festa a casa degli Anderson >> rispose impacciata.
<< Oddio, è vero! Me ne ero completamente dimenticata! Che ore sono? >>.
<< Le sette meno dieci >>.
<< Mia madre mi ucciderà! Ti prego Hannah, aiutami! >>.
“Accidenti a quel Derek!” pensò un ultima volta e poi corse a prepararsi.
 
Richard era nel suo studio a bere del brandy. Di lì a poco sarebbe cominciata la festa in giardino per accogliere la famiglia Deware e lui era impaziente di cominciare a fare affari con l’americano.
Pensava che l’offerta che gli avrebbe fatto lo avrebbe portato ad un guadagno inestimabile, così inestimabile da potersi comprare tranquillamente Garden Grove…
<< Si può? >> chiese Anthony bussando e distogliendolo dai suoi pensieri.
<< Anthony, amico mio. Entra pure >>.
<< Sapevi che ti stavi nascondendo qui >> sorrise lui.
<< Gradisci un po’ di brandy? >>.
<< Oh, no grazie. Non sono più l’uomo di un tempo >> scherzò.
<< Mh… >> rispose pensieroso Richard.
<< Che succede? >>.
<< Nulla >> sorrise Richard.
<< Sei sicuro? Sembri un po’ pensieroso >>.
<< È che…stavo pensando a come attaccare discorso per una…ipotetica trattativa >>.
<< Oh, non sapevo che avessi affari con lui >>.
<< Non ce li ho infatti. Non ancora almeno >>.
<< Beh, magari posso darti una mano. Di che affari si trattano? >>.
<< Ah…lui si occupa di…barche. Ha una catena di negozi di yacht e alcuni alberghi. È un uomo molto potente insomma >>.
<< Oh…beh allora puntiamo sulle barche >>.
<< Già >> sorrise.
<< Ma sei sicuro che sia solo questo? >>.
<< A che ti riferisci? >>.
<< Richard, siamo amici da tanto tempo. Credi che io non mi accorga che hai qualcosa che non va? Perché non mi dici qual è il problema? Lo sai che posso aiutarti >>.
<< Lo so Anthony. Ma qui la faccenda è troppo grossa…se non riesco a concludere questa trattativa non potrò… >> si bloccò mordendosi la lingua e riprese << …probabilmente non potrò più mantenere la lingua, a lungo andare >>.
<< Richard hai problemi economici? >>.
<< Non ancora ma potrei averli entro un anno >>.
<< Perché non me l’hai detto? Sai benissimo che io potrei aiutarti >>.
<< Sì, lo so ma non voglio il tuo aiuto >>.
<< Ma perché no? Tu mi hai aiutato quando io ne ho avuto bisogno, perché non dovrei fare lo stesso? >>.
<< Perché non si può Anthony! Non voglio la tua carità, devo solo impegnarmi di più per ottenere quello che voglio! >>.
<< La carica di sindaco di Garden Grove, giusto? >>.
<< Esatto. È l’unica cosa di cui ho bisogno e nemmeno tu puoi aiutarmi in questo, Anthony >>.
<< Io posso aiutarti in altro >>.
<< Ad esempio? >> chiese scettico Richard.
<< A non perdere la famiglia come stavo facendo io. Fa’ come me Richard, pensa alla tua famiglia e vivi felice >>.
Richard guardò l’amico pensando, per un momento, che avesse ragione.
I suoi obbiettivi lo stavano forse portando fuori dai binari?
“Da quanto combatto questa guerra? Ormai non lo ricordo più…”.
Ma qualcuno bussò alla porta e interruppe nuovamente i pensieri di Richard.
<< Mi dispiace interrompervi ma stanno arrivando, Richard >> disse sua moglie Julia.
<< Sì cara, arriviamo >>.
 
Emily arrivò appena in tempo per vedere la famiglia Deware scendere dal loro yacht. Indossava un abito bianco e aveva i capelli biondi e ondulati raccolti.
Corse sull’erba degli Anderson e raggiunse i suoi genitori mentre il padrone di casa finiva il discorso di benvenuto ai suoi ospiti e mentre sua madre la guardava male.
<< Ebbene alziamo i calici, amici miei, e diamo il benvenuto alla famiglia Deware! >> disse Richard.
Tutti alzarono i bicchieri con dentro lo spumante sorridendo e bevendo.
<< Che cominci la festa! >> continuò ancora il signor Anderson.
Così gli ospiti cominciarono a dileguarsi e creare dei gruppetti in cui parlare di politica, argomenti altamente culturali o semplicemente gossip.
“Ma guarda tu che sceneggiato ha fatto il signor Anderson, manco fosse arrivata la regina!” pensò nauseata Emily.
<< Dove diavolo eri? >> sibilò sua madre tra i denti.
<< Ah, io… >> rispose lei cercando qualcosa da inventarsi.
<< Emily! Che piacere vederti qui >>.
Emily si voltò e vide Thomas Anderson sorridergli in un grazioso abito grigio chiaro.
<< Vieni, vorrei presentarti qualcuno. Permette, Miss Balmoral? >>.
Sua madre lo guardò ed esitò un istante.
<< Va bene, Thomas >> disse infine.
“Salvata, per un pelo!” pensò Emily sollevata.
<< Ti avevo vista in difficoltà, sbagliavo? >> chiese lui mentre la prendeva a braccetto e si allontanavano.
<< No, non sbagliavi. Ti ringrazio, Tom >> sorrise.
<< Figurati. E comunque devo davvero presentarti qualcuno >>.
Thomas la precedette di qualche passò e si avvicinò ad un’affascinante donna con i capelli rossi e ricci ed un vestito nero.
<< Lei è Rose Deware, la nostra ospite >>.
<< Incantata >> disse lei.
<< Molto piacere >> sorrise Emily.
 
Derek Scott abitava in una casa a tre piani costruita in mattoni rosso scuro. Gran parte del paese di Garden Grove aveva quel colore e a Derek piaceva. Era chiuso nella sua stanza, sdraiato sul letto, ad ascoltare musica col suo mp3.
Un’altra lunga giornata di lavoro era finita e lui aveva male ai piedi ed era sfinito. Si chiedeva sempre perché gli era capitata una vita come quella e, come ogni sera, non trovava risposta. A Derek piaceva studiare, si era diplomato con il massimo dei voti e avrebbe voluto continuare e studiare Storia dell’Arte ma il college era troppo lontano e i suoi non potevano permettersi di pagare così tanto, così aveva rinunciato e si era messo a lavorare al panificio.
Che senso avrebbe avuto, d’altronde, fare un altro lavoro se non poteva fare quello che voleva?
“Non mi serve un lavoro, mi serve quel lavoro!” pensava.
Non era triste ma si sentiva castrato dalla vita. Aveva ventidue anni e sapeva per certo che non sarebbe mai diventato quello che voleva, per colpa dei soldi.
“Maledetti soldi…maledetta Emily Balmoral! Che ne sa lei di tutto questo?”.
Ecco, stava di nuovo pensando a lei. Emily Balmoral. Quel nome lo assillava da due mesi.
La sua situazione era già complicata così, mancava solo lei, col suo bel sorriso stampato in faccia, che veniva a lavorare nel suo panificio spensierata e felice.
“Certo, lei è felice. Che le manca? Può fare tutto quello che vuole…”.
Gli tornò ancora in mente il suo sorriso.
“Che cazzo ridi? Non c’è proprio niente da ridere!”.
Derek provava a non disprezzarla – o meglio, a non essere invidioso di lei – ma più ci provava, più ripensava a lei, più la odiava.
Eppure non era solo l’invidia che lo tormentava…no, era anche l’attrazione che provava per lei.
“Come si fa ad essere attratti dalla persona che più si odia?” pensava trovandosi insopportabile.
Derek adesso odiava pure se stesso. Si odiava da quando due giorni prima, facendo pensieri di odio su di lei, si ritrovò ad avere nella mente i suoi modi gentili e il suo sorriso. Quello stupido sorriso spensierato!
Sì, perché lui faceva di tutto per trattarla male e cercare di mandarla via ma lei aveva sempre una parola dolce ed un sorriso. Tranne quella mattina. Quella mattina gli aveva dato dell’idiota e per un attimo pensò che fosse riuscito a farla arrabbiare…ma poi era tornata a sorridere.
Derek lo trovava inconcepibile…chi si credeva di essere? Come se non bastasse, dal giorno seguente sarebbero stati solo lui e lei a lavorare nello stesso posto!
Avrebbero dovuto condividere lo stesso spazio, avrebbero dovuto fare squadra…
“No Derek, non ricominciare a fare pensieri dolci su di lei. È il nemico! Il nemico, già…e col nemico si combatte!” sorrise tra sé.
Sì, pensava che avrebbe potuto fargliela pagare nei giorni in cui i suoi era via, sarebbe stato perfetto!
“Farò in modo che vada via e non torni mai più! E finalmente, addio Emily Balmoral!”.
 
Thomas ed Emily andarono a nascondersi nel labirinto della villa, come faceva da bambini. Conoscevano quel labirinto come le loro tasche, ovviamente non si sarebbe persi. Anzi, sapevano  già dove andare per raggiungere la piazza con la fontana e sedersi sulla panchina.
“Probabilmente i miei non sanno neanche che questa piazza esista!” pensò Thomas.
Già, Julia e Richard non erano mai stati innamorati agli occhi del loro figlio. Lui era sempre preso dai suoi affari per “diventare re del mondo” e lei era quasi sempre assente per chissà quali motivi.
Insomma, i suoi genitori non esistevano per lui e a volte li detestava proprio!
“È per questo che faccio cose brutte? È per questo che non riesco a non approfittare di qualcuno?”
Thomas si riferiva alle volte, maree di volte, in cui era andato a letto con delle ragazze e poi le aveva fatte sparire subito dopo.
Era il suo schema: gli piaceva una, la faceva bere e la seduceva, la scopava e poi, come se non fosse stato soddisfatto dalla prostituta di turno, la manda via tra urla e spintoni. A volte capitava che andasse via lui a notte fonda ma succedeva solo quando non aveva voglia di urlare oppure…Oppure quando pensava ai suoi e a se stesso e, come in quel momento, veniva preso a bastonate dal rimorso.
Eppure c’era un momento in cui Thomas cambiava completamente: quando aveva Emily intorno. Si conoscevano sin da quando erano bambini e giocavano in tutti i modi possibili. Lei era così euforica, divertente, sexy…così normale rispetto a tutta quella gente che i suoi gli imponevano di frequentare. E lui, invece era così innamorato di lei!
“Non ricordo più nemmeno quanti anni avessi…probabilmente sono innamorato di lei da quando ho scoperto la masturbazione!”.
Così, dopo aver parlato un po’ con la signorina Deware, Thomas aveva sussurrato ad Emily:
<< Che ne dici, scappiamo via da qui? >>.
<< Non vedevo l’ora che tu lo dicessi! >> sorrise.
“La signorina Deware…” pensò Thomas.
I suoi volevano che lui flirtasse con lei e che magari si sposassero ma lui tutto fuorché interessato a lei! Pensava che fosse una bella ragazza, senza dubbio, ma il suo cuore apparteneva ad Emily.
Lei era molte cose per lui: una donna con cui passare il resto della vita, una donna che faceva uscire fuori la migliore parte di lui, era…era…Emily era il modo di curare se stesso dalla vita malata che i suoi gli avevano offerto!
<< A che stai pensando? >> gli chiese mentre passeggiavano.
<< Io? A niente. A parte il fatto che sei bellissima >>.
<< Non essere ridicolo, sai benissimo che questo non è il mio stile! >> rise.
<< Non ho detto che è il tuo stile, ho detto solo che stai benissimo >> rispose al sorriso.
<< Grazie. Accetto il complimento >>.
Raggiunsero la piazza con la fontana e si sedettero. Thomas notò per la prima volta che la statua dalla quale sgorgava l’acqua fosse una statua di cupido.
“Sarà la volta buona, allora!” pensò ironicamente.
<< Ricordi la prima volta che siamo venuti qui? >> le chiese.
<< Come dimenticarlo, piangevi come un matto perché credevi non ne saremmo più usciti vivi! >> rise di cuore lei.
<< Non è vero! >> rise imbarazzato.
“Mi sa che ho sbagliato a parlarne! Ha una buona memoria!” pensò divertito.
<< Come fanno ad essere contenti di queste feste? >> chiese poi Emily guardando il cielo stellato.
<< Non saprei proprio. A me annoiano tanto! >>.
<< Sono così…false! È tutto falso, persino le persone. Anzi… >> riprese a ridere.
<< Cosa? >>.
<< Prometti di non offenderti? >>.
<< Certo che no >>.
<< Quando tuo padre elogiava i Deware in quel modo ho pensato…guarda tu che leccaculo! >> rise ancora Emily.
Thomas rise, sorpreso da quello che aveva detto Emily. Erano cose che le signorine dell’alta società non dicevano ma lei…lei aveva un mondo tutto suo.
E così Thomas rise di sorpresa e divertimento.
<< Davvero era così falso! Che cosa voleva ottenere? >> chiese quando riuscì a riprendersi.
<< E chi lo sa! Sono poche le cose che capisco di loro…molto poche! >> rispose lui.
Emily sospirò.
<< Invece tu non sei così. Non è che ti hanno adottato? >>.
<< Non che io sappia! >> sorrise lui.
Si guardarono sorridenti per qualche minuto e il cuore di Thomas accelerò.
“Coraggio Thomas, prendi i coglioni e diglielo. Forza!”.
<< È vero. Io sono diverso da loro…lo sono io come lo sei tu >>.
<< Già >>.
<< Sei uno spirito libero Emily, una donna dalle qualità incredibili, sei…sei così diversa dalle persone che conosco >>.
Lei lo guardò e sorrise di nuovo.
<< Anche tu lo sei. È per questo che siamo amici, no? Perché siamo diversi! >>.
<< Amici…già >>.
“Amici, ha detto amici Thomas! Hai visto? Sei un coglione! Cosa ti fa pensare che sia interessata a te? Siete cresciuti insieme, siete come fratello e sorella! Che diavolo ti era saltato in testa?”.
<< Tom… >> lo chiamò lei toccandogli il braccio << Va tutto bene? Ho detto qualcosa che non va? >>.
<< No, no Emily. Tranquilla >> prese la sua mano dal suo braccio << Io, volevo solo dirti… >>.
“Coraggio, diglielo comunque! Ormai non hai più niente da perdere, tanto vale che lo sappia!”.
<< Cosa? Che cosa voleva dirmi? >> chiese lei dolcemente.
Thomas esitò un istante, guardandola negli occhi.
<< Che…che i miei vogliono che io ci provi con Rose Deware >>.
<< Oh…e tu che ne pensi? >>.
<< Che ne penso? Penso che lei sia carina ma… >>.
<< Ma non è il tuo interesse, giusto? >>.
Pensando ancora a lei, impiegò qualche secondo per rispondere:
<< Già >>.
<< Perché i tuoi vogliono una cosa simile? >>.
<< Non lo so. Mia madre dice che sono…affari >>.
<< Quindi vuole che tu…vuole che tu stia con lei per affari? >> chiese incredula.
<< Sì, credo di sì >>.
<< Ma…ma è una cosa ignobile! Andiamo, non siamo più nel 1400! >>.
Lui non rispose.
<< Ma a te piace, almeno, questa ragazza? >>.
<< Non lo so, Emily. L’ho vista solo mezza volta e…non so se tra me e lei possa nascere qualcosa >>.
<< E…cosa pensi di fare? >>.
<< Non chiedermelo >> scosse il capo << Io vorrei solamente…stare con la persona che amo >>.
“Stare con te…”.
Emily stette a pensarci su qualche momento.
<< Beh, magari ti innamoreresti davvero di lei! >> disse poi con entusiasmo << Non disperare Thomas, Rose mi è sembrata una brava ragazza. Magari è come noi! >>.
<< Sì…magari >> sospirò.
<< Dai, su. Adesso andiamo a riprenderla, così potrai parlare ancora con lei. E se avrai bisogno di una mano, sai che potrai sempre contare su di me! >>.
Emily si alzò e gli porse una mano.
“Come faccio a non disperarmi? Lei è bellissima, non c’è nessun altro con cui vorrei stare! Oh, Emily…magari potessi contare davvero su di te!” pensò Thomas sorridendole mestamente.
Poi prese la sua mano ed insieme uscirono dal labirinto.
 
   
 
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